________________________________________________________________________________________________________



“Non voglio morire.”


L’unico pensiero balenante nella testa che scoppia di Light Yagami: quella frase viene urlata e ripetuta con maggior ardore, imperturbabile, mentre scorre all’infinito. Eppure non la proferisce dalle sue labbra appena socchiuse ansanti per il dolore e per la fatica. E’ voluto fuggire da quell’inferno di edificio abbandonato, come un vile.

Non era un Dio?

Appare più come un coniglio intimorito, come una persona vigliacca che scappa dopo aver sentito la verità. Addirittura da parte di un bambino che ha voluto fargli la predica… e poi gli spari da quell’idiota di Matsuda: qualcosa che non si sarebbe mai immaginato, da un imbecille di quel calibro. E poi, quando erano distratti, è riuscito a uscire e a correre, sotto il cielo del pomeriggio che, per via dell’inverno inoltrato, presenta già i principi di un crepuscolo e di un successivo tramonto.
Paiono predire anche la fine dell’era del Dio Kira.
Ancora corre, la mano sinistra che trattiene la spalla destra dalla quale provengono lancinanti sensi di dolore, come se tanti aghi trafiggessero la zona. Un passo veloce, ma traballante, quasi zoppicante il suo e guarda davanti a sé, imperterrito, alla ricerca di cosa? Della salvezza? E’ stato messo con le spalle al muro, è stato umiliato.


“Non voglio morire.”


Nessuno vuole morire, Yagami, tutti, quando sono allo stremo, rimpiangono la loro vita, che magari conservava più sofferenze della morte stessa, e la stringono gelosamente a sé, per non lasciarla sfuggire. E tu, che ti sei ritenuto al di sopra degli altri, hai decretato lo svolgersi della vita di tanti individui reputati da te ‘inaccettabili’… non vuoi perire? Le tue azioni dettate dall’egocentrismo e dal sentirsi superiori portano sempre a una strada corrotta, a un destino che sarebbe stato sicuramente differente se tu non avessi preso dall’erba del giardino della scuola quel Quaderno della Morte, se tu l’avessi lasciato lì senza essere roso dalla curiosità e dalla volontà di provare se quello che dicevano le regole fosse la verità.
E ora quasi vedi te stesso, quel te stesso di più di sei anni prima, col capo chino; definivi il mondo come un lerciume del quale vergognarsi. Gli occhi di quel te stesso di tempo prima sono bassi, vacui, privi di luce alcuna, animati solo dal risentimento e dal ripudio per l’essere nati in un posto chiamato “Mondo” ma che non conserva nulla della sua purezza iniziale. Ora i tuoi occhi, Light, si fanno disperati, la tua espressione contrita è la parte che renderebbe compassionevole la persona dotata del più duro dei cuori…
Il passo tranquillo dello studente più brillante della scuola, che possiede il Death Note, del quale non conosce le vere potenzialità e che ora legge un libro mentre si dirige a casa stona col tuo correre disperato, claudicante e senza una meta precisa.
E per un attimo… il tuo te stesso ti passa davanti, incurante della sua figura umiliata in futuro. Ti rifugi in un edificio abbandonato, alla ricerca del riposo eterno.
Ma, nonostante i tuoi pensieri contrari alla morte, la accogli come una vecchia amica, percependo il tuo ultimo battito e chiudendo piano gli occhi, con la tranquillità di un uomo che ha vissuto la vita come desiderava.




Sei nato dalle ceneri, Yagami;
ora ritorni alla terra.
Come un comune essere umano.


________________________________________________________________________________________________________