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Autore: Frida Rush    11/06/2014    0 recensioni
Una piccola shot per fare giustizia al povero Ichikawa rimasto solo dopo l'incendio al laboratorio dove stavano Aizawa e Nagase.
Nagase è davvero morto?
(Basato sull'anime) tanto fluff e arrabbiature.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ehm ciao a tutti *si guarda intorno imbarazzata* questa è la prima fan fiction che pubblico su un fandom diverso da quello di Sherlock (per chi segue la serie… vi amo <3) e vi avviso che non ho mai scritto nulla su qualcos altro, né tantomeno un anime! Vidi questo splendido anime anni fa e l’0ho finito di vedere solo tre mesi fa credo e ci sono rimasta malissimo per il povero dolce Ichikawa! Quindi ho pensato, visto che amo questo personaggio e Nagase è un figo da far paura e li shippo da morire, perché non buttarsi in qualcosa di nuovo provando a buttare giù qualche riga sul ritorno del figone dai capelli verdi? xD
Vabe, lasciamo perdere, sono un caso disperato ewe
In ogni caso, spero che i personaggi, soprattutto Nagase non siano OOC, ma ripeto, è la prima volta che scrivo su qualcosa che non sia Sherlock, quindi sono ben accette le critiche, basta che siano costruttive!
Grazie a chi leggerà e a ElyHeadgog che ha già scritto su questo meraviglioso anime ^^
 
 
 
Da quando Sora aveva salvato Nao tutto era tornato alla normalità. I due ragazzi stavano assieme come molti avevano voluto, Matsuri continuava ad essere il leader dei tutto fare del campus affidando a Sora e Sunao dei compiti assurdi ma che alla fine li lasciavano soddisfatti. Anche Minato si era ripreso ed era stato dimesso dall’ospedale tornando ad una vita serena e tranquilla con Nanami, insomma tutto sembrava perfetto, tranne per un piccolo particolare: Ichikawa.
Il ragazzo guardava il suo vecchio amico dai capelli azzurri giocare e scherzare con la sua anima gemella e, nonostante fosse molto felice per lui, non poteva negare di esserne invidioso, tremendamente invidioso. Si era preso una cotta per il suo insegnante di chimica, un uomo misterioso ed affascinante, che per un attimo era sembrato ricambiare i suoi sentimenti, ma alla fine si era rivelato un vero e proprio mascalzone. Aveva approfittato del buon cuore e dell’amore di Ichikawa per raggiungere il suo scopo, che era tutt’altro che nobile. Lo aveva ferito, era una persona malvagia, Nagase, ma il giovane studente non riusciva a smettere di pensare a lui. D’altronde, l’amore è cieco, non ci si può certo aspettare di dimenticare una persona che si ha amato in poco tempo e così facilmente. Tutto il male che Nagase aveva fatto non era bastato allo studente per aiutarlo a dimenticare il suo amore perciò si era ritrovato a pensare all’oggetto dei suoi desideri per le settimane che erano venute dopo l’incendio al laboratorio di Aizawa.
Nagase era morto e la cosa non faceva che procurare un immenso dolore ad Ichikawa perché ora non avrebbe potuto nemmeno provare a convincerlo a cambiare, a ricambiare i suoi sentimenti e più ci pensava più stava male finchè un giorno accadde qualcosa che non si sarebbe mai aspettato.
 
Il ragazzo aveva preso l’abitudine di fare una passeggiata lungo il fiume vicino alla scuola dopo le lezioni, per aiutarlo a pensare (o a non pensare) e ad avere qualche minuto di relax prima di dedicarsi alle attività extrascolastiche e la sua abitudine non variò quel giorno. Si mise seduto sulla sponda umida del fiume con i libri posati accanto e fissava l’acqua scorrere, ascoltando il rumore che produceva sbattendo contro le rocce. Come al solito i suoi pensieri vagarono sempre nella stessa direzione andando a toccare un punto sensibile nella sua mente: Nagase.
Ormai si era rassegnato alla cosa e la delusione e la sofferenza che provava da settimane gli sembravano parte della sua anima, tanto che ormai nemmeno ci faceva più caso. Mentre rifletteva su questi spiacevoli argomenti qualcuno gli si avvicinò.
-Perché quella faccia? Sei triste?-
Il ragazzo sussultò e indietreggiò strisciando i pantaloni della divisa scolastica sul terriccio e strabuzzò gli occhi quando realizzò a chi appartenesse quella voce.
-B… buchou!- mormorò incredulo e guardandolo con i grandi occhi blu spalancati per lo stupore misto a felicità.
L’uomo con i capelli verdi sorrise divertito alla sua reazione e gli tese una mano per aiutarlo ad alzarsi, ma il ragazzo non l’accettò preferendo farlo da solo ed evitando il suo sguardo.
-C… credevo che fossi mo… morto…-
A quel punto l’ex docente di chimica diede un rapido sguardo alle proprie mani e poi riportò gli occhi su di lui, sorridendo appena.
-Non sono morto, ho controllato- le sue labbra si incurvarono dandogli un’aria strafottente che mandò su tutte le furie il giovane ragazzo.
Ichikawa lo raggiunse con pochi passi e lo prese per il colletto scuotendolo con forza.
-Perché sei tornato?! Come hai fatto a sopravvivere all’incendio? Io credevo che fossi morto, a quanto pare sei un esperto nel dire bugie, non è così, Nagase? Eh?-
Le parole gli uscivano dalla bocca senza che nemmeno se ne rendesse conto e anche con violenza mentre batteva i pugni sul petto del buchou.
L’uomo se ne stava impassibile e fermo semplicemente a subire, sapendo di meritare quel discorso tagliente e perciò non disse nulla. Solo quando ritenne che il ragazzo si fosse sfogato abbastanza si decise ad afferrargli un polso per istigarlo a fermarsi, cosa che l’altro fece più per la sorpresa del gesto più che per altro, altrimenti sarebbe andato avanti a picchiarlo per ore.
Ichikawa si bloccò e, con gli occhi lucidi per le lacrime, guardò Nagase-sempai vedendo che sorrideva appena e si liberò dalla sua presa con un gesto infastidito.
-Sono sopravvissuto grazie ad un passaggio segreto nel laboratorio. Quel posto lo conosco molto bene e non ho fatto fatica trovare un modo per salvarmi e tornare- spiegò con una calma piuttosto inquietante l’uomo dai capelli verdi.
Ichikawa lo guardava impassibile. Come osava quel traditore tornare da lui e parlargli come se nulla fosse successo? La cosa non gli andava giù, specialmente il modo in cui raccontava l’accaduto. Incrociò le braccia al petto e fece una faccia delusa ed infastidita.
-Non hai avuto nessun rispetto, né per me, né per i miei sentimenti, né per Sora e Nao-kun, cosa vuoi ora? Ti aspettavi forse che avrei ceduto facilmente dopo quello che hai fatto?- il ragazzo era furioso, certo, ma andiamo, chi gli avrebbe creduto? Era ovvio che era felice di rivedere la sua vecchia cotta, ne era sempre stato innamorato perso, fin dal primo momento che l’aveva visto a lezione. Quelle sue mani delicate e l’attenzione con cui maneggiavano le provette con le sostanze chimiche… erano un vero banchetto per gli occhi. Tuttavia non poteva dimenticare il modo in cui l’aveva usato, o meglio, avrebbe anche potuto farlo, ma ne andava della sua dignità e del suo amor proprio. Chi gli assicurava che il vecchio docente non fosse tornato per completare il lavoro del padre, o che, semplicemente, volesse divertirsi con lui sfruttandolo per i suoi scopi personali facendolo soffrire nuovamente?
-So cosa stai pensando- disse il buchou –E’ normale che tu ti senta così, in fondo mi sono comportato in modo spregevole con te che sei un ragazzo tanto buono e meritevole-
-Stai solo cercando di addolcirmi, ma con me non attacca- ribattè il giovane cercando di non dare retta all’impulso che gli ordinava di saltargli al collo e baciarlo, ma Nagase non era il tipo da rinunciare ad una cosa carina e dolce come il suo ex allievo, così gli si avvicinò appena e lo prese per le spalle guardandolo intensamente negli occhi.
-Sai perché ho cercato con tutte le mie forze di salvarmi?- domandò dopo un attimo di silenzio.
-N… no…- balbettò Ichikawa e l’uomo dai capelli verdi sorrise ancora.
-Pensavo che se non mi fossi mosso da lì non ti avrei più rivisto. È stato nel momento in cui una trave di cemento caduta dall’alto dell’edificio ha ucciso mio padre che mi sono reso conto che stavo andando incontro alla morte, così ho tentato in tutti i modi di trovare quel vecchio passaggio di cui ti ho parlato poco fa. L’unica cosa che volevo era tornare da te e dirti che mi dispiace di averti trattato in quel modo. Ma sai, io volevo solo che mio padre fosse fiero di me-
Queste ultime parole lasciarono Ichikawa a bocca aperta. Che cosa voleva dire?
-Mio padre era quel tipo di uomo che si interessava soltanto del proprio lavoro, io per lui non contavo nulla, gli servivo solo per prendere il suo posto al laboratorio. Ma poi ho capito che tu mi desideravi davvero e io, come un idiota, ti ho usato per far piacere ad uno che non mi desiderava come fai tu, perciò sono qui per chiederti di perdonarmi…-
Non era affatto semplice per Nagase fare quel discorso. Era sempre stato un uomo piuttosto riservato, misterioso e orgoglioso, ma come poteva lasciare che quel giovane ragazzo scivolasse via dalle sue mani dopo aver tanto lottato per conquistarlo? Avvicinò le sue labbra all’orecchio e baciò appena il lobo.
-Perdonami…- sussurrò lentamente poco prima di abbracciarlo forte e stringerlo a sé.
A quel punto Ichikawa non riuscì più a resistere, spostò il viso quel tanto che bastava per raggiungere le labbra del compagno e le baciò con amore e passione, mettendoci tutti i sentimenti repressi da quando si era reso conto di amarlo follemente. Si aggrapparono l’uno alla schiena dell’altro, Ichikawa facendogli capire che, sì, lo perdonava, e Nagase facendogli capire che con quel gesto si impegnava a stargli vicino e non farlo soffrire mai più, perché in fondo era tornato per lui, no?
  
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