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Autore: Motyl    16/06/2014    1 recensioni
"Che lui si ricordasse lo aveva sempre amato, qualche volta, quand'era più piccolo si sedeva su quel balcone e lo disegnava o per meglio dire riempiva il foglio con la pittura blu. Crescendo aveva imparato che il mare era tutto un insieme di sfumature e luccichii che con il tempo aveva imparato a riprodurre, sì il mare era il suo soggetto preferito."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un pomeriggio in compagnia del mare Quel giorno d'estate faceva molto caldo, non che di solito dove viveva Matteo non ne facesse, ma era insopportabile più di quanto non lo fosse normalmente. Si scostò le lenzuola di dosso con irruenza, le serrande erano ancora abbassate e la stanza totalmente buia, accese il telefono per vedere che ora fosse e trovò un messaggio del suo migliore amico, Tommaso: oggi al mare insieme? Io, tu, Alessia e Marta? Rispondi!! Rispose brevemente al messaggio digitando qualche parola, ancora con gli occhi assonnati, invitandoli a casa sua per le dieci. Uscì dalla sua camera e prese a scendere le scale per recarsi in cucina, ovviamente non c'era nessuno, i suoi genitori lavoravano ancora perché l'estate era appena iniziata. Si preparò una colazione veloce e poi andò sul balcone della sua camera, da dove si vedeva il mare. Aveva sempre amato quella vista, si vedeva una cosa sola: il mare. Che lui si ricordasse lo aveva sempre amato, qualche volta, quand'era più piccolo si sedeva su quel balcone e lo disegnava o per meglio dire riempiva il foglio con la pittura blu. Crescendo aveva imparato che il mare era tutto un insieme di sfumature e luccichii che con il tempo aveva imparato a riprodurre, sì il mare era il suo soggetto preferito. L'aria salmastra gli riempiva già i polmoni, respirò a fondo trattenendo per un pò quell'aria dentro di se, aria pura. Dipingere lo rilassava, lo faceva da quando aveva otto anni e adesso che ne aveva diciotto aveva perso il conto di quanti disegni aveva fatto. Prese una tela e cominciò, con la mano esperta di un pittore, a riportare tutte le sfumature di quel mare limpido che a molti sembrava monotono e sempre uguale, in realtà non capivano che il mare non era mai uguale ma sempre diverso e mai ripetitivo. Ha una lingua tutta sua, che chi ascolta attentamente alla fine riesce a decifrare e Matteo lo ascoltava eccome il mare. Al pomeriggio, quando gli andava, si accoccolava nell'angolo della veranda ad ascoltare l'acqua sbattere sugli scogli di fronte casa sua. Ogni volta gli sembrava di ascoltare una storia, come se il mare si confidasse con lui, gli raccontasse le cose brutte ma anche le cose belle. In particolare si ricordava di una volta, qualche anno prima, se ne stava seduto in balcone come molti pomeriggi e ascoltando quel lungo discorso che il mare gli stava facendo quando sentì qualcosa sbattere contro lo scoglio, era certo non fosse acqua, perciò aprì gli occhi e vide un flacone di plastica, di quelli che di solito contengono il detersivo, adirato scese fino alla spiaggia davanti alla porta sul retro di casa sua e si precipitò a raccogliere quella bottiglia di plastica per buttarla nella spazzatura. Lui davvero non riusciva a capacitarsi di come alla gente venisse in mente di fare cose del genere... I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti dal suono del campanello. Andò ad aprire e si ritrovò davanti i suoi tre amici, sorridenti. -Ciao!- disse Tommaso entrando. -Ciao!- lo salutò Matteo di rimando facendo spazio ad Alessia e Marta. -Tutto ok?- chiese Alessia. -Sì certo...- rispose lui. -Dipingevi eh?- disse Marta osservandogli le mani tutte imbrattate di blu. -Possiamo immaginare quale sia il soggetto- lo prese in giro Alessia sistemandosi gli occhiali da sole tra i capelli. -Io muoio di caldo, andiamo a fare un bagno?- propose Matteo stanco di starsene lì in piedi. -Certo- risposero le due seguendolo fuori, dove già Tommaso si era sistemato. Due minuti ed erano già in acqua a farsi i dispetti, a schizzarsi e giocare felici come bambini. Dopo un bagno tranquillo era venuto il momento della gara di tuffi spericolati che facevano sempre. Raggiunsero uno scoglio dove l'acqua si faceva più alta e ad uno ad uno presero a esibirsi in strane performance di tuffi. Venne il momento del tuffo di Matteo, cercò di raggiungere l'equilibrio sulla punta dello scoglio poi si spinse, con un salto, più in alto che poteva e, quando l'acqua si avvicinava sempre di più, fece una mezza capriola e riuscì ad entrare perfettamente dritto senza fare nemmeno uno schizzo. In quegl'istanti in cui era completamente immerso nell'acqua avrebbe desiderato far parte di un'altro mondo, avrebbe desiderato essere un pesce, oppure vivere nella città di Atlantide. Aveva pensato spesso a come gli sarebbe sembrato vivere totalmente immerso nell'acqua ventiquattro ore su ventiquattro e tutt'ora pensava che fosse fantastico... -Il solito esibizionista!!- esclamò Tommaso non appena l'amico riemerse. -Volevate un bel tuffo ed ecco a voi un bel tuffo- scherzò. -Che presuntuoso!!!- esclamò Alessia aggrappandosi alle sue spalle per mandarlo sott'acqua. -Non è affatto vero! E' solo che tu sei invidiosa perché non lo sai fare!- la stuzzicò. -Che hai detto!?- chiese indignata -Non è vero! Posso farlo quando voglio- continuò con convinzione. Ripresero a schizzarsi e andarono avanti così fino all'una. Pranzarono, riuscendo a combinare qualcosa di accettabile in cucina. Dopo salirono in terrazzo a prendere il sole, leggere, chiacchierare e sonnecchiare nel caso di Tommaso, che aveva la dote innata di addormentarsi al sole e poi risvegliarsi rosso come un peperone e talmente ustionato da non potersi muovere per qualche giorno. -Non farlo addormentare, Teo per favore!- gli disse Marta indicando Tommaso -Deve guidare lui fino a casa mia per la festa di mia sorella- spiegò. -Quindi dovete andarvene prima?- chiese Matteo. -Sì, mi dispiace toglierti il tuo migliore amico, ma è mio cugino e questa sera deve venire con me- scherzò lei. -Ma scherzi! Abbiamo tutta l'estate per stare insieme- disse lui. Alle sei circa fecero un'altro breve bagno e alle sette Marta e Tommaso andarono via. Matteo e Alessia restarono da soli e ritornarono in acqua. Mentre lei lentamente rientrava in acqua lui la raggiunse da dietro e la spinse, costringendola a buttarsi, quando furono tutti e due totalmente immersi la vide con gli occhi stretti per la sorpresa e cedette all'istinto di baciarla. Non aveva idea di come l'avrebbe presa lei, ma dopo la sorpresa dei primi secondi si sciolse e si lasciò andare a quel bacio. In verità Matteo aveva agito istintivamente, non era stata un'azione premeditata, non c'era niente di calcolato, chissà forse era stato il mare a suggerirglielo. Quando uscirono dall'acqua lei disse solo:-Forse me lo aspettavo, non ne sono sicura, forse lo speravo semplicemente-confessò. -Che vuoi dire?- le chiese spaesato. -Che mi piaci dall'inizio della scuola, solo che non volevo rovinare un'amicizia dicendotelo, ma non ce n'è stato bisogno perché hai fatto tutto tu- spiegò notevolmente sollevata. -Bene, quindi è un sì- disse sperando che quella fosse una risposta alla domanda che non aveva avuto il coraggio di farle. -Sì- disse lei semplicemente. La abbracciò sollevandola e la baciò di nuovo. QUALCHE MESE DOPO Alessia era tornata spesso a casa di Matteo e adesso nei suoi dipinti il mare, che era la cosa più importante per lui, adesso era affiancato da lei. Così in ogni momento guardando quei dipinti poteva vedere le cose che per lui contavano davvero.
  
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