Era una mattinata come le altre; si era svegliato con gli occhi da gatto di Magnus che lo guardavano incessantemente ma con una dolcezza particolare che gli provocava un lungo brivido che gli correva su e giù per la schiena sembrava che la monotonia, quella vita di sempre, non sarebbe mai cambiata ma ora tutto questo stava per diventare nostalgia.
“Buongiorno, Fiorellino” disse Magnus. ‘Fiorellino’ non era di certo il soprannome preferito di Alec ma lo stregone pronunciava quel nomignolo con tanto sentimento che il Nepihilim non aveva il coraggio di dirgli che lo irritava un po’ .
“Buongiorno, Micio” rispose allungandosi verso  il suo ragazzo e baciandolo sulla fronte ancora stracolma di brillantini, si stiracchiò e uscì dal letto e si diresse verso la cucina; accese il fornello e ci mise sopra la pentolina con il caffè  avanzato dalla colazione precedente e preparò le tazze.
Una giornata come le altre pensò, esatto… proprio come le altre.