‹ Novembre 1520, 

Stoccolma. ›

Kære Sverige, 
Sono in viaggio per Stoccolma, con lo scopo di raggiungere i miei compatrioti nella tua fredda Svezia per unirmi a loro e prendere le armi in mano sotto la guida di Cristiano II. 
Non odiarmi ancora di più, non avere astio nei miei confronti per quello che accadrà, non volermene e ripensa alla scelta della tua nazione, del tuo paese. Tutto questo potrebbe finire favorevolmente per tutti quanti se voi rinunciaste all’indipendenza; questa futile voglia di autonomia che non riesco a comprendere. Da soli siamo fragili e deboli ma insieme, noi due insieme, potremmo invece fare grandi cose. Insieme, come ai vecchi tempi. 
Rinuncia a questa guerra, non far dipingere di sangue la tua amata città, convinci Carlo VIII a rinunciare a questo inutile conflitto. 
Ritorna da me Berwald, la tua mancanza mi fa impazzire, non posso averti, ne toccarti, ne indagare e perdermi nei tuoi occhi e questo mi fa male. Questa solitudine che giace dentro di me è insopportabile, questo vuoto mi rattrista l’animo. Ormai non c’è più niente che mi rallegri, solo questa guerra, solo questa vittoria da parte di noi danesi mi potrà dare la forza e la speranza di riaverti con me, di nuovo, e questa volta per sempre. 
Non ci sarà nessun altro finale, nessun altro vincitore e nessun’altra soluzione: tornerà tutto come prima. 
Non ho mai voluto farti del male realmente, ho solo cercato di prendere la decisione giusta per tutti quanti, restando fedele fino alla fine ai princìpi dei miei sovrani e dei miei generali che si sono susseguiti nel tempo. 
Sai benissimo quanto io tenga a te, anche se tu hai sempre cercato in tutti i modi di reprimere e respingere quello che c’è tra noi, negando l’evidenza. 
Non potrò mai rinunciare a te, non è nella mia indole lasciar andare via ciò che mi appartiene. 
Non so che fine farà questa lettera, spero che arrivi in tempo da te, che arrivi prima di me e che queste parole ti possano convincere a rinunciare a questa stupida indipendenza, se così non fosse, allora seguirò i miei uomini e attaccheremo Stoccolma senza guardarci indietro, senza guardarmi indietro e se la mia strada verrà ostacolata da te, impugnerò la mia arma, e con dolore, combatterò contro di te. 
Ho sempre cercato di mettere da parte ogni sentimento irrazionale, possessivo e ossessivo verso i tuoi confronti, ma non ci sono mai riuscito a resistere e ragionare come una nazione senza un cuore. 
Tuttavia le mie parole, i miei gesti impregni d’affetto rivolti a te non sono mai riusciti a scioglierti completamente, pertanto questi continui conflitti, queste continue guerre, questo continuo farti del male sono gli unici modi che conosco per riaverti con me. 
Spero che tu comprenda le mie ragioni, e prego affinché questa guerra sia l’ultima della /nostra/ storia. 

Con affetto, 
Danmark.