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Autore: MaggieMary    12/06/2014    6 recensioni
× Se dovrò di nuovo andare in cerca della felicità, non la cercherò più in là della mia stessa casa ×
« Benvenuti nello sbrilluccicante mondo di Woolliment. Qui sarete accolti da fan calorose, streghe dagli abiti leopardati, gatti spelacchiati, orsi scontrosi e un affascinante Mago voglioso. Questa è la storia di come Sungjong si addormentò e vestito da campagnola si ritrovò. »
[MyungJong; WooGyu and other]♡
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong, Sorpresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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[ Sungjong ed il Mago di Woolliment ]

 « Se dovrò di nuovo andare in cerca della felicità,
non la cercherò più in là della mia stessa casa 
 

×


Era una mattina piovosa.
Le gocce d'acqua piovana cadevano incessantemente mentre quel ticchettio continuo batteva sul tetto di quella casa di periferia.
Erano le 5 di pomeriggio e Lee Sungjong era appena tornato da lavoro.
Mentre bagnato si buttava di pancia sul letto di quel piccolo appartamento, il giovane non poteva far altro che inveire contro se stesso per essersi dimenticato l'ombrello a casa in una giornata così piovosa.
Non bastava un lavoro stressante che gli permettevano appena di mantenersi, no, ora doveva fare pure una lavatrice extra per quei suoi panni ormai completamente passati d'acqua.
Il ragazzo sbuffò mentre afferrava il suo inseparabile orsacchiotto di peluche, abbandonato ai lati del divano.
 
"Che cosa dovrei fare? Dovrei andarmene da qui?"
 
Sungjong viveva da solo in quella casa lontano dal centro e dai rumori di Seoul.
Sungjong viveva da solo, solo con la compagnia di quel peluche. Un peluche che quotidianamente doveva sorbirsi i monologhi del giovane.
Monologhi che rimanevano solo monologhi, in quanto quell'orsacchiotto di morbido peluche non poteva considerarsi propriamente un ascoltatore.
Eppure il ragazzo continuava a parlare con lui, come nella speranza di trovare una risposta ai suoi quesiti infiniti, o forse solo per sfogare tutta la sua frustrazione.
 
"Dovrei tornarmene a casa? Ormai dovrei aver capito di non riuscire a cavarmela da solo ... però mi sentirei solo un peso tornando dalla mia famiglia..."
 
Le gocce di pioggia continuavano a cadere dal cielo, incessantemente.
Quello poteva benissimo essere uno di quei tanti temporali estivi che si manifestavano frequentemente in quella stagione.
Uno di quei temporali a cui il giovane non faceva particolare attenzione in quanto, secondo lui, erano solo temporali.
Eppure, se non fosse stato così impegnato a discutere con il suo peluche dei suoi problemi, dei suoi dubbi, magari si sarebbe reso conto della diversità di quel giorno.
 
"Ci sarà un posto adatto anche per me? Sì, un posto dove non cacciarmi nei guai. Tu credi che esista un posto del genere? Deve esistere. Certo non ci si potrà arrivare con un piroscafo o con un treno."
 
La voce di Sungjong rimbombava tra le pareti di quella casa, mentre fuori il temporale non faceva altro che aumentare di intensità.
Eppure il giovane avrebbe dovuto notare che le gocce di pioggia erano più grandi e che il vento faceva sbattere gli scuri delle suo finestre più forte.
 
"Dev'essere molto, molto lontano... oltre la luna... oltre le nuvole... Da qualche parte oltre l'arcobaleno, lassù in alto ..." - mentre il cielo si tingeva di colori sempre più scuri, la bocca di Sungjong cominciò ad aprirsi e a chiudersi - "C'è un posto di cui, una volta ... ho sentito parlare in una ninnananna. - il ragazzo continuava a narrare ciò al suo peluche, sbadigliando - Da qualche parte oltre l'arcobaleno il cielo è azzurro .. e i sogni impossibili, diventano realtà ... Da qualche parte oltre l'arcobaleno, volano uccelli azzurri ... volano oltre l'arcobaleno ... non posso farlo...anch'io?"
 
Il giovane continuava a narrare ciò ma la suo voce si faceva sempre più lieve ed i suoi occhi cominciavano a stringersi.
 
"Se ci volano felici gli uccellini ... oltre l'arcobaleno ... non posso volarci...... anch'io?"
 
 
Ed in quel pomeriggio d'estate, Sungjong si addormentò più profondamente del solito.
 
Le sue parole erano state ascoltate inconsapevolmente dalla pioggia e così la sua avventura stava per iniziare.
 
×
 
 
Quando Sungjong si svegliò, sentì subito un forte dolore alla testa, come se avesse sbattuto da qualche parte.
Eppure nella sua camera da letto non c'era assolutamente nulla su cui sbattere.
Non comprendo il perchè di quel suo dolore alla testa, il giovane sbatté le palpebre, non riuscendo però a spalancare completamente gli occhi.

La luce era troppo forte.

Però Sungjong era certo di essersi addormentato con un forte temporale serale, che fosse già giunta la mattina?
Il giovane si stropicciò gli occhi senza avere alcuna voglia di alzarsi. Spostò il suo peso su un lato pronto per riaddormentarsi, ma un paio di voci e squittì vari glielo impedirono.

"Oppa è così bello quando dorme!"
"Già già, sembra proprio un angioletto~ "
"Secondo te cosa starà sognando??"
"Ehi, ma non dovremmo svegliarlo? Farebbe meglio ad andarsene velocemente via di qui, non si sa mai che la strega cattiva si riprenda--"

Oppa? Angioletto? Strega cattiva?!
Sungjong si alzò di scatto a sedere spalancando gli occhi e incontrando i volti di 4 giovani ragazze dai vestiti sgargianti, simili a quelli che si vedono nelle favole.
Il ragazzo cacciò un urlo, mentre indietreggiava.

Chi erano quelle ragazze? Come erano entrate nella sua stanza? Di quale strega cattiva stavano mai parlando?
Le quattro giovani squittirono un paio di volte, prima che Sungjong riuscisse a balbettare qualcosa di senso compiuto, con gli occhi sempre più strabuzzati.

"CHI SIETE VOI? COSA VOLETE DA ME? COME SIETE ENTRATI IN CASA MIA?!"

Le ragazze si guardarono confuse negli occhi, prima di rispondergli.
"Quale casa? Qui siamo a Woolliment."

"W-Woolliment... Che cos'è Woolliment?!"

Come risposta le giovani dagli abiti bizzarri si spostarono dalla sua visuale, permettendogli così di guardarsi per la prima volta intorno.
Gli occhi di Sungjong incontrarono una distesa verde che sembrava infinita, fiori dai colori più disparati, nuvole dalle forme più strane ... di sicuro quello non era Seoul e nemmeno casa sua.
Non trovando la forza di urlare nuovamente, il ragazzo si limitò a stringere il pupazzo bianco tra le sue braccia.

"Ho paura che non siamo più in Corea... " - gli sussurrò, non aspettandosi nessuna risposta da lui. Dopotutto era un peluche e i peluche non parlano.

Eppure una risposta arrivò eccome.
"E bravo furbo, come ci sei arrivato a questa conclusione?"
Sungjong si paralizzò nell'udire quella voce sconosciuta provenire da quell'orsacchiotto. Orsacchiotto che ora lo stava guardando con un espressione da superiore dipinta sul suo pelo sintetico.

Questa volta il giovane trovò però la forza di urlare.

"KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!" - fece a pieni polmoni lanciando in aria quell'orsacchiotto che improvvisamente si era messo a parlare.

Le ragazze accerchiarono il povero peluche bianco che era atterrato sul prato verde con un sonoro tonfo, mentre Sungjong scattava in piedi e ricominciava a sbraitare.

"COSA STA SUCCENDO?! E' UN SOGNO?!" - chiese ad alta voce, notando poi solo in quel momento che stava indossando uno striminzito abitino azzurro da campagnola - "NO. QUESTO E' DI SICURO IL PEGGIORE DEGLI INCUBI!"

Il ragazzo sbraitò ancora per un po', mentre si rigirava su se stesso sempre più sconvolto e confuso.
"Sungjong svegliati!" - si disse, cominciando a pizzicarsi guance e braccia - "SVEGLIATI, SVEGLIATI, SVEGLIATI--"

"OHH ma la facciamo finita con tutte queste urla?!" - gli sbraitò contro il peluche bianco che si era appena rimesso in posizione retta - "Mi stai facendolo esplodere la testa, scemo di un ragazzino che non sei altro!"

Sungjong gli balbettò qualcosa. Da quando il suo adorabile orsacchiotto era diventato simile ad un vecchio burbero?

"E cos'è quella faccia sorpresa? Pensavi che ti avrei salutato con un abbraccio e un assurda vocina piena di aegyo?! Sono anni che sopporto i tuoi pallosi monologhi riguardo a quanto fa schifo la vita! La tua vita fa schifo, eh? Vogliamo parlare della mia invece?! Mi picchi di continuo per qualsiasi cosa ti accada ed il secondo dopo prendi a spupazzarmi come se nulla fosse successo!"

Sungjong aprì la bocca a formare una "o", per poi arrossire quando si rese conto della veridicità delle parole di quel suo peluche.
Il ragazzo si sedé sul quel prato verde, sospirando amaramente.

Perchè quel sogno pareva così infinitamente infinito?
Quando sarebbe riuscito a svegliarsi?

Nella ricerca di ritornare nel mondo degli svegli, Sungjong cominciò a picchiettarsi le guance già rosse di imbarazzo, non ottenendo nessun risultato se non le risate di quelle ragazze che sembravano essere improvvisamente aumentate di numero.

"Non ti sveglierai mai facendo così? Qui siamo a Woolliment, c'è solo un modo per andartene."

Sungjong alzò lo sguardo verso quelle giovani: "E come? Come posso andarmene da qui?"

Nonostante quello strano posto sprizzasse allegria da tutti i pori, il ragazzo aveva come la sensazione che fosse più spaventoso di tutti i film horror che si era visto nella sua vita. E ne aveva visti molti.
Le ragazze gli sorrisero, prima di schiarirsi la voce come pronte ad intonare una canzone.

E così fu infatti.
 
"Le abitanti di Woolliment noi siamo
Ed Inspirit ci chiamiamo.
Se da qui davvero te ne vuoi andare
Solo una strada devi usare.
Percorrendo quel tappeto là rosso
Giungerai da un mago con un nero costume addosso.
Il Mago di Woolliment si fa chiamare
E tutti i tuoi desideri può far avverare."

 
Sungjong storse un labbro, prima di ricomporsi.
Quella era di sicuro la canzone più brutta e stonata male che avesse mai sentito nella sua vita di giovane ventenne.
"Tutto qui? Mi basta semplicemente andare da questo mago?"
Le cosiddette Inspirit si limitarono ad annuire.
Sungjong si alzò allora da terra, spolverandosi l'abito da qualche ciuffo d'erba.
Potevate dirmelo anche prima risparmiandomi quella canzoncina allora, avrebbe voluto dire, ma andò semplicemente verso quel tappeto rosso.
 
"Ah! Un'altra cosa però vogliamo ancora cantare
Te infatti ci sentiamo in dovere di ringraziare."

 
Per cosa?, si chiese Sungjong piegando la testa di lato, Non vi ho mai viste in vita mia! Che cosa mai vi avrò fatto?!
 
"Quella di Woolliment è la strega cattiva
Che tutti i giorni ordini a noi ci impartiva."

 
Il ragazzo spostò lo sguardo verso dove stavano indicando quelle Inspirit, accorgendosi solo in quel momento che anche il suo letto era giunto in quella valle sconosciuto e che aveva schiacciato qualcuno, di cui spuntavano solo le gambe. Un paio di gambe pelose e dalle vistose scarpette leopardate.
Sungjong ebbe il tempo di rabbrividire, disgustato da quella visione, prima che le giovani ricominciassero a stonare altri versi in rima.
 
"Il tuo aiuto è stato celestiale
E ora per sempre serene potremo stare.
Perchè la strega cattiva schiacciata rimarrà
Alleluja Allelujà."

 
Il ragazzo non poté che storcere il naso davanti a quelle rime imperfette e a tutte quelle note stonate che gli stavano facendo sanguinare le orecchie.
Sungjong tentò di aprire bocca per liberarsi da quelle Inspirit e andarsene finalmente da lì.
Ma non ne ebbe il tempo.

Non ne ebbe il tempo perchè si udì un lamento malefico da sotto quel letto.

Le ragazze spaventate si nascosero dietro Sungjong, altrettanto terrorizzato.
Da come l'avevano descritta, quella strega era tutt'altro che pacifica.

"E ora cosa facciamo? Se si risveglia per noi è la fine!" - si domandarono le Inspirit spaventate.

Ma a porre fine alle loro paure, giunse una voce dalle loro spalle.
Era una voce maschile e, quando Sungjong si girò, si aspettò di ritrovarsi faccia a faccia con un suo coetaneo.

Ma non era propriamente il tipico ragazzo che si sarebbe aspettato di incontrare.

Con indosso un ingombrante abito azzurro di tulle pieno di paillettes e un enorme cappello a cono coordinato (tipico della più pacchiana delle fate), non poteva propriamente definirsi un ragazzo.
"Suvvia, suvvia mie care Inspirit, non disperate~ " - le rassicurò giungendo al loro fianco e cominciando a far aegyo che Sungjong non poté che reputare disgustosi.
Ma le ragazze chiamate in causa non poterono che sciogliersi davanti a quel giovane.

"E' tutto a posto." - continuò a dire calmo, sedendosi sul letto di Sungjong con ben poco delicatezza, procurando quell'ultimo lamento da parte della strega cattiva schiacciata sotto di esso - "Ormai il pericolo è scongiurato." - concluse, per poi spalancare gli occhi appena incontrò le espressione tra il confuso ed il disgustato di Sungjong.
 
"Oh, ma io non mi sono ancora presentato!
La Strega Buona Woohyun da tutti vengo chiamato!"
- cominciò a cantare, portando il ragazzo a domandarsi come mai in quello strano posto tutti si esprimessero cantando.
 
Almeno questo qua canta bene, aggiunse nei suoi pensieri.
 
"Non so come tu qui sia capitato,
ma per un motivo di certo sarai arrivato."
- continuò ad intonare, togliendo poi le scarpette leopardate di dosso alla Strega Cattiva.
 
"Di un grande peso mi hai di sicuro liberato.
Indossa queste scarpette e te ne sarò per sempre grato."

 
Sungjong non seppe se afferrare o meno quelle calzature dalle mani di quel bizzarro individuo, ma poi fece come gli era stato ordinato, indossando quegli imbarazzanti tacchi leopardati.
 
Tanto peggio di così non può andare, si disse il ragazzo.
 
"La ringrazio.. " - si sentì il dovere di ringraziare quella Strega Buona con un inchino - "Ma ora dovrei proprio andare--"
"Andare? Dove vorresti mai andare?"
"Ad incontrare il mago!" - si misero a schiamazzare le Inspirit, rispondendo al posto di Sungjong.
La Strega annuì convinta.
 
"Ohh, quindi da qui te ne vuoi andare?
Peccato, pensavo che ti avrei potuto usare.
Vorrà dire che ti lascerò andare,
ma se avrai bisogno non tarderò ad arrivare."

 
Sungjong arricciò il naso confuso, prima di veder scomparire quella Strega Buona in un fumo di brillantini dorati.
 
Tutto ciò è molto virile, si ritrovò a commentare ironico, prima di cominciare il suo viaggio affiancato dal suo scorbutico orsacchiotto bianco e dai saluti delle Inspirit.
 
 
Non che, con quel vestitino azzurro, Sungjong fosse molto più virile.
 
 
×

 

Camminando su quel tappeto rosso, di cui non scorgeva la fine nemmeno se stringeva gli occhi, Sungjong si stava chiedendo come facessero le ragazze ad indossare anche giornalmente dei vertiginosi tacchi.
 
Il ragazzo tentò di alzare una gamba per liberarsi di quelle scomodissime calzature, ma per poco non finì rovinosamente a terra.
 
"Non ti conviene magari appoggiarti da qualche parte, pabo?" - gli fece scorbutico il peluche, incrociando le pelose braccia al petto.
 
Sungjong gli riservò una smorfia.
 
Quando mi sveglierò ti riempirò di pugni, lo avvertì nei propri pensieri, facendo però come gli era stato suggerito.
 
Il ragazzo individuò quello che doveva essere uno spaventapasseri dal viso coperto da un enorme cappello di paglia. Saltellò fino ad esso, seguito dall'orsacchiotto, e si appoggiò nel vano tentativo di liberarsi dai suoi dolori.
 
Ma prima di riuscire a slegarsi il laccetto della scarpa, l'alto spaventapasseri si mosse.
Sungjong strabuzzò gli occhi, ritrovandosi poi a pochi centimetri dalla faccia di un giovane ragazzo quando si alzò quel cappello di paglia che gli aveva fino a poco prima coperto il viso.
 
"KYAAAAAAAAAAAAAAAA!!" - si ritrovò nuovamente ad urlare, cadendo poi rovinosamente a terra, atterrando con il fondoschiena dolorante dalla botta.
 
Era un ragazzo? Quello spaventapasseri era un ragazzo in carne ed ossa?
E come aveva fatto a rimanersene così immobile?
Ma poi ... che accidenti ci faceva un ragazzo a fare uno spaventapasseri?
 
"Oh mi scusi ... l'ho forse spaventata, mia dolce pulzella?" - cantilenò lo spaventapasseri allungando una mano per aiutare Sungjong ad alzarsi.
Il ragazzo afferrò quella gentile mano ma, dopo che ebbe sbirciato sotto la gonna azzurra di quel giovane, il manichino umano lasciò andare la stretta, facendo nuovamente cadere Sungjong a terra.
"Ma tu non sei una ragazza." - commentò, alzando il labbro superiore in una smorfia.
 
"Ma come siamo svegli quest'oggi, Sungyeol."
 
Lo spaventapasseri, sentendosi chiamato, voltò lo sguardo verso il peluche bianco, tendendo poi le labbra in un sorriso.
Si tolse il cappello, facendo un veloce inchino - "Signor Orso, buongiorno. Non l'avevo propria vista."
 
"S-Signor Orso--" - ripeté Sungjong, ancora a terra, strozzandosi con la sua stessa saliva - "Vi conoscete?!"
 
Il ragazzo che rispondeva al nome di Sungyeol sbatté le palpebre sorpreso dalla domanda - "Perché? C'è qualcuno a Woolliment che non conosce il Signor Orso?"
 
Il giovane non gli rispose, sbraitando invece contro al peluche - "Sei già stato qui altre volte?!"
 
L'orsacchiotto fece spallucce - "E di che ti sorprendi mai? Dovrò pur scappare in un posto dove mi degnano di un minimo di rispetto che tu con me non hai mai!" - ribatté, spingendo poi di nuovo a terra un Sungjong che era finalmente riuscito a rimettersi in piedi.
 
Con il fondoschiena ormai più dolorante dei suoi piedi, il ragazzo fulminò il suo peluche a denti stretti.
Dove l'avrà mai trovata tutta questa forza?, si chiese, Non dovrebbe essere fatto di cotone?!
 
"Signor Orso, conosci questo ... ragazzo?" - chiese Sungyeol indicando svogliatamente Sungjong con il mento.
 
"Diciamo di si."
 
Il ragazzo preso in considerazione si alzò da terra, andando poi a prendere in braccio quell'orsacchiotto di pelo sintetico, improvvisamente così pesante di come se lo ricordava.
Lo stritolò più forte che poté, ricevendo nuove lamentale dallo scontroso peluche.
 
"Diciamo di si? Ma come? Tu non sei forse il mio adorabile e dolcissimo orsacchiotto di peluche??" - cantilenò Sungjong, digrignando i denti.
 
"Portami rispetto ragazzino o dal mago ci vai da solo!"
 
"E chi ti ha mai voluto?! Ci posso andare benissimo da solo--"
 
"Andate dal mago?" - la voce di Sungyeol si intromise tra i battibecchi dei due, ponendo fine a quello scontro.
 
Sungjong annuì, facendo immediatamente muovere Sungyeol che, con velocità sovraumana, superò quel sottile recinto di legno, che divideva quel campo di grano dal tappeto rosso.
 
Con una camicia a scacchi bianchi e rossi, larghi jeans sgualciti e paglia sparsa a dosso, sarebbe tranquillamente potuto sembrare uno spaventapasseri in tutto e per tutto.
 
"Vengo con voi!" - esclamò, mettendosi a braccetto con Sungjong.
Quest'ultimo gli sorrise, prima di lasciare cadere rovinosamente a terra il peluche.
 
"Ops... ti sei fatto male, Signor Orso?" - gli chiese poi ironico, prima di riservargli un colpo di tacco e trotterellare avanti con Sungyeol - "Faresti meglio a seguirci se non vuoi rimanere indietro~ "
 
E con l'arrivo dello spaventapasseri, quella surreale comitiva si stava a mano a mano ingrandendo.
E mano a mano Sungjong si stava abituando a quello strano stranissimo Mondo di Woolliment.
 
 
×
 
 
 
"Quindi, stai andando dal grande e potente mago perché speri ti aiuti a ritornare a casa, Sungjong-ah?"
 
L'interpellato annuì - "E tu invece, hyung? Per quale motivo ti stai dirigendo dal mago?"
 
"Vorrei che mi aiutasse a diventare più spaventoso... Uno spaventapasseri che non spaventa gli uccelli non serve a nulla..."
 
Sungjong non poté non intenerirsi davanti al volto intristito dell'altro ragazzo - "Però... immagino sia dura la vita di spaventapasseri ..."
 
"Non sai quanto, Jongie-ah! Tutto il giorno in piedi ... sotto il sole ... "
 
L'altro ragazzo piegò il labbro inferiore in un mescolino - "Aigoo, povero il mio hyung--"
 
"Gatta morta." - il commento saccente dell'orsacchiotto non tardò arrivare.
 
Sungjong voltò con rabbia la sua testa a sinistra, dove stava camminando il peluche bianco - "Giocattolo per poppanti!" - ribatté.
 
"Ti stai dando del poppante?"
 
"Chi ha mai detto ciò?!"
 
"Sono il tuo pupazzo e se sono un giocattolo per poppanti... TU sei il poppante."
 
"Non vorrai farmi alzare le mani--"
 
"SUNGJONG!!" - la voce di Sungyeol si intrufolò di nuovo tra i battibecchi dei due, per avvisare inutilmente Sungjong di guardare avanti.
Ma quest'ultimo riportò lo sguardo sulla strada solo in tempo per entrare in collisione con qualcosa di latta.
 
"AHIO!" - esclamò Sungjong portandosi una mano sulla fronte che aveva appena sbattuto.
 
"Sungjong ti sei fatto male?" - gli chiese preoccupato Sungyeol al suo fianco.
 
"Senti che tonfo che ha fatto..." - commentò invece l'orsacchiotto - "Testa dura di nome e di fatto."
 
Il ragazzo preso in considerazione strinse la mano libera in un pugno ma, prima di colpire l'orsacchiotto, l'oggetto di latta si mosse facendo così bloccare i due litiganti.
 
"E' un uomo di latta?" - chiese Sungjong, piegando la testa di lato non appena quell'individuo argentato si girò verso di loro.
 
Come risposta, l'uomo di latta si tolse quella sorta di casco, mostrando così il suo vero volto.
 
"Un ragazzo?!"
 
"Buongiorno, Howon." - gli augurò Sungyeol.
 
L'uomo di latta sorrise al giovane - "Buongiorno anche a te." - poi rivolgendosi al peluche - "E' un piacere rivederla, Signor Orso."
 
"E' da un po' che non ci si vede, Hoya." - gli rispose il peluche - "Ti vedo più arrugginito del solito."
 
"Quant'è vero..." - cominciò a dire il giovane di latta, bloccandosi poi quando si accorse della presenza di Sungjong - "Come mai siete in compagnia di una così bella signorina?" - chiese Howon, detto anche Hoya, detto anche uomo di latta, prendendo poi una mano della 'non propriamente ragazza' e baciandogli in modo galante il dorso.
 
"E' un uomo, scemo." - gli rispose secco Sungyeol. Come se a sua volta non lo avesse anche lui confuso per un individuo del gentil sesso.
 
"Perchè lo confondente tutti per una bella ragazza?! Che cos'avrà mai di bello questo qui--" - il peluche non poté concludere la sua filippica che venne calciato lontano da un tacco leopardato di Sungjong.
 
"Scusa, fratello, per l'inconveniente. I tuoi costumi mi hanno tratto in inganno." - si scusò, facendo poi battere il suo pugno con quello dell'altro giovane in un gesto amicale.
 
"I suoi costumi?" - gli fece l'eco Sungyeol - "La Strega Buona va in giro con un tutù pieno di brillantini e tu invece ti preoccupi dell'abito di questo qui?"
 
"Fatti gli affari tuoi. Non stavo parlando con te." - tagliò corto Hoya - "Già ho la mia ruggine che mi da del filo da torcere. Non posso più ballare per colpa sua ..."
 
"Ballare?" - intervenne Sungjong - "Le piace ballare?"
 
Howon gli riservò un espressione addolorate - "E' la mia più grande passione... Se solo qualcosa potesse rendermi meno arrugginito, potrei finalmente tornare a ballare..."
 
Il più giovane tra i tre si intristì nuovamente.
Possibile che in quel posto fossero tutti così sfortunati?
Avrebbe davvero voluto aiutare quel giovane gentile ... e forse c'era anche un modo.
 
"Viene con noi!" - esordì poi Sungjong, aggrappandosi al braccio di latta di Hoya.
 
"C-Con voi?"
 
"Si, si! Stiamo andando tutti dal mago perché speriamo che possa esaudire i nostri desideri--"
 
"CI STO." - tagliò secco Howon.
 
Sungjong gli sorrise, per poi rivolgersi a Sungyeol - "A te va bene, hyung?"
 
Quest'ultimo fece una smorfia - "Se non ho altra scelta." - rispose con una punta di ironia, guadagnandosi un pugno di latta da parte di Hoya.
 
"Andiamo allora!" cantilenò Sungjong, prendendo sotto braccio gli altri due ragazzi e ricominciando la loro camminata per quello che sembrava un infinito tappeto rosso.
 
Il ragazzo non aveva mai sognato di camminare su quell'accesso tappeto rosso, simile a quello che attraversano famose star di Hollywood.
E di certo non aveva mai sognato di attraversarlo conciato in quel modo e con un uomo di latta ed uno spaventapasseri al suo fianco.
 
 
×
 
 
Con i piedi sempre più doloranti e un orsacchiotto che non perdeva occasione per prendere in giro il suo buffo modo di camminare, Sungjong cominciava a sospettare che quel tappeto rosso non sarebbe mai giunto ad una fine.
 
E nonostante le ripetute prove, non era riuscito a togliersi quelle calzature.
Quei tacchi sembravano essere diventati tutt'uno con i suoi piedi doloranti.
 
Non sapeva con certezza quanto tempo fosse trascorso: aveva altro a cui pensare che al tempo che passa.
 
Ma quando i suoi occhi incontrarono improvvisamente il buio, il ragazzo sospettò che forse erano trascorse un po' troppe ore.
 
Era già notte?
Ma in quel posto si passava dal giorno alla notte senza nemmeno un minimo di avvertimento?
Avvertimento come un tramonto magari.
 
Sungjong si voltò alle sue spalle, incontrando una luce in fondo a quei tanti alberi scuri.
 
Allora non era notte, erano semplicemente entrati in una foresta.
Una foresta molto oscura.
 
"Dove accidenti siamo finiti?" - chiese, accorgendosi poi solo in quel momento che non c'era più nessuno al suo fianco.
 
Aguzzò la vista guardandosi intorno, per poi scorgere tre teste nascoste dietro un albero all'inizio di quella selva.
 
"Che accidenti state facendo ancora lì?! Coraggio!" - li spronò - "Il tappeto rosso ci dice di proseguire per di qua!!"
 
"Noi non ci entriamo." - parlò Sungyeol a nome di tutti.
 
Sungjong piantò i piedi a terra, stringendo i pugni lungo i suoi fianchi e sbuffando rumorosamente.
 
Aveva camminato fino a lì con quegli scomodissimi e vistosissimi tacchi.
Di certo non si sarebbe fermato lì per quel gruppo di fifoni!
 
Velocemente raggiunse i tre, trascinandoli a malavoglia dentro quella selva.
 
"Visto?" - ricominciò poi a parlare Sungjong dopo che ebbero camminato per un po' per quel bosco - "Qui non c'è nulla di spaventoso!"
 
Hoya si ritrovò ad annuire - "Già ... è solo un po' buio.."
 
"Già ... " - concordò anche Sungyeol, cercando poi di aggiungere qualcos'altro, ma bloccandosi alla vista di un'oscura presenza a pochi metri da loro nascosta tra gli alberi.
 
"KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!" - urlarono in coro Sungyeol, Howon e perfino l'orsacchiotto.
 
I due ragazzi si nascosero dietro Sungjong, mentre il peluche con un balzo saltò tra le braccia del proprietario.
 
"SUNGJONG SALVACIIII!" - gli implorò l'orsacchiotto, meritandosi così un'occhiataccia da parte del giovane interessato.
 
"E così il burbero e scontroso Signor Orso si fa spaventare da un leone, eh?"
 
"ECCOME SE MI SPAVENTO--" - cominciò a rispondergli, bloccandosi però - "Aspetta ... leone?"
 
Sungjong annuì indicando quella lontana ombra - "Penso sia un leone quella cosa laggiù." - disse semplicemente, per nulla preoccupato di poter venir attaccato da quel feroce animale.
 
Dopotutto era solo un sogno... no?
 
L'orsacchiotto voltò lo sguardo verso quella presenza, prima di alzare gli occhi al cielo e scendere dal corpo del ragazzo.
 
Si pettinò un po' il pelo sintetico con le sue mani, prima di cominciare a fare alcuni passi verso quell'ombra.
 
"Signor Orso!! Ma che fa?! È pericoloso!!" - lo avvertì Sungyeol.
 
Senza degnarlo di una risposta, il peluche continuò a camminare per un po', per poi bloccarsi quando fu a pochi metri da quell'ombra.
 
Si schiarì la gola, prima di dire qualcosa che nessuno dei tre ragazzi si sarebbe mai e poi mai aspettato.
 
"Un uomo entra in un caffè ..... Splash."
 
Ai tre giovani cadde letteralmente la mascella nell'udire una battuta di così cattivo gusto.
 
"Ma ti sembra di scherzare?!" - lo rimproverò Sungjong - "Ti metti a raccontare barzellette tristi a un leone?!"
 
Come risposta il peluche bianco alzò un braccio, come a voler dire di aspettare.
Aspettare l'arrivo di qualcosa che non tardò a giungere.
 
L'ombra di quel leone infatti cominciò a tremare.
A tremare ... come se stesse per scoppiare a ridere.
 
E così infatti fu.
 
Una fragorosa risata si udì provenire da quel leone. Una risata fragorosa e incredibilmente rumorosa.
 
Sungjong, confuso nell'udire una risata umana, sentì Howon e Sungyeol sbuffare dietro di lui, per poi dirigersi verso quel leone che stava lentamente uscendo allo scoperto senza porre fine alle sue risate.
 
"Che accidenti combini, hyung?! Vuoi farci venire un infarto o cosa?!" - si lamentò Hoya, spintonando il corpo di quel leone, che altro non era che un giovane dai biondi capelli sparati in aria e una lunga coda marrone.
 
"Sei negato nello spaventare le persone!" - commentò Sungyeol.
 
"Ma se stavate tremando dalla paura!" - li schernì il peluche bianco - "Fate tanto i ganzi adesso quando due secondi fa stavate tremando terrorizzati! Nemmeno il vostro migliore amico siete in grado di riconoscere!"
 
"Anche lei si era spaventato, Signor Orso--" - tentò di dire l'uomo di latta, venendo però bloccato dalla voce del leone.
 
"Chi è quel ragazzo?" - chiese indicando Sungjong che se n'era rimasto fermo al suo posto.
 
"R-Ragazzo..." - balbettò lo spaventapasseri sorpreso - "Come? Ma non l'hai confuso per una ragazza?!"
 
L'interpellato guardò Sungyeol di traverso - "E perchè mai? Si vede che è un maschio!"
 
Sungjong strabuzzò gli occhi, correndo poi ad abbracciare quel ragazzo sconosciuto, felice di non venir scambiato per nessuna donzella quella volta.
 
Il leone ritornò a ridere, mentre Hoya gli dava qualche pacca sulla spalla - "Tipico di Dongwoo hyung. Sembra tanto scemo, ma in realtà è il più sveglio."
 
I quattro ragazzi continuarono a scherzare e ad abbracciarsi tranquillamente per un po', quando una voce scorbutica lì riportò alla loro missione.
 
"Ohh ... ma siete davvero adorabili." - commentò ironico e saccente l'orsacchiotto - "Non vorrei interrompervi, ma abbiamo ancora strada da fare!"
 
"Giusto!" - esclamarono i tre interpellati, allontanandosi dal leone e tornando sui loro passi come se nulla fosse successo.
 
"D-Dove andate?" - balbettò Dongwoo - "Mi lasciate qui da solo?"
 
"Non eri qui per spaventare? Ora sei tu quello spaventato?" - gli chiese Sungyeol, senza porre fine però ai suoi passi.
 
"I-In realtà sono capitato qui per caso.. M-Ma avevo troppa paura per uscire da questa selva spaventosa da solo..."
 
"Ohh .. ma che peccato, hyung." - gli cantilenarono in coro Sungyeol e Hoya, seguendo i passi del peluche bianco.
 
Il leone li guardò andare via con il labbro inferiore che tremava dalla paura, come anche il resto del suo corpo.
 
Pensava di essere stato lasciato solo, ma ecco che qualcuno afferrò la sua mano.
 
Dongwoo alzò lo sguardo, incontrando così il volto sorridente e sereno di Sungjong.
 
Il leone dal cuore morbido per poco non si commosse da quell'aiuto che gli stava venendo fornito e si aggrappò così al corpo del gentil giovane, unendosi a quella comitiva che era oramai al completo.
 
Era ormai giunto l'incontro con il mago.
 
×
 
 
 Durante quello che era sembrato un infinito viaggio, Sungjong aveva avuto l'occasione di domandarsi un paio di volte come fosse il mago che stavano per andare ad incontrare e anche quale castello si sarebbe mai dovuto aspettare di ritrovarsi davanti.
 
Aveva pensato a magnifici e giganteschi palazzi dai colori luccicanti, simili in tutto e per tutto a quelli che si trovano anche nella più scadente delle favole.
O magari era qualcosa di più sobrio. Magari era un semplice castello di mattoni scuri.
 
Di sicuro, tra tutte le sue rappresentazione mentali, Sungjong non si sarebbe mai e poi mai aspettato un simile castello.
 
Il ragazzo, affiancato da quella comitiva che lo aveva intrattenuto per tutta quella camminata, osservò sotto i suoi piedi, notando così come il tappeto rosso terminasse davanti ad una porta  a vetri scorrevole.
 
"Questo ... " - cominciò a dire Sungjong - "E' il castello del mago?"
 
Il giovane tornò ad osservare quel grande palazzo che assomigliava in tutto e per tutto e una qualche casa discografica che tante volte aveva visto in Corea.
 
"Che ti aspettavi mai?" - si intromise la voce di Sungyeol mentre, insieme agli altri, stava già entrando dentro l'edificio - "Un castello come quello delle favole? Ti sembra per caso che siamo in un mondo incantato?"
 
Sungjong si guardò intorno osservando quegli uccellini che volavano e gli arcobaleni che sprizzavano di mille colori.
 
No, ma quello non era un mondo incantato, rispose mentalmente ironico, E' un posto qualunque... proprio.
 
Senza pensare ad altro, il ragazzo sgambettò dentro quello che doveva essere il castello di Woolliment, venendo subito accolto da nuovi e stonati cori di un gruppi di Inspirit lì presenti.
 
"Al castello del grande Mago di Woolliment siete benvenuti
Lasciate quindi che vi aiuti."
 
Una delle ragazze indicò un paio di sedie in quelle che sembrava una sala d'aspetto.
 
"Qui voi potete stare
Perchè il grande Mago dovete aspettare.
Come vedete è gremito di gente
Che come voi aspetta impaziente."

 
I 4 ragazzi si guardarono intorno, non incontrando nessun altro se non loro e le Inspirit.
 
"Ma in realtà qui non c'è nessuno--" - tentò di dire Sungjong, venendo però interrotto da nuovi canti.
 
"Vi preghiamo di accomodare
E leggendo qualche rivista aspettare.
"
 
La strana comitiva non poté far altro che fare come gli era stato intimato, mettendosi a sedere su quelle sedie e prendendo qualche futile giornaletto da aspettare.
 
Quello non sembrava per niente il castello di un mago.
Semmai uno studio dentistico.
 
Le giovani abitanti di quel paese tornarono a disseminarsi per quel castello, lasciando quel gruppo da solo in quella silenziosa stanza d'attesa.
 
"Ora che mi ci fate pensare ... " - esordì poi il minore tra di loro - "Come mai voi siete gli unici che non vi esprimete cantando?"
 
I tre giovani lo fulminarono con uno sguardo.
 
"Ti sembra che abbiamo la faccia di chi ha voglia di inventarsi costantemente rime da bambini dell'asilo?" - gli rispose secco Sungyeol, senza nemmeno attendere una vera risposta.
 
Sungjong alzò un sopracciglio, prima di tornare a fissare un punto indefinito nella stanza, mentre il tempo passava ... e continuava a passare ...
 
Dongwoo, Hoya, Sungyeol e perfino il peluche stavano svogliatamente osservando qualche rivista, fischiettando di tanto in tanto qualche canzoncina che passava nello stereo lì presente.
 
Sungjong arricciò il naso, cominciando poi a picchiettare il tacco leopardato a terra, attirando così l'attenzione dei pochi presenti.
 
"Qualcosa non va, Sungjong-ah?" - gli domandò il finto leone.
 
L'interpellato fece sbattere ancora un paio di volte la scarpa a terra, prima di rispondere.
 
"Come fate a starvene così tranquilli?! Sarà ormai mezz'ora che stiamo aspettando!"
 
"Si vede che oggi ha molti visitatori." - commentò semplicemente Howon, senza smettere di leggere un articolo riguardante un qualche nuovo passo di danza.
 
Sungjong strabuzzò gli occhi - "Altri visitatori?! Ma se siamo gli unici qui!!"
 
"Non urlare, Jongie-ah. Finiremo per fare spettacolo se no."
 
Quest'ultimo mandò un occhiataccia a Sungyeol e al suo commento.
Incrociò le braccia al petto, cercando di aspettare con la stessa calma che stavano avendo anche i suoi hyung ed un improvviso orsacchiotto silenzioso.
Ma voleva andarsene da quel mondo di matti.
Voleva andarsene e tornare a vivere la sua vita.
Perchè mai quel sogno stava durando così tanto?
 
Non avendo più nessuna voglia di attendere un mago che cominciava già a stargli antipatico, Sungjong scattò in piedi dirigendosi verso la porta dove aveva visto scomparire le Inspirit.
 
Il ragazzo alzò un pugno all'altezza del suo viso, pronto per bussare a quell'uscio.
Ma non fece in tempo che subito dall'altra parte una Inspirit aprì quella porta, salutando poi il volto sorpreso del giovane con un sorriso.
 
"Il Mago è pronto per ricevervi." - tagliò corto la ragazza, senza nemmeno aver bisogno di cantare qualche verso in rima.
 
Gli altri presenti si alzarono dalle loro sedute, chi stiracchiandosi la schiena, chi cigolando un po' per colpa della ruggine, e si avvicinarono poi a Sungjong.
 
Insieme entrarono in quella gigantesca stanza dalle tinte scure.
Era tutto fin troppo nero quel posto.
Magari era il colore preferito del Mago in questione.
 
Lunghe e scure tende partivano dall'alto soffitto, atterrando poi delicatamente a terra e coprendo gran parte della luce che tentava di entrare da quelle grandi finestre.
La stanza era perlopiù vuota, se non si considerava qualche candela accesa e quello che sembrava un trono, innalzato da qualche gradino.
 
La comitiva si osservava confusa, non sapendo cosa aspettarsi.
Solo il peluche sembrava stranamente a casa sua in quel posto.
Sungjong lo fissò male, quasi certo che per il suo orsacchiotto bianco non fosse la prima volta che giungeva in quel castello.
 
Tentò di aprire bocca, quando arrivò invece la voce di Dongwoo alle sue orecchie.
 
"Quello sarebbe il Mago?" - chiese, indicando una persona, con in dosso un lungo mantello nero e un cappello dello stesso colore, che osservava quel paese fuori dalla finestra, dando le spalle a quel gruppo di visitatori.
 
"Ehm, mi scusi?" - esordì Sungjong senza mezzi termini - "Lei è il mago?" - chiese, aspettandosi di incontrarono un vecchio dalla lunga barba bianca, tipico di qualsiasi favola che si rispetti.
 
Però, quando si girò verso di loro, togliendosi il mantello lasciandolo scivolare a terra, il Mago che si presentò agli occhi di Sungjong sembrava tutto tranne che un mago.
Con un elegante smoking nero dalle rifiniture di pizzo scuro, i capelli perfettamente pettinati, un filo di eyeliner intorno agli occhi felini e un sorriso beffardo sul viso, sembrava tutt'altro che simile a Mago Merlino.
 
Il più piccolo tra di loro piegò la testa di lato.
Aveva sorbito le pene dell'inferno su quei trampoli leopardati solo per giungere davanti a questo giovane che sembrava un suo semplice coetaneo?
 
Dov'erano i pentoloni da stregone? Dov'era il cappello a punta? Dove erano i lampi e le luci? Dov'era la bacchetta?
 
Dov'era il Mago vecchio e saggio che si era aspettato di incontrare?
Come sarebbe mai potuto tornare a casa ora?
 
"Benvenuti nel mio castello." - intonò il Mago, ponendo fine ai pensieri di Sungjong e attirando l'attenzione di tutti - "Il Grande e Famoso Mago di Woolliment da tutti vengo chiamato, ma con il nome di Myungsoo sono nato." - si presentò, prima di fare un veloce inchino - "Al vostro servizio."
 
"Stiamo scherzando...? "- sussurrò Sungjong ai suoi compagni - "Questo qui è davvero il Mago? Sembra più un modello o un idol!"
 
"E' la prima volta che lo vediamo anche noi, in effetti." - gli rispose Hoya, seguito dalla voce di Dongwoo che concordò con un "Già".
 
"Come pensa di esaudire i nostri desideri--" - tentò di chiedere a bassa voce Sungyeol, non avendo però tempo di concludere la sua frase che il Mago in questione si avvicinò alla combriccola.
 
"Ma che particolare gruppo oggi ho il piacere di incontrare. Uno spaventapasseri, un uomo di latta, un leone e .... oh." - si bloccò quando incontrò lo sguardo di Sungjong - "Un affascinante ragazzo." - gli fece un sorriso che ispirava cose ben poco caste, portando il giovane ad arrossire senza altra scelta.
 
Dongwoo, Hoya e Sungyeol si fissarono negli occhi - "Non l'ha scambiato per una ragazza! È di sicuro il mago."
Sungjong tentò di ribattere a ciò che avevano detto quei tre giovani, con ancora le gote che bruciavano, ma la voce del suo peluche si fece sentire.
 
"Signor Mago è un piacere rivederla."
 
Myungsoo sobbalzò nell'udire la voce dell'orsacchiotto e subito fece un inchino - "Il piacere è tutto mio, Signor Orso. La sua stanza con the e pasticcini è già pronta come suo solito. Se mi vuole seguire-- "
 
"Non si scomodi, non si scomodi." - commentò il peluche, sotto gli sguardi sempre più sconvolti degli altri 4 giovani - "Conosco la strada e poi c'è qualcun altro che mi accompagna." - riservò a tutti un ultimo sorriso sornione prima di venir scortato via da un gruppo di Inspirit che cominciarono ad accarezzargli la testa pelosa.
 
Sungjong deglutì disgustato da quella sceneggiata, per poi udire una risata sconosciuta.
 
Era il Mago che stava ridendo: "Il solito Signor Orso." - commentò, prima di tornare composto.
 
"Allora ... " - esordì poi - "Come posso aiutarvi quest'oggi?"
 
La voce di Sungyeol si fece presto sentire, sorpassando quella di tutti gli altri.
 
"La prego, mi renda spaventoso. Uno spaventapasseri che non spaventa nessuno non serve a granché ... Sono stufo di venir preso in giro da tutti i corvi per il mio bell'aspetto."
 
Myungsoo annuì comprensivo - "Tutto qui?"
 
Sungyeol fece per annuire, per poi ricordarsi improvvisamente una cosa - "Ah! E vorrei anche un gatto."
 
Il Mago picchiettò un dito sul suo mento, riflettendo su ciò che aveva detto quel giovane.
Alzò una mano in aria e già Sungjong si stava aspettando di veder comparire fulmini e saette.
Ma non successe nulla di magico e Myungsoo si limitò a schioccare le dita, facendo così arrivare velocemente l'ennesimo gruppo di Inspirit.
 
"Siii, oppa~ " - cantilenarono.
 
Il Mago sussurrò qualcosa nell'orecchia di una di esse, che velocemente scomparvero per poi presto ricomparire con una scatola dal coperchio bucato tra le loro mani.
 
Myungsoo porse semplicemente quell'oggetto a Sungyeol, ignorando le domande di quest'ultimo che continuava eccitato a chiedere quale fosse il contenuto di quella scatola.
 
Senza aspettare ulteriormente, lo spaventapasseri aprì il coperchio di essa, incontrando così la faccia felice di un gatto pelato.
 
Dongwoo, Hoya e Sungjong si allontanarono da quel gatto, spaventati, mentre Sungyeol aveva già cominciato a coccolarsi quel suo nuovo animaletto da compagnia.
In questo modo avrebbe avuto il gattino che desiderava, ma conciato in quel modo avrebbe di sicuro spaventato qualsiasi uccello.
 
Sungyeol ringraziò velocemente il Mago, prima di mettersi a sedere per terra e cominciando a far giocare il suo nuovo gattino, a cui aveva dato il nome di Jureumie, con una spiga di grano che aveva trovato nel suo taschino.
 
Soddisfatto, Myungsoo proseguì il suo giro giungendo davanti a Hoya.
 
"Un uomo di latta eh? Dimmi, c'è qualcosa che posso fare per te?"
 
Howon annuì, indicando poi delle parti del suo corpo di latta che erano arrugginite - "Vede, Signor Mago? Per colpa di questa ruggine non posso più ballare come un tempo. L'unica cosa che sono in grado di fare è cigolare!"
 
Ancora una volta, Myungsoo si ritrovò ad annuire, socchiudendo appena gli occhi.
Questa volta non chiamò nessuna Inspirit, ma rovistò tra le tasche interne della sua giacca, prima di consegnare quello che sembrava un contenitori di un qualche liquido.
 
"Utilizza questo olio sopra le tue parti arrugginite e in men che non si dica potrai ballare qualsiasi passo di danza possibile ed immaginabile!"
 
Gli occhi di Howon si illuminarono nell'udire la, per lui, meravigliosa parola "ballare".
Ringraziò il Mago con un inchino, prima di fare un vero e proprio bagno con quell'olio.
Mancava solo un uovo e sul corpo di latta di Hoya si sarebbe tranquillamente potuta cuocere una frittata.
 
Myungsoo annuì, congratulandosi con sé stesso, prima di giungere davanti a Dongwoo.
 
"E dimmi dimmi, quale sarebbe il tuo desiderio, leone-hyung?"
 
L'interpellato piegò il labbro inferiore e cominciò a guardare in alto, con fare indeciso.
 
In realtà era giunto in quel posto solo perché non voleva starsene in quella foresta oscura da solo, non aveva davvero pensato ad un possibile desiderio da chiedere al Mago.
 
Myungsoo, vedendo l'indecisione del leone, decise di prendere in mano la decisione.
Si alzò il cappello dalla falda larga nera, allungandolo verso Dongwoo.
Quest'ultimo lo guardò confuso, prima che gli venisse intimato di prendere ciò che conteneva l'interno di quel copricapo.
 
Senza pensarci ulteriormente, il leone mise una mano dentro il cappello, estraendone poi una caramella colorata.
 
Sungjong, che se ne era rimasto in silenzio al suo fianco fino a quel momento, corrugò le sopracciglia.
 
Il Mago davvero credeva che bastava una caramella?
 
Eppure, a quanto pare sembrava essere sufficiente.
Gli occhi di Dongwoo si illuminarono felici, prima di mettere in bocca quella caramella.
 
"YES YES!! NICE! NICE!!" - cominciò a dire con un inglese masticato, applaudendo a Myungsoo e mostrandogli il pollice all'insù.
 
Sungjong strabuzzò gli occhi, mentre finalmente osservava i suoi amici.
 
Un gatto spelacchiato, una bottiglia d'olio ed una caramella.
 
Come poteva quei tre essere felici per dei simili regali?
Regali che avrebbero tranquillamente trovato ovunque, senza doversi fare tutta quella scarpinata infinita.
Non c'era bisogno di nessun mago da quattro soldi!
 
Sungjong avrebbe voluto dire qualcosa al riguardo.
Avrebbe voluto lamentarsi al posto di quei suoi compagni di viaggio che sembravano troppo presi dai loro nuovi giocattolini per degnarlo d'attenzione.
 
Il giovane scosse la testa.
Che sarebbe mai successo ora?
Sarebbe mai riuscito a ritornarsene a casa e a svegliarsi da quel sogno così stranamente reale?
 
Sungjong non lo sapeva, ma ecco che avvertì del fiato caldo sul suo collo scoperto.
 
Rabbrividì spaventato, prima di girarsi e incontrare il volto del Mago.
Volto che aveva assunto uno sguardo diverso da prima.
Sguardo che avrebbe dovuto mettere in guardia il povero Sungjong.
 
"Vedo che sei rimasto solo tu, ora." - gli disse alzando un angolo della sua bocca.
 
Il giovane si fece indietro, prima che Myungsoo potesse riaprire bocca - "Che regalo desideri da me?"
 
Sungjong mandò giù un groppo di saliva - "I-Io non voglio nessun regalo .. Voglio semplicemente tornare a casa-- "
 
"Come come?" - fece il Mago - "Non vuoi nessun regalo? Eppure un uccellino mi ha detto che non sei felice... "
 
Il giovane rifletté alle parole di Myungsoo.
In effetti aveva ragione.
 
Prima di addormentarsi e finire in quel pazzo Mondo di Woolliment, Sungjong si era davvero lamentato di non essere felice.
Aveva davvero chiesto di poter finalmente essere sereno.
Ma solo in quel momento si era improvvisamente ricordato di quella sua malinconia.
 
È vero che aveva camminato per ore e ore.
È vero che si era più volte scontrato con il suo peluche.
È vero che indossava un vestitino azzurro e dei vistosi tacchi leopardati.
 
Però non poteva dire di non essersi divertito.
Passare del tempo con quei ragazzi lo avevano reso felice.
 
Sungjong sorrise felice di quella sua nuova consapevolezza, pronto a dire al Mago che no, non stava cercando alcuna felicità.
 
Ma guai erano in vista.
 
Perso nei suoi pensieri, il ragazzo non si era accorto che Myungsoo si era pericolosamente avvicinato a lui.
Se ne accorse solo nell'istante in cui quest'ultimo afferrò il colletto del suo striminzito vestito da campagnolo e si avvicinò al suo orecchio.
 
"Sai ... " - cominciò a sussurrargli con voce grave, facendo rabbrividire l'intero corpo di Sungjong - "Io saprei come farti felice."
 
Immobilizzato com'era, l'unica cosa che fu in grado di fare fu quella di scoppiare a ridere, cercando invano di smorzare la situazione e far cambiare idea al Mago.
 
Ma quest'ultimo si avvicinò nuovamente al suo orecchio, finendo per mordergli il lobo e portando le mani sui fianchi di Sungjong.
 
"Andiamo in un posto più appartato." - gli intimò con un sorriso, con il suo viso ad un palmo di naso da quello dell'altro ragazzo.
 
"E-EH?!?" - schiamazzò Sungjong - "La r-ringrazio ma io ora avrei altro da f-f-fare-- " - il giovane tentò di scansarsi il corpo del Mago di dosso, ma non riuscendo ad ottenere il risultato che aveva sperato.
 
Myungsoo lo afferrò infatti nuovamente per i fianchi, prima di prendere il suo corpo tra le braccia.
 
Inutile fu la ricerca di un aiuto da parte dei suoi compagni di viaggio che, troppo presi ancora dai loro regali, non degnarono Sungjong nemmeno di uno sguardo.
 
Una porta si aprì in quella stanza e per il giovane si aprì un barlume di speranza.
Forse la sua fine non era davvero giunta.
Forse sarebbe davvero riuscito a scappare da quella situazione.
Forse il suo aiuto sarebbe comparso da quella porta.
 
Ma da dietro quell'uscio comparvero nuove Inspirit, con cartelloni ingombranti dalle accecanti scritte al neon che intonavano tutte la stessa parola: MYUNGJONG.
 
Sungjong strinse gli occhi, mentre continuava a venir trascinato via da quel posto, appoggiato ad una spalla del Mago.
 
Le Inspirit si schiarirono di nuovo la voce.
 
"No... " - sussurrò Sungjong - "Non una nuova canzone! Non ora!!" - implorò, inutilmente.
 
"Inspirit ci chiamiamo
Ma anche Myungjong shipper noi siamo.
La vostra coppia noi proclamiamo
Ed il vostro amore benediciamo.
Possiate quindi amarvi per sempre
E che la passione sia con voi presente."

 
Sungjong si strozzò con la sua saliva, prima di cominciare a sbraitare contro di loro - "MA SIETE TUTTI MATTI QUA?!? VI SEMBRA IL MOMENTO DI CANTARE UNA SIMILE COSA! IL VOSTRO MAGO E' GIA' ABBASTANZA IN CALORE DI SUO!!"
 
Le Inspirit come risposta iniziarono a fare urla da peggio fangirl, portando il giovane a darsi colpi in testa.
 
"CHE QUALCUNO MI SALVI!" - implorò, poco prima di uscire da quella grande stanza.
 
E questa volta, stranamente, le sue preghiere furono ascoltati.
 
Una pioggia di cenere nera scoppiò in quella stanza, attirando l'attenzione di tutti i presenti.
E da quella nube scura comparve il volto di un ragazzo dagli occhi sottili.
 
Sungjong pensava finalmente in un suo possibile salvatore, ma poi scannerizzo anche il resto del corpo del nuovo arrivato.
 
Con i piedi scalzi, un tubino leopardato, sporco di cenere, e un cappello a punta in coordinato, il giovane non rivedeva in lui proprio l'ideale del classico eroe.
 
"ODDIO E' LA STREGA CATTIVA!" - esclamarono le Inspirit, scappando via spaventate.
 
"Ma non era morta quella vecchiaccia?" - chiese Sungyeol senza mezzi termini, tenendo tra le sue braccia il suo gatto.
 
"Giammai-- " - tuonò la Strega - "E NON PERMETTETEVI DI DARMI DELLA VECCHIA!"
 
Myungsoo lasciò tornare Sungjong in posizione retta, per poter degnare d'attenzione quel nuovo ospite.
 
"Cosa desidera, Strega Cattiva?"
 
"Sono uno Stregone,
razza di Mago minchione!
Kim Sunggyu è il mio nome
E oggi mi trovo in questa magione.
Qui sono arrivato
Perchè qualcosa mi è stato crudelmente rubato!"
- tuonò, educatamente, la Strega Cattiva, per poi indicare i vistosi tacchi che Sungjong aveva ancora in dosso.
 
"Quelle scarpe leopardate
Furono rubate,
Quando fui costretto
A rimaner schiacciato sotto un letto!
Ora io chiedo vendetta
E che mi sia ridata la scarpetta!"

 
Sunggyu finì di intonare anche l'ultimo verso, ma non ebbe il tempo di riprendersi le sue calzature che una nube di brillantini annuncio l'arrivo anche della Strega Buona.
 
Se qui la gente compare a suo piacimento..., pensò Sungjong, Perchè anche io non posso scomparire da qui?!
 
"Hyung, Hyung, ora calmati." - gli intimò Woohyun avvicinandosi al ragazzo vestito di leopardato - "Non essere così esagerato! Che vuoi che sia un paio di scarpe, no? Lasciale al povero ragazzo  e lascialo andare via per consumare il suo amore con il Mago."
 
Sungjong si strozzò con la saliva e fece per andare a piantare un pugno in pieno alla maniaca Strega Buona, ma Sunggyu e le sue lamentele si fecero risentire.
 
"Giammai!" - ripeté con decisione - "Voglio le mie scarpette a tutti i costi!"
 
Senza ulteriori indugi, il ragazzo con indosso i tacchi tanto ambiti si tolse quelle calzature di dosso, che solo in quel momento sgusciarono così tranquillamente fuori.
 
Mandò a quel paese quelle scarpe che gli avevano fatto gonfiore i piedi dal dolore, prima di riconsegnarlo ad un'ora felice e soddisfatta Strega Cattiva.
 
"Finalmente!" - esultò - "Mie care, mie siete mancate!" - commentò, per poi rivolgersi a Sungjong con gli occhi imbronciati - "Perchè mai me le avevi rubate?"
 
Sungjong alzò le mani, come a volersi difendere - "In realtà, è stata la Strega Buona a darmele e a costringermi ad indossarle." - gli rispose, innocentemente.
 
Sunggyu si voltò furioso verso Woohyun, che tentò invano di proteggersi dalle accuse che gli erano state riservate.
 
La Strega Cattiva lo afferrò con rabbia per il colletto dell'abito, costringendo il ragazzo a cantare tutta la verità.
 
"Ok, lo ammetto...
Questo reato io l'ho commesso.
Mentre camminava la Strega Cattiva
Il letto dal cielo la colpiva.
E rubando le scarpette leopardate
Speravo che sarebbero terminate,
quei giorni infiniti,
in quei negozi che dovrebbero essere aboliti,
per comprare abiti di cui ti vestivi
di leopardati motivi."

 
Woohyun diede voce alla sua frustrazione, con una pessima canzone in rima, nel vedere la Strega Cattiva sempre vestita con abiti leopardati.
 
Il volto di Sunggyu sembrò calmarsi improvvisamente, facendo sperare in qualcosa di positivo alla Strega Buona.
 
Ma era solamente la calma prima della tempesta.
 
Con quelle scarpe che ancora aveva in mano, Sunggyu cominciò a colpire il ragazzo a colpi di tacco.
 
"Per poco non morivo per colpa tua!!" - gli sbraitò contro, nel ricordo di quando Woohyun non l'aveva minimamente salvato da sotto quel letto - "Fatti gli affari tuoi! Io mi vesto come mi pare!" - lo ammonì, continuando a colpirlo - "A casa facciamo i conti!"
 
A dispetto di quello che si era aspettato Sunggyu, la Strega Buona cominciò fare aegyo di tutti i tipi, intonando poi quella che si preannunciava come l'ultima canzone per quella giornata.
Ultima straziante canzone che anche Sungjong si sarebbe dovuto sorbire.
 
"Questo lato di te l'ho sempre amato,
oh, mio preziosissimo fidanzato.
Quando ti arrabbi sai essere così dominante,
rispetto ad altre volte in cui il tuo carattere è contrastante,
e ti limiti ad essere passivo
sotto di me sdraiato supino--"

 
L'ultima parte dell'imbarazzante canzone fece scattare Sunggyu, che con un colpo secco tirò un calcio nelle parti basse del canterino, facendo poi scomparire entrambi in una nube di cenere e brillantini.
 
Sungjong, ancora una volta costretto a subirsi tutto ciò, mandò giù della saliva, alquanto disgustato.
 
In quel posto erano tutti matti e maniaci in calore.
Questo ormai lo aveva compreso fin troppo bene, suo malgrado.             
 
"Non me ne andrò mai di qui... " - si lamentò, attirando così l'attenzione di Myungsoo, mentre gli altri ragazzi erano tornati a farsi i propri affari.
 
"Ah.. te ne vuoi andare da qui?"
 
"Come se non l'avessi già detto-- ... SI."
 
"Oh .. ma è semplice!"
 
"D-Davvero??" - chiese Sungjong cogliendo finalmente quel barlume di speranza - "E come si fa??"
 
Myungsoo gli sorrise - "Basta sbattere le scarpette leopardate della Strega Cattiva..."
 
Il giovane strinse le mani al petto, finalmente felice di potersene andare da lì, ricordandosi poi solo dopo di essere scalzo.
 
"MA LA STREGA SE LE E' APPENA PORTATE VIA!" - ruggì contro il Mago.
 
"Ops... " - fece Myungsoo da finto innocente.
 
Sungjong strinse i pugni lungo al petto, infuriato, mentre il suo orsacchiotto faceva la sua comparsa con un biscotto in mano.
 
Fece la sua ricomparsa nel momento sbagliato però.
 
Con rabbia, il giovane dall'abito azzurro afferrò il suo peluche, stritolando e cominciando a colpirlo per far sbollire la sua rabbia, ignorando le imprecazioni che gli stava riservando l'orso.
 
"Uhm, ... " - la voce di Myungsoo si fece presto risentire - "Però un altro modo ci sarebbe."
 
"E quale sarebbe?" - gli chiese Sungjong, continuando a tenere stretto tra le sue braccia l'orsacchiotto.
 
Come risposta, il Mago fece qualche passo in sua direzione, prendendogli poi il mento tra la sua mano e avvicinando il suo viso a quello del giovane che diventò nuovamente paonazzo.
 
"M-Mi va benissimo restare anche qui per sempre--" - balbettò, cercando di evitare quello che sembrava trattarsi un inevitabile contatto.
 
Myungsoo strofinò la punta del suo naso contro quello di Sungjong, prima di sorridergli - "Non ti preoccupare ..." - lo rassicurò - "Questo non è un addio."
 
 
E così il bacio del grande e affascinante Mago di Woolliment fece risvegliare quel ragazzo dal suo lungo e lunghissimo sonno.
 
Come nella più banale e romantica delle favole.

 
 
×
 
 
I raggi del sole entravano dalla finestra di quella camera e illuminavano il volto di un ragazzo che si stava lentamente svegliando.
 
Sungjong aprì gli occhi, ritrovandosi questa volta steso sul suo letto.
La testa gli doleva come i suoi piedi, quasi avesse trascorso la giornata precedente a correre in una maratona.
 
Il giovane impiegò un po' di tempo per realizzare cosa fosse successo.
Solo quando incontrò il suo orsacchiotto, ora silenzioso e senza più possibilità di muoversi, frammenti di quel suo sogno cominciarono a farsi spazio tra i suoi pensieri.
 
Con un sorriso malvagio, fece per vendicarsi su quel peluche per come lo aveva trattato nell'onirico Mondo di Woolliment, ma la sveglia sul suo comodino lo avvertì che era giunta già l'ora di correre a lavoro.
 
 
×
 
 
Quella sera, sulla strada di ritorno al suo appartamento, Sungjong si sentiva diverso, come colto da una nuova consapevolezza.
 
Non sentiva il dovere di lamentarsi.
Non sentiva il dovere di sfogarsi perché della sua vita nulla gli piaceva.
 
Era come se il suo spirito fosse improvvisamente sereno e lo era da quella mattina.
 
Chissà, magari quell'infinito viaggio a Woolliment era servito davvero a qualcosa.
 
Era la prima volta che un sogno lo condizionava così tanto.
Che non fosse stato un sogno come tutti gli altri?
 
Sungjong si schiaffeggiò le guance, dicendosi che era inutile continuare a rimuginare su ciò che era successo.
I giovani che aveva incontrato lo avevano reso felice in un modo o in un altro, e perfino l'incontro con il Mago dopotutto non era stato così malvagio.
 
Al ricordo di ciò, Sungjong si bloccò su quel marciapiede, toccandosi di riflesso le labbra.
Perchè quel bacio era sembrato così dannatamente reale?
 
"Pensi alla tua ragazza, amico? Se ti manca così tanto, puoi sempre regalarle un mazzo delle nostre stupende rose." - la voce di un ragazzo lo riportò alla realtà, e solo in quel momento Sungjong si accorse di essersi perso a fantasticare davanti ad un fioraio.
 
Fece per declinare la gentile offerta del giovane, ma nell'istante in cui alzò lo sguardo su di lui rimase paralizzato.
 
Quella camicia a scacchi bianchi e rossi, quei pantaloni sgualciti, quella sua alta statura ...
 
"LO SPAVENTAPASSERI! SUNGYEOL-HYUNG!" - gli urlò contro spaventato senza nemmeno rifletterci.
 
Il ragazzo sbatté le palpebre, prima di osservarsi - "Va bene che indosso una camicia.. ma mi sembra un pochino esagerato-- Aspetta... Sungyeol? Ci conosciamo? Come fai a conoscere il mio nome--"
 
"KYAAAAAAAA!!" - urlò sempre più terrorizzato Sungjong.
 
Cosa stava succedendo? Come era possibile tutto ciò?
 
Coincidenze, Sungjong, cercò di calmarsi mentalmente, Solo una coincidenze!
 
Ma nell'istante in cui i suoi occhi incontrarono un gatto spelacchiato tra le braccia del fioraio, il ragazzo non poté che tornare ad urlare prima di decidersi a scappare velocemente via di lì.
 
Sungyeol lo guardò andare via, confuso, rivolgendosi poi al suo gatto - "Sei così spaventoso, Jureumie?"
 
Sungjong intanto continuava a correre forte, facendo la figura del matto davanti a tutte quelle persone.
Ma ben poco gli importava.
 
Con il fiato corto cercò di cancellare ciò che aveva appena visto.
Non poteva essere assolutamente essere vero tutto quello!
 
Preso dalla sua corsa, Sungjong andò rovinosamente a finire addosso a due ballerini di strada.
 
"S-Scusate... " - si scusò con un inchino.
 
Tentò di rialzare la testa, ma i suoi occhi vennero catturati da qualcosa.
Oltre che ad una ciotola colma di offerte dei passanti, c'era un cartello su cui scritto « Noi siamo Lee Howon e Jang Dongwoo: La nostra bravura nella danza vi porterà a pensare che non siamo altro che due robot dallo spirito felino ».
 
Sungjong rabbrividì e, quando incontrò il volto dell'uomo di latta del suo sogno, completamente vestito d'argento, e quello del leone, vestito di marrone, non poté che tornare ad urlare e a correre via di lì.
 
Questo deve essere un incubo!, continuò a pensare, Non può essere altrimenti!!
 
Il giovane sempre più sconvolto dalla situazione surreale in cui stava vivendo, decise di riprendere fiato, appoggiandosi alla vetrina di uno dei tanti negozi di quel quartieri.
 
Ma fece la scelta sbagliata.
 
Sungjong si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore e, quando finalmente fu in grado di tornare a respirare tranquillamente, i suoi occhi rimasero catturati dalla vetrina su cui era appoggiato.
 
Si era fermato davanti ad un negozio di scarpe.
 
E quali calzature vide che troneggiava tra tutte le altre se non un paio di tacchi leopardati?
 
Sungjong era già pronto per tornare a correre, nell'ormai troppa vana speranza di immaginare tutto quello come una strana coincidenza.
 
Ma una voce lamentosa e terrificantemente conosciuta arrivò prima alle sue orecchie, proveniente da quel negozio di scarpe.
 
"Hyunggggg~Quand'è che ne andiamo da qui?? Io mi annoio-- .. Non dirmi che vuoi comprarti questo paio di sneakers leopardate, vero?! Ne hai già altri 10 paia a casa!!"
 
Sungjong non dové nemmeno alzare lo sguardo per capire che quel giovane era la Strega Buona che si stava lamentando con la Strega Cattiva.
Non dové nemmeno alzare lo sguardo perché già aveva ripreso a correre come un dannato.
 
E sempre più spaventato non si accorse di un sasso a terra.
Sasso su cui inciampò.
Naturalmente.
 
Sungjong si disse che quel giorno non era proprio il suo giorno fortunato e fu indeciso per un attimo se rialzarsi o meno.
 
Però, quando qualcuno gli offri una mano per rialzarsi, non poté che decidersi a rimettersi in posizione retta.
 
Il ragazzo si spolverò la polvere di dosso, decidendosi poi a ringraziare la gentilezza di quella persona.
 
Ma quella persona parlò prima.
 
"Sei alla ricerca della felicità?"
 
"U-Uh-- " - fece Sungjong, che non riuscì ad incontrare lo sguardo della persona che questa gli spiaccicò subito in faccia un volantino.
 
« HOST CLUB - Woolliment's Love Nights: l'unico Host Club da cui uscirete dicendo "Ora so che, se dovrò di nuovo andare in cerca della felicità, non la cercherò più in là della mia stessa casa: perché, se non la trovo lì, vuol dire che non potrò mai trovarla" »
 
Il ragazzo strabuzzò gli occhi davanti a quello squallido volantino, accorgendosi poi solo in quel momento di essere inciampato niente popò di meno che davanti ad un Host Club.
 
Sungjong fece per svignarsela da lì, ma la sua schiena andò a sbattere contro la persona che gli aveva offerto quel volantino.
 
"Sai... " - gli sussurrò all'orecchio facendolo rabbrividire - "Un uccellino mi ha detto che non sei felice... "
 
Al giovane si bloccò il respiro nell'istante in cui sentì pronunciare quelle parole da una voce che aveva già sentito.
 
"AH AH AH" - finse una risata, non volendo voltarsi e incontrare il volto di un certo ragazzo che era già certo di incontrare - "Ma che dice?! Io sono felicissimo! HAHAHA! Non vede come ride felice? EH EH??"
 
Sungjong tentò in tutti i modi di andarsene di lì, ma oramai era in trappola.
 
Il giovane ragazzo di quell'Host Club gli prese una mano, trascinandolo dentro quel locale, nonostante le ripetute lamentele di Sungjong.
 

 
Questa volta non sarebbe mai scappato da quel giovane Mago innamorato
e mai più di non essere felice si sarebbe lamentato.

 


 
 

T H E  E N D
×

 




Note dell'autrice
Ok, prima di tutto ringrazio chiunque abbia avuto il coraggio di leggere tutta questa infinita one shot (41 pagine di Word, gn). La fanfiction (se non si fosse capitato) è ispirata al "Mago di Oz", o comunque alcune parti (?). A tal proposito, il secondo titolo della fanfiction è preso appunto dall'opera e nella prima parte, le parti scritte in un corsivo diverso (?), sono sempre originali.
Che dire? Non so davvero perchè mai abbia scritto una cosa simile. Dato colpa al caldo. Demenzialità allo stato puro ma, nonostante possa sembrare una sciocchezza, c'è voluto anche abbastanza impegno (soprattutto per inventarmi tutte le rime di quelle canzoncine oscene.). Mi scuso per l'eccessivo disagio presente in questa fanfiction. INFINITE vi voglio bene. Non prendetevela a male--
E niente, non so quanti di voi leggeranno questo obbrobrio, quindi mi limito a scappare e a ringraziarvi ancora.
Per chiunque avesse voglia, io sono aperta a ricevere tutte le recensioni (anche cariche di insulti) /?

A presto con qualcosa di più serio;

Love you♡
Maggie
 
PS. Ho riletto solo una volta, quindi se è pieno di errori è colpa della mia beta reader ouo (alias mia sorella)(?).

 
 
 
 
   
 
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