Tutta colpa del caldo 
 

“Shin-chan puzzi.” Ghignò Takao dividendosi da un bacio datogli appena dal tiratore. Questi ricambiò il commento poco gradito con un'occhiata scontrosa e infastidita.
“Anche te, Takao.” Ribatté alzandogli il mento. “Sei incredibilmente sudato.”
“Mi sono fatto la doccia è impossibile.” Ribatté facendogli la linguaccia, arcuando leggermente la schiena per allontanarsi con il viso dall'altro che gli cingeva i fianchi. 
“Senti l'odore della tua maglietta.” Gli fece lasciandolo libero, permettendogli di fare come gli aveva detto. Takao lo guardò contrariato, ma provò e neanche ad avvicinare l'indumento di cotone al naso, che subito lo ritrasse con un'espressione schifata. Puzzava e neanche poco!
“Beh, tu di più!”
“Sei un bambino? Fa caldo, è normale.”
“Senti la tua adesso!”
“D'accordo, ma sappi che Oha-asa mi ha predetto che per battere il caldo afoso e proteggere mente e corpo dato che in questa giornata sarebbe stato vitale avere questi al massimo potenziale, mi sarebbe bastato indossare una canotta di cotone azzurra; dato che l'ho fatto il mio corpo oggi è perfettamente immune dal caldo.” Disse con naturalezza, prendendo i lembi della maglietta pronto ad odorarla. 
“Certo, certo, ora annusa.” Gli fece Takao stizzito. A volte le predizioni di Oha-asa e le interpretazioni erano così assurde che per capirle ci avrebbe messo così tanto che avrebbe perso il filo della discussione. 
“Sa di bucato.”
“Non ci credo.”
“Credici.”
“Fammi...”
“No!” Lo fermò l'altro. “Questa questione sta degenerando.”
“Parlò colui che usò Oha-asa per dire che non puzzava.” Sbuffò avvicinandosi a lui, poggiando il volto sul suo petto.
“Uhm... È vero, profumi, come un neonato.”
“I neonati non profumano di lavanda.”
“Perché i veri uomini sì, eh Shin-chan?” Rise Takao stringendosi per bene a lui. 
“Takao...” Lo chiamò roco non sapendo cosa volesse. 
“Mi continui a baciare?”
“No.”
“Dai.”
“No.”
Takao mostrò le labbra increspate con un'espressione divertita, aspettandosi di sentire sulle proprie labbra il palmo della mano dell'altro, invece rimase sorpreso nel sentire le sue labbra. 
“Non ti darà fastidio toccare un corpo sudato, ora?” Mormorò Takao, mentre faceva dei passi indietro stringendo con la mano il polso di Midorima, portando l'altro sul letto. 
“M-ma che dici?!” Sbottò arrossendo alla parola toccare, imbarazzato dalla domanda inutile da porre: non sudato o sudato, avrebbe sempre voluto toccare il corpo di Takao.
“Allora, Shin-chan... Non prendi l'iniziativa?” Gli sussurrò prima di stendersi sul letto, invitandolo da sé. Midorima si guardò intorno un po' perso per poi avvicinarsi al ragazzo, riprendendo a baciarlo...


“Shin-chan! Shin-chan!” Lo chiamò Takao, sospirando di sollievo quando vide il ragazzo aprire gli occhi dopo la ventesima volta che l'aveva chiamato, temeva fosse costretto a chiamare l'ambulanza.
“Takao...?” Mormorò alzando il busto, mentre si copriva gli occhi dai raggi del sole.
“Per fortuna! Pensavo fossi svenuto, invece ti eri solo addormentato.” Gli disse il ragazzo sedendogli accanto, sul rialzo dell'entrata alla casa tradizionale, nella quale di solito Midorima con la famiglia passava l'estate, dal cortile. “Sarebbe stato un casino se il padrone di casa si fosse sentito male, no?” Sorrise il ragazzo passandogli un bicchiere di limonata, motivo della sua assenza momentanea. 
“Già.” Rispose ancora frastornato, rimanendo un attimo fermo con gli occhi fissi all'erba sulla quale poggiavano i piedi, per poi strabuzzare gli occhi e arrossire di colpo al ricordo di quel sogno. Baci? Toccare?... Sudore? 
Takao lo osservò un attimo prima di chinarsi in avanti, inclinando la testa verso l'alto, guardando la bellissima espressione imbarazzata dell'altro e scoppiare a ridere.
“Sei tutto rosso.” Lo schernì fra le risate, agitando le gambe e andando indietro con il busto.
“Smettila, Takao?!”
“Chissà che ti sei sognato!” Continuò. Gli venne naturale pensare che fosse a causa di un sogno dato che lui in quel momento non aveva fatto nulla. 
“N-non... È il caldo!”
“Certo, il caldo.”
“Il caldo ti dico.”
Takao continuò a ridere per molto tempo trovandosi costretto a dar ragione, ad un certo punto, a Midorima che continuava a dire che il suo arrossare era colpa del caldo.
Ma Midorima non sapeva che durante il sonno gli era scappato il nome di Takao seguito da un ‘uhm’ per il quale quasi non era lui a svenire, ma dal ridere; però non l'avrebbe detto, non in quel momento, sarebbe stata una carta da usare in altri momenti più intimi.


Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! E' da troppo che non pubblico e chiedo perdono... Ma non credo che qualcuno se ne sia accorto quindi tanto meglio °u° Mi sento un po' vuota per non aver contribuito al MidoTaka o TakaMido day (dipende da come si legge la data, praticamente) io che scrivo solo di loro, magari il fandom finalmente ha respirato, ma io mi sento vuota, eppure... Questa non la dedicherei mai al loro giorno! Non è Midorima che ha dato di matto (più o meno) a causa del caldo, bensì io! Non mi convince molto, devo essere sincera, ma mi ha aiutato a tornare a scrivere sulla MidoTaka e visto che siamo in tema di caldo, anche se ora ci sono dappertutto temporali, ho pensato che pubblicarla non sarebbe stato poi così malvagio. Spero sinceramente la gradiate come mio trionfale rientro nel fandom dopo una troppo lunga assenza e che possiate lasciare qualche resensionuccia °3°