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Autore: Oducchan    14/06/2014    3 recensioni
Espira, piano, sforzandosi di controllare i propri polmoni per non incespicare e finire col soffocarsi, anche se pensare è difficile, in quelle condizioni, e...
E non c'è spazio, Nagisa-kun, siete troppo scomodi, forse è meglio non insistere.
[NagiRei]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Queen of the lower court 
Prompt: Posizione scomoda - by anonimo on The Flash Point
Titolo: It's like I love the trouble
Personaggi:  Rei Ryugazaki, Nagisa Hazuki
Pairing: NagiRei
Genere: slice of life, introspettivo, sentimentale
Avvisi: NN
Rating: arancione perché anche se non vedete nulla si sottintende che, uhn, siano impegnati ù.ù
Note:
Buongiorno fandom! Sono tornata a rompervi i coglioni a intrufolarmi nella sezione, che l'anon-chan lassù non mi ha lasciato un fandom o una coppia e quindi io ho optato per la prima cosa che mi è venuta in mente (la seconda, a dirla tutta, ma non stiamo a specificare XD)
Dunque, è la mia prima NagiRei, non sono molto sicura di averli delineati bene che, uhn, è la prima volta >.< e non so se mi sono usciti giusti, forse Rei è troppo impostato e Nagisa troppo melanso, ditemi voi, va bene? çAç Accetto qualunque consiglio al riguardo >.<
(Per l’ambientazione. Non so se siete famigliari con le piscine, perlomeno pubbliche, ma ho visto in giro che quasi tutte hanno quegli scomodissimi spogliatoi, con le ante che si chiudono con le leve…questi aggeggi, ecco. Siccome è passato tanto tempo da quando ho visto Free, io personalmente non mi ricordo più come avessero organizzati gli spogliatoi, casomai fossero errati mi perdonate, vero? >.<)

 


Its like I love the trouble



Espira, piano, sforzandosi di controllare i propri polmoni per non incespicare e finire col soffocarsi, anche se pensare è difficile, in quelle condizioni, e...
Bonk.
-Ouch!-
Nagisa si decide a lasciargli andare la spalla. Tira su il capo –le labbra socchiuse lucide di saliva- e sbatte le palpebre, preoccupato.
-Tutto bene, Rei-chan?-
No, non va tutto bene. Non va affatto  tutto bene. È la quarta volta che le ginocchia gli scivolano e sbattono contro il pianale dello spogliatoio, e finirà col trovarsi i polpacci pieni di lividi, oltre che le spalle ricoperte di succhiotti. Per non parlare del fatto che se piega troppo in avanti il capo, finisce col dare una capocciata dietro l’altra contro la parete; e se lo inclina indietro, a parte assestarne altrettante alla superficie opposta, il fatto di avere, seppure sia minimo, uno spazio alle proprie spalle gli fa bruciare i muscoli per lo sforzo.
E già i muscoli gli fanno male di per sé, dopo l’allenamento, se vi somma quello più il contrarsi disperato del suo fondoschiena per adeguarsi alla nuova intrusione... è un inferno.
È un inferno, perché non c’è spazio, lì dentro, e deve stare attento al più piccolo movimento, che se per disgrazia le cosce smettessero di reggerlo potrebbero seriamente rompersi qualche osso, tutti e due, a divincolarsi in uno spazio così angusto.
Ma Nagisa è lì che lo guarda con quel suo sguardo vagamente implorante, vagamente adorante, quelle malefiche iridi magenta che non lo mollano nemmeno un istante, e Rei annuisce, inghiottendo lo sconforto e sistemandosi meglio cavalcioni del suo bacino.
Nagisa si schiude in un sorriso entusiasta, così dolce e innamorato che gli tocca distogliere lo sguardo e tornare a concentrarsi sul proprio respiro per non ritrovarsi a boccheggiare con in bronchi in fiamme, e poggia le labbra sui tendini tesi del suo collo, suggendo piano la pelle. Chiude gli occhi, provando a rilassarsi e a lasciarsi avviluppare dalla sensazione che quel semplice gesto gli scatena nel petto, stringe le dita tra i capelli biondi assaporandone la consistenza setosa ed inspira il loro profumo...
Bonk.
-Rei?!?-
Rei espira, trattenendo a stento un imprecazione di dolore all’ennesima botta. Poi decide di averne abbastanza.
-Nagisa-kun, così è troppo scomodo. Non va bene. Non possiamo aspettare fino a casa?-
L’altro mette su un’espressione terribilmente costernata, l’aria felice e spensierata che si spegne annacquandosi nel senso di colpa con una rapidità tale che Rei si pente subito di aver parlato. Vorrebbe scusarsi, dire qualcos’altro, provare a giustificarsi o suggerire di proseguire lo stesso, che fa niente, ma invece  Nagisa di colpo lo prende per i fianchi e lo solleva come se non pesasse nulla e un battito di ciglia dopo si ritrova seduto, con le gambe ben aperte e il suo corpo minuto e slanciato incuneato tra esse.
-Così va meglio, Rei-chan?- soffia, il demonio, a un palmo dal suo viso, così vicino che può perdersi nelle zigrinature delle sue iridi e nel buio delle sue pupille, e il suo fiato è così caldo da fargli girare la testa e non sarà ottimale come il materasso del suo letto ma forse è un po’ meglio, probabilmente.
Però non risponde, o almeno ci prova ma senza successo, Nagisa gli sprofonda dentro e non riesce a parlare.
Geme.
È  decisamente meglio.
   
 
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