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Autore: 332kmdaituoibaci    16/06/2014    0 recensioni
Non c'è introduzione migliore. Il semplice rivelarti qualcosa della nostra storia. La mia storia.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Contesto generale/vago
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Lasciamoci vivere ; 
// tre lunghe pagine di diario - il mio - trascritte qui //

1

Cos'è il mare senza il vento ? Cos'è il cielo stellato senza una ragazza distesa un su un prato ad osservarlo ? 
La ragazza questa volte era Ocean. In pratica non era bellissima , ma in teoria era la meraviglia più bella che esistesse nell'intero universo. 
Io - odio parlare di me - ero uno stupido . Piccolo , tremendamente piccolo. Studiavo al liceo Artistico.
Lei - amo parlare di lei - un anno più grande. Studiava al liceo Scientifico e per me era la ragazza ideale.
Quando vidi per la prima volte eravamo al compleanno di mia cugina , 12 Ottobre 2008 
Come ci siamo incontrati ? Be questo non lo so , ma so che la prima volta che la vidi sentii che lei aveva in se qualcosa che mi apparteneva ed era una cosa talmente grande da sentirla scoppiare nel petto. Tipo una calamita ma molto più forte
Io quella sera non conoscevo nessuno e così - solamente solo - mi misi sulle scale che portavano alle stanze al piano di sopra.
Avevo viste tantissime ragazze ma nessuno avevo lo stesso profumo di Ocean. Mi ero perso nel vedere i movimenti dei suoi capelli - castani con sfumature biondo cenere -. Il suo vestito era il più bello. Bianco banna con delle sfumature di azzurro sulla parte finale della gonna.
La cosa che più mi aveva coplito erano le sue scarpe. Indossava un paio di Vans - nere con i bordi bianchi - al posto di quelle scarpe che sembrano trampoli alti quasi 20centimentri , che ora tutti chiamano tacchi al posto di " obrobrio per ragazze ".
Ricordo che c'era la musica alta e metà delle persone della festa di erano spostane di sopra , nelle stanze da letto.
MI ci volle poco a capire cosa stava succedendo e speravo con tutto me stesso che Ocean non salisse perché non sarei potuto stare nemmeno un secondo fuori dalla vista dei suoi occhi. 
Io in quel momento vivevo ad almeno 1 mentro da terra perché Ocean , senza rendersene conto , mi stava regalando i suoi sorrisi e le sue più belle risate. Quelle vera , fatte con la pancia.
Poi , dopo aver girato lo sguardo , la vidi uscire dalla porta che dava sul giardino. I suoi capelli volavano e i suoi occhi mi mostrarono tutta la sua sincerità. Aprì la porta con uno dei movimenti più dolci che una ragazza possa fare. Vidi le sue mani , tremavano. Uscì e quella fu l'ultima volta che la vidi. 


Ora ho ventun' anni , sono sempre io e alcune volte penso ancora ai sorrisi di quella ragazza.
Cercarla o viverla non sono cose per me. Lei vive nel sedicenne che ero in quell'anno. Ora ho una ragazza che tra poco mi regalerà una bambina.
Le stelle hanno voluto così che il tempo finisca intorno al 12 di ottobre. Io e la mia ragazza abbiamo già parlato della decisione del nome e ha accettao la mia rischiesta di poterla chiamare Ocean. E lei sarà la mia piccola Ocean e giuro che l'amero come non ho potuto fare quando avevo sedici anni e le regalerò la vita se sarà necessario.




Roma in ottobre si veste di mille colori. Io come ogni mattina stavo accompagnando mia figlia Ocean all'asilo mentre la mia ragazza stava a casa a programmare chissà quale vita perfetta irragiungibile. Per essere un ventiquatrenne me la cavavo abbastanza bene. Avevo trovato lavoro in un'agenzia di viaggi e quanto avrei voluto potermi regalare uno di quei viaggio. Scegliere una di quelle destinazioni che ti cambiano la vita tipo La Cina o L'India.
Ma dovevo essere realista e continuare a vivere dov'ero perché io mi ero scelto questo vita.
Mia figlia continuava a correre senza sapere bene la motivazione e io da bravo padre la lasciai fare come voleva.
Alcune volte io e lei giochiamo e voliamo in un altro mondo dove lei è la Principessa Aurora e io sono il suo più gentile cavaliere. Ci sono volte che la salvo da streghe malvage ed altre da dragoni sputa fuoco. Peccato che non può capire. Non può capire che io la salvo tutti i giorni ma da questo mondo , quello reale. Aveva due anni e già sbalbettava qualche parola. La sua prima parola fui io. Quel giorno scoppiai in lacrime. 
Stavamo al mare , estate dai nonni , e lei mentre si pasticciava le mani con la sabbia disse il mio nome. Così senza avvertire nessuno.
Ricordo quel momento che la vedo crescere sempre un po' di più. Quei suoi occhi da cerbiatta - verdi di giorno , grigi di notte - occhi da cattiva ragazza.
Quei capelli che mi ricordano quella sera. Assoluta meraviglia. 

Nei suoi sorrisi trovo quella luce che ormani nemmeno sua madre riesce a darmi più. Forse non amo sua madre.
Sua madre , Martina vent'anni anni. Povera ragazza sognava la vita perfetta accanto al ragazzo perfetto mentre io non so nemmeno se riuscirò ad arrivare a fine mese. Ricordo che ci siamo conosciuti ad un concerto. Lei assomigliava ad una ragazza che faceva la pubblicità di intimissimi e io feci una scommessa con i miei amici. Appena la vidi , dissi 
:" Se riuscirò a prendere il numero di quella ragazza , giuro , che me la sposo ".
Sbagliai. Credeva nell'amore eterno e io non avevo abbastanza coraggio da dirle che non l'amavo.
E adesso è la mia ragazza , fidanzamento che dura già da tre anni ed ora una figlia. Più mia che sua. 

- " papà , papà devo andare! "- mi urlò contro mia figlia. 
La campanella era appena suonata e noi stavamo a 200 metri di distanza dalla scuola. La presi sulle spalle e la portai di corsa all'entrara.
Le madri degli altri alunni ci guardavano come se fossimo dei disgraziati. Unitili e senza futuro.
Ma avevano mai provato a guardare dentro ai nostri occhi ? Assoluta magia.
- " ciao papà "- mi diede un bacio sulla fronte. E mi uccise.

Mi uccise , così come fa sempre , ringraziandomi con quei suoi occhi in cui io trovavo la mia più bella tranquillità.


 
   
 
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