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Autore: Believed    13/06/2014    0 recensioni
Solita vita noiosa, ogni giorno solita routine. Questa è la storia di Stefany, una ragazza di 15 anni, capelli lunghi castani; non è mai stata una ragazza invadente, troppo solare. E' una ragazza abbastanza timida, chiusa, che si è dovuta trasferire da Melbourne, in Australia, a Sidney. Stefany ha sempre sognato di trasferirsi in una delle metropoli più belle dell'Australia, e nel momento meno opportuno, il suo 'sogno' si avverò. Stefany, dovette così lasciare il suo college, il suo fidanzato Jake, la sua solita vita, ricominciando tutto da capo.
Ma un giorno, non appena si svegliò nella sua nuova casa...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non appena notai la scritta sul display del mio iphone 'Jake', tutto d'un fiato risposi. Era la prima volta che lo sentivo dopo che mi ero trasferita a Sidney. "Amore" dissi senza neanche ascoltarlo. Mi mancava terribilmente. "Hey piccola" ribattè lui, con voce dolce e delicata. "Sono appena tornato a casa, e ho appena letto i tuoi messaggi, visto i tuoi video ed ascoltato le tue note vocali. Ti prometto che presto ci vedremo, e che ti verrò a trovare a Sidney. Devo andare piccola, c'è una festa nel locale affianco alla scuola. Ci sentiamo presto, ciao" e riattaccò la telefonata. Rimasi sorpresa non appena mi disse che c'era una festa vicino alla scuola, ma non ci pensai troppo. Mi alzai dalla panchina e tornai a casa. Aprì la porta e notai mia madre che stava parlando al telefono. Non le domandai nulla, mi diressi velocemente in camera e incominciai a mettere a posto qualche scatolone, dando un senso alla mia camera.
Non appena finì del tutto la mia camera, rimasi sorpresa del lavoro che avevo fatto, e così decisi di andare a fare un bagno caldo. Non appena entrai nella vasca mi addormentai.
Mi risvegliai alle sei del pomeriggio; decisi allora di asciugarmi i capelli e di stare un po' con mia madre.
Corsi allora al piano di sotto, e la vidi indaffarata nel preparare la cena. "Mamma, hai mica bisogno?" le chiesi. "Amore, ti sto preparando la cena. Io fra poco devo andare a lavoro, sai oramai che io lavoro solo di tardo pomeriggio e di sera." disse con voce dispiaciuta. "Si mamma, ne abbiamo parlato in aereo. Non preoccuparti ora di me, va a prepararti e va a lavoro, ci penso io qua." le dissi, rassicurandola. Allora lei mi baciò la fronte, si andò a cambiare e uscì di casa.
Ero rimasta in cucina, sola. Decisi così di ordinare una pizza e di gustarmela in salotto, sul divano. Dopo una ventina di minuti suonò il campanello. Andai ad aprire e mi ritrovai davanti Calum. "Và in camera a cambiarti, ti porto fuori stasera insieme ai miei amici." disse con tono infastidito. "Se sei così infastidito, perchè insisti nell'uscire con me?" dissi altrettanto infastidita. "Boh" disse lui, abbassando piano la voce. "Comunque non posso uscire, ho ordinato una pizza e volevo riposarmi." dissi alzando il tono della mia voce. "Ti ho detto di andare a cambiarti." disse serio. Non esitai. Corsi allora in camera da letto e scelsi un paio di pantaloncini corti di jeans, con delle collant nere sotto; una maglietta a maniche corte nera e lasciai i capelli sciolti. Scelsi le mie adorate Vans rosse, e raggiunsi Calum. "Mi aspettavo qualcosa di più, però mi accontenterò." disse sbuffando.
Non appena uscimmo di casa, notai una macchina grigia davanti ai nostri occhi, con 2 ragazzi seduti dentro. Uno aveva l'aspetto di un alcolizzato: aveva i capelli tutti sparati all'aria e lo sguardo perso nel vuoto. L'altro invece mi sembrava abbastanza normale: aveva un pearcing nel lato sinistro del labbro inferiore, capelli biondi lasciati in alto, come a ciuffo. Mi sembrava quello più normale.
Entrammo in macchina. Calum mi fece sedere affianco al ragazzo alcolizzato. Che fortuna.
"Dove stiamo andando?" domandai innocente. "Lo saprai dopo, sta' zitta." mi rispose quello che mi sembrava il ragazzo più normale. "Io mi chiamo Luke." ribattè lui. "Io sono Michael." rispose quello che sembrava alcolizzato, fingendo un sorriso.
"Calum andiamo da Ashton?" domandò Luke. "Si, almeno a casa sua non c'è gente e possiamo fare ciò che vogliamo." rispose Calum, infastidito. "Ah ma quindi tu sei sempre infastidito eh?" risposi altrettanto infastidita. "T'ho detto di stare zitta!" rispose Luke. Il viaggio durò una decina di minuti, i quali furono silenziosi.  Calum smise di guidare non appena entrammo in una via alquanto deserta. "Ma te sei dark?" mi domandò non appena scendemmo dal veicolo. "No. Non lo sono. Ma amo il nero." risposi infastidita. "Anche io lo amo." continuò lui.
In lontananza vidi un ragazzo camminare in contro a noi. "Hey amici!" urlò salutando Calum, Michael e Luke. "E chi è sta qua?" chiese Ashton. "E' la mia ragazza." rispose Calum.
Lo fulminai con lo sguardo e rimasi zitta. Non capivo il motivo della sua risposta, ma non ci pensai troppo. Entrammo nella presunta casa Irwin, la casa di Ashton. Era una casa in stile antico al piano terra, e quando salivi le scale cambiava tutto. Il piano di sopra, quello che ospitava la camera di Ashton era tutto in stile moderno, punk. Rimasi sorpresa, ma non feci in tempo a domandare niente che entrammo in una sottospecie di salotto. Luke e Calum si sedettero su un divano grande, Michael si sedette su una poltrona, e io rimasi in piedi come un'ebete. "Hai bisogno di qualcosa?" mi domandò Ashton. "Un bicchiere d'acqua, grazie." risposi intimidita. "Acqua? Scherzi?" mi rispose ridendo. "Lascia stare." risposi scocciata.
"Quindi voi vi passate il sabato sera chiusi in questa casa a fare...nulla?" domandai ai quattro ragazzi che mi fissavano. "Aspettiamo l'ora giusta per andare in giro, piccola." mi rispose Luke. Calum lo fulminò con lo sguardo e gli bisbigliò qualcosa, che purtroppo non riuscì a capire. "Sentite io devo andare in bagno." commentai. "Ti accompagno io." rispose Calum. Si alzò di scatto dal grande divano, mi prese per mano e mi accompagnò al piano terra. Mi lasciò davanti alla porta del bagno, lasciando scivolare la mia mano. "Ti aspetto qui." disse Calum. "Mica ci sono i mostri, torna dai tuoi amici stupido." risposi seccata. "Io ti aspetto, sta' zitta e entra." continuò, infastidito. Mi limitai a sbuffare e a entrare nel bagno. Era un bagno tutto bianco. Mobili, pareti.. tutto bianco. 'Che schifo' pensai fra me e me. Odio il bianco. Amo il nero. E' come odiare il giorno, ma amare la notte. Peccato che quella notte la stavo incominciando ad odiare. Ero in casa di un perfetto sconosciuto, con altri tre perfetti sconosciuti.. meraviglioso.
Uscì dal bagno, e Calum mi riprese la mano. "Piccola, ho parlato con Ashton e Michael. Io, te e Luke andiamo in un posto ora, loro rimangono qua." mi disse, ridendo.
"In un posto? tipo?" risposi.
"Questo lo scoprirai dopo. Cos'hai, paura?" mi domandò. "Paura di te? di Luke? Ma perfavore. Non fate paura nemmeno alle galline." dissi sbuffando. Uscimmo dalla casa e mi sentì sollevata perchè mi ero sbarazzata di Michael, non mi sono mai piaciuti gli alcolizzati, figuriamoci lui. Mi intimoriva un po', ma non ci davo troppo peso: avevo altro a cui pensare.
Stavo camminando mano nella mano con Calum, e non ne capivo il motivo; ma per fortuna durò poco il tragitto, perchè Luke si fermò davanti ad un locale che si chiamava 'The crazy night'. Era un locale pieno di gente. Non appena entrammo, un signore non molto anziano salutò Luke. "Hey ragazzo, questa visita?" domandò. "Sono con Calum e una mia amica. Ci andiamo a sedere laggiù." disse indicando il tavolo. "Non ti preoccupare per noi, Henry. Non prendiamo nulla." disse Calum. Il signore si limitò ad annuire e a sorridere.
Non appena ci sedemmo nel tavolo, Calum andò in bagno e rimasi con Luke.
"E quindi sei la ragazza di Calum?" mi domandò.
"No. Non lo conosco nemmeno. Io sono già fidanzata. Mi sono trasferita da poco da Melbourne, ed è lì che vive il mio ragazzo." dissi scocciata.
"Come mai ti sei trasferita?" mi domandò.
"Vuoi sapere troppe cose. Senti, io ora devo andare, ciao" dissi, e velocemente uscì dal locale.
Presi il telefono, le mie cuffiette, e ascoltai la mia playlist di musica. Arrivai a casa, mi sedetti sul letto. Sentì il telefono vibrare, era un messaggio.

ore 23:45, Numero Sconosciuto.
'Perchè te ne sei andata? Non dovevi farlo.'

 
  
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