Fanfic su artisti musicali > McFly
Segui la storia  |       
Autore: ChelseaH    13/08/2008    2 recensioni
[McFly + Son of Dork] Una ragazza, un trauma, il suo migliore amico, forse qualcosa di più, qualcuno che si mette in mezzo, forse meno importante di quanto sembri, il tutto in un vorticoso mescolarsi di sentimenti inespressi e a volte difficili da far affiorare...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Untitled Document

She Falls Asleep

10.

(pov Sam)

E così alla fine sia io che Harry cedemmo ai nostri sentimenti mettendo per una volta da parte l'orgoglio. Fu fantastico. La notte più bella della mia vita.

Da quel momento tutto cambiò… quello stesso giorno lasciai James che ebbe la reazione tipica di uno che si aspettava una cosa del genere da tempo. Poi dovetti dare delle spiegazioni a lui e a David, in fin dei conti meritavano entrambi di sapere perché erano stati trattati così male da Harry ed in particolare Dave, meritava di sapere perché si ritrovava con il naso rotto. Era la prima volta che raccontavo per filo e per segno cosa mi era successo e non fu affatto facile… loro se non altro mi aiutarono evitando di interrompere ed evitando anche di commentare alla fine. Tuttosommato rimanemmo buoni amici. Io e Harry invece facemmo tutto tranne ciò che dovevamo realmente fare, insomma… non ci mettemmo insieme. Però le scenate di gelosia reciproca cessarono e, anche se sulla carta eravamo liberi in pratica entrambi ci sentivamo vincolati l'uno all'altra e vivevamo come due sposini felici. Questa era, se possibile, una situazione ancora più assurda della precedente. Ma quanto eravamo stupidi?

Passò un mese e mezzo in questa maniera ed io un bel giorno mi resi conto che erano quasi due mesi che non mi veniva il ciclo.. ahi! Non dissi nulla a nessuno e alla prima occasione feci un test di gravidanza. Positivo. Fantastico… Però magari si sbagliava…a volte capitava… così prenotai una visita ginecologica ma questi non servì ad altro che dare ancora più fondamento ai miei pensieri. Ero incinta. E senza la minima idea sul come affrontare la faccenda. Perfetto Sam, good job! Harry di sicuro si sarebbe accorto che qualcosa non andava, gli bastava guardarmi in faccia per capirlo e del resto non potevo nemmeno mettermi ad evitarlo, così di punto in bianco… la fortuna però, per una volta, girò dalla mia parte e quella stessa sera Hazza mi annunciò che lui e i suoi compagni si sarebbero recati in Irlanda per un paio di mesi per registrare il nuovo album. Ovviamente mi chiese se mi andava di seguirli ma io accampai qualche strana scusa ed alla fine lo convinsi che sarei stata meglio lì a Londra. Così una settimana dopo lui partì e io mi ritrovai con due mesi di tempo per meditare sul da farsi. I due mesi divennero tre per via di alcuni problemi tecnici e così quando lui tornò io ero ormai al quarto mese di gravidanza e si iniziava ad intravedere un po' di pancetta. Mi trovò con una delle sue felpe addosso, erano l'ideale, mi stavano talmente larghe che nessuno avrebbe mai sospettato della mia pancia. Ma Harry era Harry… e non per niente eravamo cresciuti insieme… La cosa gli puzzò subito di bruciato e in men che non si dica mi ritrovai seduta sul divano con lui di fronte che mi sottoponeva al terzo grado. Ovviamente contrariatissimo.

“Così per curiosità… quando avevi intenzione di rendermi partecipe?”

Non risposi. Era non solo contrariato ma anche sconvolto.

“Samantha… stò parlando a te, nel caso ti fosse sfuggito”

Sbuffai.

“Bene. Silenzio stampa. Grazie mille eh…” ora era arrabbiato

“Cosa avrei dovuto fare secondo te?” mi squadrò un istante allibito

“COME MINIMO DIRMELO!” era comprensibile la sua reazione. Fin troppo comprensibile. Tirai un sospiro. Mi stavo apprestando a dirgli ciò che mi ero studiata per tre mesi e… sarebbe stata la cosa più difficile della mia vita.

“Harold… non è tuo”

Sgranò gli occhi e impallidì. Io mi sentii morire.

“C…c…come fai a dirlo?”

“Dai vari controlli che ho fatto il medico ha stabilito con abbastanza precisione quando sono rimasta incinta, e non può essere tuo, è stato prima di…noi” cercare di pronunciare la frase tutta d'un fiato ma sul finale esitai. Vedevo la tristezza impadronirsi dei suoi occhi blu e più andavo avanti più capivo che, se fin'ora non c'era mai stato un vero “noi”, dopo di questo non ci sarebbe più stato nulla.

“Maschio o femmina?”

“Non lo voglio sapere..” era vero, sinceramente il sesso del nascituro era l'ultima cosa che mi importava.

“James… che dice?” percepì la fatica che fece a farmi questa domanda

“Nulla…”

“Quindi… non è mio…” sembrava quasi che stesse tentando di convincere se stesso

“No” bugiarda, bugiarda, bugiarda e ancora bugiarda! Sentivo che se non se ne fosse andato subito sarei finita col dirgli tutta la verità ma per fortuna si alzò e uscii di casa. Non potevo dirgli che la piccola vita che portavo in grembo stava nascendo grazie a lui. Avevo passato la vita a intera a pesare su di lui, sempre. Fin dall'asilo, per qualunque cosa, ero sempre andata a stressare lui. E ora non potevo continuare su quella strada. Non potevo gravarlo anche di questa responsabilità. Non ne avevo il diritto.

Un paio di ore dopo tornò e lo misi al corrente anche della mia decisione di cercarmi un alloggio alternativo per non dover pesare su di lui nei mesi a seguire ma lui si oppose fermamente

“Scordatelo… se non altro finchè stai qui hai qualcuno in caso di bisogno”

Dannazione! Io mi ero auto spezzata il cuore con tutte quelle bugie soltanto per non essergli di peso e ora mi ritrovavo ad essergli il doppio di peso. Uno perché si sarebbe preso cura di me e due perché l'avrebbe fatto convinto del fatto di non essere il padre del bambino. Iniziai ad odiarmi profondamente. Nei mesi successivi si fece in quattro per me e, a parte qualche commentino sul fatto che James non mostrasse il minimo interesse nei confronti della mia gravidanza, per il resto si sforzava di essere sereno. Ero ormai a termine parto e dal momento che le cose non erano andate come avevo programmato, compresi che avrei dovuto dirgli la verità. Se gli avessi spiegato per bene le mie ragioni forse avrebbe compreso e non si sarebbe arrabbiato più di tanto. O forse sarebbe stata la volta buona che mi avrebbe definitivamente cacciato dalla sua vita… Comunque io mi ero messa in quella situazione paradossale e quindi ero pronta ad affrontarne le conseguenze. Quel pomeriggio mi sentii male. Hazza mi portò di corsa al pronto soccorso e i medici decretarono che ero sul punto di partorire. Fui spostata immediatamente in sala parto dove, pur di starmi vicino, Harry disse di essere il padre. Sentivo dolori lancinanti ovunque e le infermiere intorno a me tentavano di farmi stare calma ma con scarsi risultati. Nella mente avevo solo un pensiero, Harry doveva sapere prima che il bimbo o la bimba nascesse.

“Harold…”

“Sono qui piccola, sono qui… stai tranquilla andrà tutto bene!”

“Non parlare, respira profondamente” l'ostetrica di fianco a me

“Ma… io.. devo.. dirti… una…”

“Shhhh Sam – mi accarezzava dolcemente il viso – dopo avrai tutto il tempo per dirmi qualunque cosa”

“Ma.. AAAAAAAAHHHHHH” avevo sentito un dolore improvviso dentro di me, come se qualcosa si fosse strappato violentemente. Harry mi strinse ancora più forte la mano e si girò preoccupato verso il dottore che stava dicendo “sta perdendo troppo sangue”.

Una delle infermiere mi si avvicino dicendo di nuovo di respirare profondamente, di non preoccuparmi, che tutto ero sotto controllo. Non riuscivo ad aprire più bocca, il dolore era insopportabile. Harry non mi mollava la mano tentando di infondermi un po' di forza ma più passavano i minuti e più mi sentivo debole.

“Un'ultimo sforzo..” sentivo l'ostetrica che tentava di incitarmi e il sudore che mi colava lungo le guance.

“Dai Sam!” tentai di girarmi verso Harry ma non riuscii a distinguere bene la sua sagoma, vedevo tutto sfocato e più tentavo di mettere a fuoco e meno vedevo. Poi, tutto ad un tratto, mi sentii libera da un peso e udii un pianto di neonato

“E' una bambina!” esclamò l'ostetrica

“Sam! Sam è una femminuccia!!!” la voce di Hazza era piena di entusiasmo ma io non riuscivo più a vederlo. Ricordavo vagamente di dovergli dire qualcosa di importante ma non ricordavo più cosa.

“Haz…” il suono mi morì in gola ma la stretta della sua mano che si intensificò mi fece capire che mi aveva sentito. Percepivo a malapena i suoni intorno a me. Era come se tutti stessero parlando ma io mi trovassi in fondo all'oceano e non potevo sentirli. La mano di Harry era l'unica cosa della quale ancora avevo coscienza. Dopo qualche minuto mi parve di sentire la bimba piangere ma poi anche quel debole suono si perse nell'oscurità e in breve persi anche il contatto con Hazza. E il buio e il silenzio calarono su di me.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > McFly / Vai alla pagina dell'autore: ChelseaH