Erano
appena finite le lezioni, tutti tornavano alle proprie case, tutti
tranne
qualcuno.
Pan,
una dinamica ragazzina dai capelli neri, e Trunks, il suo ragazzo,
passeggiavano nei pressi della scuola.
-uffa,
Trunks, si può sapere che ci facciamo ancora qui? io ho una
fame che non ci
vedo!-
-ma
quanto rompi…- scherzò il ragazzo.
Lei
gli mostrò una linguaccia infantile e leggermente arrabbiata.
-mi
sono stufata, io me ne vado a casa, non capisco cosa stiamo
aspettando…-
replicò lei dopo essersi innervosita.
Trunks
la prese per mano prima che potesse scappare via e la
trascinò nel cortile
della scuola.
-ma
che stai facendo?- chiese ansimante lei nella corsa.
-ho
voglia di giocare con te!-
-oh,
no! Un altro dei tuoi scherzi idioti, no!-
-si!-
esclamò lui con una punta di soddisfazione.
Lui
la strattonò in una vecchia cantina della scuola, pulita non
c’era che dire, ma
un po’ buia.Pan si sedette su una delle tante sedie che
giacevano lì da chissà
quanto tempo.
-ma
si può sapere che hai in mente? Mi sono proprio stufata dei
tuoi scherzi, non
li sopporto più! io me ne vado!-
Lui
la prese dallo zainetto che portava sulle spalle impedendole di uscire,
chiuse
a chiave la porta e la nascose nel taschino della sua giacca.
-dai,
usciamo di qui, Trunks! È buio e fa un po’
paura…-
-vuoi
uscire? Nella mia tasca c’è la chiave!-
Lei
si mise a ridere allungando le mani, prontamente bloccate dal sayan.
-dai,
Trunks, i tuoi stupidi scherzi li detesto!- diceva cercando di prendere
la
chiave, ma senza successo.
-non
è vero, lo so che ti piacciono!- ribattè il sayan.
Le
bloccò le mani mentre lei si dimenava in aria coi piedi.
-daaaiiii!-
-allora
dammi un bacio!- ricattò lui scherzoso.
-no!-
rispose dispettosa.
Trunks
si alzò in volo, saltellando da una parte
all’altra per non farsi acchiappare.
-dai,
dammi quella stupida chiave!!-
-no,
finchè non mi dai un bacio!-
-va
bene, va bene! Non sai quanto mi hai rotto!- disse alla fine.
-si,
come no…-
Lei
gli si avvicinò per dargli il bacio richiesto, le loro
labbra stavano
finalmente per toccarsi, Trunks chiuse gli occhi ma una risata
soddisfatta lo
interruppe.
-ah!
Alla faccia tua, ho preso la chiave!-
E
Pan corse verso la porta mettendo il trofeo in bella mostra.
-sei
sleale! Non si fa così!- la rincorreva lui.
La
riuscì ad afferrare prima che arrivasse alla porta, la prese
stretta a sé e la
baciò appassionatamente, accarezzandola ovunque. La ragazza in un primo
momento cercò di
liberarsi ancora von la voglia di giocare, ma poi si lasciò
andare a quel
bacio. Si divincolò da lui e aprì la porta.
-certo
che con te non si può proprio scherzare…-
commentò lui.
-quando
mio padre vorrà sapere che fine ho fatto vedrai che non
avrai più voglia di
scherzare!-
-ragazzi,
credo che il gioco sia appena incominciato!- disse una voce maschile
dietro di
loro.
I
due si voltarono e videro Goten con una macchina fotografica in mano.
-oh,
no, Goten! Da quanto eri lì?- chiesero i due.
-dall’inizio!
E ho fotografato i punti più piccanti!- disse ridacchiando.
-dai,
zio! Lo sai che i miei non sanno che sto con Trunks e se lo sapessero
scoppierebbe una guerra con i suoi genitori! lo sai
com’è Vegeta!-
-no,
no queste foto vanno dritte dritte a mio fratello!-
-cosa?
Sei forse impazzito???- dissero insieme.
Goten
iniziò a scappare alla velocità della luce
inseguito dai due, preoccupati più
che mai. Far vedere quelle foto era mettere fine alla loro storia, e
lui lo
sapeva perfettamente. Ma allora perché lo faceva?
Perché tradiva così il suo
migliore amico?
In
pochi minuti furono a casa di Gohan e Videl che vedendo tutta quella
confusione
si preoccuparono.
-ma
si può sapere che succede qui?- chiese Videl raccogliendo la
pila di piatti che
le era caduta per lo spavento.
-è
quasi un’ora che ti aspettiamo, Pan, dov’eri
finita? E che ci fate qui voi,
Goten e Trunks?- chiese Gohan con le mani sui fianchi.
Goten
guardò gli occhi di suo fratello e di Videl.
-no,
così è troppo facile!- gridò
alzandosi
in volo per poi sparire.
Pan
fece per inseguirlo ma suo padre la bloccò prontamente. La
situazione
precipitava.
-dove
credi di andare? Hai già fatto troppo ritardo, signorina! A
tavola!-
-ma
papà!-
-niente
ma!-
-Trunks,
sbrigati, inseguilo!- suggerì guardando il lilla.
Il
ragazzo non se lo fece ripetere due volte e inseguì il
sayan. Minuti di volo ma
di lui ancora nessuna traccia, per cui, intuendo dove avesse potuto
andare si
recò a casa. Aveva ragione: Goten era appostato proprio
davanti
-Goten,
calmiamoci…siamo amici da tanto tempo, non puoi farmi
questo! Sai le
conseguenze che avrebbe il tuo comportamento…-
-è
uno scherzo innocente…-
-no,
per niente! Dai smettila di scherzare e dammi quelle foto!-
Il
moro entrò in casa incurante delle sue suppliche e
mostrò le foto a Vegeta,
che, già era arrabbiato perché il figlio di Goku
si era intrufolato in casa
sua, poi alla vista delle fotografie come previsto andò su
tutte le furie.
-non
posso credere che mio figlio, erede del principe dei sayan, stia con la
mocciosa nipote di Kakaroth! Non lo permetto! Tu non uscirai
più di casa,
intesi?!!- e così decretò Vegeta.
-ma
papà…non puoi impedirmelo!-
-ah,
si? Tu credi?- replicò.
Trunks
gli rivolse uno sguardo d’odio, poi guardò Goten
deluso. Eccolo là, l’amico
d’infanzia. Bell’amico.
-grazie
tante…amico.- disse per poi rinchiudersi in camera sua.
Vegeta
fece altrettanto chiudendosi nella gravity room.
Bulma,
che aveva assistito a tutta la scena si rivolse al giovane.
-Goten,
ma perché l’hai fatto?-
-Bulma…mi
dispiace…io…-
-Shhh,
non dirlo a me, dillo al tuo amico.-
Goten
osservò lo sguardo comprensivo di Bulma. Salì le
scale per andare in camera di
Trunks. Bussò piano.
-non
voglio vedere nessuno!- gridò
Entrò
lo stesso,mentre già l’altro si era voltato
minaccioso contro di lui.
-che
cosa vuoi?! Vattene via, traditore!- sbraitò
-Trunks,
mi dispiace.-
Il
lilla non riusciva ad arrabbiarsi quando vedeva gli occhi languidi di
Goten.
Tirò un sospiro e abbracciò il suo cuscino.
-Goten,
io adesso l’ho persa…mi sento…non lo so
come mi sento. Ma perché l’hai fatto si
può sapere?-
-non
posso dirtelo…-
-invece
dirmi il motivo sarebbe il minimo, non credi?-
-lo
vuoi proprio sapere?-
-ti
ho detto di si!-
Goten
lo afferrò dalle spalle e lo baciò passionalmente.
Trunks
aveva uno sguardo smarrito che chiedeva “ma questo che vuol
dire?”
-ecco,
ecco perché, Trunks. Se non posso averti io, non ti
avrà nemmeno lei.-
-G-Goten…-
“non…non
mi ha fatto schifo. Anzi…ma che mi prende?”
-non
mi odiare, volevo solo che sapessi che l’ho fatto
perché sono innamorato di te,
ed è un dolore con cui sono costretto a convivere ogni
giorno, vedendoti
abbracciato a lei. Mia nipote.-
Trunks
gli prese le mani, fu un attimo ma si ritrovò di nuovo
incollato alle sue
labbra come se fosse quello che aspettasse da una vita.
Perché lo stava facendo
ancora non lo sapeva, ma sentiva che sarebbe stato impossibile adesso,
separarsi da lui. Pan? Non dirglielo per adesso sarebbe stato meglio,
ma quello
che sarebbe successo non gli importava, non si era mai sentito
così vivo.