Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: saitou catcher    16/06/2014    11 recensioni
"Hans ha guardato i suoi occhi, sbarrati, colmi di paura. Ma ha visto anche qualcos'altro, qualcosa che nemmeno Anna ha visto, qualcosa che forse nemmeno lei stessa ha visto.
Hans ha visto odio.
E rabbia.
E ha capito."
Helsa.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hans
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cuori di ghiaccio'
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Mi Distruggerai

E in quel mio cuore d'inverno

è un fiore di primavera

e brucia dentro l'inferno,

come se fosse di cera

Sei tu che soffi sul fuoco

tu, bella bocca straniera

Ti spio, ti voglio, t'invoco,

io sono niente e tu vera!

 

“Dobbiamo trovarla e fermare quest'inverno! A qualunque costo!”

Hans sorride, con quelle labbra che il freddo ha reso screpolate e piene di graffi, e dentro di sè ride. Guarda quel piccolo uomo col parrucchino, così ridicolo, così gonfio della sua presunzione, della sua avidità, che gesticola e strepita davanti a lui, come una marionetta rotta, e che gli suscita un solo, totalizzante pensiero.

Ridicolo.

“Il duca di Weselton ha ragione, principe Hans” interviene pigolando un altro di quei ridicoli ministri, che si abbuffano delle loro cariche e della loro vita dorata come fanno davanti a una tavola imbandita, e che ora hanno gli occhi pieni di paura, una paura deliziosa e dolciastra, che gli fa venir voglia di leccarla via e abbeverarsene, e invece deve stare lì fermo ad annuire, e sorridere, a farli sentire sicuri. Li guarda con comprensione, Hans, con lo sguardo concentrato di un vero sovrano,e se potessero scoperchiare la sua anima e portarla alla luce, fuori dal sepolcro imbiancato che mostra al mondo, la sentirebbero ridere.

Ridicoli, sono tutti ridicoli.

“A qualunque costo!” ripete strepitando il Duca di Weselton, e nel dirlo, piccole gocce di saliva costellano il legno lucido del tavolo attorno a cui i ministri sono radunati. Hans lo guarda, e annuisce, e serra la mano sul ginocchio, per non spezzare il collo di quel fragile vecchio e godersene il suono secco e disgustoso.

Piccolo, patetico uomo, tu non hai la minima idea di cosa significhi a qualunque costo.

“Quello che voi dite è certamente vero, Duca di Weselton” esordisce poi con quella sua voce calda e misurata, che è diventata il suo principale strumento “Ma non dobbiamo dimenticare che, malgrado la minaccia che rappresenta, Elsa di Arendelle è ancora la Regina di questa terra. E se c'è una via per riportare l'estate e salvaguardare comunque la sua posizione” china leggermente la testa in avanti, quasi a sottolineare la validità della sua affermazione “bene, è quella la via che dobbiamo adottare. E prima di prendere qualunque decisione drastica” si alza per dare a intendere che la riunione è finita “ vorrei aspettare il ritorno della Principessa Anna”.

Si alza ed esce velocemente dalla stanza, senza nemmeno salutare, e sente il soffocato borbottare dei ministri di fronte alla sua maleducazione. Non gli importa. Qualunque cosa pensino di lui, non faranno nulla, perché hanno bisogno di lui, e tutti lo sanno. Senza di lui, sarebbero già colati a fondo.

Sale i gradini con impazienza, quasi fosse inseguito, e stringe i denti. In quel momento, non sta pensando ai ministri, non sta pensando ad Arendelle, non sta pensando a niente nel senso comune della parola. Ha in testa solo lei.

Elsa, maledetta, dove ti sei nascosta?

Entra nella stanza, e fermandosi di colpo sulla soglia, si lascia sfuggire un sibilo di sorpresa. Uscendo, ha dimenticato la finestra aperta e la neve è entrata, accumulandosi in mucchietti sul davanzale e sul pavimento. Perfino le coperte sono coperte da un leggero strato di brina.. Ma ciò che attrae la sua attenzione, ciò che attira morbosamente il suo sguardo è lo strato di ghiaccio, spesso e liscio, che si è formato sulla parete. E' quasi uno specchio, in cui Hans vede la sua immagine deformarsi grottescamente, e mentre avanza circospetto, quasi aspettandosi di diventare lui stesso ghiaccio da un momento all'altro, i suoi orecchi si riempono del suono crepitante dei frammenti di ghiaccio che calpesta sotto le suole.

Si ferma a guardare la parete completamente congelata

( più forte, il suo potere diventa più forte lei diventa più forte)

e lo sfiora delicatamente, lasciandovi un'impronta con le dita. Qualcosa sembra muoversi, all'interno di quella lastra cristallina, e Hans aguzza gli occhi, e il suo cuore perde un battito, nel momento in cui capisce di cosa si tratta e si chiede se non stia diventando pazzo.

Un'algida figura azzurrina lo guarda ora, ed è così vicina da sembrare reale, ma Hans sa che non lo è, e questo lo spaventa, perché gli fa capire quanto profonda sia ormai la sua ossessione.

Se la vedo anche quando non c'è, cosa farò quando me la troverò davanti?

L'immagine di Elsa lo fissa beffarda, e la mano di Hans si contrae sul suo volto dalle sembianze perfette, come se volesse comprimerlo, spezzarlo, comprimere, spezzare quel sentimento nuovo che gli sta nascendo in cuore e che non sa comprendere nè controllare.

E' amore?

Hans non sa cosa sia l'amore, non l'ha mai provato, non l'ha mai ricevuto,e l'unico essere che abbia mai suscitato qualcosa di simile nel suo cuore, la sua sorellina, è morta fra le sue braccia, uccisa dalla stessa indifferenza che l'ha condannato a crescere solo, con la mente vuota di sogni e il cuore pieno di veleno*. Non sa cosa sia l'amore, non l'ha voluto, non l'ha avuto, non l'ha cercato, ed ora se lo ritrova davanti, nella forma di quella Regina delle Nevi sola e tormentata. Non sa cosa prova, e non vuole saperlo.

Sa solo che gli occhi di Elsa, gelidi e lontani, oltre quella parete di ghiaccio lo fanno impazzire.

Si prende gioco di me...anche lei come tutti gli altri...

Hans esamina spietatamente, lucidamente il suo turbamento. Perché dovrebbe provare qualcosa di così forte per questa sconosciuta, che ha incontrato, solo qualche giorno fa, che rappresenta il principale ostacolo ai suoi piani? E' bella da far girare la testa, certo. Ma non ne ha viste centinaia come lei? Lei, cos'ha di speciale?

Hans in fondo lo sa.

Sa cos'è stato a farlo cadere nella trappola.

Una parola, una parola sola.

Mostro.

Era intrappolata,sola, con le spalle al muro, guardata con sospetto dal suo stesso popolo. Hans ha guardato i suoi occhi, sbarrati, colmi di paura. Ma ha visto anche qualcos'altro, qualcosa che nemmeno Anna ha visto, qualcosa che forse nemmeno lei stessa ha visto.

Hans ha visto odio.

E rabbia.

E ha capito.

Lei è come me.

Nel momento in cui quel pensiero si forma nella sua mente, l'Elsa riflessa nel ghiaccio, la non-Elsa( perché la vera Elsa non avrebbe mai quello sguardo beffardo, quella piega di scherno attorno alle labbra e agli occhi) ride. E' una risata malsana, la stessa risata che sente erompere dentro di sè, quando ascolta i petulanti balbettii di quei vecchi ministri, la stessa risata che per anni l'ha colpito alla schiena, mentre in lacrime, scappava via dalle stanze dei suoi fratelli, e nel sentirla prorompere da quelle labbra perfette che ha immaginato di baciare, nel vederla scuotere quel corpo sottile che danza provocante nelle sue notti,

(non è reale no non è reale)

Hans vorrebbe scappare, tapparsi le orecchie, e invece rimane là incapace di muoversi, affascinato suo malgrado.

Tu non sei come me lo schernisce la non-Elsa. Tu non sei alla mia altezza.

Lo so, pensa Hans con disperazione.

Gli hanno sempre insegnato che la passione è fuoco e brucia l'anima, ma per lui il desiderio è ghiaccio, e si arrampica e si ramifica nei meandri della sua anima, tra cuore, cervello e polmoni. Hans vorrebbe scacciarlo, ma rimane lì, e non gli dà tregua, e lo fa rigirare nel letto la notte, e la non-Elsa sorride, bella, inavvicinabile e falsa.

Non me ne andrò mai via. Sarò sempre là, a tormentarti, insieme a tutte le occasioni sprecate della tua vita.

“Basta!” grida Hans, e senza pensarci, abbatte con violenza il pugno sulla parete. Una ragnatela di crepe si allarga sulla superficie azzurrina,e milioni di minuscoli schegge si spargono ai suoi piedi. Hans abbassa lo sguardo, ansimante. Elsa lo fissa coi suoi occhi di tempesta da ogni singolo frammento. E ognuno di essi dice la stessa cosa.

Tu non sei all'altezza.

 

Ben trovati, o folle popolo di EFP!

Beh, che dire?Sono tornata a infestare questi lidi, questa volta con un'Helsa vera e propria. Ditemi voi, l'esperimento è riuscito, o è meglio che chiuda baracca e burattini e mi dia all'allevemento di conigli?

Non sono convinta di quello che ho tirato fuori, a dirla tutta, penso sia una vera schifezza, ma tant'è. Il titolo e la strofa all'inizio sono tratte da una bellissima canzone di Notre Dame de Paris, cantata di Vittorio Matteucci, di cui lascio il link per chi non l'avesse mai sentita, o per chi avesse voglia di sentirsela ancora:

 

http://youtu.be/5Po9FGIS_Y8

 

Niente da fare, a me di Hans piace la versione cattiva. Alla prossima! *riferimento a un'altra mia shot su questo fandom, intitolata “Less Than Just A Spare”. Chi avesse voglia di darci un'occhiata la trova sul mio account.

Questo piccolo rutto mentale è dedicato ad Harley Sparrow che è la principale ragione per cui shippo Helsa(oltre che perché odio le ship crossover).

Catcher

 

 

 

  
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