Titolo: Puns
Fandom: Kuroko no Basket Personaggi: Aida Kagetora, Izuki Shun Pairing: KageIzu Genere: Introspettivo Rating: SAFE Avvertimenti: OneShot, Shonen ai Conteggio Parole: 460 Note: 1. Pubblicità per il mio askblog: Sharara ☆ Goes On 2. Due care personcine me l’hanno richiesta ed io non sono riuscita a rifiutare… spero vi piaccia ù_ù
Se a Izuki avessero detto che un giorno avrebbe baciato Kagetora Aida, il padre della sua coach, si sarebbe sicuramente messo a piangere dalle risate… ma quando era accaduto, Shun non aveva trovato niente di così divertente. In effetti, se si escludevano i suoi giochi di parole precedenti ‘al fattaccio’, i suoi primi approcci con Kagetora erano stati tutto tranne che amichevoli. Anche se l'uomo lo trovava oggettivamente un ‘bel ragazzo’ - lo chiamava “Belloccio”, doveva pur significare qualcosa -, Izuki non avrebbe mai scommesso neanche mezzo yen su 'quel bacio'. Infatti ricordava ancora i lunghi brividi misti al terrore che lo scuotevano da capo a piedi nel rendersi conto di avere su di sé gli occhi del padre di Riko. Certo, aveva osservato tutto il Seirin durante quel campo d'allenamento - osservati e minacciati quando si avvicinavano troppo alla figlia -, e quindi quegli sguardi non erano una sua esclusiva, ma non era poi così certo di andargli a genio. Che lo vedesse come una minaccia per Riko? Era probabile, quell’uomo sembrava capace di vedere chiunque come una possibile minaccia. Aveva comunque cercato di non darvi troppo peso e di continuare gli allenamenti. I problemi erano arrivati però in seguito, quando Kagetora lo aveva preso da parte per aiutarlo a migliorare la sua Eagle Spear. Gli era grato per quegli insegnamenti e quando iniziò a vedere dei veri e propri miglioramenti riuscì anche a rilassarsi- Kagetora non era lì per ucciderlo e nascondere il corpo in montagna. Di conseguenza quella situazione gli diede indirettamente il permesso per tirar fuori alcuni dei suoi migliori giochi di parole. Inizialmente l'uomo non reagì - né uno sbuffo e né tanto meno una risata - ma alla fine anche Kagetora si concesse un lamento esasperato. « Hai uno strano carattere», lo ammonì, recuperando il pallone per poi passarlo al ragazzo. « È scritto male». Per Izuki era stato naturale rispondere in quel modo tra sé e sé ritrovandosi poi a voltarsi un poco quando sentì Kagetora sospirare. « Riko-tan mi aveva avvertito», borbottò l'uomo grattandosi la nuca. Il sorriso di Izuki si allargò nel sentire quelle parole e per un po' continuò ad allenarsi senza più fiatare, sempre seguito dallo sguardo vigile di Kagetora. Dentro di sé sapeva di averlo esasperato - aveva sicuramente più pazienza di Hyuuga, doveva ammetterlo -, e quando al termine dell’allenamento gli sfuggì un altro gioco di parole comprese di aver davvero raggiunto il limite. « Sai cosa si faceva ai miei tempi per far star zitti i ragazzini spiritosi come te, Belloccio?» « Uhn... no», e le labbra dell'uomo si erano posate sulle sue, ruvide e senza alcuna gentilezza. Solo in quel momento, nel ripensare a quel bacio a sangue freddo, Izuki doveva ammettere che come metodo non era poi così male. D’altro canto aveva funzionato, e non era neanche stato tanto spiacevole. |