Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Nahash    11/06/2014    1 recensioni
Stava palleggiando all'interno della palestra dove era rimasto dopo gli allenamenti, mentre tutti gli altri erano andati via – tutti tranne Kuroko che era andato a prendere qualcosa da bere per rinfrescarsi.
Taiga aveva segnato l'ennesimo canestro e poi si passò la mano sulla fronte per asciugarsi il sudore quando a gelarlo fu Testu due, palesatosi dopo il tiro effettuato.
Si girò di scatto verso il cane che, come Kuroko, non si vedeva né sentiva – a volte riusciva quasi a rivolgergli un'espressione irata o quasi infastidita.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti >__< secondo ff nel fandom. Sta volta mi sono ispirata a Kagami e Kuroko!!! Spero vi piaccia!
Un ringraziamento a Ita rb">Ita rb che gentilmente a betato questa Os! Se volete passate a leggere anche le sue storia su Kuroko che sono davvero carinissime >__<
 
Kuroko Testuya era sempre stato un tipo enigmatico, anche se più che altro sembrava non volersi aprire.
Il fantomatico numero sei della generazione dei miracoli era sfuggente almeno quanto era vero che lui era un'ombra.
Non si era mai aperto con nessuno ad eccezione di Kagami, raramente, quando gli chiedeva riguardo il suo passato. Tutto per Kuroko, o almeno nei suoi discorsi, si basava sul Basket.
Nessuno, neanche il numero dieci della Seirin, era riuscito a carpire qualche informazioni in più sull'altro ragazzo.
Taiga Kagami si era deciso a volerlo conoscere di più, ma non sapeva perché il suo inconscio gli stava consigliando di informarsi di più su Kuroko; allora, stupidamente, trovò una giustificazione: si disse che sarebbe stato per il gioco di squadra. Immaginava che più si sarebbe potuto calare nella sua mente, più lui avrebbe anticipato le sue mosse – più di quanto già non facesse.
Ma cosa poteva fare lui? Cosa doveva andare a pensare se non che quello? Non poteva di certo credere che voleva interessarsi a Kuroko per qualcosa al di fuori del Basket.
Kagami si sentiva tremendamente legato a lui e non solo come giocatore o come amico. Non sapeva spiegare che tipo di sensazione potesse veramente provare.

Stava palleggiando all'interno della palestra dove era rimasto dopo gli allenamenti, mentre tutti gli altri erano andati via – tutti tranne Kuroko che era andato a prendere qualcosa da bere per rinfrescarsi.
Taiga aveva segnato l'ennesimo canestro e poi si passò la mano sulla fronte per asciugarsi il sudore quando a gelarlo fu Testu due, palesatosi dopo il tiro effettuato.
Si girò di scatto verso il cane che, come Kuroko, non si vedeva né sentiva – a volte riusciva quasi a rivolgergli un'espressione irata o quasi infastidita.
Era vero che, dopo i primi momenti difficili, Kagami era riuscito a tollerarlo, ma c'era ancora qualcosa in quel cagnolino che lo infastidiva nel profondo delle viscere.
Ora che ci pensava, erano le stesse sensazioni che gli dava l'altro – il numero undici.
In quel momento un'idea malsana gli balenò nel cervello: poteva fare davvero una cosa del genere? Avrebbe potuto davvero chiedere a Testu due dei consigli su Kuroko?
Si portò la mano al viso, massaggiandosi gli occhi un po' per la stanchezza e un po' perché in quel momento si stava dando del perfetto idiota.
Inconsciamente si avvicinò al cane e questo, scodinzolando in attesa, se ne stava fermo e tutto contento.
«Cosa diavolo sto facendo? Sarebbe davvero in grado di comprendermi?» Disse tra sé e sé, quasi bofonchiando per la vergogna che provava – aveva paura che persino l'aria potesse giudicarlo.
Si accovacciò vicino Testu due senza toccarlo, mantenendo quel poco di distanza che serviva: più limitava il contatto e meglio era per lui; era già tanto stare così vicino senza essere colto da una paura profonda.
«Numero due, ascoltami bene», incominciò Kagami, sospirando poi.
il cagnolino abbagliò, mantenendo sempre quella sua espressione giocosa.
«Facciamo un gioco?» Propose Kagami.
Il cagnolino abbagliò ancora in senso affermativo.
«Ti farò alcune domande, se la risposta equivale a , abbai, altrimenti allunghi appena la zampina, ok?»
Tetsu due abbagliò ancora.
«Facciamo una prova!» Kagami pensò per qualche secondo e poi proseguì con il discorso.
«Kuroko fa dei buoni passaggi?» Domandò quello che gli sembrò più ovvio, una cosa che anche il cane sapesse, e difatti lo sentì abbaiare.
«La nostra coach sa cucinare?» Chiese poi una cosa altrettanto ovvia – Numero due aveva più volte assistito ai malesseri degli altri componenti della squadra dopo aver mangiato i piatti di Riko.
Il cagnolino allungò la zampetta come gli era stato chiesto da Kagami, affermando il suo silenzioso no.
«Benissimo, Numero due, vedo che hai capito!» Una persona senza quella fobia lo avrebbe accarezzato, ma Kagami era ancora restio dal farlo.
«Il cibo preferito di Kuroko è il milkshake alla vaniglia, vero? »Domandò.
Testu due risposto affermativamente.
«Immaginavo, ne bene fin troppi di quei cosi…» Lo disse come se lui non mangiasse abbastanza hamburger.
«Una volta ricordo che Kuroko rifiutò una cola, a lui non piacciono le bevande gassate?»
Numero due allungò la zampina: stando a contatto con Kuroko aveva imparato e capito che lui non poteva berle.
Kagami si fermò per qualche momento per pensare cosa altro potesse apprendere rispetto all'altro.
«Vediamo: so che a scuola va bene in giapponese, non so ancora come faccia…» sospirò. «Quindi, forse gli piace leggere?» Non fece in tempo a finire di parlare che Tetsu due aveva già annuito abbaiando.
Kagami sorrise appena e Numero due lo prese come un invito per avvicinarsi e dare un bacino a Kagami sulla mano. Taiga cadde a sedere. «Non ti ho detto di mostrarmi il tuo affetto, Numero due!» Era agitato, ma allo stesso tempo non si accorse che, dopo quella sua espressione burbera e accusatoria, sul suo volto si dipinse un sorrido – e nella mente riaffiorò un pensiero: Kagami-kun, lui non è come gli altri cani. Già, lui non era affatto come gli altri cani.

Kuroko era rimasto sulla porta dell'entrata della palestra, ad assistere alla scena tra Kagami e il cagnolino. Non poteva perdersi di certo un momento più unico che raro come quello, ma l'unico problema fu quello di non essere riusciti a sentirli.
Provò una bella emozione, però, quando gli parve di intravedere un piccolo sorriso increspato sulle labbra di Kagami; così entrò in palestra e chiamò l'attenzione dell'altro.
«Kagami-kun, ti ho portato la bibita», disse, porgendogli una bevanda energetica, mentre lui era già intento a sorseggiare un Milkshake – sicuramente era uscito e andato al solito posto a prenderlo, evidentemente ne sentiva davvero il bisogno.

Era passato qualche giorno da quando Kagami aveva avuto quel buffo incontro con Numero due.
Si trovavano al di fuori della palestra dopo aver finito gli allenamenti e Kagami aveva portato una cosa per l'altro – qualcosa che aveva deciso di dargli sebbene si sentisse in imbarazzo.
«Kuroko.»
«Dimmi, Kagami-kun.» Kuroko si voltò, staccando le labbra dalla cannuccia con la quale stava sorseggiando il suo veneratissimo milkshake alla vaniglia.
«Devo darti una cosa», disse, aprendo la borsa che si portava sempre dietro.
«Che cosa?» Kuroko lo guardò un po' perplesso, non si immaginava di certo che l'altro dovesse dargli qualcosa – in fondo non gli aveva chiesto nulla in prestito.
«Questo è l'unico libro che abbia apprezzato veramente quando ancora stavo in America. Sicuramente preferisci i classici giapponesi, ma in fondo io sono cresciuto lì e ho pensato che sarebbe stato bello farti conoscere anche un po' della cultura del mio paese.» Kagami non lo guardò subito in volto, ma poi si decise a farsi coraggio – insomma, lui non era mica un rammollito! Era soltanto timido e gli sembrava di fare una cosa sciocca anche se veniva dal profondo del cuore.
«Kagami-kun…» disse solamente, sorpreso. Non si aspettava un libro dall'altro, non si aspettava neanche che avesse una cosa per lui, effettivamente.
«Oggi, prima degli allenamenti, sono passato in una libreria e l'ho visto in Giapponese. Ho pensato di prendertelo per farti un regalo, visto che un informatore molto attento mi ha detto di quanto ti piaccia leggere in realtà.»
Nella mente di Kuroko si ripropose l'immagine di Kagami davanti a Numero due – ecco chi era l'informatore misterioso ed ecco di cosa stavano discutendo: di lui.
Probabilmente, anche Kuroko si sentì in imbarazzo in quel momento: era meravigliato da quel gesto. Kagami gli porse il libro.
«Grazie, Kagami-kun.»
Lo ringraziò mentre fissava la copertina del libro con ammirazione, pensando già a quali meraviglie potesse celare quel libro: se era piaciuto a Kagami, sicuramente ci avrebbe prestato ancora più attenzione nel leggerlo.
Il suo volto era cambiato, seppur a occhi umani non era possibile notare nessun cenno in tal senso, sebbene lui non stesse sorridendo evidentemente: il suo volto sembrava sereno, poiché il suo cuore era felice in quel momento.
Non si sarebbe mai aspettato un regalo di Kagami e neanche di quel genere. Kuroko non era tipo da esprimersi o condividere i propri pensieri, ma forse, da quel giorno, avrebbe potuto condividere stralci di quel romanzo che era piaciuto pure al suo compagno di gioco.
 
 
   
 
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