L’estate non è come te la immagini tutto l’anno. C’è solo questo caldo insopportabile, le giornate passano lentissime e le avventure che ti aspetti di vivere col sole restano solo nella tua mente. Mi chiamo Liam, ho diciassette anni e questo è il mio video d’addio. Finalmente sono riuscito a trovare il coraggio di farlo. Mamma, ti voglio bene, e sei l’unica per cui mi dispiace. Ma devo essere egoista. Questa volta voglio pensare a me stesso piuttosto che a tutti gli altri. Papà, mi dispiace anche per te ma so che tu riuscirai ad andare avanti. Sei forte, lo sei sempre stato. Sta’ vicino alla mamma. Sto facendo un video perché probabilmente sarà più facile così per voi ricordarmi di me. Sarà doloroso riguardare questo video ma almeno potrete vedermi da vivo. Ho provveduto inoltre a stampare alcune foto. Scegliete voi quale mettere sulla lapide. Delle mie cose vorrei che il computer lo tenesse papà. Ho rimosso tutte le password ma non ne ho cancellato il contenuto. Così se vuoi potrai vedere tutto quello che facevo, invece di studiare. I miei libri, tutti i miei libri, conservateli a Cris e Gab. Quando cresceranno probabilmente li ameranno così come li ho amati io. La mia reflex può continuare ad usarla la mamma. Le foto che mi facevi mi sono sempre piaciute. Forse hai anche tu la passione per la fotografia. Non ho avuto il tempo di chiedertelo. Mi spiace davvero tanto dirvi addio ma davvero non ne posso più. Non è stata colpa di nessuno. Ma di tutti. Non ho mai avuto amici e quando per una volta avevo creduto il contrario mi sono ritrovato a terra, a mani vuote, pieno di lividi. Non ho mai avuto una ragazza. Nel mondo ci sono tre miliardi di persone ed è mai possibile che nessuna sia interessata a me? Probabilmente sono brutto. Ma brutto fuori. E so che voi non pensiate sia così e che pensiate che io sia un bel ragazzo e tutto il resto. Ma non è vero. Se fossi stato un bel ragazzo avrei dato il mio primo bacio in terza media come tutti i bei ragazzi e invece sono al quarto anno del liceo e ancora non ho mai toccato le labbra di una ragazza. Sono state tutte queste cose a farmi capire che la vita non è per tutti. Forse vivere è solo una di tante opzioni che ci propongono alla nascita. Forse esiste qualche altro modo per passare il tempo che non comporti dolore, insicurezza, panico, paura, lacrime. Forse per vivere devo prima morire.
In classe stavano piangendo tutti. Io no. Liam era un cazzone. Quanto lo odio. Lo ammazzerei io se non fosse già morto. Non riesco proprio a piangere per quella testa di cazzo. Io lo amavo quello stronzo. Solo che lui era troppo impegnato a credere di essere solo e depresso per accorgersi del mondo. E questa cosa che la scuola ha deciso di proiettare nella nostra classe il suo video mi fa ancora più rabbia. Liam non lo avrebbe mai voluto. Era una cosa sua, privata. Destinata solamente alla sua famiglia. Non hanno neanche scelto una delle foto che aveva indicato lui. Secondo i suoi genitori era troppo serio mentre per la foto del cimitero serviva un bel sorriso. Sono scoppiata a ridere quando li ho sentiti. Liam non rideva mai. O meglio lo faceva ma non davanti a tutti e sicuramente non si faceva fare le foto mentre lo faceva. Aveva bei denti e belle labbra e un fantastico sorriso ma era convinto che quando sorrideva le sue narici si allargassero troppo facendo apparire il naso enorme. Io non me ne ero mai accorta. Secondo me lui era solo bello. E non bello come i ragazzi dei giornali o dei film. Era bello perché non seguiva nessun canone di bellezza. Era solo se stesso. Non cercava minimamente di modificare il suo aspetto andando dall’estetista o tagliando i capelli secondo la moda. Li portava come piacevano a lui. E a me faceva impazzire.
Avevo cercato di confessargli i miei sentimenti ma lui o cambiava discorso o non capiva. E io volevo darglielo quel fottuto primo bacio. Gli avrei dato anche di più se avesse voluto. Ma ora proprio non riuscivo a piangere per lui. Per quanto mi riguarda avevamo chiuso.
— Ehi lesbica.
— Ciao Tom. Non sono lesbica e chiamami col mio vero nome.
— Come ti pare, Patricia. Comunque noi dopo la scuola andiamo al parco. Fumiamo uno spinello in onore di Liam.
— Va bene, vengo. Quanto devo sborsare?
— 5€. È roba buona.
Gli diedi i soldi e me ne andai. Tom mi stava sulle palle ma mi piaceva l’idea di affrontare il lutto fumando spinelli. Era una cosa che avrebbe fatto Liam. Almeno nell’ultimo periodo.
Fino a tre mesi fa non fumava, non beveva, non faceva niente. Poi qualcosa cambiò e cominciò a fumare le sigarette che poi diventarono canne. E a bere. Prima una birra, poi una vodka. E ma piaceva da impazzire il suo cambiamento. Mi eccitava. Gli dava un’aria da scrittore depresso. E forse lo era davvero. Ho sempre avuto il sospetto che gli piacesse scrivere e che lo facesse spesso ma avevo vergogna di chiederlo. E io sto scrivendo queste cazzate su questo cazzo di telefono perché voglio vedere se veramente mi farà sentire meglio. Su tumblr dicono “Le persone tristi scrivono” e io non sono triste. Sono incazzata. Però mi fa male. E devo ammettere che scrivere è un ottimo rimedio per il dolore. Probabilmente lo farò più spesso.