Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: TeenAngelita_92    12/06/2014    3 recensioni
- "Non possiamo, tutto questo non deve accadere" le disse mentre cercava di allontanarsi, ma i suoi occhi l'avevano incastrato, non aveva la forza di allontanarsi da quel meraviglioso viso distante pochi centimetri dal suo.
"So che lo vuoi anche tu, sono certa che hai aspettato questo momento tanto quanto me." gli sussurrò ed il suo respiro lo fece rabbrividire.
"Io non... non posso provare queste cose per te! Non devo provare ciò che sto provando in questo momento."
"Perchè? Perchè non puoi dare ascolto a ciò che senti?" le sue labbra erano sempre più vicine, troppo.
"Perchè io sono tuo fratello" -
E se Demi Lovato scoprisse ad un tratto di avere un fratello? Se per caso lo incontrasse ed allo scuro di tutto si innamorasse di lui a tal punto da aver bisogno delle sue carezze, delle sue mani, dei suoi occhi e del suo bellissimo viso? Cosa succederebbe?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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27.
"Andrew?" ripetè, quasi come a voler avere la conferma di non aver sentito male. 
"E' Andrew? E' lui? Dio, chiedigli come sta, dov'è finito..." iniziò quasi a gridarle sottovoce George, ansioso di sapere, ma lei cercò di non dargli molta importanza, non in quel momento.
"Tu.. tu sai qualcosa di lui? Sai dov'è o come sta?" iniziò freneticamente a chiedergli, senza neanche dargli il tempo di rispondere.
"E' qui a casa mia ora. Ti do il mio indirizzo e ti spiegherò tutto quando sarai qui."
"D'accordo, d'accordo, ma...come.. come sta? Gli è successo qualcosa o..." provò ancora a chiedergli mentre George la invogliava ad insistere. Aveva iniziato inspiegabilmente a balbettare e il cuore sembrava essersi deciso ad uscirle dal petto.
"Fidati, ti spiegherò tutto quando sarai qui." 
E quella fu l'ultima cosa che le disse prima di riattaccare. 
Ora che sapeva dove si trovava Andrew avrebbe potuto benissimo tranquillizzarsi e tirare un sospiro di sollievo, ma quelle ultime parole di Mattew non furono di certo rassicuranti.
"Ti spiegherò tutto quando sarai qui." 
Ora era quel "tutto" a preoccuparla. Cosa poteva comprendere? Di cosa stava parlando? Che cos'era "tutto"?
"Cosa ti ha detto? Dov'è Andrew?" le chiese George notando la sua espressione confusa.
"Lui.. Lui è a casa di Mattew. E'... E' un suo amico, un giornalista che credo abbia conosciuto qui tempo fa." gli spiegò, ma quel suo balbettio sembrava non volerne sapere di lasciarla in pace. 
"Ti ha detto come sta? Se.."
"George, non lo so... Non lo so." lo fermò, sapendo perfettamente cosa gli avrebbe sicuramente chiesto, e sapeva anche che era esattamente ciò che voleva sapere anche lei.
"Mi ha solamente detto di raggiungerlo e che sarà lui a spiegarmi tutto una volta arrivata." 
"Dio ti ringrazio!" esclamò lui, strofinandosi il viso con le mani.
L'attenzione di Demi venne poi completamente rapita dalla luce del suo cellulare, che si era improvvisamente illuminato. Doveva essere un messaggio. 
Si affrettò a leggere, e si rese conto che il testo conteneva l'indirizzo di Mattew.
"George, questo... questo è l'indirizzo." lo avvisò leggendolo.
"Muoviamoci allora!" le disse solamente, per poi prendere le chiavi dell'auto ed uscire con estrema velocità.
Il tragitto non sembrava essere molto lungo, George si rese subito conto di conoscere già il luogo e sapeva che non era molto lontano. Ma per Demi... quella sembrò essere un'eternità. 
Le parole di Mattew continuavano, costanti ed insistenti a martellarle la testa, come se avessero bisogno di trovare un spiegazione a tutti i costi. Ma lei ancora non ci era riuscita, e il tempo che passava sembrava non volerle essere d'aiuto.

"Avrei potuto evitare tutto questo. Avrei potuto evitarlo se solo io avessi capito tutto prima. L'incontro con Mark, la ricerca di tua "sorella". 
Come ho potuto essere cosi stupida? Come ho potuto? E perchè non mi hai detto tutto subito? Avrei potuto lasciare Mark fuori da questa storia. Si, maledizione, avrei potuto evitare quell'incontro... quella mattina. Per questo eri strano, per questo eri diverso. Lo so, ora l'ho capito. Era stato lui. E' sempre stato lui. Ma perchè non me lo hai detto prima? Avrei potuto evitare tutto questo.. credimi avrei potuto farlo.
Ora tu non saresti lontano da me. 
Se solo tu potessi sentirmi ora, se solo tu potessi sentire queste mie parole.
Io non so come stai, non so a cosa sta pensando, non so cosa ti sia preso e... Perchè continuo a sentirmi in colpa? Perchè forse lo sono. Perchè forse quella sera avrei potuto stringerti a me e non lasciarti andare via. Avrei potuto farlo se solo avessi saputo cosa sarebbe successo. 
Ma tu perchè sei andato via? Perchè mi hai parlato in quel modo? Perchè mi è sembrato di non aver più nessuna importanza per te? Perchè?
Dov'era finito il vero Andrew? Anzi, dov'è ora? Ho bisogno di saperlo, ho bisogno di dirgli che devo abbracciarlo, devo stargli accanto perchè è per questo che io sono qui.
Io ho bisogno di lui e sono certa che lui ha ancora bisogno di me.
Ovunque tu sia ora, posso aiutarti, posso afferrare il tuo corpo e rialzarti, rialzarci, come abbiamo sempre fatto. Possiamo sistemare ogni cosa, possiamo farlo, credimi. Insieme."


"Hey" la chiamò George. Durante il tragitto le aveva dato uno sguardo, forse due o tre volte, ed in quelle due o tre volte si era accorto che qualcosa non andava. 
"Stai bene?" le chiese, rivolgendo di nuovo la sua attenzione alla strada.
"Si.. si." gli rispose, e forse un po' troppo insicura.
"Ora sappiamo dov'è Andrew e tra un po' lo rivedrai. Cos'è che ti preoccupa?" arrivò subito al punto senza tanti giri di parole. Sapeva che quella sua espressione e quella sua aria confusa e preoccupata dipendevano da lui.
"Niente, voglio solo vederlo." 
"Quell'uomo al telefono ti ha detto qualcosa che io ancora non so?" le chiese, non ci aveva minimamente creduto a quella sua affermazione.
"No George."
"E allora perchè..." provò ancora a chiederle, ma lei lo fermò.
"George, voglio solo vederlo. Finchè non l'avrò visto con i miei occhi, non potrò mai smettere di preoccuparmi."
"D'accordo, d'accordo. Ma questo non spiega il perchè della tua espressione confusa."
Ed in realtà era vero, ciò non spiegava il perchè della sua espressione confusa, e forse non c'era neanche una spiegazione. Preferì restare in silenzio. Non sapeva rispondere a se stessa, di certo non avrebbe potuto rispondere a George. Ma ora tutto ciò che gli importava era Andrew, le sue domande e le sue eventuali risposte avrebbero potuto benissimo aspettare.
A distrarla dai suoi pensieri, fu il rumore dell'auto che si fermò.
"Siamo arrivati." l'avvisò lui, ancora desideroso di una sua risposta, ma sapeva che non gliene avrebbe data una, almeno non in quel momento.
Uscì velocemente dall'auto e si affrettò ad avvicinarsi al cancello. Schiacciò il piccolo pulsante del citofono che portava il nome "Mattew Gordon", e la risposta non tardò ad arrivare.
"Si?"
"Mattew, sono... sono Demi." provò a dirgli cercando ancora di controllare il suo improvviso balbettio.
"Demi" ripetè, quasi felice che fosse arrivata "Vieni, terzo piano." le disse, e le aprì il cancello. Seppur non tante, George e Demi salirono quelle scale con estrema velocità ed in meno di qualche secondo, si ritrovarono davanti Mattew che li invitò ad entrare. 
"Mattew, dov'è? Come.. come sta?" riprese subito a chiedergli.
"Sta tranquilla, ora ha solo bisogno di riposare." 
Fix you - Coldplay
When you try your best, but you don't succeed
When you get what you want, but not what you need
When you feel so tired, but you can't sleep
Stuck in reverse
And the tears come streaming down your face
When you lose something you can't replace
When you love someone but it goes to waste
Could it be worse?
Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you
High up above or down below
When yoùre too in love to let it go, but If you never try yoùll never know 
Just what your worth
Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you
Tears streaming down your face
When you lose something you cannot replace
Tears streaming down your face and I
...
Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you

Quando ci provi con il massimo impegno, ma non hai successo
Quando ottieni quello che vuoi, ma non quello di cui hai bisogno
Quando ti senti così stanco, ma non riesci a dormire
Bloccato nella retromarcia
Quando le lacrime si riversano sul tuo viso
Quando perdi qualcosa che non puoi rimpiazzare
Quando ami qualcuno ma finisce male
Potrebbe andar peggio?
Le luci ti guideranno a casa
E accenderanno le tue ossa
Ed io proverò a renderti stabile
Lassù o laggiù
Quando tu sei troppo innamorato per lasciar perdere
E se tu non provi non saprai mai
Quanto vali
Le luci ti guideranno a casa
E accenderanno le tue ossa
Ed io proverò a renderti stabile
Le lacrime si riversano sul tuo viso
Quando perdi qualcosa che non puoi rimpiazzare
Le lacrime si riversano sul tuo viso ed io
...
Le luci ti guideranno a casa
E accenderanno le tue ossa
Ed io proverò a renderti stabile.


"E' stato per puro caso. Sono uscito per andare a lavoro stamattina e camminando per la strada ho notato un uomo a terra. Sembrava stesse davvero dormendo, ma il fatto che fosse a terra mi sembrava troppo strano. Mi sono avvicinato e ho notato qualcosa di familiare nel suo volto. Solo dopo mi sono reso conto che era lui." continuava a raccontargli Mattew.
Erano li già da qualche ora ormai, seduti al tavolo del suo salotto. Avevano preferito lasciarlo riposare ancora un po' prima di vederlo, o almeno era questo ciò che gli aveva chiesto cortesemente Mattew, e sembrava essere davvero preoccupato.
"Forse aveva intenzione di venire da me o... Non ho la minima idea di cosa ci facesse li. Era ferito e..."
"Ferito?" chiese Demi, forse era questo il "tutto" a cui si riferiva Mattew.
"Si, è un taglio sul petto, ma non credo sia niente di molto grave seppur abbastanza esteso."
"Può essere stato qualcuno a procurarglielo?" chiese subito George. Bastò solo uno sguardo per intuire che sia lui che Demi avevano già in mente qualcuno, la stessa persona. 
"No, io non credo. Può esserselo fatto cadendo. Dopotutto era stanco, quando ho provato a farlo alzare sembrava distrutto, non riusciva a reggersi in piedi."
A quelle parole, lei nascose il suo visto tra le mani strofinandoselo leggermente. Le faceva male sentire quelle cose. Perchè era arrivato a tanto? Perchè non era tornato da lei? Perchè non aveva chiesto aiuto a lei? Perchè?
"Demi" la chiamò Mattew, ed il suo viso ora sembrava essere diventato molto più serio. "Non so come Andrew sia potuto arrivare a tanto, non so cosa gli sia successo, non so cosa tu possa centrare in tutto questo. So solo che l'ultima volta che l'ho visto..." si zittì, quasi come a pensarci ancora un po' su per trovare le parole giuste. "Non sembrava stare bene. E tutto questo ora è cosi strano."
"Mattew.." provò lei a spiegargli, ma sapeva che non sarebbero bastate poche e semplici parole a chiarirgli tutti i dubbi che ora aveva. 
"Aspetta, ascoltami. Voglio bene a quel ragazzo, e non voglio che gli accada niente. Ho sempre cercato di convincerlo a tornare in negozio da me, aveva del potenziale e avrebbe potuto sfruttarlo lavorando con me. Ma dopo quell'intervista, dopo che ti aveva visto..."
"Che vuoi dire?" gli chiese lei.
"Appena seppe che il mio dipendente era malato e che quindi non avrebbe potuto intervistarti, si offrì subito. Così, senza neanche che io lo conoscessi e senza neanche che lui conoscesse me. Aveva solo due giorni per imparare a fare una buona intervista, o almeno ad avere le basi e ci ha messo davvero tutto se stesso. Si è impegnato davvero cosi tanto che per un momento ho pensato che non lo stesse facendo per il soldi, ed ancora ora continuo a pensarlo."
Ora tutto tornava. Andrew non le aveva mai detto come aveva fatto a trovare quel suo lavoro da "giornalista" e lei neppure gliel'aveva mai chiesto, non le sembrava una cosa tanto strana. Ma ora capiva, capiva tutto. Quello per lui risultò essere l'unica possibilità per poterla vedere, per poter vedere sua "sorella", cosi come forse diceva la lettera di suo padre. Era l'unico modo che aveva per poterla conoscere, certo.
"Dio.." esclamò lei affondando ancora il viso tra le sue mani. Ora tutto sembrava aver preso il suo preciso ordine, quasi come i pezzi di un puzzle che tutto ad un tratto si rimettono facilmente insieme. 
"Non prendermi per pazzo, ma ho avuto la sensazione che lui volesse solo vedere te. Non gli importava di quel lavoro, ne dei soldi che avrei potuto dargli."
"Che significa Demi?" chiese George. L'aveva vista annuire più volte durante la conversazione con Mattew e questo l'aveva portato a credere che avesse capito tutto, tutto di qualcosa che lui forse neanche conosceva.
"Lui voleva solo conoscermi... Era.. era venuto li per me e..." cercò di spiegargli, e mentre il famoso balbettio era ritornato a tormentarla, una voce a lei molto familiare l'aveva interrotta.
"Demi..." era Andrew. 

Spazio Autrice:

Salve salve salvee (?) Come sempre, sapete che non dovete farci caso.
Insomma finalmente. Anche stavolta ci ho messo tempo e so che starete sicuramente pensando "Qual è la scusa di oggi?" (lo so, vi comprendo ma dovete sopportarmi.) Ma anyway, come forse avrò già detto (non lo ricordo) la linea internet mi sta dando abbastanza problemi. L'altro ieri avevo promesso che avrei aggiornato (L'ho scritto nello spazio autrice dell'altra mia nuova fanfic) ed infatti avrei dovuto farlo se solo il modem non avesse allegramente deciso di farmi.. incavolare, ecco. Ma eccolo qui, e per farmi perdonare, oggi cercherò di aggiornare la nuova fanfic e se riesco, anche questa. Ora vado via, vi risparmierò di sopportarmi ancora (tanto lo so che vi piace sopportarmi, ammettetelo) No, apparte gli scherzi, spero vi piaccia. Buona lettura.
Un bacio grande grande grande.
TeenAngelita_92

 
  
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