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Autore: mylittlehope    11/06/2014    2 recensioni
Condividemmo dei baci speziati, mischiati alle mie e alle sue insicurezze, alla nostra voglia di vivere. Dei baci che scoprivano le nostre debolezze, ma che nello stesso tempo irradiavano amore.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James McVey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Preferiva stringere i lembi del suo lenzuolo che parlare dei suoi problemi con gli amici. Robbie era un mare in piena, un'immensità di emozioni tutte insieme. Ti lasciava ogni sua piccola cosa, ogni suo piccolo dettaglio. Catturava l'attenzione anche solo dicendo "Piacere, io sono Rob". Amava stare al parco, osservare la natura, distesa su di un telo, magari il suo preferito. Quello azzurro. Robbie amava scrivere poesie, e amava anche musicarle. Ogni tanto prendeva in grembo la sua chitarra e si metteva ad arpeggiare. Viveva la sua vita come se ogni giorno fosse l'ultimo, viveva a pieno ogni cosa decidesse di fare. Aveva un sorriso che ti faceva dimenticare ogni cosa brutta, ti coinvolgeva sempre, in ogni cosa bella facesse. E poi rideva, sorrideva sempre e riusciva a migliorarti di sicuro la giornata. O almeno, riusciva sempre a migliorare le mie di giornate. E poi era così bella, di una bellezza viva, spontanea, adorabile. Le piaceva farsi toccare i capelli, si rilassava quando qualcuno passava le mani tra le sue ciocche scure e ribelli. Era davvero adorabile, ed io ogni giorno mi innamoravo sempre di più.

<< Perchè non andiamo in montagna? >>
<< Perchè non ho nessuno che mi presti la macchina, Rob. >>
Sbuffò, scrollando i contatti che aveva in rubrica in cerca di una soluzione. Siedevamo sul divano di casa mia. Per precisione lei siedeva sul manico del divano col ginocchio tirato su, come al solito. << Jems troviamo una soluzione, dai. >> disse continuando a controllare la rubrica. << Forse Tris potrebbe farsi prestare la macchina da suo zio. >> esordii 
Mi fissò, alzando un sopracciglio, fingendosi confusa ma poco dopo saltò in piedi e sorrise. << Esatto! >> disse continuando a sorridere << Ora gli telefono. >> disse allontanandosi verso l'ingresso, unico posto dove la sua linea telefonica prendeva rete, si girò << A questo punto puoi cominciare a preparare lo zaino per domani. Si parte! >> concluse mandandomi un bacio. 
L'indomani partimmo per la casa in montagna di Rob, e insieme a noi si unirono anche Tris, Claudia e sua cugina Kaitlyn.
<< Okay mettiamo un po' di musica, che si parte. >> esclamò Rob inserendo il cd dei Blink 182 nel lettore musicale. 
<< Bella Rob, alza il volume. >> esclamò Tristan
Partì "What's my age again" ed io iniziai già ad amare quel weekend.
Arrivammo dopo circa un'oretta, Rob si era appisolata così presi io il suo zaino.
<< La svegli o pensi sia il caso di lasciarla dormire in macchina? >> scherzò Claudia
<< Ora la sveglio io. >> fece Kaitlyn << voi cominciate ad andare in casa, non preoccupatevi. >>
Annuimmo e andammo verso casa. 

Ero in una delle camere del piano superiore, stavo mettendo a posto la roba che avevo portato quando all'improvviso una Rob dai capelli scompligliati più del dovuto piombò da dietro, abbracciandomi. << Lo sai che sei irresistibile con questa canotta, McVey? >> Mi voltai di scatto, così da poterla guardare in viso. << Cosa hanno appena udito le mie orecchie? >> Mi diede una gomitata sulla spalla << Dai, hai sentito bene. >> disse arrossendo lievemente. << Stai arrossendo. >> sbottai << Grazie per avermelo fatto notare. Ora me ne vado. >> Fece per girare i tacchi e andare via, ma la afferrai per un braccio. << Dove pensi di andare? >> domandai << Giù in cucina, lontano da te e dai tuoi occhi. >> i nostri sguardi si incontrarono << Sì, lontana dai tuoi occhi che, beh.. sono bellissimi a dire il vero. Ma non importa >> tossì << Me ne vado giù in cucina lo stesso. >> disse voltandosi.
<< Tu non vai da nessuna parte. >> le dissi, indirizzandola verso di me
<< Oh, romantico. >> affermò ironica quando ci trovammo petto contro petto.
Le alzai di poco il viso, invitandola a guardarmi. << Sei deliziosamente esasperante, lo sai? >>
<< E' un complimento questo, Jems? >>
<< Ovvio che sì. >>
<< C'è qualcosa che non va stasera mi sa. >>
<< Non direi. >>
<< Che? >>
<< Vieni qua. >> dissi portandola di nuovo verso di me, mi sedetti sul letto e lei mi seguì.
<< Stai cercando di sedurmi, Daniel? >> domandò ridendo.
Le sorrisi, intrecciando le mani all'altezza della sua nuca. Mi avvicinai alle sue labbra, le accarezzai. Lei aveva gli occhi spalancati, iniziai a baciarle gli angoli della bocca e d'un tratto fu lei a baciare le mie labbra. Condividemmo dei baci speziati, mischiati alle mie e alle sue insicurezze, alla nostra voglia di vivere. Dei baci che scoprivano le nostre debolezze, ma che nello stesso tempo irradiavano amore.
Eravamo soliti guardare le stelle insieme quando potevamo, così dal letto di quella stanza, sotto le lenzuola bianche osservammo di nuovo le stelle insieme quella notte. 
<< A volte ho l'impressione che le stelle possano sentirci, sai Rob? >>
<< Lo penso anch'io, ma solo se alzi un po' la voce, non c'è bisogno di urlare. >>
<< Che intendi? >>
<< Noi per esempio. C'è così tanto tra noi, l'abbiamo soperto stanotte. Eppure non abbiamo urlato. Abbiamo solo alzato un po' la voce. >>
<< Sei adorabile, lo sai? >>
<< Se me lo dici così ti credo. >> disse baciandomi.
Ci addormentammo così, uno vicino all'altra, con le stelle che badavano al nostro bell'amore.
Quella notte si addormentò stringendo la mia mano, non più le sue lenzuola.
  
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