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Autore: ftonos    10/08/2008    1 recensioni
I quattro componenti della band si spintonarono fino alla porta del camerino drogati dalle urla del pubblico, dalle luci e la forza della musica che nasceva dalle dita, mani, menti e voci di loro quattro insieme.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dying Down

Dying Dawn

 

 

Le luci del palco si spensero piano fra le urla dei fan accaldati e meravigliosamente stanchi dopo una esibizione durata quasi tre ore, i musicisti rivolsero loro sorrisi linguacce e inchini stupendosi loro stessi del successo ottenuto quella sera, gettarono sul pubblico plettri, bacchette, asciugamani e bottiglie d’acqua da cui avevano bevuto per poi dirigersi verso gli spogliatoi a cambiarsi per la festa che il loro manager aveva preparato per loro, ragazze mozzafiato, alcool e musica era la garanzia di un divertimeto sicuro.

- Cazzo ragazzi che serata, che serata! Siamo stati una bomba, li avete visti quanto erano entusiasti gli olandesi? -

- Calma bello, non hai sentito che casino abbiamo fatto nel terzo pezzo? Quello era uno schifo, domani bisognera’ darci una sistemata –

- Fanculo Axis! E’ andata alla grande comunque –

- Hai ragione Glenn, lasciamo perdere per stasera e divertiamoci –

I quattro componenti della band si spintonarono fino alla porta del camerino drogati dalle urla del pubblico, dalle luci e la forza della musica che nasceva dalle dita, mani, menti e voci di loro quattro insieme.

Nessuno di loro ammmetteva che erano riusciti a far materializzare il loro sogno, no era ancora troppo presto, ma erano gia’ a un buon punto, erano conosciuti in piu’ di meta’ Europa, osannati in quella del profondo nord, apprezzati da quella dell’est e del centro, ma il grande continente ignorava ancora la loro esistenza.

America era la parola che aveva il profumo di fama e realizzazione.

America era la parola che era per i  Dying Dawn ancora troppo lontana per essere pronunciata.

America era la parola che loro avrebbero urlato e assaporato in pieno in un giorno non troppo lontano.

America.

Finalmente tirati a lucido tutti e quattro si diressero alla macchina che li avrebbe portati al party  e si bagnarono nuovamente nell’adorazione rivelata dalle urla, dalle frasi d’amore scritte sui cartelloni, dalle richieste di passare notti di fuoco da parte di sconosciute bellissime assetate di popolarita’ e sesso.

Salirono sull’auto dai vetri oscurati un po’ spossati per la serata ma ancora svegli e pronti per distribuire sorrisi a rappresentanti di etichette discografiche.

Axis fisso’ contrariato il cellulare che si spegneva, si era scordato di rimetterlo in carica

- Accidenti – impreco’ buttando il telefono sul sedile

- Ehi calma, puoi usare il mio – lo rincuoro’ Heidi tendendogli il suo telefono satellitare

L’altro scosse la testa nervosamente

- Non mi ricordo il numero a memoria maledizione, sai che io sono proprio incapace con i numeri –

 

 

 

 

************

 

 

Con uno scatto nervoso corse a guardare di nuovo il display del telefono appoggiato al tavolo della veranda.

- L’aveva promesso – sussuro’ per tranquillizzarsi – sara’ solo un imprevisto, fra un po’ lo fara’ –

Sorrise stringendosi nella felpa grigia che le aveva lasciato prima di partire e sedendosi sull’unica sedia di plastica blu non sporca di terriccio.

 

 

 

************

 

 

Un altro drink in fondo che sarebbe stato?

Niente, solo un altro drink,  per dimenticare la mancanza del calore indispensabile di lei e quei sorrisi rari e magnifici, l’odore dei suoi capelli.

L’alcool e’un anestetico per l’anima e nient’altro.

Axis inghiotti’ la tequila sentendosi bruciare e per un attimo la vide avvicinarsi per giocare con i suoi capelli, ma che quella ragazza  non poteva essere lei, lei non aveva i capelli biondi, lei non ancheggiava nel camminare, lei non lo baciava in questa maniera.

Si stacco’ dalla sconosciuta e non capiva i sorrisi strani che il suo batterista, Loop, gli stava inviando e allora sposto’ lo sguardo sulla bellona che veniva divorata dalla voglia di lui.

La avvicino’nuovamente a se inspirandone l’odore troppo dolciastro, stringendola anche se non era lei, in fondo necessitava di queste attenzioni, lei era lontana e lui era ubriaco.

 

 

Prologo +the end+

 

 

 

 

E’ una stoia ancora tutta da scrivere e pensare, uscita all’improvviso e nata da poche frasi che necessitavano di essere scritte.

Spero che vi piaccia, fatemi sapere con commenti e critiche anche negative se necessario ma ci tengo che venga letta, ho bisogno di un incentivo per continuare a scrivere.

>.< e poi non volete sapere per quale arcano motivo Heidi si chiama cosi’?

e  chi e’ questa povera cornutona misteriosa?

Baci a tutti, vostra Ftonos

^________^

  
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