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Autore: Zoe in Florence    10/06/2014    0 recensioni
Mancano pochi giorni ormai all'attesissima prima partita degli azzurri al Mondiale 2014. Ho voluto immaginare cosa mi piacerebbe succedesse in quella serata così speciale. I personaggi fanno realmente parte della mia vita, ma con nomi diversi.
Zoe è un'universitaria fuori sede come tante, capitata a studiare in una città meravigliosa come Firenze. Una ragazza come tante, che ha grandi aspettative dalla vita e da un ragazzo in particolare. Una ragazza come tante che la sera del 14 giugno 2014 si reca con le sue coinquiline a vedere la partita della sua Italia...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Le notti d'estate in cui tutti si piazzano davanti a uno schermo per tifare i nostri Azzurri ai mondiali di calcio, hanno sempre qualcosa di speciale. Qualcosa di magico. Un'elettricità diffusa che ti entra dentro, il profumo fragrante di orgoglio nazionale misto a speranza, la solleticante pressione delle urla intrappolate nella gola ma pronte a esplodere, i battiti cardiaci leggermente alterati. La sensazione che tutto possa succedere.
Una sensazione che quest'anno ha un sapore diverso, dato che la vivrò in una delle tante piazze di Firenze, invece che nell'unica e affollata del mio paesino, con le persone che conosco da poco ma con cui condivido una vita da adulti, invece che con gli amici di sempre.
Noi di Piazza Oberdan, meno Valentina che è insensibile a questo evento, abbiamo deciso di evadere dai comuni impegni universitari per goderci la prima partita italiana nel mondiale du Brazil al circolo letterario delle Murate, al fresco e con una birra ghiacciata.
Dopo cena cominciamo a prepararci con tutta la lentezza che ci contraddistingue, grate del fuso orario che separa di 6 ore il Brasile dall'Italia e che ci permetterà di arrivare all'appuntamento straordinariamente in orario.
#S: Se ci facessimo un tricolore sulla guancia, sembreremmo delle quattordicenni secondo te?
#Z: Vuoi veramente che ti risponda? Va bene l'orgoglio nazionale, ma non sono pronta a spingermi così in là
#S: Perché sgravi sempre? Io me lo faccio, gne. Mi presti il rossetto rosso? Il bianco potrei farlo con il dentifricio effettivamente, ma il verde?
#Z: Aspetta che vado a prenderti una foglia di lattuga!
Alle 11 e un quarto siamo in strada, con uno strombettio lontano ad accompagnarci lungo il percorso.
All'angolo tra la Coop e via Gioberti troviamo Paolo che si sbraccia per farsi vedere, mentre parla al telefono con i suoi.
#S: Grazie a Dio ha avuto il pudore di non mettersi la maglia dell'Italia. - sussurra a me e Isa.
#Z: ...Disse quella che voleva farsi un tricolore sulla guancia con il dentifricio. Com'è: Dio li fa e poi li accoppia?
Tutti e quattro ci avviamo verso le Murate, con Paolo che ci precede in bici. Anche Sveva ed io avremmo voluto prendere le nostre per approfittare di un po' di aria fresca durante le pedalate, ma Isa non si è mai decisa a prenderne una per se' e nessuna di noi due aveva intenzione di caricarla dietro.
È stata Sveva, che al suo quinto e ultimo anno di università conosce bene Firenze, ad indicarci le Murate come il miglior posto per vedere i mondiali e non si è sbagliata, come al solito. Il locale si trova all'interno di una corte con un'ampia piazza, in cui sono stati posizionati il maxi-schermo e le sedie, circondata da vecchi palazzi ristrutturati. Al nostro arrivo c'è un bel movimento di ragazzi, prevalentemente studenti della vicina facoltà di architettura. In attesa dell'inizio della partita andiamo all'interno del bar e prendiamo un cocktail a testa, con tanto tanto ghiaccio. L'estate a Firenze è arrivata di colpo e prepotentemente, con un caldo infernale che ci affligge anche a notte inoltrata. Prendiamo posto e la partita comincia praticamente subito. A metà del primo tempo arrivano Riccardo e Noel.
#N: A belli! Me sa che io e la merla saremo le uniche a vagare in giro per Firenze stasera. Se vince l'Italia comunque veniamo a beve co voi, ce la trascino la merla.
#S: Si infatti! Non vi sfasciate troppo che poi non riuscite a raggiungerci!
#N: Ce se prova, ma non te garantisco niente. A dopo!
La ragazza dai capelli turchini inforca la sua bici e gira in direzione di casa nostra, dove ha appuntamento con Valentina.
#R: Zero a zero ancora. Come state messi a bere?
#P: Abbiamo fatto in tempo a prendere solo un drink qui, ma costano troppo e sono annacquati. Ci conviene andare dal pakistano qua vicino.
Noi ragazze ci guardiamo a vicenda per far capire che nessuna ha intenzione di spostarsi di lì per una birra, quindi Riccardo e Paolo sconfortati prendono le nostre ordinazioni e vanno in spedizione. 
Il primo tempo finisce senza alcun gol, ma l'Italia ha arrancato per difendere la propria porta dall'attacco degli avversari inglesi, il che ha fatto sudare le mani a tutti. Sperando in una rimonta degli azzurri nel secondo tempo, ci alziamo per sgranchirci le gambe e concederci una sigaretta per allentare la tensione. Accendiamo una discussione abbastanza animata sulle varie azioni sbagliate e sulle scelte di formazione che avremmo fatto al posto del CT, discussione alla quale Isa contribuisce annuendo con serietà.
#R: È tempo di un'altra birra, a chi va?
Tutti quanti alziamo la mano.
#R: Chi mi accompagna?
Silvia, Isa ed io replichiamo la scenetta di mezz'ora fa, ma stavolta Paolo sbuffa.
#P: Stavolta no, alzate i vostri signorili fondoschiena su su!
#S: Bonjour finesse, ho la fortuna di stare con un vero gentiluomo.
Paolo si fa un po' rosso in viso e Silvia gli stampa un bacio sulla guancia.
#R: Calmate i bollori, ci sono i motel adibiti a questo scopo. Zoe dai, che ricomincia la partita.
#S: Vengo io, non ci sto a passare da piccioncin...ahia!
Paolo tira Silvia, che cercava di alzarsi, la costringe a sedersi di nuovo e la ammutolisce baciandola.
#Z: Ho capito, andiamo! Che palle però, volevo sottolinearlo. Vieni anche tu, Isa, non voglio lasciarti con questi due, potresti rimanere incinta a causa degli ormoni che rilasciano.
#S: Sempre carina tu! Isa rimane con noi, invece. La birra bella fresca mi raccomando.
Isa sfodera la sua risatina timida rimanendo al suo posto, senza rispondere né a me, né tantomeno a Silvia. Riccardo mi trascina per un braccio mentre tiro fuori la lingua.
#Z: Le prendo una Beck's calda, altro che birra bella fresca.
#R: Non farla lunga dai, non è mica una tortura.
Sto per ribattere, ma lui mi prende per mano appena voltiamo l'angolo e ciò basta per zittirmi. Lo guardo ma lui è tranquillo, come se niente fosse successo, e continua a camminare senza fornirmi alcuna spiegazione. Provo a liberare la mia mano dalla sua, ma non me lo permette e la stringe più forte, anche se siamo arrivati dal pakistano ed è il nostro turno. Alla fine si porta la mia mano alla bocca, la bacia e si affretta a prendere le birre e a pagarle, senza nemmeno darmi il tempo di capire cosa stesse succedendo.
Mi mette tra le mani due delle cinque birre ed esce dal negozio. Dopo qualche secondo mi decido anch'io ad uscire dopo aver salutato incerta il commesso del negozio.
#Z: Puoi spiegarmi che ti prende?
Lui non parla e continua a camminare rallentando, io abbasso lo sguardo perché non riesco a guardarlo mentre gli chiedo una cosa del genere.
#Z: Ricca, ti ricordo solo che sei stato tu a...
Mi interrompe spingendomi contro il muro e la prima cosa che mi chiedo è dove abbia messo le birre che aveva in mano. Mi pianta i suoi occhi azzurrissimi sul viso, mentre io cerco di volgere i miei dappertutto tranne che su di lui, presa da un profondo imbarazzo. Prende il mio viso tra le mani e lo alza delicatamente in direzione del suo.
#R: Questo è per quella volta nel mio letto in cui ho finalmente avuto il coraggio di baciarti, per tutte le volte in cui invece il coraggio mi è mancato e sono solo riuscito a sfiorarti il braccio fingendo che fosse per sbaglio, a guardarti di nascosto durante tutti quei film, per i lunghi capelli che hai tagliato dopo che ti ho detto che saresti stata meglio, anche se non lo ammetterai mai.
Tira un sospiro e poi lo fa. Mi bacia. Lo fisso con gli occhi sbarrati, esco dal mio corpo per poi rientrarci e rendermi conto che tutto questo sta succedendo proprio a me.
Lascio scivolare dalle mani le birre che si frantumano a terra e bagnano le gambe di entrambi. Finalmente chiudo gli occhi anch'io e lo attiro a me abbracciandolo sui fianchi, sorda ai gridolini dei passanti allertati dal rumore di vetro rotto.
#Z: Questo invece è per quella volta che mi hai rifiutato "altrimenti succede un macello", per quelle volte che mi hai ignorato, che hai scopato con altre, ma soprattutto perché ti ricordi di me dopo mesi e mesi, proprio quando stai per tornare a casa a Rimini, perché stasera ti senti solo e domani mattina chi s'è visto, s'è visto.
Apro la mano destra e gli tiro un sonoro schiaffo,  di quelli che uccidono l'orgoglio e ti fanno girare la testa. Riccardo mi prende la mano e la poggia sulla guancia che ho schiaffeggiato.
#R: Questo è per tutti i mesi in cui ho evitato di pensarti ma non ci sono riuscito e soprattutto perché verrai con me a Rimini quest'estate, a costo di trascinarti lungo tutto il percorso.
Mi bacia di nuovo, stavolta per davvero. Un bacio serio, nonostante l'odore di birra, la partita che è ricominciata, gli altri in attesa delle loro birre. Nonostante i mesi di incomprensioni, le parole non dette, le occasioni sprecate, il tempo volato. 
Ci prendiamo per mano e corriamo verso la sua bici, raccogliamo le birre poggiate per terra e le riponiamo nel cestino: Paolo, Silvia e Isabella rimarranno a bocca asciutta, ma non rimarranno sprecate. Mi posiziono dietro, sul portapacchi, allaccio le braccia intorno alla sua vita e gli bacio la nuca mentre lui accende la radio integrata nel cellulare sintonizzata sulla partita e parte a tutta velocità, senza meta.

   
 
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