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Autore: Nemainn    17/06/2014    8 recensioni
[Maleficent]
I pesieri di un servo fedele, di un corvo che è diventato le ali di Malefica. Fosco e i suoi occhi, il suo cuore, il suoi pensieri.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Malefica, guardami.” Eppure alle parole di Fosco gli occhi cangianti di lei non solo non si distolsero dall’immenso cielo limpido sopra di loro, ma le spalle si irrigidirono, le mani si serrarono, il volto si indurì e le labbra si strinsero in una linea sottile.
“Fosco, vola da Aurora.” In un baluginio di luce verde l’uomo divenne corvo, gracchiando con una certa insoddisfazione prese il volo, ma non prima di aver guardato con quegli occhi piccoli e penetranti il volto della fata.
Malefica mentiva.
Ma mentiva a se stessa, e lui non poteva più guardare in silenzio quegli occhi coperti dalla tristezza. Mentiva quando chiamava la bambina
bestiolina,  mentiva dichiarando odio, mentiva rinchiudendo la sua anima tra spine e rovi così come aveva rinchiuso a quel modo la foresta.
Fuori lo specchio del dentro…
La bellezza non era stata soppressa, annientata, estirpata. Era solo stata coperta dall’oscuro velo del dolore.
Le ali nere di Fosco lo portarono dalla ragazza, da colei che la fata aveva maledetto con furia e rabbia, con il dolore che Stefano aveva seminato nel suo cuore aveva fatto eradicare e fiorire quel rovo che stringeva la ragazza nelle sue spire, attendendo il momento per trafiggerla con quelle spine.
A quella Bestiolina che, da principio detto con freddezza, ben presto era diventato un nomiglio per quell’amore segreto che aveva preso fiorire in quel cuore ferito.
Con un frullo d’ali oscure, il corvo si appollaiò su di un ramo, guardando la ragazza intrecciare una corona di fiori selvatici. Bella, leggiadra, assolutamente amabile… per una volta quelle tre pasticcione ne avevano combinata una giusta, dandole dei doni che avevano avuto la forza di mutare un corso del destino altrimenti già stabilito.
Il dono di essere amata aveva aiutato il cuore di Malefica a trovare affetto sincero, anche se silenzioso, per Aurora. La vegliava, amandola nel silenzio del suo cuore, ancora una volta mentendo.
Una ragnatela di falsità che portava avanti quella farsa di cui lui era un attore riottoso. Voleva che la sua fata, la sua Malefica, scoprisse di avere ancora luce nel suo cuore.
Ma lei la temeva… già una volta Stefano aveva ridotto quella gemma preziosa che aveva dimora nel petto della fata in briciole, calpestandola, ingordo umano che desiderava solamente potere e ricchezza a ogni costo, senza lungimiranza, senza saggezza…
Fosco si trovò a gracchiare, furioso, pensando a quell’essere così sciocco.
Avesse potuto avrebbe strappato gli occhi a quell’umano che aveva fatto così soffrire la sua Malefica, la sua padrona, la sua… amata.
Perché anche lui aveva un segreto d’amore, quello che lo legava alla fata non era solo l’incantesimo, la gratitudine, l’amicizia… era diventato molto di più.
Ma lui non era nulla più del fedele Fosco, le sue ali.
Questo gli aveva chiesto lei…
“Sii le mie ali, Fosco”.
Risentì quella voce come allora, lo stesso tono, lo stesso sguardo che, straziato, per un solo attimo aveva guardato alla coppa del cielo sopra di loro. E in quel momento, come allora, ne uscì dilaniato… lei era senza ali.
Fatta per librarsi tra le correnti della volta celeste, libera, felice, le erano state strappate con il peggior inganno. Ora poteva solo camminare, piena di rimpianto per quello che aveva perso, il cielo, la fiducia, l’amore e la speranza. Perché più a nulla, ora, era permesso penetrare nel roveto che aveva seminato attorno al suo cuore e attorno alla sua foresta.
Ma Aurora aveva lo stesso trovato una via, era entrata come un raggio di pura luce dell’alba, fresca e dorata, pura, illuminando quel tesoro tenuto sepolto.
Lui era ancora posato su quel confine, servo fedele e compagno di quella solitudine che la fata aveva scavato come un fossato a difesa del castello del suo spirito. Lui era lì, silenzioso e fedele, presente, con il suo sguardo acuto e la sua lingua irriverente, lui attendeva con un segreto nel petto, celato sotto quelle piume nere.
La ragazza alzò gli occhi, la voce del corvo che aveva attratto la sua attenzione, e gli sorrise con il volto stesso della gioia. Lo riconosceva, il suo corvo, il suo nero protettore alato… alzò una mano, accennando un saluto e lui prese di nuovo il volo, portando alla sua triste padrona notizie sulla principessina.
Sfiorò le più alte nubi, sentendo il vento tra le sue penne e il sole che lo accarezzava, piangendo nel suo animo per quello che Malefica aveva perduto, per poi scendere in picchiata e atterrare davanti a lei riprendendo forma umana ad un suo gesto.
Guardò quegli occhi di cielo e di sole, quella cangianza che lo accolse per un attimo solo luminosa e senza veli, lieta alla sua vista, e il suo cuore perse un battito.

Ma lui era solo Fosco, le oscure ali di Malefica, il suo servitore.

 

Grazie a tutti quelli che hanno letto la storia, se vi piace fatemelo sapere, fa bene alla mia autostima!
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Le Storie di Nemainn

 

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