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Autore: LoveDestiel    17/06/2014    1 recensioni
Dean e Sam Winchester e Castiel sono a Roma per distruggere una setta di vampiri. Dopo la vittoria, Dean esce con Castiel per festeggiare. Però Dean si ubriaca e l'angelo è costretto a riportarlo in camera, dove dovrà "sopportare" le avances del cacciatore.
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Quarta stagione, Quinta stagione
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-Cazzo, Cas! Quante volte ti ho detto che è inquietante il fatto che tu mi fissi mentre dormo?!- urlò Dean, ormai del tutto sveglio.
Lo faceva quasi sempre, e ogni volta Dean si prendeva un grosso spavento. Castiel se ne stava in piedi di fianco al letto del figlio maggiore dell’ormai defunto John Winchester, e lo stava fissando. Diceva che gli angeli non hanno bisogno di dormire, ma questa non è una scusante per far prendere un colpo al giovane cacciatore.
-Non capisco perché ti agiti tanto. Sai che non ho bisogno di dormire.- chiese Castiel, con tono calmo.
-Mi vuoi rispedire all’inferno, per caso?-
-No, perché dovrei farlo o soltanto volerlo?-
-Allora non fissarmi così, maledizione. Ho appena avuto un infarto per colpa tua.-
Dean si alzò dal letto, ormai completamente sveglio. Guardò Sam, che stava ancora dormendo di sasso, nonostante i suoi schiamazzi.
“Ma come diavolo fa?” pensò Dean, scompigliandosi i capelli biondi.
-Dean.-
-Che c’è, Cas?- chiese Dean, irritato.
-Non porti i pantaloni.-
Dean posò lo sguardo sulle sue gambe. Castiel aveva ragione, indossava soltanto i boxer.
-Ma che cazzo…-
All’improvviso, si sentì ridere provenire da un angolo della stanza. Sam stava utilizzando un cuscino per coprire il più possibile le sue risate, senza successo.
-Tu ne sapevi qualcosa, Cas?- chiese Dean, molto irritato ma cercando di mantenere la calma.
-Lui mi ha fatto cenno di stare zitto mentre ti sfilava i pantaloni.-
-Oddio, Dean! Devi vedere la tua faccia in questo momento! Sto morendo!- urlò Sam, con le lacrime agli occhi.
-Molto divertente, deficiente. Dove sono i miei pantaloni?-
Nessuna risposta.
-Sammy, i miei pantaloni.-
Ancora nessuna risposta.
-Lo hai voluto tu.-
Prese una brocca d’acqua dal bagno dell’albergo e glielo rovesciò sulla faccia e sul corpo. Ora Sam non rideva più. Non provocò in lui nessuna reazione, anzi. Sam rimase a bocca aperta mentre l’acqua gli colava dal viso.
-Ora dimmi dove sono i miei pantaloni, altrimenti ti spedisco all’inferno a calci in culo.-
Sam indicò sotto il letto del fratello maggiore.
-Grazie. E ora, Sam, alzati. Oggi sarà un giorno molto impegnativo.-
Dean si rivestì in fretta e furia. Quel giorno c’era parecchio lavoro da fare.
-Cas, intanto che ci prepariamo, puoi andare a prendere del caffè, per cortesia?- chiese Dean.
-Va bene.-
L’angelo uscì senza fare il minimo rumore. Dean rimase un attimo a guardarlo, ammaliato dalla sua andatura e dalla sua leggerezza. Capendo di essersi imbambolato, scosse la testa per riprendere il controllo di sé stesso e incominciò a raccattare le sue cose, ovvero i suoi libri, i suoi quaderni pieni di appunti e il diario del padre, che lo aveva lasciato ai fratelli nel momento in cui John scomparve.
-Dean, questa setta di vampiri sono pericolosi?- chiese Sam dal bagno.
-Bhè, certo. Tutte le vittime della setta non sono più state ritrovate. Sono diventati anch’essi vampiri. Il modo migliore per sorprenderli è quello di prenderli di sorpresa, durante il giorno.-
-Spiegami ancora una volta perché siamo dovuti andare in Italia.-
-Perché un amico di Bobby, Stefano, aveva questo problema. Stava per distruggere la setta, ma qualcosa è andato storto. Per fortuna lui è riuscito a fuggire senza che fosse stato infettato dal loro virus.-
Finalmente, Castiel ritornò con due bicchieri di caffè per i fratelli e li poggiò sul tavolo.
-Oh, grazie Cas.-
Dean si avvicinò al tavolo per prendere un bicchiere, ma inciampò nel tappeto e finì addosso a Castiel, che cadde a sua volta. Così facendo, le labbra di Dean si trovarono vicinissime a quelle dell’amico. Castiel arrossì violentemente e Dean perse per la prima volta le parole.
-Mi… Mi dispiace.- si scusò Dean.
Si alzò di scatto, aiutando l’amico a rialzarsi. Appena toccò la pelle di Castiel, Dean ebbe un fremito. Guardò per la prima volta gli occhi dell’angelo. Erano azzurri come il cielo in primavera e aveva delle pagliuzze nere nelle iridi. A Dean mancò il fiato e sentì la bocca asciutta.
-Ragazzi? Cos’è successo?- chiese Sam, ancora bagnato per la doccia appena fatta.
-Niente, Sam. Niente.- rispose Dean, rosso in viso.
-Ok.-
Sam prese un asciugamano e si asciugò, mentre Dean e Cas organizzarono l’itinerario per la distruzione della setta. Dean si sentiva un po’ a disagio, ora che aveva quasi baciato il suo amico. Poco dopo arrivò anche Sam, pronto ad uccidere ogni vampiro che potevano incontrare.
-Allora usciamo. Quei succhiasangue hanno le ore contate.-
Presero allora delle fiale con sangue di uomo morto per stordire i vampiri, dei paletti di frassino per immobilizzarli e ucciderli e dei grossi coltelli per decapitarli. Tutte quelle armi le aveva fornite Stefano, che non era nelle condizioni di combattere.
Verso le otto, i cacciatori uscirono dall’albergo e si diressero verso Piazza Navona, cercando di mimetizzare i loro equipaggiamenti. Arrivati nella piazza, si diressero verso un piccolo negozietto abbandonato. Sam forzò la serratura, mentre Dean e Castiel controllavano che nessuno li importunasse. Riuscirono ad entrare e scesero in uno scantinato buio. Sam accese una torcia per evitare di andare a sbattere contro un muro, mentre Dean impugnava  uno di quei coltelli e Castiel la sua lama angelica.
-Ragazzi, deve essere questo l’ingresso.- gridò Sam, illuminando una stretta porta.
-Non urlare Sammy! Vuoi che perdiamo l’effetto sorpresa?!- bisbigliò Dean.
Dean forzò la serratura e si ritrovarono in un’enorme sala spoglia, illuminata da delle candele. Lì stavano riposando i dieci membri della setta che stava terrorizzando tutta Roma.
Facendo dei segnali, Dean fece segno a Sam e a Castiel di iniettare loro il sangue di uomo morto. Si avvicinarono lentamente e, con movimenti repentini, i cacciatori neutralizzarono i vampiri. Tutto accadde nel giro di una ventina di secondi e senza che nessun vampiro li attaccasse.
-Sam, vuoi aprire le danze?- chiese Dean, porgendo al fratello minore uno dei coltelli.
-Con infinito piacere.-
Così, Sam decapitò il primo vampiro, seguito a ruota da Dean e dall’angelo. Fu un lavoro pulito e veloce.
“È andato tutto fin troppo bene. C’è qualcosa che non va.” pensò Dean, guardandosi intorno.
-Stai bene, Dean?- chiese Castiel, pulendosi il viso dal sangue dei vampiri.
-È stato fin troppo facile.-
-Meglio andare via, qui abbiamo finito.- esortò Sam.
I tre uscirono dall’edificio e ritornarono all’albergo. Guidò Sam la Mustang che era stata fornita loro da Stefano, con tutto un arsenale di armi per sconfiggere il maligno.
Dean, finalmente, si rilassò, capendo che si era preoccupato per niente. Si sentì anche un po’ euforico per aver ucciso così tanti vampiri e per aver salvato Roma.
Dopo dieci minuti, i tre arrivarono all’albergo. Salirono in camera e Dean appoggiò l’attrezzatura sul tavolino. Si sentiva troppo euforico, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
-Sì! Ce l’abbiamo fatta!- urlò.
-Abbassa la voce, non siamo soli!- disse Sam.
-Sono troppo felice Sammy! Voglio andare a festeggiare, venite, forza!-
-Dean, sono stanco, divertiti per me.- rifiutò Sam.
-Uffa, non è giusto. Castiel, vieni, su!-
-Dean…-
Castiel non fece in tempo a rifiutare l’invito che Dean lo trascinò, letteralmente, in un pub vicino all’albergo. Si sedettero al bancone e vennero accolti da una bellissima ragazza con capelli rossi e occhi azzurri.
-Come posso esservi utile?-
-Vorrei qualcosa di forte. Stupiscimi.- chiese Dean.
-Dean, moderati, per favore.-
-Oh, Castiel. Siamo qui per festeggiare, ricordatelo.-
Dean non si fermò a quell’unico drink. Ne prese almeno tre ed era visibilmente ubriaco. Castiel odiava vedere il suo protetto in quello stato. Doveva portarlo in camera a farlo riposare. Non doveva permettere a Dean di ridursi così.
-Dean, adesso andiamo.-
-Ma Cas, abbiamo appena iniziato a divertirci. Non rovinare tutto come al tuo solito.-
-Sei ubriaco.-
-Non sono ubriaco. Sono solo un po’ alticcio e sono in grado di guidare.-
-No, andiamo.-
-Cas, quando prendi così il controllo mi fai impazzire.-
-Smettila. Signorina, ecco a lei.-
Dopo aver pagato, Castiel trascinò a forza Dean fino all’albergo, mentre farneticava.
-Cas, lasciami. Riesco a camminare da solo.-
-Certo e io sono la tua macchina.-
Dean rise sguaiatamente. Finalmente, i due arrivarono in camera.
-Sam, tuo fratello si è ubriacato. Di nuovo.-
Non ci fu nessuna risposta.
-Sam, sei qui?- disse Castiel, appoggiando Dean al letto.
Vide sul tavolo un biglietto, che lesse immediatamente ad alta voce.
-“Sono alla biblioteca per approfondire la storia della setta per Bobby. Non aspettatemi alzato. Sam.” E questo che significa?-
-Cas, vieni qui.-
Cas venne abbracciato da Dean, talmente forte da fargli perdere il fiato. Dean, nel frattempo, lo baciò sul collo e lo toccò al cavallo dei suoi pantaloni. Castiel ebbe un fremito, come se fosse pervaso da una scossa elettrica. Gemette.
-Per i sette peccati capitali, Dean! Smettila!-
-So che ti piace.-
-Dean, rimettiti a letto, sei ubriaco!-
Dean lo trascinò a letto e, per la prima volta in vita sua, baciò Castiel sulla bocca. Le loro lingue si fusero, compiendo dei movimenti in sincronia perfetta. Incominciarono a gemere. Con fatica, Dean riuscì a togliere l’impermeabile e i pantaloni di Castiel, il quale stava cercando a tutti i costi di far calmare il cacciatore.
-Quando fai così il prezioso, Cas, mi fai perdere il controllo.-
-Tu lo hai già perso, il controllo.-
Cas, con un movimento improvviso, si liberò dalla stretta di Dean. Era furibondo e se la stava prendendo con sé stesso. Dean non doveva perdere il controllo.
-Cas, ritorna qui.-
-Dean, dormi. Ora!-
-Facciamo una cosa. Io dormo, ma tu dormi con me.-
-D’accordo, basta che riposi!-
Così, Castiel si spogliò e si accoccolò contro la schiena di Dean. Cas sentì la mano di Dean percorrergli la schiena, fino ad arrivare al sedere.
-Dean, adesso dormi.-
-Va bene, ma prima devo fare una cosa.-
Dean, con un movimento inaspettato anche per un ubriaco, si mise sopra al corpo di Castiel. Castiel aveva ormai perso le speranze. Doveva accontentare Dean per far sì che si riposasse.
-Alla fine ti sei arreso, Cas.-
-Fai quello che devi fare, basta che poi dormi, ti prego.-
Dean baciò il suo torace, fino ad arrivare ai suoi capezzoli. Li succhiò, provocando in Castiel un forte di grido di piacere. Poi Dean si concentrò sugli addominali di Cas e, infine, Dean stava per togliersi le mutande per, ovviamente, fare l’amore con il suo nuovo amante, quando Dean si addormentò sul petto dell’angelo.
-Dean? Dean? Finalmente si è addormentato.-
Castiel si rivestì e coprì Dean con le coperte. Alla fine, sospirò e cercò di capire che cosa avrebbe fatto Dean se fosse ancora stato sveglio. Subito, però, smise di pensarci e, per evitare di spaventare il cacciatore, guardò fuori dalla finestra ammirando il paesaggio romano e pensando ai tempi passati.
   
 
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