L’odore di pino mi inonda le narici e la pioggia batte costante fuori dalla grotta dove sono riparata. Questa scena mi rievoca alla mente una serie di ricordi che non riesco a collocare nel tempo ma so che hanno a che fare con cose orribili e l’unica cosa a cui riesco a pensare è alla paura che si impadronisce del mio corpo. Improvvisamente alle mie spalle arriva un gemisto strozzato. Bene, non sono sola. Istintivamente prendo l’arco vicino a me. Ho il terrore di girarmi ma mi obbligo a farlo e, ripensandoci, avrei fatto meglio a stare ferma. Peeta è steso per terra con un grumo di sangue in bocca. Sta male e vorrei correre da lui, soccorrerlo, parlargli e cercare di tranquillizzarlo. Ma non posso. Sono letteralmente bloccata. Cerco di combattere con qualunque forza mi trattenga dal correre dal mio compagno ma non serve a niente. E sono obbligata a vedere Peeta che soffre guardandomi negli occhi e sperando che io vada ad aiutarlo. Muore lentamente. Il suo respiro si fa sempre più leggero. Continua a chiamarmi e io non posso andare da lui. Avrei preferito degli ibridi che mi sbranano piuttosto che vedere il mio unico e vero amore morire agonizzante.
Ma è solo un incubo. Solo un terrificante incubo. Mi sveglio urlando e le braccia di Peeta trovano il mio corpo matido di sudore. Lui è qui. Vivo. E ripensando alla vita che lo abbandona nel mio sogno lo stringo ancora più forte come per impedire al suo cuore di fermarsi.
- Katniss va tutto bene – dice con voce tranquilla – Era solo un incubo
- Non mi abbandonerai vero? –
- Starò con te. Per sempre – E con questa infinita promessa mi addormento cullata dalle sue braccia.
Al mattino a svegliarmi non è uno dei soliti sogni terrificanti ma il pane che Peeta probabilmete sta cuocendo. Mi concedo il privilegio di restare un po’ a letto a pensare alla svolta che ha preso la mia vita dopo aver ammesso al ragazzo del pane che lo amavo. Ci siamo sposati e abbiamo avuto due figli. In realtà quando ho scoperto di essere incinta ho provato una grande paura che svanì nello stesso istante in cui vidi la reazione di Peeta. Un mix perfetto di gioia, stupore ed eccitazione. La ragazza in fiamme stava per diventare mamma. Per ben due volte.
- Katniss, la colazione è pronta – Peeta interrompe i miei pensieri e solo adesso noto davvero quanto quel ragazzo estratto per i settantaquattresimi Hunger Games sia diventato un uomo. I capelli biondi gli ricadono ancora sulla fronte ma gli occhi azzuri riflettono qualcosa di diverso. Qualcosa che non ho ancora decifrato ma che mi fa stare bene.
- Katniss? Tutto a posto ? –
- Mh? Si, stavo pensando – vedo la sua espressione di cuorisità mista ad un pizzico di tristezza così lo rassicuro :
- Stavo pensando a noi. Alla nostra famiglia – Peeta mi mostra uno dei suoi sorrisi, di quelli che mi fanno sentire protetta.
A interrompere questo nostro momento è lo squillo del telefono. Strano. Nessuno ci telefona, se ci vogliono parlare di certo non ci chiamano. Vengono da noi e basta.
Titubante alzo la cornetta e al mio orecchio giungono rumori contrapposti. Grida. Gemiti. Sussurri: E quelli che sembrano calci. Un momento di silenzio e qualcuno parla :
 - Haymitch Abernathy. Distretto 12. Vincitore dei Cinquantesimi Hunger Games. Attivo partecipante alla rivoluzione che rovesciò il governo di Snow. E ti giuro, dolcezza, che lo farei un altro milione di volte – Poi una donna parla :
- Bene, ragazza di fuoco, puoi dire addio al tuo mentore –  prima che la linea cada si sente solo un rumore. Uno sparo.Haymitch è morto


Ehi. Spero vi sia piaciuto il mio primo capitolo. Se avete qualcosa da  dirmi non esitate. Sarei molto felice di sapere cosa ne pensate ( per cui sarei molto feice se lasciaste una piccola recensione ). Detto questo, alla prossima!!