Prendete
la penultima scena fra Roy e Riza… Massì avete
presente? Quella in cui lei lo imbocca! Capito, no? Bene, riprendiamo tutto da
li… (prima storia di FMA! Siate clementi!)Ora leggete…
Le mele
prima o poi finiranno…
Era
seduta accanto al letto, i capelli biondi per una volta
sciolti cadevano composti sulle spalle. Lui la guardava con il suo
occhio buono, l’altro coperto da una benda nera.
Sorrise
_Il mondo è imperfetto_ si sporse di poco per toccare delle ciocche chiare,
fermandosi un attimo a osservare il suo viso _ E’ per questo che è così bello_ .
Fu
un secondo e Riza lo azzittì con un boccone di mela che cercava di fargli
mangiare.
_Tenente!
Quando smetterà di trattarmi da bambino! Non sono invalido!_ protestò acceso
l’Alchimista di Fuoco.
_Quando
lei smetterà di comportasi da bambino. Inoltre, fino a
prova contraria, le ricordo che lei è sopravvissuto per miracolo ad un
incendio_ rispose accondiscendente la donna.
_Senti,
Riza…_ il Colonnello commise il madornale errore di rivolgersi a lei per nome
beccandosi così un’ altra fetta di mela sotto il naso
accompagnata da un aspra occhiataccia _Beh, credo che dopo tanti anni potremmo
anche iniziare a darci del ‘tu’_.
_Colonnello…_
iniziò con il suo solito tono freddo ma, sfortunatamente per lei, venne
prontamente interrotta da lui:
_Roy_
_Colonnello_
_Roy_
_Colonnello_
_Roy_
_Colonnello_
_Roy_
_Colonnello_
_Roy_
_Colonnello_
_Roy_
_Colonnello_
_Piantiamola!
IO MI CHIAMO ROY MUSTANG!_ urlò in preda alla
disperazione.
_Va
bene, “Colonnello Roy Mustang”_ rise il Tenente Hawkeye.
Il
moro si accasciò con un tonfo contro lo schienale del letto nella sua migliore
posa da cagnolino imbronciato e sospirò. Era l’unica con cui non l’avrebbe mai
spuntata e lo sapeva bene.
_La
smetterà un giorno?_ domandò esasperata. Lui si rialzò improvvisamente sorpreso
ed interessato.
_Di
fare… cosa?_ chiese a sua volta innocentemente.
_Di
provarci con tutte le ragazze di Central City…
compresa me?!_
_E
che ci sarebbe di male? E poi… avverto una punta di gelosia nella tua voce?_
fece tranquillo e sperando in un ‘si’.
La
biondina sbuffò. Non sarebbe mai cambiato. Lo imboccò ancora per farlo
desistere sull’argomento.
_Le
mele prima o poi finiranno!_ decise Mustang convinto.
_Ne
comprerò altre, Colonnello Roy Mustang _
_Sei
impossibile…_ affermò lui.
L’uomo
si avvicinò di più al bordo del letto e alla donna al suo fianco. Un movimento
impercettibile e quasi studiato da buon Casanova qual’era.
Non abbastanza impercettibile da un tiratore scelto dell’esercito, nonché il
cecchino migliore dell’intera nazione, che si affrettò a mettere in chiaro le
distanze con una lieve spinta. La guardò, sembrava offeso. Oh, poverino, pensò
di riflesso, dev’essere un duro colpo per il grande
Colonnello Roy Mustang, Alchimista di Fuoco, Don Giovanni patentato, aspirante
Comandante Supremo (e vari altri appellativi che non stiamo qui ad elencare)
venire respinto, no?
_Quand’è
che torneremo alla fase Superiore-Subordinata?_ chiese Riza irritata.
_Perché
a che fase siamo ora?_
_Alla
fase in cui io metto mano alla borsetta_ rivelò decisa con uno sguardo sadico. Il
Colonnello si ritrasse di scatto impaurito, scrutando sospettoso la fatidica
borsetta che stava accasciata in un angolo sotto la sedia del Tenente.
_Cosa
c’è lì dentro?_ ebbe il coraggio di domandare Mustang.
_Lo
vuole davvero sapere, Colonnello?_
_No.
A pensarci bene… no…_ rispose tremante l’uomo. Non osava neanche immaginare
cosa contenesse quell’oggetto infernale.
Ma si sta prendendo
gioco di me, o cosa? Può averle tutte… Eppure sta giocando con me come fossi
una di loro. O forse è davvero così? No, ma che dico! Colonnello, se lo metta bene
in testa, con me non è così semplice! Non cederò tanto facilmente alle sue
lusinghe, qualunque cosa mi dica io rimarrò sulla mia
posizione…
Rimasero
per poco occhi negli occhi. Pochi secondi sembravano
durare eternità. Lo sguardo scuro come pece di Roy era incatenato a quello di
Riza che lentamente cercava di scappare a quella tortura che lui le imponeva. Voleva
andarsene il prima possibile per poter sciogliere quel
legame che si era creato e che simile a una catena la stringeva a lui senza vie
di scampo. Abbassò le iridi sentendo sulla pelle i suoi occhi. Avevano fatto
bene a chiamarlo Alchimista di Fuoco perché il suo sguardo bruciava esattamente
come il crepitio delle fiamme. Era libera dal sostenere la sua vista. Raccolse
le sue cose da terra e si alzò. Sembrava che le gambe non la reggessero più. Si
voltò verso la porta _Io andrei_
Il
sorrisetto che ostentava in sua compagnia scomparve dal viso di Roy _Perché sei
venuta e ti prendi cura di me?_ sussurrò sistemandosi meglio fra le coperte.
_Perché
mi sentivo in dovere di farlo_ mentì imbarazzata.
_In
dovere? Perché? Tu non mi devi niente…_
Lei
si bloccò ad un passo dall’uscita. _Perché è colpa mia se si trova in queste
condizioni. Se io fossi arrivata prima…_ poggiò delicata la mano sulla maniglia
e apparve sulle sue labbra un sorriso malinconico. Stava per aprire la porta
quando…
_Ferma_
Indietreggiò
e si girò. _Perché?_ la sua voce risuonò sorpresa nella piccola stanza.
_Beh,
cioè io… tu… cioè noi…_ sembrava a corto di fiato. _Respira_ consigliò
mormorando lei.
_Allora
io sono…_ inspirò.
_Lei
è…_
_Roy
su quanto ti ci vuole per dirle che ti sei innamorato di lei??_
disse a se stesso, ma sfortunatamente a voce alquanto alta.
_Cos…
Cosa?!_
_E NON FARMELO RIPETERE!_
Scioccata
e confusa si avvicinò di nuovo e si sedette sul bordo del letto _Sei sincero?_
Non
rispose e si limitò ad un alzata di spalle. Contemporaneamente
le sorrise piano e si spostò. Ascoltò il suo respiro farsi più veloce. Sentì il
suo profumo impregnarsi sulla pelle. Lentamente le gote di lei si arrossarono.
Roy la osservò abbassare lo sguardo. Difficile credere che una donna come Riza
potesse essere nello stesso tempo fragile e forte. Poteva maneggiare con
destrezza una calibro 9, poteva trovarsi al centro di una guerra e sentirsi a
suo agio, poteva sconfiggerlo se avesse voluto senza pensarci due volte
nonostante fosse un alchimista, eppure il fatto di stare ad un soffio da lui la
rendeva agitata, nervosa e, anche se non l’avrebbe mai ammesso, indifesa.
Aveva
imparato a sostenere il suo sguardo, aveva imparato ad arrabbiarsi quando si
comportava da strafottente (spesso), aveva imparato a resistergli e a fermarlo
se si permetteva un commento di troppo… Allora perché? Perché in quel momento
non riusciva a respingerlo? Inconsapevolmente anche lei si era avvicinata. Si
chiedeva cosa stesse facendo ancora lì, perché non era andata via quando aveva
potuto. Riascoltò le sue parole, il tono fermo della sua voce e capì.
Entrambi
volevano annullare la minima distanza che li separava.
_Pensi
ancora di mettere mano alla borsetta?_
_No.
Credo che per questa volta lascerò stare…_ poi aggiunse _Pensi di fare qualcosa
o dovremo rimanere così ancora per molto?_
_Certo.
Non per niente sono un Don Giovanni_
_Senti
un po’ Casanova, sto pensando seriamente di andarmene_ sorrise riprendendo il
tono freddo.
Lui
con un braccio le strinse la vita e la fece sdraiare sul letto accanto a sé.
La
baciò e contro il suo respirò caldo le mormorò _Sei ancora sicura di volertene
andare?_
Allora come vi è sembrata??
Noi per tutto il tempo non abbiamo fatto che ripetere ‘che
carini, che carini’!!
Coomunque… visto che ora avete letto potete anche
fare una recensione,
così sapremo se non ci dobbiamo più far vedere
qui!!^^
Baci Ki&JoyProduction
(Fratelloneee?! Nd Ki)
(che vuoi Al? Nd Joy)
(Credi che qualcuno ci recensirà? Nd Ki)
(Si…penso di si!! Nd Joy)