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Autore: minnybelieber    13/06/2014    1 recensioni
Violet è una ragazza di soli 17 anni, che deve affrontare una vita dura, pericolosa e piena di ostacoli,
senza avere l' appoggio di una VERA famiglia.
Ma...poi incontrerà lui, il ragazzo che le cambierà la vita,la luce che farà splendere il cuore scuro di Violet.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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... Aprii gli occhi,erano le 2 del mattino,vidi la sagoma di mia madre barcollare davanti a me.

Era ancora una volta ubriaca.

-Mamma, che vuoi?-

-Io...ti voglio bene figliola mia.- disse lei  singhiozzando.

-Cosa? Mamma vai in camera tua a dormire.-dissi io stufa dei sui comportamenti.

Mi alzai per portarla in camera sua a dormire, ma appena arrivai nel corridoio, vidi un tizio
(ubriaco) che sicuramente stava aspettando mia madre...

-Questo è...Mark...il mio ragazzo.- disse lei.

-Bè, ma sarò il tuo fidanzato solo per questa sera.- disse quel pezzo di merda.

Io lo guardai storto.

-Ascolta mamma sono stanca! se ogni notte ti devi scopare qualcuno, almeno non svegliarmi.-

-Ehy!  Perchè urli? Io ti sento bene,hahahaha.- disse lei cadendo sulle gambe di quell' imbecille.

-Se vuoi ti do' qualche dollaro, se lasci me e tua mamma soli, perchè sai, vorremo fare qualche lavoretto insieme.- disse quel coglione.

Ero schifata, volevo vomitare.

Non sapendo fin quale punto avrei ancora resistito a non piangere, presi la mia giacca e uscii.


Nel vicolo buio e deserto che stavo percorrendo, scoppiai a piangere.Ero troppo stanca.
Stanca del mondo.
Stanca di vivere.
Stanca di mia mamma.
Stanca del mio lavoro.
Stanca della scuola.
Stanca delle persone.
Stanca di me stessa.

Quanto avrei voluto in quel momento un' abbraccio di mio padre, che ormai era su nel cielo.

No, mio padre non è morto, odio usare quella parola, mio padre è in cielo, tra gli angeli...
quello è stato sempre il suo posto.

La mia vita non aveva più un senso...

Ma la domada che mi porgo sempre è...

LA MIA VITA HA MAI AVUTO UN SENSO?

La risposta? 

Sì, la mia vita AVEVA un senso...





Quando avevo 11 anni, io, mio padre e mia madre, vivavamo in una cittadina di San Francisco.

Eravamo la famiglia più felice in questo pianeta, avevamo una casa gigantesca, con piscina, giardino e cose varie, ma...a rovinare tutto fù mia madre.

Lei non voleva più fare la moglie, (nemmeno la mamma) e iniziò a tradire mio padre.

Mio padre era un' uomo che perdonava, perdonava, perdonava e perdonava...
ma quando è troppo è troppo.

Dopo aver diviorziato, si è trasferito in texas e si è risposato.
Io adoravao ( e adoro) mio padre, non voleva lasciarmi con mia mamma, allora ha deciso di portarmi con lui, ma la sua nuova moglie non mi accettò, ed ero sempre io la causa dei loro litigi.

E...quella bastarda della mia matrigna ha detto a mio padre che doveva scegliere tra me o lei.

Non mi va di ricordarmi ciò che mio padre mi disse quella sera,ma non dimenticherò mai quel suo sguardo,così dispiaciuto,così triste,così oscuro...

Comunque,dopo due mesi,mi ritrovai con mia madre in una specie di sgabuzziono.

Lei viveva grazie ai soldi che le mandava papà, anche se lei viveva solo di alcool,
droga e sesso.

Ma che potevo fare? Ero solo una 14enne, una sfigata, che aveva una madre che non sapeva della sua esistenza.

Lei  fù chiusa in carcere per qualche mese, ma ormai  avevo 15 anni e sapevo cavarmela, il giorno stesso in cui  mia madre uscì dal carcere, ebbi la notizia più brutta della mia vita...

Mio padre era...era...volato in cielo per colpa della mia matrigna che l' aveva ammazzato a coltellate. (era una psicopatica)

Da quel giorno la mia vita iniziò a perdere senso...

Io e mia madre non avevamo  soldi per andare in texas per il funerale

 (non ho ancora mai visto la tomba di mio padre).

Però dopo qualche mese, io e lei ci eravamo trasferite a Manhattan,un quartiere di merda di New York.

Affittammo un piccolo appartamento sopra una discoteca, a patto che io ci avessi lavorato.

Certo, io, una ragazza che ha soli 16 anni, dovevo lavorare in una discoteca come cameriera, per mantenere un' apartamento,mia madre, la scuola, e...bè me stessa,ma questa era la cosa meno importante.

Iniziai a lavorarci. Era una tortura.
La mia giornata tipo è questa:

Mi alzo alle 5 del mattino, preparo la colazione a mia madre, mi faccio la doccia, poi vado a scuola, torno a casa solo alle 4 di pomeriggio, preparo il pranzo per mia madre e per me, poi faccio i compiti e alle 7 scendo in discoteca e mi metto dietro al bancone lavorando come una matta fino alle 2 del mattino.

La cosa che mi fa più incazzare è che tutti i bastardi del quartiere conoscono mia madre, quindi credono che anche io sia come lei, ma io non sono come lei...io sono diversa.

MA CHI SONO?...





Mentre camminavo per quel vicolo, vidi puttane sotto i lampioni che aspettavano la prima macchina che si fermi, barboni che sembravano morti, ragazzi che si sniffavano roba,

coglioni che credono di essere figi...
Continuai a guardare le faccie di tutti questi, ma...
NON SORRIDEVANO...

Ormai neanche io sorridevo più ,non c' era ragione per sorridere, non avevo più quel sentimento che ti spinge a sorridere...mi ero dimenticata come si faceva.

MA QUANTO CAZZO FA CAGARE QUESTO MONDO!

-Hey Violet! Aspettami!- disse Cris dietro le mie spalle.

Mi voltaii  e lo vidi correre verso di me,ero felice che lui fosse lì.

Cris è il mio migliore amico (e unico) l' ho conusciuto il primo giorno quando ero venuta a New York, è speciale per me, lui mi capisce, lui mi da sempre una spalla (su cui piangere) è un fratello per me...

-Hey bellezza.Che ci fai a quest' ora fuori?- disse lui mettendosi davanti a me.

Non riuscii a parlare, se avessi aperto bocca avrei incominciato a piangere.

-Tua madre vero?- disse lui.

-Il mondo...- dissi io cadendo nelle sue braccia.

-Piccola...non piangere...sai che io sono vicino a te- disse Cris baciandomi i capelli.

Ci sedemmo su una panchina,illuminata da una luce a dir poco mongola.

-Dimmi che cosa hai...se qualcuno ti ha fatto qualcosa giuro che gli spacco il muso-

-La gente...la gente...il mondo...perchè? perchè ce l' ha su con me?-

-Violet, il mondo non ce l' ha su con te.- 

-Ma perchè mi va tutto storto nella vita?-

Ci fù un' attimo di silenzio...

Mi asciugò le lacrime e poi mi portò la testa sul suo petto.

Ancora sielnzio...

-Io ti stimo...tu sei un esempio per il mondo...sei forte come una tigre,non farti abbattere.-disse lui guardando un punto fisso nel terreno.

-Io non sono forte. E' solo un' illusione.-

-Tu sei fortissima, sei una roccia, che nessuno è capce di rompere, ora basta piangere.-
Mi alzò la testa e mi abbracciò.

Dopo qualche minuto, mi calmaii e iniziammo  a ridere e scherzare.

-Guarda lì, c'è un cammioncino dei gelati!- dissi io urlando come una pazza.
-Ma che cazzo ci fa un cammioncino dei gelati qui,alle 3 del mattino?-

- Non lo so, ma io voglio un gelato!- dissi  trascinandolo per un braccio.

Il gelataio non sembrava tanto sobrio (come il resto delle persone di quel quartiere)

-Ditemi...-disse lui fumando una pipa.

-Vorremo un gelato al cioccolato e uno al limone- disse Cris.
-Ok- 
Dopo aver pagato, ci recammo ancora in quella panchina.

-Vuoi assaggiare?- dissi io porgendogli il mio gelato al limone, non avevo schifo di lui, io e Cris eravamo fratelli.

-Grazie piccola.-

-Guarda sul marciapiede quante puttane...-disse lui indicando l' altra parte della strada.

-Hahahaha...quale ti piace di più.-chiesi io.

-Quella a destra è troppo cicciona,ehm...quella in mezzo è troppo'' puttana''...forse quella a sinistra è la più ok, ma ricordati che io non dovrei fare discorsi del genere perchè sono fidanzato.- disse lui tenendo fra i denti il bastoncino del gelato.

-Cris, scusami, ma...Melissa ti sta solo usando.- disse io.

-Forse avrai anche ragione,ma io amo Melissa,non riesco a vivere senza di lei.-

-Lo so...ma sei il suo zerbino, e io non sopporto i suoi comportamenti così da cogliona.- dissi.

-Senti, cambiamo argomento...tu...ehm non vorrsti avere un fidanzato?- mi chiese lui sapendo già che la mia reazione non sarebbe stata positiva.

-Cris, sai che ne penso, non ho bisogno di nessuno! Io sono  nata sola, e morirò sola, a me basta che tu sia a mio fianco.-

Lui fece una faccia commossa e mi abbracciò.

-Minchia! Sono già le 5 dela mattino, devo andare...- dissi io guardando lo schermo del telefono.

-Hey! Ma è domenica non devi andare a scuola...hahahaha.-

-E' vero,ma che scema che sono,sai mi sono abituata a fare una vita di merda, quindi per me non è mai domenica.- dissi io ridendo.

-Dai,vieni a dormire a casa mia.- mi disse lui, andavo a dormire da lui molte volte, 
adoravo il suo appartamento.

-Ok- dissi io.


ARRIVAMMO DAVANTI A CASA SUA...

-Ecco...entra, scusa il disordine ma...ieri Melissa ha invitato dei suoi amici, che mi hanno messo sotto sopra la casa.- 

-No tranquillo. Sono esausta.- dissi io buttandomi sul divano.

-Vuoi una birra?- mi chiese lui

-Mooolto volentiri-

Si sedette vicino a me e accese la tele.

-Giochiamo a monopoli?- mi propose.

Io lo guardai male.

-Dai...ti prego.- insistette lui.

-Hahahahaha, tu sei veramente strano.- dissi io.

Iniziammo a giocare, stavamo scoppiando dal ridere.

ERO FELICE...



CIAOOOOO!!!!!!!! COME STATE?
ECCOCI ANCHE QUA,CON QUESTA NUOVA STORIA...

SPERO CHE VI PIACCIA IL PRIMO CAPITOLO.

SCUSATE GLI ERRORI,MA SONO LE 11 E IO SONO PRATICAMENTE UBRIACA (SCHERZO)
DOVREI ESSERE A LETTO,PERCHE' DOMANI HO LA RPIMA PROVA SCRITTA DI ITALIANO...
SONO STRAAAAAAAAAAA AGITATA .
INCROCIATE LE DITA PER :)
ORA DEVO SCAPPARE,PERO' PER FAVORE,LASCIATEMI TANTE RECENSIONI, MAGARI DITEMI CHE NE PENSATE DELLA STORIA,DEI PERSONAGGI, E DATEMI QUALCHE CONSIGLIO... GRAZIEEEEEEEEEEEE

P.S. VI HO MESSO UNA FOTO DI MANHATTAN, IL QUARTIERE IN CUI VIVE VIOLET!!!!!!!!!!!

CI VEDIAMO PRESTO!!!!!!!!!!  (AGGIORNERO' OGNI VOLTA CHE RAGGIUNHERO' LE 50 VISITE) VI ASPETTO NUMEROSIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII.
BACIONIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII......................................................











 
  
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