Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: Life_In_A_Cartoon_Motion    16/06/2014    1 recensioni
Sono passati diciassette anni ormai, Skye e Grant sono sposati e hanno quattro bellissimi figli a riempire la loro vita di orgoglio e amore. Così come loro, anche FitzSimmons si sono sposati e, insieme alle loro due bellissime bambine, vivono una vita stupenda.
***
Ma, per quanto i rapporti tra colleghi fossero vietati, i due ignorarono le continue rotture da parte di Fury e decisero di tenere il bambino. O meglio, la bambina. Perché, da pochi mesi a quella parte, in una stupenda giornata soleggiata, venne alla luce una sana e forte femminuccia, Briar Queenie Ward.
***
Quando la piccola Briar crescerà, deciderà di seguire il suo sogno o di seguire le orme del padre? La stessa cosa faranno gli altri figli? E se un improvviso ritorno di Loki e un nuovo cattivo mutante minaccerà la terra, cosa saranno disposti a fare Briar Ward, Hatter Fitz, Raven Ward e i figli degli Avengers pur di salvare i genitori?
Crossover The Avengers e Xmen. Dad!Ward Dad!Fitz
[SkyeWard] [FitzSimmons]
Dedicata a Becky_99
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Grant Ward, Skye, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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buck e bir BRIAR'S POINT OF VIEW

BASE AEREA SHIELD

Quando l'elicottero atterra alla base, vengo svegliata dagli violenti scossoni di America. La bionda mi sorride schifata, indicando il filo di bava che esce dalla mia bocca. Ancora frastornata mi pulisco con la manica della tuta, alzandomi con fatica. Dannatissimi lividi. Qualcuno, mentre dormivo, mi deve aver bendato il foro di proiettile sul braccio e la ferita sull'addome; sono conciata piuttosto male. Con le utlime forze che mi rimangono in corpo, esco dallla rampa di lancio e appoggio i piedi sulla terra battuta della pista.

-Ben tornata, piccola.-. Sento alle mie spalle l'inconfondibile voce di Bucky Rogers, l'unica persona che ho voglia di vedere adesso. Mi giro, gemendo debolmente di dolore quando lui mi abbraccia. Sembro una bambona di porcellana, piccola e fragile, rigida tra le sue braccia forti e i suoi muscoli tesi. -Tutto bene?-

-Stai scherzando? A momenti non cammino.-
brontolo, seccata, incrociando con fatica le braccia al seno. Il biondi si passa un mano tra i capelli, riaggiustandoseli in modo sexy. Mi mordo il labbro inferiore, è tanto tanto bello. -Ho saputo che la figliol prodiga viene a trovarvi, oggi. Felice?- chiedo, sarcastica, contraendo le labbra in un risolino.

Bucky mi lancia un occhitaccia, infastidita, stirando i muscoli della braccia. Qualcuno bandisca le canotte bianche aderenti dallo SHIELD, per favore.-Come a Natale.- brontola,-Si vanterà per tutto il tempo del ruolo che ha ottenuto nel prossimo film di Scorsese.-

-Ma devi per forza stare li? Cioè, non puoi andartene?-
chiedo, circondandogli con uno sforzo disumano il collo con le braccia,-Perché ho sentito di un nuovo Jazz Club sulla sesta ... me ne hanno parlato bene. Andiamoci insieme, stasera. Per divertici.- aggiungo, giocherellando lentamente con i capelli sparsi sulla nuca.

Bucky ridacchia, artigliandomi un fianco.-Bella idea, piccola. Mi piacerebbe molto. E, magari, dopo, potremmo andare a casa mia, a divertici ...- sussurra sulle mie labbra, suadente, facendo scendere la mano verso il mio sedere. Io deglutisco, imbarazzata. Vuole che facciamo sesso insieme. Cioè, me lo ha già chiesto parecchie volte, però mai così esplicitamente. Sa perfettamente che sono vergine e che non voglio perderla troppo infretta, senza motivo, e lui non mi fa pressioni, anzi, è disposto ad aspettare. Ma non so, per quando ancora potrà aspettarmi? Ha diciannove anni, santo cielo, stiamo insieme da due anni e non abbiamo mai combinato nulla perché io non mi sento pronta ed ho ... paura.

So perfettamente che una spia non dovrebbe aver paura di nulla -e, se Anastasia scopre che ho paura di  darla via mi prenderà per il culo tutta la vita.- ma io non ce la faccio. Forse dovrei parlarne con mia madre, quando la vedo.

-Prima pensiamo solo a divertirci, poi vediamo. Ok?- chiedo, staccandomi un poco da lui e riavviandomi un capello castano dietro l'orecchio. Bucky annuisce, dandomi un leggere e tenero bacio sulle labbra. E' un ragazzo estramamente dolce, sa sempre come farti star bene. A mamma piace, quando glielo presentato, perché dice che è buono e che è tutto uguale a suo padre. Ineffetti, è totalmente identico, tranne per gli occhi. Mi stringo a lui, appoggiandogli le braccia sul bacino
 
Un finto colpo di tosse alle nostre spalle ci fa sussultare. -Disturbo?.-. Mi stacco immediatamente da Bucky, riconoscendo la voce roca di mio padre. Entrambi ci giriamo verso di lui e, con un cenno militare come il protocollo ci impone di fare, lo salutiamo.

-Salve, Sergente Ward.- diciamo, all'uniscono, il corpo immobile come una asta di metallo. Mio padre ridacchia, facendoci segno di smettere, non si è ancora abituato a trattare la figlia come un sottoposto. Sorrido, abbracciandolo e trattenendo un gridolino di dolore. Ma, per attenerci alle rigide regole, ci stacchiamo subito dopo, ritornando alle posizioni di prima.

-Agente Briar, come è andata la missione?- chiede, schiarendosi la gola. -Agente Rogers.- aggiunge, rivolto a Bucky, che ricambia con un saluto militare in piena regola.

-Le Agenti Romanoff e Barton stanno andando in questo preciso momento a fare rapporto.- rispondo, fiera come sempre. -Io devo andare in infermeria, ho una ferita da farmi medicare.-

Lascia perdere le regole e il suo grado, lasciando uscire l'istinto di padre. -Dove? Come? Chi è stato? Quando?-. Mi bomborda con una raffica di domande, levando la benda zuppa di sangue per vedere la gravità del danno. Piego la testa di lato, in modo da vedere il sorriso che increspa le labbra carnose di Rogers Jr.

-Non è nulla pap... Sergente. Un banale foro di proiettile.-.

Papà sospira e riannoda la benda in modo rudimentale, rivolgendo tutte le sue attenzioni a Bucky. Si impala davanti a lui, dandogli un leggere buffetto sulla guancia. -Bene, ragazzo.- dice, abbottonandogli la divisa e scompigliandogli lievemente i capelli, -Vai a fare il tuo dovere, devo parlare con mia figlia. Soli.-

-Subito, Sergente Ward!.-. Ed, in modo servile e sottomesso, lo saluta, girandosi verso di me. Mi da un leggero bacio sulla guancia, sussurrandomi un "Passo da te alle nove in punto, mettiti qualcosa di carino". Quando lui è abbastanza lontano per non sentirci, papà si avvicina a me e mi prende per un braccio.

-Briar, la direttrice Hill vuole parlare con te. Subito.-

MIKA'S POINT OF VIEW

UFFICIO DEL DOTTOR WATSON

-Guarda che bel vestito ... Jen ha davvero buon gusto.-

Porgo a Steve la copia di Vanity Fair, indicandogli la foto che ritrare Jennifer alla cerimonia di premiazione degli ultimi Oscar, fasciata in uno stupendo abito di Versace. E' un pò che non le sento, sia lei che Donatella. Saranno due anni, più o meno dal giorno del matrimonio. Dovrei chiamarle. -Mi ricorda la mi giovinezza.- sospiro, vagando con la mente verso quei giorni in cui anche io camminavo sul red carpet, guadagnandomi l'attenzione di tutti i giornalisti e fotografi. Che bei tempi ... la fama, i premi, le feste, oggetti e vestiti di tendenza e costosi ... mi manca quella vita.

-Si, è carino. E con questo cosa vorresti dire?- chiede Rogers, sfogliando una rivista trovata sul piccolo tavolino in vetro della sala d'aspetto. -Che non sei più giovane? O che vorresti un ennesimo vestito?-

Un nostro nuovo litigio viene stroncato sul nascere dall'arrivo di una signorina bionda, strizzata in un tailleur color tortora. -I coniugi Stark-Rogers? Prego, seguitemi. Mr. Watson vi aspetta.- dice, sorridendo serafica. Ci accompagna in un stanza ampia e ci indica due costose e all'apparenza comode poltrone bordeaux, fatte di pelle.

Il dottore -che avrà massimo una quarantina d'anni- si presenta, tendendoci la mano. -Salve sono il dottor Benjamin Watson.-

-Steven Rogers.- dice Steve, stizzito, stringendo la mano di Benjamin con vigore.

Quando tocca a me, il dottore mi ferma. -Oh ma so perfettamente chi è lei, signorina Mika.- dice, con  sorrisetto sul volto. -Ho visto tutti  i suoi film, dal primo all'utlimo.- aggiunge, lievemente euforico, porgendomi un biglietto dorato, molto assomigliante al biglietto della Fabbrica Di Cioccolato. Sopra, campeggia il mio autografo e, dietro, il titolo di un mio vecchio film. -Sono un suo grande fan. Questo biglietto era per la prima di Frost a New York.-

Sorrido, rigirandomi i biglietto tra le dita. -Sono passati tanti anni. E' strano che qualcuno si ricordi ancora ...-

-E' impossibile dimenticarlo, signorina. Frost è stato uno dei suoi migliori film, è grazie a quello che ha vinto un Oscar..-

 Volgo la testa verso Steve che ci guarda, esasperato. A quanto pare, non ha molta voglia di perdere tempo. -Ora possiamo anche procedere ...- dico, sbrigativa, accavallando le gambe e sistemandomi al meglio nella poltroncina.

Benjamin annuisce, sedendosi dietro la scrivania.In poco tempo, come un attore professionista che si cala nella parte, torna serio e professionale. -Chi dei due a deciso?- chiede, calcandosi gli occhiali da vista sul naso a patata.

Guardo Steve, che se ne sta dritto e concentrato sul consulente matrimoniale a cui abbiamo deciso di rivolgerci. E sborsare molti soldi. Faccio dondolare lievemente il piede, battendo con un tacco lo spigolo della scrivania.

-Lei- -Noi- rispondiamo, all'unisono, senza stupirci che, come al solito, non siamo in grado di fare una squadra.

-Signorina Stark ...-. Il dottore invoglia me a prendere parola, dato che sembro essere quella più interessata alla seduta. Il che è vero, se vogliamo mettere i puntini sulle I.

-Lo abbiamo deciso insieme.-Sottolieno l'ultima parola, nonostante non fosse assolutamente vero. Io, a differenza di Steve, ci tengo molto a salvare le apparenze e a fare buona figura. Per lui, invece, questa è una più totale perdita di tempo, dato che ora dovrebbe essere allo SHIELD a litigare nuovamente con Ward e mio fratello. -Volevamo solo ... provare. -

Il medico annuisce distrattamente e batte qualcosa sui tasti del computer. -Quanto siete felici come coppia? Da uno a dieci.-

-Nove.- sussurro, con voce baritonale, ciò che mi succede quando mento. Mi mordo il labbro inferiore, accidenti a me.

-Nove.- dice Steve, stringendo i braccioli della sedia. Ha aspettato che fossi io la prima a rispondere ... evidentemente non voleva rischiare situazioni imbarazzanti o inutili.

-Dovete essere sinceri. Altrimenti la terapia non funziona. S i n c e r i.-

Io e Steve ci guardiamo e poi ritorniamo a fissare Watson. -Sette e mezzo.- dico.

-Sette.-. Steve mi segue a ruota, ma so che la sua rispsota non rispecchia veramente la verità. Steve mi ama -anche se da qualche mese abbiamo dei problemi- e io amo lui, non lo nego, mi è sempre piaciuto. E' molto bello, raffinato, educato e sempre cortese e -per quello che posso ricordare- molto bravo a letto, probabilmente il migliore con cui sia mai stata. Almeno dieci volte migliore di Michael. Per quella serie di motivi credo di averlo sposato. E anche perché America  e Bucky meritavano un padre.

Watson annota qualcosa sul pc e, poi, ci sorride rassicurante. Ed è adesso, che verrà la fatidica domanda, quella a cui ogni coppia problematica ha paura di rispondere e che causa imbarazzo più o meno a tutti. -Con che frequenza avete rapporti sessuali?-

Sento un pugno nello stomaco e mi muovo, convulsamente, sulla poltrona. Non posso fare a meno di guardare mio marito, pallido, con la schiena inccollata allo schienale della poltrona e gli avambracci abbandonati sui braccioli. -Non molti.Sono rimasta incinta di Fifth due anni fa ... dopo il parto, due volte. Una al suo compleanno e una a Capodanno. Ma eravamo ubriachi.- dico, schiarendomi la voce e puntellando le dita sulle cosce, coperte dal lieve tessuto dei jeans.

Steve sbuffa, incassando la testa nelle spalle. Credo che questa conversazione lo turbi un pochetto, non è mai stato felice di parlare della nostra vita sessuale. Normalmente avrebbe fatto storie per andarsene, ma questa volta no. Vuole far capire di essere cresciuto, il bambino... . Anche se, tecnicamente, lui è di svariati anni più grande di me. Quanti ne avrà? Cento?

Watson riprende a battere sulla tastiera, in modo concentrato. -Eravate soddisfatti a letto? Avevate dei ruoli?-.

Sento che sarà una seduta veramente luuuuuunga.


RAVEN'S POINT OF VIEW
 
BUS

-Signorina Ward, lei capisce quanto alla nostra accademia farebbe comodo una mutante come lei. Il suo potere è piuttosto raro e mutanti giovani  sono rarissimi, ormai.-.

Lancio una veloce occhiata a mia madre, seduta sul divano in pelle mentre ascolta, attenta, il discorso di Xavier. Coulson è andato via, mamma gli ha praticamente ordinato di portare Elie a giocare in palestra. -Capisco, professore.- dice, calma e rilassata, sorseggiando il te dalla tazza in ceramica che stringe tra le mani.

La donna mora, Brooklyn, mi osserva da quando mi sono calmata, rimanendo, ferma e impassibile, in piedi accanto al professore. Noto una pistola attaccata alla cintura della tuta e un paio di granate semi nascoste nella tasca anteriore. Assomiglia a Natasha, solo mora e con qualche centimetro in meno.

Grazie mille. Non sono mai stata paragonata alla Vedova Nera, la cosa mi lusinga molto.

Mi guardo intorno, alla ricerca della voce che ha pronunciato quelle parole. Mi giro verso mamma, che sta consultando un deplian datole da Xavier, quest'ultimo che continua ad esaltare il programma scolastico e le superbe lezioni di storia del professor Howlett. La donna, invece, non ha ancora aperto bocca.

E' inutile che cerchi, tanto io sono qui. Nella tua testa.

Boccheggio, scioccata, prendendomi la testa tra le mani. E' una sensazione fastidiosissima, sembra che cento martelli pneumatici mi stiamo battendo contro il cranio, contemporaneamente.

Non fare la melodrammatica, fa più male a me che a te, credimi. Ho fatto anche un giretto nella testa di tua madre e lei non ha fatto tutte queste scenate. Vuoi provare vero dolore?

Prima che io possa ribattere con la voce nella mia testa, la testa inizia a pulsarmi terribilmente, seguita dalla sensazione di vomito che sale in gola. Esprimo n piccolo lamento di dolore, con tutte le poche forze che mi sono rimaste, tentando di richiamare mia madre.

-Tutto bene?- chiede, per l'appunto lei,  posandomi una mano sulla spalla. La fisso, per qualche secondo, supplicandola con gli occhi di far andare via quei tizi strani. Mamma mi sorride, accarezzandomi con lentezza i capelli bianchi. Io annuisco,deglutendo un paio di volte e mandando via la fastidiosa sensazione. Mamma ritorna a parlare con Xavier, chiedendole delucidazioni sui ragazzi presenti in Accademia.

-Sono tutti come sua figlia, timorosi dei loro poteri e esclusi dalla società. Anche se abbiamo vinto la guerra, molti ragazzi sono ancora impauriti all'idea di diventare membri della società. Così li teniamo li e, i più anziani, lavorano presso la scuola. Molti nostri vecchi studenti, però, dovrebbero essere presi d'esempio dai nuovi. Sono riusciti a diventare qualcuno nonostante la loro natura, ce l'hanno messa tutta e sono stati ripagati. E, molti dei ragazzi che se ne sono andati, non hanno un espetto estetico del tutto ... normale. -

Io rimango ammirata, a sentire le sue parole e, timorosa, predo parola. -Quindi, lei, sta dicendo che non dovrei vergognarmi della mia natura?- chiedo, riprendendo il pieno possesso delle mie facoltà. La voce nella mia testa se ne è finalmente andata, forse mi sono immaginata tutto.

No, io sono ancora qua.

Xavier mi guarda, sorridendo bonario e pacato.-Esatto. Noi siamo una razza superiore, senza di noi non ci sarebbe l'evoluzione. Come diceva una mia vecchia amica, "Mutante e fiera".-.

Ha ragione. Dovrei accettarmi per quello che sono, sono diversa, ma in modo positivo. Questa gente è come me, vuole tenermi al sicuro da persone che non mi accettano e che vogliono solo farmi del male. Forse, decisamente, dovrei accettare la loro proposta. Non sarebbe poi così male, imparare a controllare il mio potere ead usarlo per scopi benefici. Potrei inventare metodi all'avanguardia per la medicina, sarebbe una cosa grandiosa.

Se pensi davvero di fare il medico con i tuoi poteri, preparati a ricevere una grossa delusione. I medici curano le persone, non le ghiacciano.

Mi lascio andare contro lo schienale della sedia, pensando a qualche insulto in modo che la voce nella mia testa possa sentirli.

Sono profondamente offesa, sappilo.

AH AH, quindi sei una femmina.
Le sto pure dando corda, diamine.

Dai, non dirmi che non hai capito chi sono.

Prima che io possa risponderle, Xavier mi precede, intromettendosi nei miei pensieri.
 
Brooklyn, smettila di importunare la nostra giovane promessa. Credi davvero che vorrà venire in una scuola dove gli insegnanti fanno venire l'emicrania? Non credo proprio.

-Grazie, professore.- dico. Mia madre mi guarda, interrogativa, inarcando lievemente le sopracciglia. -Comunque ... volevo chiederle ulteriori informazioni sull'Accademia ...-

Il professore gode del mio sguardo compiaciuto e, sorridendo, mi tende un deplian.


AMERICA'S POINT OF VIEW
BAGNI SHIELD

Mi appoggio con i gomiti sul lavandino bianco del bagno, riflettendomi nello specchio davanti a me.

E' un disastro. Un grandissimo disastro. Un ENORME disastro.
 
Cosa diranno i miei? Mamma potrebbe anche esserne felice, i divi di Hollywood sono sempre un pò strambi, ma mio padre? Prima ucciderà me, e poi ucciderà Lui. Dovevo fare la ragazza seria, come ho fatto da diciassette anni a questa parte, invece di finire in un tremendo cerchio di guai e bugie per colpa di dannatissima tequila e di un semi dio molto fascinoso.

Il test sul lavandino suona, i cinque minuti sono finalmente terminati. Sospiro a polmoni aperti, devo pensare che la scritta che leggerò adesso mi darà solo buone nuove. Sono piuttosto fiduciosa, i sintomi potrebbero essere solo delle banali coincidenze. Afferrò il test, sperado con tutto il cuore che ci sia scritto ciò che spero. Serrò gli occhi, rivolgendo una silenziosa preghiera come la zia Pepper mi dice sempre di fare in certi casi. Li apro e le due linette rosa dicono tutto ciò che devono dire, come guardandomi stra fottenti.

Sono incinta.

Benissimo, posso pure contare sul fatto che la mia vita finirà tra breve.



ANGOLO DELLA FRUTTA (ascoltando il Pagante- Entro in Pass)

Cucù, eccomi qui!

Il terzo capitolo è arrivato e abbiamo conosciuto Bucky, l'adorabilissimo figlio di Stewie e la sua amabile mogliettina ex star del cinema Mika. Abbiamo anche appreso che Miss America (no ok, ci stava) e' incinta di un certo semi dio nordico ... dai, che chi ci arriva vince un biscotto virtuale :3. Proprio una bella famigliola, i Rogers. LOL

La nostra adorata Raven è ancora alle prese con Brooklyn e il professor X. La frase "Mutante e fiera" è presa da Xmen:L'inizio, detta dalla mia amata Jenny <3 E il Professor Howlett è un chiaro riferimento all'impiego di Wolverine nella mia storia dove conosciamo Brooklyn.

Ringrazio tutte le sacrosante cristiane che seguono questa storia.

Alla prossima (spero breve)
Kiss
Lalla
  
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