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Autore: Katonoffirecrow    17/06/2014    1 recensioni
Dopo 20 anni dalla sconfitta di un indicibile male, che sconvolse le terre di Equestria, e la capitale del mondo umano, sembrava che finalmente la pace avesse trovato un fondamento sulla Convenzione dell'Unicorno, stipulata dalle principesse del regno di Equestria e dal presidente dell'U.U.G. (Unione Umana Globale). Seppur ancora ostici i contatti tra umani e pony sembrano essere quasi ad una svolta, ma l'ombra del male è sempre in aguato, pronta a manifestarsi sotto varie forme, ed è da questi fenomeni che la nostra leggenda comincia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Le sei protagoniste, Nuovo personaggio, Princess Celestia, Princess Luna, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella stanza buia regnava un silenzio quasi tombale, interrotto solo dal continuo picchiettare delle dita di una delle sei misteriose figure avvolte nell’ombra e riunite intorno ad un ampio tavolo.


Una porta si aprì all’improvviso, facendo intravedere un fascio di luce che si proiettò contro una parete ed illuminando diverse immagini appese su di essa.


Poco dopo, un fascio di luce ben più intenso, proveniente da un videoproiettore, illuminò la sagoma di un uomo dai capelli bruni e scuri e dallo sguardo serio segnato dal tempo, rivelando anche la scura giacca che indossava ed i jeans blu notte che lo vestivano per intero.


Restò immobile, in silenzio, scrutando con i proprio occhi verde smeraldo le buie sagome riunite intorno al tavolo di fronte a sé.


Tossì leggermente, schiarendosi la voce e portandosi una mano dinanzi alla bocca; era pronto ad iniziare il proprio discorso.


«Signori delegati, vogliate perdonarmi per questa convocazione annunciata con così poco preavviso, ma vi chiedo di ascoltarmi molto attentamente. La questione è molto delicata, quindi, con il vostro permesso, passo subito al punto focale della questione».


L’uomo si volse verso il muro alle proprie spalle premendo il piccolo tasto di un telecomando che stringeva nella mano destra, azionando il videoproiettore che caricò la prima immagine raffigurante una foto satellitare della regione di Canterlot abbellita con vari grafici.


«Come potete notare…» riprese «… dalle mappature del regno delle due principesse è stato rilevato un notevole afflusso di magia».


Fece una piccola pausa, voltando il proprio sguardo verso le sagome alle proprie spalle che lo osservavano in silenzio.


«Ora, sebbene si sia trattato di un fenomeno durato solo pochi minuti, non si tratta di un evento a noi del tutto estraneo».


Puntò la mano sull’immagine raffigurata sul muro, indicando una zona segnata da un grosso asterisco.


«In questa zona, a Sud di Ponyville, è stata rilevata una notevole quantità di energia che…».


«Mi scusi Tenente Dawson…» lo interruppe una delle sagome riunite intorno al tavolo «… le dispiacerebbe spiegarci perché mai dovrebbe importarci di un simile accumulo di magia? Rilevato, perlopiù, in una zona posta al di fuori della nostra giurisdizione?… Penso che lei sappia fin troppo bene che, secondo la Convenzione dell’Alicorno, non ci è concesso agire senza il permesso delle regnanti nel loro stesso regno!… Teoricamente non potremmo nemmeno inquadrare il loro spazio aereo!», esclamò con voce sgraziata uno dei presenti, rivelando al Tenente il proprio viso dai tratti vagamente asiatici.


L’uomo lo fissò di rigetto con astio, stringendo i pugni e tentando di mantenere il silenzio e la calma nei confronti di colui che lo aveva appena interrotto; il Ministro della Difesa Internazionale C.B.


«Signor Ministro, mi creda, alla base di questa mia convocazione vi è una valida giustificazione. Quindi, ora, se lei fosse così gentile da stare zitto, comprenderà appieno il perché questo accumulo non è come gli altri rilevati in precedenza dovuti a battaglie interne tra la razza equina!», rispose seccato il Tenente Ryan Dawson, della Divisione della Difesa di Capitol Seven.


Il ministro scrutò il Tenente strizzando lo sguardo, tacendo poi in seguito alle più complete attenzioni degli altri presenti rivolte tutte verso l’uomo che aveva di fronte.


«Come stavo cercando di dire prima dell’interruzione da parte del Ministro della Difesa, non ci troviamo di fronte ad un solito battibecco tra equini…».


Il Tenente premette una seconda volta il tasto del piccolo telecomando, dando ordine al videoproiettore di passare al fotogramma successivo che illustrava un enorme cerchio grigio raffigurato attorno al perimetro delle Montagne Fumose situate vicino a Ponyville, sollevando un leggero brusio tra i presenti.


«Come potete vedere, secondo le letture del nuovo sistema Ocolos, montato sul satellite Archer One, la magia rilevata è la stessa che si manifestò vent’anni fa, quando la città venne attaccata per la prima volta da Kryserion e Sharlade con a seguito il risveglio di Xanathos».


«Abbiamo qualche certezza che si tratti proprio di loro due?», si intromise prontamente una delle figure buie, che si rivelò essere un anziano dai capelli d’argento che indossava una divisa celeste.


L’uomo scrutò il Tenente in attesa di ricevere risposta, mentre questi si avvicinò al tavolo prendendo in mano uno dei fascicoli poggiati su di esso.


«Aprite i fascicoli posti dinanzi a voi, pagina numero tre.

Se prestate attenzione potrete notare che, oltre alle letture ed a quello che vi ho appena accennato, nella medesima zona sono stati rilevati di recente movimenti tellurici, come se qualcosa si stesse muovendo nelle viscere della montagna».


Un’altra pressione del pulsante sul telecomando nella mano del Tenente mostrò una nuova immagine sul muro della stanza. L’immagine di un cavaliere dagli occhi iniettati di sangue e dalla possente armatura nera come la pece risvegliò nelle menti dei presenti vecchi ricordi di una paura provata in passato.


«Kryserion. Cognome ed origini sconosciute. L’unica cosa che sappiamo sul suo conto è che vent’anni fa, insieme alla sua presunta alleata Sharlade…».


Una nuova immagine comparve sul muro, prendendo il posto di quella del cavaliere; un alicorno femmina, dal manto violaceo scuro e dalla criniera rossastra che sembrava nasconderle gli occhi rossi come rubini.


«… Attaccarono la città seminando morte e distruzione in ogni angolo di essa. Tutto questo fino a quando, per ragioni ancora da definire, non sono scomparsi nel nulla dopo la sconfitta di Xanathos».


Una delle figure si alzò dalla propria sedia, comportando il medesimo gesto di tutti gli altri presenti e l’accensione delle luci della stanza che rivelarono le identità di tutti loro; il Ministro dell’economia, della coltura, della scienza, della magia e, per ultimo, il Ministro della Difesa.


«Ci dica Tenente, è certo che questi dati siano giusti?» chiese un anziano vestito con una divisa nera, avvicinandosi al Tenente sfoggiando la propria incolta barba che quasi gli nascondeva l’espressione seria dipinta sul viso.


Dawson, dopo aver osservato l’anziana figura fermarsi di fronte alla sua persona, iniziò a soppesare attentamente le prossime parole che avrebbe dovuto utilizzare.


«Presidente Grifus, non posso darle la certezza assoluta basandomi su semplici dati, ma…».


«Tenente Dawson, io non le ho chiesto l’attendibilità dei dati che ci ha appena mostrato… le sto chiedendo la sua opinione personale».


«Signore, io…».


Grifus alzò la mano, interrompendolo prontamente.


«So per esperienza che i dati possono essere errati o addirittura contraffatti, ma ciò che non cambia è proprio la lealtà di un uomo che ha servito la propria patria malgrado tutte le sventure che gli sono capitate. Quindi, ora, Dawson, dammi la tua personale opinione» esclamò l’anziano, sfoggiando un sorriso al Tenente ed appoggiandogli la propria mano sulla spalla in segno di amicizia.


«La mia opinione e timore, signor presidente, è che il ritorno di Kryserion e di Sharlade possa essere prossimo. Credo quindi che sia il caso di reagire prendendo tutte le dovute precauzioni».


Le parole del Tenente allarmarono tutti i presenti tranne uno, l’unico su cui gravavano le vite di milioni di umani.


Egli rimase immobile di fronte al Tenente, valutando silenziosamente la situazione, mentre il Ministro della Difesa fece la sua comparsa al fianco dell’anziano uomo.


«Tenente! Vi rendete conto che un’azione militare in zona equestre potrebbe causare problemi di commercio e politici tra le nostre nazioni?! Per giunta, non vedo motivo di tali azioni, visto e considerato che le vostre sono solo supposizioni basate su dati empirici!».


Ryan strinse i pugni, cercando di sforzarsi meglio che poteva per mantenere il controllo di fronte all’arroganza del Ministro.


«Inoltre, da quanto mi risulta, lei si trovava sul campo di battaglia allora, ed è stato l’unico della sua unità a sopravvivere miracolosamente all’attacco, assieme a suo figlio ed ad una civile, la signorina Grey, se non erro… Quindi, considerando ciò, pensa davvero di essere in grado di condurre una missione militare dopo il suo fallimento come protettore della città?».


Gli sguardi di tutti gli altri ministri si posarono in quel momento su C.B., compreso quello del Presidente Grifus, che si volse verso di lui fissandolo con lo sguardo colmo d’astio.


«Ministro C.B.! Come si permette di parlare in questo modo al Tenente Dawson?! Dovrei…».


«Non fa nulla, signor Presidente…», lo interruppe Ryan con incredibile calma.


«… Non mi aspetto che un sudicio sorcio che si nasconde dietro ad una scrivania, come il nostro qui presente Ministro, possa comprendere come si senta un leone nella giungla. Le sue parole non hanno alcun valore per me… sono importanti quanto l’importanza che do alla sua persona», esclamò il Tenente, placando la rabbia dell’anziano presidente che abbassò la propria mano, andando poi a sedersi al tavolo per poi strofinarsi la fronte con la stessa, mentre il Ministro della Difesa scrutava ora Ryan con odio.


«Ci dica Dawson, ha già in mente un piano? Poiché, se ciò che ci sta dicendo si dovesse rivelare vero, dubito fortemente che Princess Celestia e Princess Luna ci darebbero l’autorizzazione per entrare sul suolo equestre. Lei sa bene quanto noi altri che le due monarche non vedono di buon occhio la nostra specie, per quanto gli scambi commerciali tra i nostri due popoli abbiano dato vantaggi ad entrambi» esclamò il Presidente Grifus, puntando lo sguardo dubbioso su Dawson che si volse verso il muro alle proprie spalle, ancora illuminato dall’immagine dell’alicorno Sharlade che cedette il posto alla foto ritraente i profili di due giovani ragazzi con i relativi dati.


«Ma quelli…».


«Johanna Grey. Unica superstite della famiglia Grey. 23 anni. Diplomata con il massimo dei voti all’Istituto Magistrale di Capitol Seven. Esperta nelle arti marziali. Adottata ed addestrata personalmente da me, dopo la morte dei suoi genitori. Accanto, Zack Dawson, mio figlio. Unico superstite della mia unità durante lo scontro di vent’anni fa contro Kryserion. 27 anni. Esperto nell’uso della spada modello Buster. Ottime doti diplomatiche. Ha completato con successo l’accademia militare superando i miei stessi record di quando fui arruolato. Entrambi vantano un elevato punteggio in adattamento fisico alla trasformazione equestre. Sono loro il nostro piano».


Tutti i presenti osservarono con attenzione i profili dei due giovani ragazzi; Zack, figlio del Tenente Dawson, si presentava con una capigliatura ispida nera e dagli occhi ambrati, sfoggiando, in un arzillo sorriso, una maglia in kevlar color celeste e dei pantaloni in cuoio.


Johanna si presentava con dei corti capelli neri e gli occhi grigi, sfoggiando un corpetto personalizzato in doppia tonalità azzurra e blu che scendeva fino a coprirle del tutto le gambe.


Lentamente, il Tenente scrutò uno ad uno tutti i ministri con sguardo interrogativo, quando il Ministro della Difesa riprese la parola.


«Signor Presidente, se posso permettermi, io non credo che possiamo fidarci di questa squadra. Insomma, una povera orfanella ed il figlio di un soldato che non sa nemmeno proteggere la propria città. Non penso siano le persone più adatte, se non per fallire o addirittura tradirci!» esclamò C.B. prendendosi beffa del Tenente, ritrovandosi improvvisamente la punta della spada di quest’ultimo a pochi centimetri dalla propria gola.


Calò un silenzio tombale nella stanza, mentre l’anziano presidente, senza dare alcun peso a quanto appena accaduto, fissava attentamente i due profili dei ragazzi.


Subito dopo l’uomo si alzò dalla sedia trionfale.


«Ma certo! Ho capito! Il vecchio sistema di infiltrazione! Ottima strategia Tenente! Questo mi riporta ai vecchi ricordi di un tempo, quando ancora combattevo in prima fila per difendere questa città. Farò preparare i passaporti per i suoi due ragazzi! Che si tengano pronti! Entro domani stesso li voglio pronti a partire! Ci siamo capiti Dawson?».


«Cristallino, signore…» ringhiò il Tenente, appoggiando la lama ricurva della propria spada alla giugulare del Ministro della Difesa, che iniziò a sudare freddo.


«Oh… e per stavolta, chiuda un occhio sull’atteggiamento del ministro. Sono certo che avrà imparato la lezione, non è vero?» chiese il Presidente, puntando lo sguardo su C.B. che lo fissò di rimando con aria allarmata.


«Sì… sì, perfettamente!», balbettò lui, mentre la lama della spada del Tenente gli si allontanò dalla gola, venendo poi riposta nel proprio supporto.


«Per questa volta chiuderò un occhio…», esclamò scocciato Dawson, fissando il Ministro della Difesa.


«… Ma se sentirò un’altra parola di troppo sui miei ragazzi, le assicuro che farò in modo di lasciarle bene impresso nella mente il motivo per la quale mi chiamano “Squarciagole”».


Lo sguardo del Tenente si puntò poi sull’anziano presidente.


«Signor Presidente, signore. Entro domani mattina i miei ragazzi saranno pronti. Ha la mia parola! Mi occuperò personalmente della loro ulteriore preparazione!».


L’uomo si avvicinò a Dawson, poggiandogli la mano sulla spalla destra.


«Suvvia, non essere così informale, Dawson. So per certo che posso fidarmi di te, e di conseguenza, anche dei tuoi ragazzi. Sono entrambi in gamba!».


«Onorato, signore».


«Coraggio! Andiamo a berci qualcosa! Poi potrai andare da loro ed avvisarli di ogni cosa!».


«Con tutto il rispetto signore, ma io…».


«Tenente Dawson…» lo interruppe prontamente l’anziano.


«Signore?».


«… E’ un ordine» esclamò Grifus, sfoggiando un sorriso smagliante che convinse Ryan.

  
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