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Autore: Fiamma Erin Gaunt    17/06/2014    4 recensioni
Londra, 1878. Tessa Gray è da poco venuta a patti con la sua vera natura, vive nell’Istituto e sta sperimentando sentimenti nuovi e contrastanti. Alla ricerca di Nate, con l’aiuto degli Shadowhunters, s’infiltra nella residenza del potente Alexei de Quincey. È proprio lì che incontrerà la Veggente Sybil, latrice di una tremenda profezia destinata a cambiare radicalmente la vita così come la conoscono:
Un astro lungo tempo infossato nelle profonde tenebre.
Colore del ferro ossidato.
Verrà ad oscurare la luna,
Alla quale ferirà con piaga sanguinante.
Si rovescerà il Sole, si rovescerà il viso della Luna,
scenderà il sangue per gli alberi e le pietre;
arderanno i cieli e la terra.
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Carstairs, Nuovo personaggio, Theresa Gray, Un po' tutti, William Herondale
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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Prologo

 

 

 

 

 

 

Tessa si era trattenuta in biblioteca dopo la cena, irritata dal comportamento di Will che per qualche strana ragione non sembrava in grado di lasciarla in pace. Era immersa nella lettura di un capitolo particolarmente corposo del Codice quando un rumore di passi attirò la sua attenzione. Almeno due persone, probabilmente Will e Jem che venivano a farle compagnia.

- Sei sicuro che sia da questa parte? –

- Per la centesima volta, Eric, ti ho detto di sì. –

No, quelle non erano decisamente le loro voci.

Proprio mentre cominciava a preoccuparsi, dato che in fin dei conti lei aveva conosciuto tutti gli abitanti dell’Istituto, la porta in pesante legno di castagno si aprì scricchiolando. Sulla soglia si stagliavano due ragazzi che dovevano avere un paio d’anni più di Will, entrambi Cacciatori come testimoniavano i marchi che adornavano le loro braccia muscolose.

- Te l’ho detto che l’avremmo trovata qui. Will mi aveva detto che le piaceva leggere. – decretò il moro, inarcando un sopracciglio e lanciando un’occhiata di sfida al suo compagno.

Aveva un accento lieve, che contribuiva a dargli un’aria esotica e misteriosa. Non seppe identificare quale fosse, però.

Poi si volse verso di lei, abbagliandola con il sorriso più affascinante e al contempo arrogante che Tessa avesse mai visto in tutta la sua vita. Sfrontato. Fu quello il primo aggettivo che le venne in mente. Il secondo, quando si fu soffermata sugli zigomi alti, i tratti volitivi e gli occhi scuri che avevano la stessa sfumatura color rubino dei tizzoni ardenti, fu bello. Bello e inquietante.

- Lieto di fare la vostra conoscenza, signorina* Gray. –

Italiano. Sì, non c’erano dubbi. Italiano e qualcos’altro di europeo, forse un po’ più nordico.

- Siete in vantaggio, signore, dal momento che voi conoscete il mio nome, ma io non so chi voi siate. –

Il sorriso tornò a sfavillare nella semioscurità della stanza.

- Perdonate la mia mancanza, nell’Istituto non siamo abituati alle formalità. Richard Morgenstern. –

Da come lo disse, con quel tono carezzevole e divertito, Tessa non ebbe alcun dubbio che stesse mentendo. Richard sembrava esattamente quel tipo di giovane uomo conscio del suo bell’aspetto e delle sensazioni che questo suscitasse negli altri, particolarmente nel gentil sesso. Usava la sua avvenenza come un’arma. Le ricordava incredibilmente Will, probabilmente erano ottimi amici.

- Eric Starkweather, signorina Gray. – aggiunse il biondo, mentre gli occhi grigi la scrutavano con fredda curiosità.

Non era  propriamente uno sguardo ostile, ma non era abituata a sentirsi trattata come un curioso e raro esemplare da esaminare.

- È un piacere conoscervi; siete amici di Will e Jem? –

Richard scoppiò a ridere, divertito da chissà cosa, mentre Eric alzava gli occhi al cielo.

- Ho detto qualcosa di molto buffo? – domandò, piccata.

Tornato serio, il ragazzo si affrettò a scuotere la testa.

- Perdonami … Cioè, perdonatemi, signorina. È il modo in cui avete pronunciato il nome di Will che mi ha divertito; sa essere piuttosto insistente a volte. –

- Il “tu” va bene, sto cominciando a farci l’abitudine. Sì, Will è piuttosto eccessivo. – confermò, sforzandosi di trovare l’aggettivo più garbato che potesse descriverlo.

In fin dei conti lei era pur sempre una ragazza, per giunta ospite, e non poteva certo permettersi di insultare chicchessia. Anche se molto spesso William Herondale le forniva degli eccellenti motivi per farlo, questo doveva ammetterlo.

Eric abbozzò il primo vero sorriso che gli avesse visto fare da quando aveva messo piede nella biblioteca: - Eccessivo … Come sei diplomatica. –

- Fin troppo per un testone come mio cugino, aggiungerei. – concluse Richard.

 Ecco perché si assomigliavano così tanto, era una questione di genetica. Probabilmente la loro famiglia era piena di bei ragazzi arroganti e assolutamente esasperanti.

- Sai, eravamo curiosi di conoscere la mutaforma desiderosa di infiltrarsi nientemeno che in casa di de Quincey. Sei coraggiosa e leale … sono due caratteristiche che apprezzo. –

No, era diverso da Will, ora che lo osservava meglio. Più bello, con una dialettica migliore, e un’aura che lo circondava e che non le piaceva granchè. Per certi versi le ricordava Camille Belcourt.

Non è solo inquietante, è pericoloso.

Se l’avesse dovuto paragonare a un animale probabilmente avrebbe scelto il cobra, insidioso e imprevedibile.

Ci pensò Eric a toglierli dalla situazione di silenzio imbarazzante che era sceso tra di loro.

- Dobbiamo tornare di là, abbiamo detto a Charlotte che l’avremmo portata alla riunione. –

Richard annuì, spostandosi e inchinandosi leggermente. – Prego, prima le signore. –

Tessa li oltrepassò a passo deciso, sforzandosi di mostrarsi più sicura di quanto non fosse in realtà. Le tornarono alla mente le parole di sua zia Harriet a proposito degli animali aggressivi.

Se non ti mostri spaventata nessun animale ti attaccherà mai.

Ecco, non doveva fare altro che far finta di non essere turbata dalla sua presenza. Più facile a dirsi che a farsi.

Quando giunsero nel salone principale, Tessa si sorprese nel notare altri volti nuovi tra le fila dei Cacciatori. C’erano due ragazzi con gli stessi occhi verdi, uno dai capelli color sabbia e l’altro color cioccolato, una ragazza dalle morbide onde dorate e gli occhi dall’aria felina e un’altra incredibilmente simile a Richard, sul cui collo spiccava vivido il segno di un morso.

Il suo sguardo venne calamitato dalla ferita, cercando di capire come potesse essersela procurata. Era stata forse attaccata da un vampiro o magari si era trattato di un lupo mannaro?

La ragazza puntò gli occhi, di uno strano colore perlaceo che cambiava colore a seconda di come veniva illuminato dalla luce, nei suoi e inarcò un sopracciglio perfettamente curato. Sembrava volerla invitare a fare la domanda che le stava tanto a cuore. Decise di soddisfare almeno un po’ la sua smodata curiosità.

- Chi è stato ad aggredirti? –

- Un vampiro. Non preoccuparti, è poco più di un graffio. – minimizzò, con un sorrisetto sghembo che le sembrò oltremodo ambiguo.

Doveva esserci qualcosa che le sfuggiva.

- Tanto più che non si è trattato di un’aggressione. Nessun vampiro sarebbe mai riuscito a morderla se lei non avesse deciso di permetterglielo. – aggiunse Will.

C’era un pizzico di sdegno nella sua voce, come se quella fosse una cosa che persino uno come lui trovava del tutto inaccettabile.

- Non capisco. Perché mai avrebbe dovuto permetterlo? – chiese, sinceramente perplessa.

- Questo devi chiederlo a lei. Perché non le spieghi, Maya? –

Questa volta lo sdegno era stato rimpiazzato da un tono accusatorio. Era la prima volta che sentiva Will parlare con quel tono a qualcuno.

Apparentemente per nulla turbata dal modo di fare del cugino, Maya Morgenstern si ravviò una morbida onda corvina e annuì.

- In certi momenti farsi mordere aumenta il piacere. –

Tessa avvampò, puntando lo sguardo a terra. In certi momenti … Significava davvero quello che pensava lei? Doveva per forza aver capito male, una ragazza rispettabile non si sarebbe mai concessa in quel modo né ne avrebbe parlato con tanta leggerezza. E per di più con un vampiro.

- Ma … - cominciò, sentendosi tremendamente imbarazzata, - I vampiri non sono … Bè, ecco, tecnicamente morti? –

- Certo che lo sono, nient’altro che cadaveri ambulanti. – borbottò Will, venendo zittito da una gomitata di Jem.

- Tecnicamente sì, in pratica non lo sono più di qualsiasi altro uomo che si trovi a condividere il letto con una donna. –

Tessa invidiò la sfrontatezza di Maya. Era evidente che l’intrattenersi con i vampiri non fosse visto di buon occhio tra i Cacciatori, ma lei ne parlava senza il minimo imbarazzo e, anzi, sembrava divertita dalle reazioni scandalizzate che suscitava.

Charlotte si schiarì la gola, riuscendo a far sembrare un gesto tanto semplice incredibilmente autoritario.

- Non siamo qui per discutere di queste cose. – decretò, per quanto il suo sguardo diceva che fosse completamente d’accordo con Will, - Abbiamo ricevuto un invito a una festa dello stregone Bane, su intercessione di alcuni contatti tenuti da Maya. Sfrutteremo l’occasione per ottenere maggiori informazioni sul Pandemonium e sulla scomparsa del fratello di Tessa. Resta solo da decidere chi andrà, dal momento che l’invito è solo per un numero ristretto di Cacciatori. – concluse.

- Andremo io, ovviamente Maya, Eric, Will e Jem. E Tessa, se lo desidera. –

Richard aveva parlato senza consultare nessuno  dei presenti, ma tutti si erano ritrovati ad annuire. Solo i due fratelli dagli occhi verdi non sembravano molto soddisfatti dalla scelta.

- Da Quincey vogliamo esserci anche io e Gabriel. – decretò il maggiore.

- Ci sarete, un paio di Lightwood fanno sempre comodo. –

Trovato un accordo e messo a punto un piano rudimentale, i ragazzi vennero congedati e invitati a prendere posto nelle rispettive stanze.

Tyene, la bionda mozzafiato dagli occhi incredibili che era rimasta in silenzio per tutta la durata della riunione, venne presa per mano da Richard ed entrambi entrarono, ridendo, dentro la stanza assegnata al ragazzo.

Sempre più sconcertata, Tessa rimase ferma per un paio di secondi a fissare la parete lignea.

- Deve essere molto strano per te che non sei cresciuta tra noi. – commentò la voce bassa e sensuale di Maya.

Si voltò verso di lei, colta di sorpresa.

- Non ti ho sentita arrivare. –

La ragazza le rivolse un sorriso fugace.

- La furtività è uno dei miei talenti. –

- È sempre così … libertino qui dentro? – chiese.

- Diciamo che alcuni di noi sanno essere piuttosto licenziosi quando si tratta di passare il proprio tempo libero, ma siamo comunque una minoranza. –

- Tu frequenti i locali di ritrovo dei Nascosti. –

La sua non era una domanda, ma Maya annuì lo stesso.

- Non hai mai visto mio fratello in uno di quei posti? È alto, biondo, ha gli occhi blu ed è un bel ragazzo. –

Scosse la testa. – Se avessi visto un mondano dal bell’aspetto me lo ricorderei. –

Poi, intenerita dal suo sguardo sconsolato, le accarezzò delicatamente una guancia.

- Va a riposarti, Tessa, domani scopriremo sicuramente qualcosa. –

Annuì, augurandole la buonanotte e dirigendosi verso la sua stanza.

Se una ragazza come quella, che sembrava sapere sempre il fatto suo, diceva che avrebbero trovato notizie doveva crederci. Aveva bisogno di crederci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Ecco la mia ennesima long (anche se so che non dovrei farlo. No, non dovrei proprio per niente, ambientata questa volta durante Shadowhunters – Le origini). Premetto che sto leggendo il primo libro e ho cominciato a scrivere presa da una specie di raptus folle, quindi eventuali imprecisioni non sono assolutamente volute. Per il resto la long seguirà in minima parte la storia originaria e in massima se ne distaccherà (non avrebbe senso riscriverla, visto che la Clare fa come sempre dei veri e propri capolavori). Spero che questo prologo vi abbia incuriosito e che vogliate lasciarmi una recensioncina con la vostra opinione. Alla prossima.

Baci baci,

               Fiamma Erin Gaunt

 

  
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