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Autore: RobyLupin    14/06/2014    2 recensioni
[3+1, Malec, no spoilers oltre Città di Vetro]
Tre modi in cui Magnus e Max avrebbero potuto conoscersi, e un funerale.
"La prima volta che Max incontrò uno Stregone aveva nove anni e mezzo e si era perso."
Genere: Angst, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Max Lightwood
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il capitolo tanto temuto, ovvero quello canon, ambientato la notte prima del funerale di Max. Scriverlo non è stato bello, soprattutto quando ad una certa è partita 'I want to holdyour hand', versione di Chris Colfer, che spacca il cuore e lo calpesta allegramente <3 Se non l'avete mai sentita, andate su youtube e cercatela, è l'amore <3 Amaro, ma l'amore <3

 

Ah, un buona (?) notizia: Max ha continuato a fissarmi, negli ultimi giorni, sbattendo il piedino e fissandomi con fronte corrugata e braccia incrociate al petto, perché sentirsi ignorato, a quanto pare, non gli piace. Così ho finito per scrivere un capitolo in più, che verrà presto betato e postato. Perché amo farmi del male, pare. <3

 

Grazie come sempre per le recensioni lasciate <3

 

 

 

 

+1.

Alec era seduto sul tetto della casa che i Lightwood avevano occupato dopo l'attacco alla città quando Magnus riuscì finalmente a raggiungerlo. Prese posto in silenzio accanto a lui, rivolgendosi nella sua stessa direzione: il buio della notte era fiocamente illuminato dai lampioni di stregaluce, che gettavano un'aria lievemente lugubre sulle strade deserte sotto di loro; in cielo, le stelle luccicavano come sempre, indifferenti.

Come mi hai trovato?”

Ti piacciono le altezze,” rispose, e fece spallucce. “E dubitavo avresti voluto allontanarti dalla tua famiglia in questo momento; era il posto più logico in cui cercarti.”

Si voltò ad osservarlo, il suo profilo ben visibile ai suoi occhi da gatto anche con la tenue luce notturna – perfetto nonostante la tristezza che irradiava, come sempre lo era stato per lui. Vide Alec sorridere senza allegria e gettare la testa all'indietro, verso le stelle, e sentì il suo cuore creparsi.

A New York non si vedono,” commentò, assorto. “Mi chiedo se Max ci pensasse quando era qui ad Alicante, se non avrebbe preferito crescere in un posto così rispetto ad una città sovraffollata e troppo luminosa. Ma ormai non credo lo sapremo mai, no?”

Allungò una mano tra di loro e sfiorò la sua, chiedendo il permesso: non era sicuro che fossero di nuovo in buoni rapporti, chi sapeva come avrebbe reagito ad un contatto in quel momento?

Invece, Alec voltò la mano e intrecciò le loro dita, stringendo con forza.

Avrei dovuto restare con loro,” disse infine. “Forse così avrei potuto fermare Sebastian.”

Oppure avrebbe ucciso anche te.”

L'altro scosse la testa con rabbia.

Sono il fratello maggiore, Magnus. È tutta la vita che li difendo, avrei dovuto farlo di nuovo. Invece ho fallito,” il viso gli si rilassò, le spalle gli caddero e lo stregone poté vedere gli occhi farsi improvvisamente lucidi.

Nella sua lunga vita, Magnus aveva visto morire tante, troppe persone che amava – l'ultima solo pochi giorni prima, quando era toccato a Ragnor. Alec no, e Magnus ricordava fin troppo bene il dolore straziante che ti colpiva quando perdevi qualcuno per la prima volta, come pareva distruggerti. Importava poco che i Nephilim crescessero con la consapevolezza della morte che aleggiava costantemente sulle testa di tutti i loro simili: Max aveva avuto solo nove anni, non era grande abbastanza per i primi marchi, né per iniziare ad allenarsi seriamente. Era un bambino. Nessuno era mai pronto davvero quando toccava ad un bambino.

Portò una mano sulla sua guancia, voltandolo verso di lui e fissandolo negli occhi.

Non è stata colpa tua, Alec,” disse, scandendo bene ogni parola. “So che ora non ci credi, e che passerà molto tempo prima che tu possa farlo, ma è così. L'unico colpevole è Sebastian – non Isabelle, di certo non tu,” gli accarezzò una guancia, asciugando una lacrima che era sfuggita nonostante l'autocontrollo che il ragazzo cercava di imporsi. Magnus odiava quando Alec sopprimeva quello che provava – non era bravo a farlo, andava contro la sua natura, e lo faceva solo soffrire più del necessario.

Inclinò la testa di lato e socchiuse gli occhi.

Vorrei poter fare qualcosa per te ora.”

Non aggiunse che avrebbe voluto essere in grado di far sparire il dolore che stava provando, o che avrebbe preferito essere lui quello fatto a pezzi e calpestato. Né che ora era lì, e non si sarebbe più mosso, che l'avrebbe difeso fino alla morte – quello che non poteva fare per se stesso, impegnato com'era a proteggere tutti gli altri. Che, se glielo avesse permesso, avrebbe condiviso la sua sofferenza, perché gli anni gli avevano insegnato che in due era più facile da sopportare.

Non lo disse, ma Alec doveva averlo scorto nel suo sguardo, perché improvvisamente la facciata crollò, pezzo per pezzo, e le lacrime iniziarono a scendere copiose sul viso contratto. Afferrò con una mano la sua giacca e la strinse con forza mentre affondava il viso nel suo petto. Magnus gli circondò le spalle percosse dai singhiozzi più forte che poteva e gli baciò la nuca.

Non avrebbe saputo dire quanto tempo passarono in quella posizione prima che il respiro di Alec si facesse più regolare; probabilmente sempre troppo poco, secondo l'opinione di Magnus, ma quando nasci in una famiglia di guerrieri il tempo per piangere liberamente scarseggiava. Per qualche motivo, la cosa lo riempì di tristezza perché, per uno abituato a vivere i propri sentimenti sempre al massimo, gli parve che i Nephilim fossero troppo duri con i loro simili in lutto. Ma forse era giusto anche così, quando non potevi avere il lusso di una tregua nella lotta costante contro i demoni. Forse era l'unico modo per sopravvivere.

Sentì Alec separarsi da lui; tirò su col naso e si asciugò la faccia con le mani, distogliendo lo sguardo.

Mi spiace per la maglietta.”

Magnus alzò le spalle, indifferente.

Era della stagione passata, comunque. Non avrei mai messo l'ultimo Armani per venire in zona di guerra.”

Ad Alec sfuggì una risata; fu breve e appena accennata, ma a Magnus, che non l'aveva ascoltata per giorni e giorni, parve il suono più bello di sempre.

Lo ucciderò, sai?” il suo tono era freddo, quasi crudele, che stonava nella voce di una persona così piena d'amore come era l'Alec che Magnus aveva imparato a conoscere, ma non riusciva davvero a stupirlo: quando un Nephilim amava, lo faceva per la vita; quando odiava, anche. Era una razza talmente passionale, talmente priva di mezze misure, che non si sorprendeva lo affascinasse così tanto.

Lo so,” disse. “Da parte mia, preferirei che non ti avvicinassi a Sebastian con un palo di dieci metri, sia chiaro. Ma lo so.”

O lo farà Jace. Chiunque dei due arrivi prima. Ma lo uccideremo.”

Lo sguardo di Alec pareva assente quando si voltò di nuovo, ma Magnus riusciva a vedere la determinazione ferrea che aveva imparato ad associare agli Shadowhunters. Faceva venire i brividi.

Gli passò una mano sulla nuca e lo tirò verso di sé, toccandogli la fronte con la sua.

E io sarò lì con te.”

Non sei obbligato. Qualunque cosa succeda con Valentine, non sarà piacevole. Dovresti metterti al sicuro.”

La sicurezza è sopravvalutata. Poi, se non ci penso io a te, chi lo farà? Tu non sei esattamente affidabile da questo punto di vista.”

Un sorriso. Minuscolo, ma c'era.

Max ti avrebbe adorato, sai? Ha sempre voluto incontrare dei Nascosti. Ti avrebbe trovato estremamente figo.”

Non avrei potuto dargli torto,” ribatté, divertito; poi la sua espressione s'addolcì. “Sembrava un bambino adorabile, dai tuoi racconti. E l'ho visto quando ho aperto il portale: ti somigliava. Se aveva la metà del tuo cuore, sarei stato venduto dopo cinque minuti.”

Per qualche tempo, nessuno dei due disse nulla. Magnus poteva sentire voci provenire dai piani inferiori, dove una finestra era probabilmente stata dimenticata aperta, ma non riusciva a distinguere le parole.

Vorrei restassi con me, stanotte,” mormorò Alec alla fine.

Se vuoi, lo farò.”

Il ragazzo scosse la testa e sospirò.

Ai miei genitori verrebbe un infarto vedendoti uscire dalla mia stanza domani mattina. Poi, la condivido con Jace.”

Vieni tu da me, allora. Lascia un biglietto ai tuoi genitori, se vuoi; ti sveglierò in tempo per il funerale.”

Alec non rispose subito, ma gli prese la mano, studiandola.

... Okay.”

Sicuro?”

Annuì, baciandogli le nocche una ad una.

Non voglio stare da solo, stanotte,” disse. “Ma non voglio la compagnia di nessuno che non sia tu. È strano?”

Magnus sorrise, baciandogli la fronte.

No,” rispose. Domani, probabilmente avrebbe ripreso ad evitarlo in pubblico, a nascondere quello che avevano – o forse no. Ma non riusciva più a trovare la cosa importante quando Alec era disposto a farsi vedere da lui nel suo momento più vulnerabile, a condividerlo. Gli pareva una cosa preziosa, come se gli avesse detto che lo amava per la prima volta.

In un certo senso, lo aveva fatto, rifletté, passandogli un braccio intorno alle spalle e stringendolo a sé. Magnus non riusciva a pensare a nulla che contasse di più, al momento.

  
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