Prologo
Tessa
si era trattenuta in biblioteca dopo la cena,
irritata dal comportamento di Will che per qualche strana ragione non
sembrava
in grado di lasciarla in pace. Era immersa nella lettura di un capitolo
particolarmente corposo del Codice quando un rumore di passi
attirò la sua
attenzione. Almeno due persone, probabilmente Will e Jem che venivano a
farle
compagnia.
-
Sei sicuro che sia da questa parte? –
-
Per la centesima volta, Eric, ti ho detto di sì. –
No,
quelle non erano decisamente le loro voci.
Proprio
mentre cominciava a preoccuparsi, dato che
in fin dei conti lei aveva conosciuto tutti gli abitanti
dell’Istituto, la
porta in pesante legno di castagno si aprì scricchiolando.
Sulla soglia si
stagliavano due ragazzi che dovevano avere un paio d’anni
più di Will, entrambi
Cacciatori come testimoniavano i marchi che adornavano le loro braccia
muscolose.
-
Te l’ho detto che l’avremmo trovata qui. Will mi
aveva detto che le piaceva leggere. – decretò il
moro, inarcando un
sopracciglio e lanciando un’occhiata di sfida al suo
compagno.
Aveva
un accento lieve, che contribuiva a dargli un’aria
esotica e misteriosa. Non seppe identificare quale fosse,
però.
Poi
si volse verso di lei, abbagliandola con il
sorriso più affascinante e al contempo arrogante che Tessa
avesse mai visto in
tutta la sua vita. Sfrontato. Fu
quello il primo aggettivo che le venne in mente. Il secondo, quando si
fu
soffermata sugli zigomi alti, i tratti volitivi e gli occhi scuri che
avevano
la stessa sfumatura color rubino dei tizzoni ardenti, fu bello.
Bello e inquietante.
-
Lieto di fare la vostra conoscenza, signorina* Gray.
–
Italiano.
Sì, non c’erano dubbi. Italiano e
qualcos’altro
di europeo, forse un po’ più nordico.
-
Siete in vantaggio, signore, dal momento che voi
conoscete il mio nome, ma io non so chi voi siate. –
Il
sorriso tornò a sfavillare nella semioscurità
della stanza.
-
Perdonate la mia mancanza, nell’Istituto non siamo
abituati alle formalità. Richard Morgenstern. –
Da
come lo disse, con quel tono carezzevole e
divertito, Tessa non ebbe alcun dubbio che stesse mentendo. Richard
sembrava
esattamente quel tipo di giovane uomo conscio del suo
bell’aspetto e delle
sensazioni che questo suscitasse negli altri, particolarmente nel
gentil sesso.
Usava la sua avvenenza come un’arma. Le ricordava
incredibilmente Will,
probabilmente erano ottimi amici.
-
Eric Starkweather, signorina Gray. – aggiunse il
biondo, mentre gli occhi grigi la scrutavano con fredda
curiosità.
Non
era
propriamente uno sguardo ostile, ma non era abituata a
sentirsi trattata
come un curioso e raro esemplare da esaminare.
-
È un piacere conoscervi; siete amici di Will e
Jem? –
Richard
scoppiò a ridere, divertito da chissà cosa,
mentre Eric alzava gli occhi al cielo.
-
Ho detto qualcosa di molto buffo? – domandò,
piccata.
Tornato
serio, il ragazzo si affrettò a scuotere la
testa.
-
Perdonami … Cioè, perdonatemi, signorina.
È il
modo in cui avete pronunciato il nome di Will che mi ha divertito; sa
essere
piuttosto insistente a volte. –
-
Il “tu” va bene, sto cominciando a farci
l’abitudine.
Sì, Will è piuttosto eccessivo. –
confermò, sforzandosi di trovare l’aggettivo
più garbato che potesse descriverlo.
In
fin dei conti lei era pur sempre una ragazza, per
giunta ospite, e non poteva certo permettersi di insultare chicchessia.
Anche
se molto spesso William Herondale le forniva degli eccellenti motivi
per farlo,
questo doveva ammetterlo.
Eric
abbozzò il primo vero sorriso che gli avesse
visto fare da quando aveva messo piede nella biblioteca: - Eccessivo
… Come sei
diplomatica. –
-
Fin troppo per un testone come mio cugino,
aggiungerei. – concluse Richard.
Ecco perché si
assomigliavano così tanto, era una questione di genetica.
Probabilmente la loro
famiglia era piena di bei ragazzi arroganti e assolutamente esasperanti.
-
Sai, eravamo curiosi di conoscere la mutaforma
desiderosa di infiltrarsi nientemeno che in casa di de Quincey. Sei
coraggiosa
e leale … sono due caratteristiche che apprezzo. –
No,
era diverso da Will, ora che lo osservava
meglio. Più bello, con una dialettica migliore, e
un’aura che lo circondava e
che non le piaceva granchè. Per certi versi le ricordava
Camille Belcourt.
Non
è solo inquietante, è pericoloso.
Se
l’avesse dovuto paragonare a un animale
probabilmente avrebbe scelto il cobra, insidioso e imprevedibile.
Ci
pensò Eric a toglierli dalla situazione di
silenzio imbarazzante che era sceso tra di loro.
-
Dobbiamo tornare di là, abbiamo detto a Charlotte
che l’avremmo portata alla riunione. –
Richard
annuì, spostandosi e inchinandosi
leggermente. – Prego, prima le signore. –
Tessa
li oltrepassò a passo deciso, sforzandosi di
mostrarsi più sicura di quanto non fosse in
realtà. Le tornarono alla mente le
parole di sua zia Harriet a proposito degli animali aggressivi.
Se
non ti mostri spaventata nessun animale ti attaccherà mai.
Ecco,
non doveva fare altro che far finta di non
essere turbata dalla sua presenza. Più facile a dirsi che a
farsi.
Quando
giunsero nel salone principale, Tessa si
sorprese nel notare altri volti nuovi tra le fila dei Cacciatori.
C’erano due
ragazzi con gli stessi occhi verdi, uno dai capelli color sabbia e
l’altro
color cioccolato, una ragazza dalle morbide onde dorate e gli occhi
dall’aria
felina e un’altra incredibilmente simile a Richard, sul cui
collo spiccava
vivido il segno di un morso.
Il
suo sguardo venne calamitato dalla ferita,
cercando di capire come potesse essersela procurata. Era stata forse
attaccata
da un vampiro o magari si era trattato di un lupo mannaro?
La
ragazza puntò gli occhi, di uno strano colore
perlaceo che cambiava colore a seconda di come veniva illuminato dalla
luce,
nei suoi e inarcò un sopracciglio perfettamente curato.
Sembrava volerla
invitare a fare la domanda che le stava tanto a cuore. Decise di
soddisfare
almeno un po’ la sua smodata curiosità.
-
Chi è stato ad aggredirti? –
-
Un vampiro. Non preoccuparti, è poco più di un
graffio. – minimizzò, con un sorrisetto sghembo
che le sembrò oltremodo
ambiguo.
Doveva
esserci qualcosa che le sfuggiva.
-
Tanto più che non si è trattato di
un’aggressione.
Nessun vampiro sarebbe mai riuscito a morderla se lei non avesse deciso
di
permetterglielo. – aggiunse Will.
C’era
un pizzico di sdegno nella sua voce, come se
quella fosse una cosa che persino uno come lui trovava del tutto
inaccettabile.
-
Non capisco. Perché mai avrebbe dovuto
permetterlo? – chiese, sinceramente perplessa.
-
Questo devi chiederlo a lei. Perché non le
spieghi, Maya? –
Questa
volta lo sdegno era stato rimpiazzato da un
tono accusatorio. Era la prima volta che sentiva Will parlare con quel
tono a
qualcuno.
Apparentemente
per nulla turbata dal modo di fare
del cugino, Maya Morgenstern si ravviò una morbida onda
corvina e annuì.
-
In certi momenti farsi mordere aumenta il piacere.
–
Tessa
avvampò, puntando lo sguardo a terra. In
certi momenti … Significava davvero
quello che pensava lei? Doveva per forza aver capito male, una ragazza
rispettabile non si sarebbe mai concessa in quel modo né ne
avrebbe parlato con
tanta leggerezza. E per di più con un vampiro.
-
Ma … - cominciò, sentendosi tremendamente
imbarazzata, - I vampiri non sono … Bè, ecco,
tecnicamente morti? –
-
Certo che lo sono, nient’altro che cadaveri
ambulanti. – borbottò Will, venendo zittito da una
gomitata di Jem.
-
Tecnicamente sì, in pratica non lo sono più di
qualsiasi altro uomo che si trovi a condividere il letto con una donna.
–
Tessa
invidiò la sfrontatezza di Maya. Era evidente
che l’intrattenersi con i vampiri non fosse visto di buon
occhio tra i
Cacciatori, ma lei ne parlava senza il minimo imbarazzo e, anzi,
sembrava
divertita dalle reazioni scandalizzate che suscitava.
Charlotte
si schiarì la gola, riuscendo a far
sembrare un gesto tanto semplice incredibilmente autoritario.
-
Non siamo qui per discutere di queste cose. –
decretò, per quanto il suo sguardo diceva che fosse
completamente d’accordo con
Will, - Abbiamo ricevuto un invito a una festa dello stregone Bane, su
intercessione di alcuni contatti tenuti da Maya. Sfrutteremo
l’occasione per
ottenere maggiori informazioni sul Pandemonium e sulla scomparsa del
fratello
di Tessa. Resta solo da decidere chi andrà, dal momento che
l’invito è solo per
un numero ristretto di Cacciatori. – concluse.
-
Andremo io, ovviamente Maya, Eric, Will e Jem. E
Tessa, se lo desidera. –
Richard
aveva parlato senza consultare nessuno
dei presenti, ma tutti si erano ritrovati ad
annuire. Solo i due fratelli dagli occhi verdi non sembravano molto
soddisfatti
dalla scelta.
-
Da Quincey vogliamo esserci anche io e Gabriel. –
decretò il maggiore.
-
Ci sarete, un paio di Lightwood fanno sempre
comodo. –
Trovato
un accordo e messo a punto un piano
rudimentale, i ragazzi vennero congedati e invitati a prendere posto
nelle
rispettive stanze.
Tyene,
la bionda mozzafiato dagli occhi incredibili
che era rimasta in silenzio per tutta la durata della riunione, venne
presa per
mano da Richard ed entrambi entrarono, ridendo, dentro la stanza
assegnata al
ragazzo.
Sempre
più sconcertata, Tessa rimase ferma per un
paio di secondi a fissare la parete lignea.
-
Deve essere molto strano per te che non sei
cresciuta tra noi. – commentò la voce bassa e
sensuale di Maya.
Si
voltò verso di lei, colta di sorpresa.
-
Non ti ho sentita arrivare. –
La
ragazza le rivolse un sorriso fugace.
-
La furtività è uno dei miei talenti. –
-
È sempre così … libertino
qui dentro? – chiese.
-
Diciamo che alcuni di noi sanno essere piuttosto
licenziosi quando si tratta di passare il proprio tempo libero, ma
siamo
comunque una minoranza. –
-
Tu frequenti i locali di ritrovo dei Nascosti. –
La
sua non era una domanda, ma Maya annuì lo stesso.
-
Non hai mai visto mio fratello in uno di quei
posti? È alto, biondo, ha gli occhi blu ed è un
bel ragazzo. –
Scosse
la testa. – Se avessi visto un mondano dal
bell’aspetto me lo ricorderei. –
Poi,
intenerita dal suo sguardo sconsolato, le
accarezzò delicatamente una guancia.
-
Va a riposarti, Tessa, domani scopriremo
sicuramente qualcosa. –
Annuì,
augurandole la buonanotte e dirigendosi verso
la sua stanza.
Se
una ragazza come quella, che sembrava sapere
sempre il fatto suo, diceva che avrebbero trovato notizie doveva
crederci.
Aveva bisogno di crederci.
Spazio
autrice:
Ecco
la mia ennesima long (anche se so che non
dovrei farlo. No, non dovrei proprio per niente, ambientata questa
volta
durante Shadowhunters – Le origini). Premetto che sto
leggendo il primo libro e
ho cominciato a scrivere presa da una specie di raptus folle, quindi
eventuali imprecisioni
non sono assolutamente volute. Per il resto la long seguirà
in minima parte la
storia originaria e in massima se ne distaccherà (non
avrebbe senso
riscriverla, visto che la Clare fa come sempre dei veri e propri
capolavori).
Spero che questo prologo vi abbia incuriosito e che vogliate lasciarmi
una
recensioncina con la vostra opinione. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt