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Autore: Shetani Bonaparte    15/06/2014    4 recensioni
E ad uno sbalordito Sarek, Jim disse, strafottente: “Ci scusi, siamo cattivi ragazzi!”
Spock rise la sua risata vibrante e lo baciò sotto la gola.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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~~Non so cosa sia tutto ciò… ma… bah, fate prima a leggere.
p.s.= io ci immagino i personaggi del reboot.
Buona lettura, un bacione,
Shetani

 

“Hey, Spock… dammi un po’ di quel rum…”
“Ma stai zitto, idiota!” ribatté il mezzo vulcaniano, strattonando il biondo; la zona ricreativa quattro era affollata, la gente di svariate razze aliene si lasciava manipolare dall’alcol in circolo nei loro corpi e il pudore era momentaneamente inesistente, gli spacciatori guadagnavano a palate, la musica quasi feriva l’udito sensibile di Spock e le luci psichedeliche quasi lo accecavano.
Jim fu trascinato in un bagno fuori servizio e osservò l’altro, che vestiva con dei pantaloni, degli stivali e una giacca in pelle nera, la giacca aperta lasciava intravedere il petto tonico. Jim, invece, indossava delle scarpe nere, dei jeans e una canottiera nera.
Spock si tolse la giacca, mettendo in luce le spalle ricoperte di tatuaggi raffiguranti donne nude, teschi, diavoli, phaser e parolacce.
Il biondo dagli occhi color del cielo sorrise e rimase anche lui a petto nudo, anche lui recava tatuaggi osceni, seppur in minor quantità, oltre a svariati piercing.
“Hai il materiale adatto?”
“Si, bastardo dalle orecchie a punta!”
“Allora spicciati”
“Tuo padre ti ammazzerà. E poi ammazzerà me”
“Mio padre è un idiota. Io ho rinnegato la sua stupida logica”
Il biondo fece spallucce, da un marsupio estrasse del disinfettante, un grosso ago e tre orecchini. Fece tre buchi sul lobo destro del compagno, disinfettò e inserì gli orecchini.
L’operazione durò solo qualche minuto, date le sue mani esperte.
Vide, sulla spalla di Spock, due o tre gocce di sangue color smeraldo, le raccolse con la punta della lingua e sfiorò con le floride labbra la mascella dell’ibrido. Passò le mani tra i suoi capelli, rasati a metà testa, e sospirò.
“Ti va?” chiese.
Il figlio di Sarek e Amanda sollevò un sopracciglio, facendo il verso al padre, sorrise ampiamente; il biondo rispose al sorriso, aprì la zip dei suoi neri pantaloni e s’inginocchiò, leccandosi le labbra.

“Tesoro, T’Pring è in camera tua, ha la casa allagata, resterà per un po’” sussurrò Amanda nel buio.
Spock guardò l’orologio, erano le cinque e qualcosa del mattino, aveva fatto tardo. Di nuovo.
Abbracciò la madre e andò a letto.
T’Pring dormiva profondamente. Era una ragazza così brava, lei, così… così fottutamente vulcaniana. Sospirò, l’ibrido: per quella donna non provava niente, eppure suo padre li aveva nominati, in tenera età, promessi sposi.
Mezz’ora dopo era ancora sveglio; sentì il cicalino suonare e andò ad aprire in mutande. Un trafelato James entrò.
“Che cazzo ti salta in mente di abbandonarmi là come un idiota?!?” mormorò irato; Spock gli tappò la bocca e lo trascinò nel corridoio, e da lì in un alloggio non ancora affittato e quindi vuoto di quella bettola di astronave dallo stupido nome di “Enterprise”.
Lo spinse su una poltroncina.
“Non devi seguirmi, stronzo! Non mi piace!” sbraitò il mezzo vulcaniano.
A quelle parole, il biondo sentì gli occhi inumidirsi.
L’amico sembrò accorgersene; “Scusa”, disse, “ma se mio padre lo venisse a sapere…”
“Ma che ti frega di lui!”
“Niente!”
“E allora manda al diavolo quella troia di T’Pring! O prima te la vuoi trombare?”
“Geloso, James?”
Sì, cazzo, era geloso! Possibile che non lo capisse?
“Spock… ti sei scopato almeno tre quarti dei ragazzi e delle ragazze presenti in questa bettola in cui ci tocca vivere… e non nego che anche io, per i primi mesi, l’ho fatto… ma ho detto basta, ora per me ci sei solo tu. Vorrei solo che… che anche tu facessi qualcosa per la nostra relazione!”
“Non faccio già abbastanza? Ti porto a cena, al cinema, ti faccio regali, facciamo sesso…”
“Ma non basta, Spock!” lo interruppe prepotentemente Jim osservando l’altro camminare nervosamente avanti e indietro. “Non sei abbastanza presente, non emotivamente. Dì un po’: quando è stata l’ultima volta che abbiamo parlato da soli, seriamente e senza trombare?”
Il moro si chiuse il viso tra le mani, ringhiando, esasperato.
“Abbiamo un Legame…” mormorò.
“Lo so, elfo! Lo so, lo so…”
“Non andartene, non lasciarmi…”. Spock lo guardò, le mani nelle tasche; il suo viso era serio come spesso capitava – era pur sempre mezzo vulcaniano! – ma i suoi occhi… i suoi occhi emanavano una tristezza infinita… una paura enorme, propria di un bambino che vede la madre allontanarsi.
James stese le braccia verso di lui, sorridendo appena. “Vieni qui, scemo!” disse dolcemente.
Spock gli si avvicinò, bisognoso di contatto fisico come non mai, e gli si sedette a cavalcioni sul bacino.
“Non… non…” singhiozzò.
“No, Spock, non ti lascio, non ti lascio… ascolta... ho detto che non ti lascio!”
“Sono un idiota…”
“Sai che novità” sorrise il giovane Kirk.
“Devo parlarti”
“Va bene”
“Io… prima di incontrarti… mi tagliavo. E seriamente. Poi sei arrivato tu e… e non capisco più un cazzo! Sono due settimane che non mi faccio qualcun altro perché non mi piace più e mi fa sentire in colpa… non riesco a toglierti dal cervello e se sono triste non devo martoriarmi le vene ma devo vederti. Che cazzo mi hai fatto, James?”
“Ti ho fatto innamorare”
“Non era nei miei programmi”
“Lo hai detto pure tu: un Legame non è programmabile”
Spock lo baciò, lentamente, poi disse, ironico: “Facciamo schifo, siamo dei froci del cazzo!”
“Ma taci!”

Il biondo si aggrappò alle spalle del compagno che, con le mani, guidava il suo bacino sul proprio. Jim venne tra i loro ventri, mentre Spock lo possedeva con prepotenza e una lieve dose di forza. L’ibrido gli morse il collo abbastanza forte da farlo gridare ma non tanto da ferirlo, mentre con una cintura gli legava i polsi dietro la schiena inarcata dal piacere.
Qualche istante dopo, l’amplesso s’interruppe: qualcuno aveva aperto la porta dell’alloggio.
E ad uno sbalordito Sarek, Jim disse, strafottente: “Ci scusi, siamo cattivi ragazzi!”
Spock rise la sua risata vibrante e lo baciò sotto la gola.

  
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