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Autore: Oem    12/06/2014    1 recensioni
Regina, dopo esser stata catturata da Greg e sua madre Cora e aver subito varie violenze sia fisiche che psicologiche, viene salvata dalla nostra Emma Swan.
Dal testo: "Erano passate due settimane da quando Greg e sua madre l’avevano rapita e rinchiusa dentro questa stanza senza finestre, lei ,Regina Mills aveva reagito per i primi giorni poi esausta si era lasciata andare, perché sapeva che sicuramente nessuno l’avrebbe salvata da questa agonia che il suo cuore, il suo corpo e la sua mente stavano passando. Aveva implorato il suo violentatore pregandolo di smettere quando stava abusando del suo corpo e aveva urlato quando la madre aveva lacerato la sua pelle."
Genere: Azione, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap.1
Era sdraiata su quella lastra di metallo da giorni, il suo corpo schiacciato contro il freddo acciaio, le mani e piedi legati, alle tempie degli elettrodi e sul resto del suo corpo mezzo nudo un telo.
Erano passate due settimane da quando Greg e sua madre l’avevano rapita e rinchiusa dentro questa stanza senza finestre, lei ,Regina Mills aveva reagito per i primi giorni poi esausta si era lasciata andare, perché sapeva che sicuramente nessuno l’avrebbe salvata da questa agonia che il suo cuore, il suo corpo e la sua mente stavano passando. Aveva implorato il suo violentatore pregandolo di smettere quando stava abusando del suo corpo e aveva urlato quando la madre aveva lacerato la sua pelle. Poi un giorno durante l’ennesimo elettroshock i due erano scoparsi lasciandola in balia di quella macchina.
La bruna aveva sentito una voce che la chiamava in lontananza, quella voce calda e sicura che urlava seguita da altre voci e da degli spari. Quando aveva aperto gli occhi qualcuno aveva  fermato la sua tortura e l’aveva presa in braccio, però quel qualcuno non sapeva delle violenze degli ultimi giorni, non sapeva della paura che ora si era annidata nel cuore di Regina. La bruna aveva aperto gli occhi e lentamente con la sola forza che aveva si era buttata a terra, aveva guardato i polsi, non più legati da quei polsini che bloccavano la sua magia, e poi con un gesto del polso si era teletrasportata a casa. Era atterrata sul pavimento  caldo e profumato e piano molto lentamente strisciando si era avvicinata al bagno, aveva aperto l’acqua della doccia  e con la massima forza si era gettata dentro. Vedeva il sangue il suo sangue scorrere nell’acqua così chiara e istintivamente si era posata una mano alla bocca per trattenere il conato di vomito che gli stava risalendo su per la gola.
Era stata nella doccia per molto tempo, le cicatrici che scure facevano d’accessori alla sua pelle erano evidenti. Era uscita dalla doccia, la testa che girava le gambe che tremavano e il polso che forse si era rotto il giorno prima era viola ricoperto di lividi, i polsi coperti di graffi e un grossissimo livido viola sullo zigomo.
In bagno si era accorta che il suo corpo prima in gran forma adesso era scheletrico. Aveva guadato lo specchio un secondo per poi trovare non la sua immagine ma quella di Cora riflessa, aveva scosso la testa e chiuso gli occhi ma quando li aveva riaperti la sua immagine era ancora lì che la guardava sorridente, i suoi occhi erano un misto tra terrore e rabbia. Aveva aperto l’armadietto delle medicine e una dietro l’altra aveva inghiottito delle aspirine per il dolore che non la faceva respirare. Si era girata andando verso la camera da letto quando sull’uscio della porta non comparivano più le scale o il muro, compariva un’enorme prato, all’orizzonte sua madre che lentamente prendeva fra le sue mani il cuore dell’unica persona che l’aveva mai amata, Daniel.
“ Smettila! Smettila! Esci dalla mia testa!” aveva urlato disperata cadendo sul pavimento, il polso si era piegato sotto il suo peso facendo emettere alla bruna un grido straziante.
La Evil Queen si era addormentata per un paio d’ore al suo risveglio tutto era rimasto com’era, tranne che il sole era scomparso lasciandola nel buio più totale.
Il buio nelle ultime settimane era stato il suo peggior incubo. Si era svegliata mettendo il peso sul braccio più forte e velocemente aveva acceso le luci, il battito era accelerato, le mani tremavano e la sua testa sembrava far comparire i ricordi dei giorni passati in quella stanza.
“ Basta! Basta! Basta! Non ti avvicinare! NO!” la bruna si era appoggiata l muro con la schiena le mani fra i capelli per proteggere le orecchie e gli occhi che veloci si spostavano da una parte all’altra. Una figura si avvicinava sempre di più, il sorriso maligno gli aveva ricordato il divertimento dell’uomo quando aveva fatto suo il corpo della bruna. Poi l’allucinazione si era interrotta lasciando al suo posto solo i muri della sua casa.
Non era riuscita ad alzarsi, si era addormentata nella stessa posizione.  Si era svegliata nel terrore, neanche la notte poteva riposare, quei giorni passati lì in quella stanza avevano lasciato dei segni che non se ne sarebbero mai andati via.
La mattina era riuscita ad alzarsi con l’aiuto del corrimano delle scale, poi lentamente le aveva scese arrivando in cucina, sfinita si era seduta sullo sgabello vicino alla penisola portando una mano sul fianco che si era tinta di rosso. Aveva provato ad usare la magia ma non c’era riuscita. Aveva preso dell’acqua ossigenata e lentamente aveva disinfettato tutti i tagli che riusciva a raggiungere bendando il tutto con una benda che a quanto pare non era stata sufficiente.
Aveva provato a mangiare ma il solo odore del cibo l’aveva fatta piegare in due dalla nausea, aveva soltanto bevuto una bottiglia d’acqua per poi accasciarsi vicino al tavolo dei liquori. Le aspirine avevano cominciato a perdere il loro effetto quindi aveva allungato il braccio sano per modo di dire verso la bottiglia di Whiskey di fronte a lei. Ingurgitava bicchieri e bicchieri di quell’alcolico che sembrava farle scomparire il dolore. Sbronza era annegata nei suoi ricordi felici che sembravano portarla via da quello che stava vivendo adesso, aveva visualizzato nella sua testa il primo giorno di scuola elementare di Henry, il suo primo bagnetto e tutte le cose felici che aveva passato in quei dodici anni, poi aveva ripensato alla persona che l’aveva salvata.
Poi quella sera un tonfo sordo l’aveva fatta tremare lasciandola in balia delle sue paure più profonde, sentiva una voce chiamarla fino a quando nella stanza era piombato un’uomo, lo aveva guardato bene e poi il suo volto si era sovrapposto a quello del suo carnefice.
“ Regina?..” Charming era entrato seguito da Snow trovando la bruna rannicchiata contro un’angolo, il sangue che lentamente le aveva coperto la maglietta.
Snow si era avvicinata quando nel suo campo visivo erano entrati gli occhi di Regina, quegli occhi così profondi erano diventati un buco nero che la fissavano.
Regina era sempre più confusa i due erano ritornati a prenderla per portarla indietro, aveva messo le braccia per coprire la faccia quando con voce tremante aveva chiesto loro di non farle male.
“Cosa volete?”la sua voce era scossa dai tremori che si erano stesi su tutto il suo corpo.
“ Regina non ti faremo male..” Snow si era avvcinata quasi toccandola quando la bruna si era accostata ancora di più verso il muro.
“ Chiama Whale, dobbiamo portarla in ospedale”
Il biondo poi aveva preso il telefono per chiamare l’ospedale.
“ Regina!”  la bruna era riuscita a scappare sotto gli occhi dei due.
La bruna zoppicando era uscita velocemente dalla casa, era finita in strada dove aveva iniziato a piovere.  Lentamente stava andando verso qualcosa o meglio qualcuno, il paesaggio era cambiato lasciando un prato meraviglioso e al suo interno Daniel che la chiamava, lentamente e tendendosi il fianco aveva allungato il braccio quando la gamba facendo uno strano rumore si era accasciata a terra portando con se il corpo della bruna che pesantemente era caduta sul marciapiede perdendo conoscenza.
Snow e Charming erano usciti di casa trovando la bruna in una pozza di sangue il braccio verso la fine della strada, il polso girato in una posizione che non era normale  e le gambe lasciate a terra in una posizione inumana.
“ David!” Snow era corsa verso la bruna.
“ Stanno arrivando!” il principe era corso verso la moglie che aveva raggiunto il corpo della bruna.
L’ambulanza era arrivata  due minuti dopo, Regina si era svegliata e combattendo con tutte le sue forze aveva provato a allentare la presa degli uomini che la stavano trasportando in ospedale.
La mente della bruna  era fissa su un unico pensiero, quelle persone la stavano toccando, la stavano trattenendo con la forza. Aveva cominciato a gridare e contorcersi eliminando il dolore dalla sua mente.
“ Basta!” aveva lottato fino all’ultimo e poi era caduta fra le braccia di Morfeo.
L’avevano portata in ospedale dove i medici l’avevano ricoverata e operata di urgenza. Intanto nell’ospedale una donna con degli occhi color lago e capelli color grano era entrata e si era diretta verso i genitori.
“ Emma stai bene?” i due si erano avvicinati trovando una Emma sconvolta.
“ Io sì, ma lei..” Emma aveva rivolto il suo sguardo contro la porta della sala operatoria.
Emma aveva  spiegato ai genitori come era riuscita a trovare Regina dopo quelle due settimane e di come quando era arrivata in quella stanza l’aveva trovata in quelle condizioni.
“ E Cora?” Snow aveva guardato la figlia che si era seduta su una sedia.
“ Non lo so, l’uomo che era con lei però non potrà più esserle d’aiuto..” la bionda aveva guardato la madre, negli occhi una fiamma.
“ Lo hai ucciso?!”
“ E’ stata autodifesa lui si è gettato su di me e io ho sparato, si è trovato con il petto attaccato alla pistola..”
“ Come hai potuto era un’essere umano Emma!”
“ Non lo è, dovevi vedere con quale sorriso raccontava le cose che ha fatto a Regina!”
“ Ciò non toglie..” Emma aveva interrotto la madre.
“ Che cosa? Sai sono felice che sia successo perché non sarei stata tranquilla se un mostro del genere fosse andato in giro per la nostra città! eh tu non hai visto quello che ho visto io! Le stavano facendo l’elettroshock! Sai cosa vuol dire? Un scossa elettrica potentissima diretta direttamente alle tempie, non so neanche da quanto la tenessero attaccata a quella macchina! Dovrebbe essere morta ! invece è ancora qui!”
“ Emma..”
“ No Emma! Quando l’ho presa  in braccio mi ha guardato come fossi un mostro!”
“Whale!” Emma era corsa incontro al medico che era uscito dalla sala operatoria, lasciando i due Charming a bocca aperta.
“ Swan come posso esserti  d‘aiuto?”
“ Come sta Regina?”
“ E’ grave,  se supererà la notte sarà fuori pericolo, ciò che mi preoccupa è lo stato emotivo e un’altra cosa..”
“ Dì”
“ Emma.. cioè sì l’hanno.. insomma.. capito?”
“ Sì..”
“ Ho capito, per quanto riguarda il resto del corpo, abbiamo trovato un polso rotto, la gamba sinistra rimarrà come dire danneggiata a causa dell’elettroshock , lividi e cicatrici di ogni genere, una ferita non ancora rimarginata sul fianco da cui ha perso molto sangue e per non parlare poi dell’ alcol e delle aspirine che ha ingerito nelle ultime ore..”
“ Ho capito..” Whale aveva fatto un cenno col capo e era rientrato in sala operatoria, mentre la bionda si era diretta verso i genitori ce erano rimasti nella stessa posizione in cui l’aveva lasciati.
“ Rimarrò in ospedale voi andate da Henry..” i due l’avevano guardata e poi senza dire una parola erano andati a casa lasciando la Salvatrice davanti quella porta bianca.
Erano passate più o meno due ore da quando Whale era rientrato nella sala operatoria e il solo suono che la bionda sentiva era il rumore dei passi delle infermiere e dei medici che qualche volta percorrevano il corridoio.
Erano le quattro del mattino quando Whale evidentemente stanco era uscito definitivamente dalla sala operatoria.
“ Allora?” la bionda si era avvicinata lentamente a causa dell’espressione preoccupata del dottore.
“ Abbiamo chiuso il taglio lungo il fianco, disinfettato e bendato le cicatrici e i lividi,  dovrà riprendere peso  perché a causa della malnutrizione ne ha perso parecchio, abbiamo ingessato il polso e applicato un tutore per il braccio, ma per quanto riguarda la gamba non abbiamo potuto fare niente..”
“ Riuscirà a camminare?” la bionda premeva le mani sudate sui pantaloni.
“ Sì, ma ci vorrà un grande sforzo e delle sedute di fisioterapia..”
“ Posso vederla?”
“ Certo, le macchine che vedi servono per controllare i segni vitali.”
“ Grazie.” La bionda aveva salutato il medico con un cenno del capo e poi lentamente era entrata nella stanza sulla quale in un grandissimo letto bianco c’era il corpo ormai scheletrico del sindaco.
La bionda si era messa seduta sulla sedia vicino al letto della bruna.
Ciao a tutti, questa è una mia vecchia fan fiction che ho cancellato a causa degli impegni, l’ho riproposta modificandola in quanto nella versione precedente alcune persone avevano evidenziato un cambio nel carattere della nostra Evil Queen e che fondamentalmente rileggendo i capitoli aveva lasciato perplessa anche me. Detto questo la ripropongo sperando che piaccia. Ci vediamo al prossimo capitolo. Goodbye Oem!.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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