Fanfic su artisti musicali > R5 (family band)
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Autore: persadiluke    13/06/2014    3 recensioni
Ma dai chi volevo prendere in giro? Ci ero cascata a tutte quelle cose che mi aveva detto. Le avrà ripetute pure a quella ragazza mezza rifatta. Ma dai chi volevo prendere in giro? Non era mezza rifatta, era davvero bella. Ma dai chi volevo prendere in giro? Pensavo davvero che fosse single? Lui? Ross Lynch? Il ragazzo più bello mai incontrato? Quello che come passatempo ballava? Quello che aveva degli occhi color cioccolato, dolce a cui non avrei mai fatto a meno? Quello con una risata che mi faceva rimanere incantata facendomi rischiare di sbavargli adosso? Quello con dei capelli talmente biondi che tra poco mi accecavano? Si, era lui, proprio lui, quello che alla fine era riuscito a rubarmi il cuore per poi farlo cadere rompendosi in mille pezzi, li aveva raccolti con dolcezza e poi me li aveva buttati addosso. E come al solito, mi ero innamorata della persona sbagliata accorgendomene troppo tardi. E come al solito, lui era felice e io ero distrutta. E come al solito, la mia supidità aveva avuto la meglio. E come al solito, avevo sbagliato tutto.
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Hope you like this, è la mia prima ff, capitemi HAHAH 卌
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ross Lynch, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminavo per le vie del mio piccolo paesino. Sui lampioni c’erano appese le decorazioni natalizie dato che tra due settimane sarebbe stato Natale. Guardavo le vetrine dei negozi che sorpassavo cercando i regali da fare il 25 di Dicembre. Vidi un negozio di gioielli e pensai che fosse il posto dove comprare  il regalo ideale da fare a mia madre. Entrai e notai immediatamente una collana con un cuore e delle perline, era perfetta. Senza esitare andai alla cassa e la comprai. Col passare del tempo trovai anche il regalo per mio padre, una bella polo rossa. Il problema era la mia migliore amica, Elise. Aveva dei gusti davvero difficili, e anche se mi aveva detto che andava bene qualsiasi cosa, io volevo farle un regalo davvero speciale. Passando in una piccola via vidi in lontananza un negozio di Tiffany. Porca vacca Tiffany in questo paesino che è gia tanto che abbia dei supermercati, starà andando in rovina. Decisi di entrare e dare un’occhiata. L’interno non era tanto male, le pareti erano del classico azzurro Tiffany e c’erano dei banconi che esponevano gioielli. Perche non prenderne uno per Elise? Andai a guardare il reparto braccialetti, lei non è la tipa da collane sbarluccicose. Trovai un braccialetto argento mmolto semplice con un cuore. Pensai che fosse adatto a lei e decisi di prenderlo. Non era un regalo tanto speciale ma sarebbe andato bene comunque. Tornai a casa e senza farmi notare con i sacchetti andai in camera mia e li chiusi nell’armadio. La mia casa non era un granchè. L’unica cosa buona era che aveva due piani, un bagno (potete immaginare mio padre) una cucina con un tavolo abbastanza grande e una sala anche questa della giusta misura con un divano e una poltrona che di solito usava mio padre mentre leggeva il giornale. La mia camera stava al piano di sopra come quella dei miei genitori e come il bagno. Aveva le pareti azzurrine (il mio colore preferito) e un letto matrimoniale, non chiedetemi perché, l’hanno comprato i miei. Comunque misi i sacchetti nell’armadio e mi buttai sul letto sfinita. Avevo appena passato la domenica pomeriggio a fare compere al freddo invernale. Mi alzai e andai alla finestra, tirai la tenda e guardai la casa dei nostri vicini, i Lynch. Famiglia di cinque figli con nomi che iniziavano tutti con la R. erano abbastanza strani, ma erano anche gentili e amichevoli. Per esempio la madre era molto dolce, a volte mi capitava vederla in giardino mentre curava i suoi fiori. O a volte sul balcone a standere i panni che aveva appena lavato. Il padre lo vedevo molto più spesso dato che lavorava con il mio di padre. Veniva da noi talvolta per prendere un the e discutere con mio padre di calcio o di altre cose da uomini, anche lui era molto gentile. Poi c’era Riker, il figlio più grande, era davvero bello, capelli biondi con un ciuffo che gli ricadeva sulla fronte, occhi marroni tendenti al verde. Era il principe dei sogni di Elise, anche se non ci aveva mai parlato seriamente, solo qualche “ciao” oppure “ehi come va?” cose del genere. C’era poi Rydel, l’unica femmina. Era davvero carina, anche lei bionda con occhi marroni. Con lei ci avevo parlato spesso dato che la incontravo in giro, e poi, essendo entrambe femmine ci capivamo di più. Rocky era il terzo. Al contrario degli altri due aveva i capelli marroni e lunghi, ma gli occhi rimanevano sempre marroni. Non ci avevo mai parlato con lui, Rydel mi raccontava che usciva spesso con gli amici e non gli piaceva stare in casa. Il quarto figlio era Ross. Ross Lynch, il mio futuro marito. Ero cotta di lui da un sacco di tempo, anche se io, come Elise, non ci avevo parlato molto. Aveva i capelli biondi e gli occhi color cioccolato al latte, dio quanto erano belli. Aveva un sorriso da mozzare il fiato e il fisico non era da meno. La sua camera è esattamente davanti alla mia, a volte lo vedevo che si toglieva la maglietta, e anche se non dovevo, rimanevo a guardarlo stando attenta a non farmi beccare. L’ultimo era Ryland. Anche lui non lo vedevo spesso, faceva ancora il liceo quindi dato che andava a scuola non lo incrociavo praticamente mai. Comuqnue, quando tirai la tenda vidi Ross in camera sua, che era intento a scegliere cosa mettersi. Eh si, era a petto nudo con un asciugamano alla vita. le goccioline di acqua gli scendevano sugli addominali, mi voleva morta. Alla fine decise di indossare un maglietta bianca con la scollatura a V e dei jeans. Quando lui uscì dalla camera io rimisi a posto la tenda dato che non avevo più niente da guardare.
Io lavoravo in una panetteria. La proprietaria si chiamava Roxy, era una donna sulla cinquantina e tempo fa cercava una ragazza che potesse aiutarla in negozio, cosi accettai. Avevo appena finito il liceo, e non mi avrebbe fatto male lavorare un po’, cosi avrei guadagnato un po’ di soldi e non avrei più chiesto molto ai miei genitori. Anche se sono figlia unica, non sono mai stata viziata, sono stata cresciuta come le atre ragazze e non mi credo affatto la più bella e importante.                                                              
“Julia vieni un attimo?” mia madre mi chiamò di sotto. Scesi e li vidi entrambi in sala, la mamma sul divano e mio padre sulla sua poltrona.                                      
“Si?” chiesi
“Ecco vedi, ti volevo solo dire che dovrai stare per un po’ dai Lynch”
“cosa?”
“vedi, tuo padre e Mark Lynch devono andare una settimana a Londra”
“bene..”
“e io ho un’offerta di lavoro per una settimana in una città vicino a Londra, quindi ho chiesto Stormie se poteva ospitarti per una settimana e mi ha detto che non c’è problema”
“si ma…”
“torneremo per Natale tesoro, stai tranquilla”
“ok, va bene”
“brava piccola, vai a preparare la borsa adesso, che partiamo domani”
“ok vado”
Salì in camera mia. Una settimana in compagnia di Ross Lynch, rischierò di sbavargli addosso se non mi tratterrò. Aprì l’armadio e presi i vestiti più belli che avevo: non potevo presentarmi in casa di quelli con vestiti da barbona, misi dentro pure 4 paia di scarpe, non si sa mai, qualche vestito e alla fine non ci stava più niente quindi presi un borsone di mio padre. Lo riuscì a riempire mettendo tutto l’essenziale, sembrava che stessi per partire per una guerra. Scesi in sala dove avrei cenato l’ultima volta per una settimana, e dopo sarei andata a casa dei Lynch.
Cenai leggera e andai a truccarmi per bene e a profumarmi. In sala mi aspettavano i miei genitori con le loro piccole valigie, loro spensero le luci e chiusero la porta a chiave.
“se hai bisgno chiama, d’accordo?”
“si mamma, tranquilla, non sto andando in una famiglia di vampiri assetati di sangue…”
“lasciala perdere, vieni qua” mio padre mi abbracciò calorosamente
“papà non state partendo per 5 anni, dovete tenere duro 7 giorni ce la farete!”
loro si misero a ridere, non era quella la mia itenzione, ma poi mi lasciarono da sola mentre se ne andavano con un taxi. Mi diressi verso la casa con le facciate rosse e quando arrivai davanti alla porta di legno caddi nel panico totale. Mi sistemai i miei capelli mossi di color marrone, e mi sistemai la sciarpa che avevo al collo. Premetti il dito sul campanello e dopo cinque secondi una donna abbastanza cicciottella con un sorriso stampato sulla faccia mi aprì la porta e non esitò nemmeno un secondo a farmi entrare per poi abbracciarmi. Accorse pure Rydel che, appena Stormie si staccò, mi abbracciò pure lei.
“come stai?” mi chiese appena si staccò
“bene grazie, te?”
“non c’è male, dai vieni ti presento gli altri”
“no, non c’è…” troppo tardi lei già aveva urlato e due biondi apparvero dalla sala.
“Hei Julia!” Riker mi si avvicinò e mi strinse la mano per poi abbracciarmi inaspettatamente
“Ciao Riker!” gli dissi sorridendo
“Ciao” mi disse Ross
“Ehi” gli risposi, non era un tipo che parla molto mi parve.
Scese anche Rocky che mi fece un cenno con la mano “Julia” mi disse poi.  Anche Ryland arrivò e in quel momento mi sentivo al centro dell’attenzione, e non mi piaceva affatto. Penso che Rydel se ne accorse perché ruppe il silenzio.
“Dai togliti la giacca e vieni che Riker ti mostra la casa” lui sorrise come se non stesse aspettando altro. Appesi la giacca all’appendiabiti e seguì Riker su per le scale.
“Ecco, qui c’è un bagno e laggiù infondo c’è l’altro, diciamo che quello è per le femmine”
“hahah ok”
“ok, qui c’è la tua stanza, posa la borsa e seguimi che ti mostro le altre stanze”
la stanza era davvero carina e accogliente, c’era un letto al centro della stanza, una piccola scrivania e un armadio abbastanza grosso, una piccola finestra si affacciava sul giardino. Posai la borsa e andai affianco a Riker.
“ok allora, qui di fianco alla tua camera c’è la mia e di fronte quella di Ross. Difianco a quella di Ross c’è quella di Rydel e di fianco alla mia quella di Ryland. Hai capito? Quellla dei miei, invece è laggiù infondo vicino al bagno”
“ha capito, grazie Riker”
“trovami un soprannome ti prego, essere chiamato Riker mi da sui nervi”
“ok ci penserò sta notte”
“ok notte Ju”
“notte….. Rik”  lui sorrise per il nuovo soprannome che gli avevo dato, e dopo un bacio sulla guancia mi girai per andare in camera. Entrai e chiusi la prta buttandomi sul letto. Mi alzai poi per prendere il necessario per andare a cambiarmi quando qualcuno bussò alla mia porta. Andai ad aprire e mi ritrovai Ross a petto nudo., dio Julia calma, inspira, espira.
“scusa il disturbo ma mia madre mi ha detto di dirti che se hai bisgno devi venire da me o da Riker che siamo qua vicini ok?”
“si certo, grazie”
“di nulla, buona notte Julia”
“notte Ross” cosi andai in bagno con un sorriso da ebete stampato sulla faccia: mi aveva dato la buona notte!

Hey Bitches I'm bacckk
ok no, non so cosa mi è preso, non volevo chiamarvi bithces.
cooomunque, ecco qua il primo capitolo (se si può chiamare così) della mia storia (se si può chiamare così).
Che dire, il capitolo è cortissimo, lo so, pietà, hahah.
no solo che vorrei vedere se almeno a qualcuno interessa così che evito di postare capitoli
senza poi che nessuno li legga :)
Lo so che potrebbe non interessarvi, il primo capitolo è appastanza penoso, lo so hahah,
ma poi i prossimi saranno migliori (si spera).
scusate per gli errori, oggi ho incominciato gli esami e non sono riuscita a controllare gli errori. Perdonatemi.
BYEEE
Hemmings xx

  
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