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Autore: Anna Wanderer Love    18/06/2014    16 recensioni
Due labbra si posano sulle mie soffiando aria, mentre delle mani premono sul mio petto una, due, tre, quattro volte con tanta forza da farmi stupidamente pensare che il mio petto si romperà.
Dopo non so quanti secondi sento finalmente un filo d'aria arrivarmi nei polmoni e tossisco, spuntando acqua.
Una mano mi afferra la nuca e un'altra le gambe fradicie, poi mi sento sollevare in aria e l'ultima cosa che vedo, rovesciando la testa all'indietro, incapace di tenerla su come una neonata, sono due occhi azzurri, gelidi e impenetrabili che mi scrutano curiosi.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thranduil
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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A Gold Sunshine.

Amica.
 


 

Gemo cercando di dimenarmi quando Thranduil viene colpito.

I suoi capelli biondi ricadono davanti al viso cesellato, ma so cosa vi vedrei. Odio. Odio intenso e profondo, un rancore che nemmeno migliaia di secoli potranno mai cancellare.

Urlo disperata quando l’uomo lo colpisce di nuovo con la frusta, colpendogli la schiena. Thranduil inarca la schiena, ma non si lascia sfuggire nemmeno un lamento, anche se le sue dita sono così serrate che riesco a vedere le nocche diventare bianche.

L’uomo dai lunghi capelli grigi e unti rialza la frusta con un sorriso sadico in volto.

-LASCIALO STARE! TI PREGO!- Grido con tutte le mie forze, e lui esita.

Alza i suoi occhi scuri, intrisi di malvagità fino all’ultimo millimetro, su di me.

Assottiglia le palpebre, abbassando lentamente il lungo pezzo di corda con cui sta colpendo l’Elfo sulla schiena.

Il suo sguardo brucia nel mio, ma cerco di non distoglierlo, anche se sento le mani dei due uomini che mi tengono immobile serrarsi sulle mie braccia.

Sono inginocchiata a terra a un paio di metri da Thranduil, e faccio del mio meglio per ignorare il suo sguardo furibondo puntato su di me.

-Lasciarlo in pace?- Sibila l’uomo.

La sua voce è roca, profonda e cattiva. Lentamente si avvicina a me con passi lenti, fino a fermarsi poco distante dal mio corpo tremante. Mi afferra il mento con le dita, affondandole nella mia carne con troppa forza, e mi scappa un lamento.

Un ringhio sfugge dalle labbra dell’Elfo, che si ribella all’improvviso, ma i due uomini lo tengono ben fermo. Sono più bassi ma più forti di lui, insieme.

-Ma davvero, ragazzina? Dovrei lasciarlo in pace. E perché?

Cerco di deglutire, anche se non è facile con le sue dita che comprimono la mia bocca. Il mio respiro è affannato e faccio del mio meglio per ricacciare le lacrime, mentre sento quell’odore di marcio e sporco penetrarmi nei polmoni.

-Non vi dirà nulla- dico con voce strozzata. L’uomo alza un sopracciglio folto, stringendo le labbra. Un secondo dopo la guancia mi brucia tremendamente per il suo schiaffo, e Thranduil ringhia inferocito.

-Oh oh. Ma guarda un po’- sussurra ghignando l’uomo, voltandosi piano verso di lui.

-Il nostro elfetto non sopporta che la tocchi? E se faccio così, che fai?

Le sue dita artigliano violentemente la mia spalla, e urlo dal dolore. Mi spezzerà le ossa.

Il sovrano di Bosco Atro contrae i muscoli, mentre i suoi occhi diventano del colore di una bufera.

-Ma guarda- ridacchia il sadico, sfoderando dalla cinta un pugnale e passandomelo sotto alla gola. Mi zittisco, tremando, mentre il freddo della lama bacia la mia pelle, pronto a lacerarla.

Thranduil prova a trattenersi, ma sento -e vedo- il suo respiro farsi sempre più veloce.

All’improvviso sento la bocca dell’uomo posarsi sulla pelle scoperta del mio collo, e serro le labbra per non piangere, mentre i miei occhi si riempiono di lacrime. Che schifo. Che schifo. Che schifo.

-Lasciala andare.

Thranduil non ha gridato, ma è come se l’avesse fatto. La sua voce era così gelida che per un attimo mi si è fermato il cuore, e persino l’uomo ha avuto un attimo di incertezza.

Senza più guardarmi si scosta e si inginocchia davanti all’Elfo.

Thranduil lo guarda freddo, ora perfettamente calmo. Si fissano per due secondi, poi l’uomo si rialza di scatto e mi getta un’occhiata sprezzante.

-Vediamo quanto resisterà- dice con un ghigno, mentre il mio respiro si spezza -domani cominceremo con le torture. Riportateli nella cella. Vedremo se questa puttanella si darà al Re degli Elfi.

Sento un tremendo groppo in gola bruciare dalla disperazione, mentre i due che mi tengono mi sollevano di peso, ridendo sguaiatamente alle parole del capo, e mi trascinano nei corridoi unti e bassi fino ad arrivare alla cella.

Mi buttano dentro con la loro solita delicatezza, poi segue Thranduil, solo che lui riesce a rimanere in piedi. Si scaglia contro di loro, che però hanno già chiuso la porta.

Ridono, e sento i loro passi allontanarsi dal corridoio.

Due mani delicate mi spostano i capelli dalla fronte, mentre sento il profumo di bosco di Thranduil avvolgermi in una carezza. Come al solito mi prende in braccio e mi sposta sul mucchio di paglia, stavolta barcollando un po’. Cerco di dirgli che non serve, che sto bene, ma le parole mi si fermano in gola ancora prima di riuscire a raggiungere le labbra.

L’Elfo mi posa sulla paglia e con un sospiro di dolore si sdraia accanto a me. Subito mi avvicino a lui, appallottolandomi come un gatto contro il suo petto ma senza dimenticarmi delle ferite che gli sono appena state inferte sulla schiena.

Le lacrime trovano il loro sfogo, e per qualche minuto il suono dei miei singhiozzi è l’unico rumore nella cella buia e umida, assieme al suo respiro pesante.

-Mi dispiace- sussurra Thranduil cingendomi la vita con le braccia.

Le sue labbra sfiorano la mia fronte, mentre io appoggio le mani sul suo petto.

-Non sono riuscito a proteggerti.

-L’hai fatto invece- ribatto con la voce roca per le lacrime -l’hai fatto bene. Però ora devo proteggerti io.

Sento che mi guarda sorpreso, ma mi rifiuto di alzare lo sguardo. Significherebbe spostarmi dal calore e dalla solidità del suo corpo marmoreo.

-Come?

-Devi essere forte quando arriveranno Legolas e Jeen- spiego con la voce ancora spezzata -tortureranno me. Tu non parlerai, qualunque cosa vogliano. Io non riuscirei a reggere se torturassero te, ma devi fargli credere il contrario.
Le dita di Thranduil sollevano il mio mento. Ha una ruga che si confonde nella fronte, lo sguardo più scuro del solito -di un bel blu brillante.

-Come fai a sapere che starò zitto? Rose, io...

Non lo lascio finire.

-Tu sei un Re. Devi proteggere il tuo popolo- le mie dita si aggrappano al bordo della sua camicia sdrucita, e lui mi guarda ancora più assorto.

-Il mio popolo ora comprende anche te- ribatte lui piano, così piano che riesco a sentirlo a malapena.

-Non sono un’Elfa.

-No- lui scuote la testa, accarezzandomi la nuca. Piccoli brividi percorrono la mia schiena a quel contatto -ma sei mia amica, ora.

Le lacrime minacciano di strabordare, ma con dolcezza lui passa un dito sulle mie palpebre, asciugandole ancora prima che cadano sulle mie guance.

Sono sua amica.

-Non... non hai amici?

Lui scuote la testa, lentamente, e abbassa la testa fino ad arrivare all’altezza della mia. Il suo profumo, nonostante il sudore e l’odore di sangue, è confortante e mi culla in un caldo abbraccio.

-Ho solo alleati- mormora posando la guancia sulla mia fronte. Sussulto quando senza accorgersene -o almeno presumo- infila distrattamente una mano sotto quel che resta della mia camicia, accarezzando un lembo di pelle. Per la prima volta mi folgoro. Sento le sue dita urtare le ossa del mio bacino, e il mio cervello mette a confronto questa sensazione con quella delle dita di papà quando un anno fa mi afferrava per i fianchi e mi abbracciava così forte da soffocarmi.

Quanto sono diventata magra? Sono un scheletro.

-Aurora- trasalisco quando lui sussurra dolcemente il mio nome. Ero abituata ad essere chiamata Rose, mi sembra strano che mi chiami così. Le sue labbra accarezzano quella breve parola, mentre la sua voce sembra più dolce.

-Cosa?

Poso la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi e inspirando profondamente.

-Sai che usciremo di qui, vero? Che mio figlio ci porterà via?

Serro le labbra per non scoppiare a piangere. Rivedo gli occhi dolci di Legolas nella mente, ma non mi sono mai sembrati così distanti, una realtà così irraggiungibile. Il pensiero delle torture che domani dovrò sopportare mi terrorizza, scorre nelle mie vene come fuoco.

-Non posso- mormoro con la voce tremante.

Thranduil serra la presa sulla mia vita.

-Non posso farcela.

Una lacrima solitaria scorre sulla mia guancia, scavando una scia chiara sulla pelle sporca.

Tre giorni. Sono passati tre cazzo di giorni. Devo resistere.
 

♦    ♦
 

Mi sono addormentata tra le braccia di Thranduil, e mi risveglio lentamente. Per un attimo, con le palpebre socchiuse, mi accorgo che lui non c’è. Non sento il calore del suo corpo accanto al mio e la sensazione rassicurante del suo abbraccio.

Sbatto le palpebre, e alzo la testa. Il cuore prende a battere a mille quando mi accorgo della superficie dura sotto alla mia schiena. Oh, cazzo. Ho anche le mani legate, così come i piedi.

-No- sussurro terrorizzata. -NO!

Una risata roca risuona vicino a me, da qualche parte, mentre lo stesso uomo che ha frustato Thranduil emerge dal buio. I suoi occhi scintillano maligni mentre mi guarda, sporgendosi su di me.

-Ciao, piccola- mormora con la sua disgustosa voce roca.

Allunga un dito e mi accarezza il mento. Giro la testa dall’altra parte per sfuggire al suo tocco, e i miei occhi intravedono una figura inginocchiata ai piedi di qualcun altro. Dopo qualche secondo mi rendo conto che le lacrime offuscano la mia vista, così strizzo gli occhi.

Quando li riapro nel mio petto si apre una dolorosa crepa.

Thranduil mi sta fissando, ansimante, con una striscia di sangue che gli cola lungo il lato destro del bel viso, partendo dall’attaccatura dei capelli. Non indossa la camicia, che vedo abbandonata alle sue ginocchia. I muscoli e la pelle del suo torso sono ben visibili, così come i muscoli contratti.

Mi mordo il labbro per non piangere.

I suoi occhi cristallini mi dicono di stare tranquilla, che si risolverà tutto.

Alzo lo sguardo e resto paralizzata. Il ragazzino, quello che mi sorvegliava, mi guarda più spaventato di me. I ricci castani gli cadono sulla fronte, gli occhi scuri sono lucidi e le labbra gli tremano mentre tiene un pugnale affilato premuto contro la gola morbida dell’Elfo e una mano sulla sua spalla.

Thranduil ha i polsi legati... altrimenti non dubito che spezzerebbe il polso del ragazzino e ucciderebbe all’istante la bestia che mi sta alitando sul collo.

Sento le sue dita risalire sulla mia spalla. Dio, che schifo.

Volto la testa e guardo gli occhi sadici di quell’uomo. E non posso fare a meno, sentendo le sue dita abbarbicarsi alla scollatura della maglia, di sputargli in faccia.

Lui indietreggia, con espressione sconvolta, premendo una mano sulla guancia. Sorrido.

Il volto dell’uomo si deforma in preda alla rabbia, ma prima che possa avventarsi su di me un suono lo interrompe.

Una risata.

Una risata divertita, spontanea, roca. La risata di Thranduil.

Volto la testa. Il ragazzino lo sta guardando con aria sbalordita, ma io sono incantata. La sua risata è bellissima. Thranduil riprende fiato, fissando l’uomo con un ghigno.

-Che c’è, ti fai anche sputtanare da una ragazzina, ora?- Lo canzona, un pericoloso fuoco negli occhi.

Con un urlo animale il bastardo si getta su Thranduil con tutto il proprio peso. Il ragazzino si tira indietro, premendosi contro la parete. Vedo le lacrime nei suoi occhi.

L’Elfo e l’uomo cominciano a lottare. Anche se ha i polsi legati Thranduil è infinitamente superiore all’uomo. Schiva veloce i suoi colpi, si abbassa e salta e non perde occasione per dargli un calcio o una spallata che lo sbilanciano.

Per qualche secondo sento e vedo solo quella lotta impari, poi una macchia si muove al limite del mio campo visivo e mi ritrovo con il volto del ragazzino sospeso sul mio. Sgrano gli occhi, agitandomi, ma lui mi tappa la bocca.

-Ferma- mi prega -ti libero, ma stai ferma.

Lacera le corde. Il tempo che ci impiega è infinitamente lungo, ma alla fine ho i polsi liberi. Me li strofino, mentre passa alle corde che mi stringono le caviglie.

Quando ha finito mi tende la mano e l’afferro. Mi fa passare un braccio attorno alle sue spalle e mi appoggio a lui. Sono debilitata dalle giornate di fame e poco riposo, ma sapere che anche lì c’è un alleato mi conforta.

Giro di nuovo la testa e vedo Thranduil in ginocchio sul petto dell’uomo.

-Aspetta- il ragazzino scatta in avanti, e afferra le mani del sovrano, che immediatamente si ribella.

-Fermo!- Grido, e l’Elfo obbedisce. Con un taglio più deciso il piccolo libera il sovrano di Bosco Atro, che si volta e gli strappa il pugnale dalle mani. Per un lungo attimo si guardano.

-Sai uscire?- Chiede l’Elfo.

Il ragazzino annuisce, e un sorriso feroce si disegna sulle labbra del Re. Si volta, e affonda la lama nella gola dell’uomo, agonizzante.

Poi, come se niente fosse, si rialza e si volta verso di me. Con pochi passi mi è accanto e mi circonda le spalle con un braccio. Fa un gesto secco in direzione del ragazzino, che ci guarda tremando.

-Portaci fuori di qui.

 

Quando apro gli occhi mi ritrovo con il viso di Rais, il ragazzino, sopra di me e la voce burbera di Thranduil che gli intima senza troppa convinzione di starmi lontano e lasciarmi respirare. Quando vede che sono sveglia Rais sorride e in un gesto spontaneo alzo la mano ad accarezzargli i ricci scuri.

-Ciao- mormoro con voce roca.

Lui mi guarda stupito, ma non fa nulla per spostare la mia mano, anzi, sembra avvicinarsi in cerca di un contatto più approfondito. Con un sospiro mi alzo sui gomito, ma una fitta di dolore mi colpisce la schiena e subito le braccia magre di Rais sono attorno alle mie spalle, pronte ad aiutarmi. Mi mette seduta, con cautela. Il suo viso è sporco di terra e striato di lacrime, ma ora i suoi dolci occhi scuri sono sereni.

Sono passate un paio d’ore da quando siamo fuggiti, appiccando in qualche modo un incendio al villaggio di quei bastardi. Da quanto ho capito, Rais era un servo. Ha al massimo undici anni, e sento già una forte sensazione che mi lega a lui.

Sbatto le palpebre e mi accorgo che davanti a me c’è un fuoco. Dall’altra parte è seduto Thranduil, che ci fissa accigliato. Gli rivolgo un sorriso, ma non ha molto effetto.

So che è diffidente nei confronti di Rais, ma come può non intenerirsi?

Con un’occhiata l’Elfo mi ammonisce di stare attenta, e io rispondo alzando gli occhi al cielo. Anzi, passo un braccio attorno alle spalle del bambino e con dolcezza accompagno la sua testa sul mio petto. Gli occhi di Thranduil non sono mai stati più infastiditi prima d’ora, ma quando sento la mano di Rais aggrapparsi al mio fianco e stringermi forte decido che non m’importa. O meglio: che non dovrebbe importarmi. Anche se è difficile...

Osservo meglio l’Elfo. E’ seduto a un paio di piedi sul fuoco, e non ha la camicia addosso, perciò vedo perfettamente i lividi che si stanno formando sulla sua pelle tesa e rosata. Così come vedo i muscoli che delineano il suo addome. Il ghigno dell’Elfo mi fa capire che ha notato le mie guance rosse, e un istante dopo sento la sua voce nella mia testa, mentre accarezzo i capelli di Rais.

Dovresti stargli lontana.

“E per quale motivo? Sei geloso?” lo punzecchio. Lui irrigidisce le spalle, fulminandomi con lo sguardo.

Figurati risponde seccato. Ma potrebbe essere pericoloso.

“Il pugnale ce l’hai tu, Thranduil, ed è solo un bambino. Un bambino che non ha mai abbracciato una donna.”

L’Elfo non risponde, ma nella mente mi sembra di sentire delle parole vaghe... nemmeno io, da secoli, ma non posso che essermele inventate.

-Ma voi state insieme?- La voce timida di Rais mi fa sussultare, e vedo Thranduil perdere la sua espressione fredda per assumerne una a malapena costernata.

-Come?- Chiedo sbalordita. Lui alza la testa e mi guarda con i suoi occhioni.

-State insieme? Come quando si hanno dei bambini, intendo. Avete dei bambini?

Sento il volto andare a fuoco, ma non mi azzardo nemmeno a guardare l’Elfo, che stranamente rimane in silenzio. Vuole che risponda io? Sento il suo sguardo azzurro su di me, in attesa. Sospiro.

-Ecco... io no, ma lui sì. Solo che il suo bambino è un po’ grande- mormoro, accarezzando i capelli di Rais. Ora che lo guardo da vicino, sulla pelle sporca della guancia ha un piccolo neo.

Il bambino aggrotta le sopracciglia.

-Ma se lui ha un bambino e tu no... non è possibile. Deve essere anche tuo.

Se prima il mio volto stava andando a fuoco, ora mi sento come se fossi nel bel mezzo di un incendio. Lo sguardo di Thranduil mi sta perforando, in attesa che replichi e, quando lo faccio, la mia voce è più acuta di un’ottava.

-Ma io non ho un bambino. Non sono la sua compagna, Rais.

Lui fa una smorfia. -Non è vero.

Ossignore, questo bambino è un tesoro, però adesso lo ucciderei.

Alzo lo sguardo sull’Elfo, che mi sta fissando con un sorrisetto. Oh, che cazzo, anche lui ci si vuole mettere, ora? Lo fulmino con lo sguardo, ma lui si limita a scrollare le spalle ampie e a raddrizzare la schiena.

-Sì che è vero, Rais. Lui ha... un’altra compagna. Non sono io.

Parlo tenendo gli occhi sul sovrano. Man mano che sente le mie parole il suo volto si adombra, ma non dice nulla, continuando a sorreggere il mio sguardo. Sento un vago calore diffondersi sulle guance, e non è per le fiamme che crepitano davanti a me, dipingendo ombre sul volto regale di Thranduil.

-Ah- il ragazzino sembra quasi deluso. Poi si volta verso l’Elfo, che per la prima volta da quando è iniziato quell’assurdo discorso sposta la sua attenzione su di lui.

-Come si chiama tuo figlio?

Thranduil solleva l’angolo delle labbra in un sorrisino obliquo.

-Legolas. E verrà a prenderci presto.

Ma le domande non sembrano essere finite.

-Quanti anni ha?

-Circa tremila- risponde tranquillo Thranduil, mentre a me viene quasi un infarto. Così tanto? Il sovrano mi scocca un’occhiata sorniona, capendo perfettamente cosa mi passa per la testa.

-E tu?

Stavolta l’Elfo ci mette un po’ di più per rispondere, fissando meditabondo le fiamme.

-Qualche migliaio in più- mormora poi.

-Legolas è bello come te o di più?

Thranduil solleva gli occhi su Rais, sorpreso dalla domanda. Le sue sopracciglia sono arcuate, la bocca lievemente schiusa.

-Non... non lo so- dice confuso -penso... di più.

Soffoco un sorriso. Legolas ha una bellezza più dolce di Thranduil, non possono essere paragonati... aggiungendo anche il fatto che il padre ha una metà del volto sfigurata.

-Perché non lo chiedi a Rose?- Aggiunge poi l’Elfo. Mi gelo.

Alzo lentamente lo sguardo su di lui, e vedo che mi sta sorridendo, strafottente. Il mio cuore inizia a battere a mille, mentre Rais mi punzecchia il fianco con un dito, impaziente di sentire la risposta.

-Non lo so- sussurro con le guance cremisi.

Thranduil alza un sopracciglio, unendo le lunghe dita affusolate e posando i gomiti sulle ginocchia. Si sporge in avanti, mentre il fuoco dipinge di riflessi dorati i suoi capelli chiari. Le sue iridi chiare mi stanno esaminando da cima a fondo.

-Avanti, Rose. Hai passato giorni interi con noi. Dovresti saperlo- insiste mellifluo.

Faccio una smorfia infastidita, tornando a guardare Rais, e mi decido. Con un sorrisetto mi chino al suo orecchio, mettendomi una mano davanti alla bocca in modo che Thranduil non possa leggere le mie labbra.

-Sono bellissimi tutti e due- sussurro piano -ma a me piace di più Thranduil.

Il sovrano di Bosco Atro, a giudicare dall’espressione indispettita che regna sul suo viso splendido, non è riuscito a sentire. Rais ridacchia e si scioglie dal mio abbraccio, accoccolandosi sulla coperta che ha fregato mentre scappavamo. Resto in silenzio, osservandolo, e in pochi minuti il suo respiro si fa più pesante. Si è addormentato.

Con un sospiro e una smorfia di dolore mi alzo in piedi. I muscoli bruciano e tirano, e anche i lividi che mi hanno inferto.

Mi mordo il labbro, mentre volto la testa. Thranduil ha chiuso gli occhi e ha la testa chinata, la fronte appoggiata sugli avambracci. Cercando di non fare rumore non pestare i rametti per terra mi avvicino. Mi siedo lentamente accanto a lui, che non si muove. Che stia dormendo pure lui?

Getto una breve occhiata al fagotto che dorme tranquillo dall’altra parte del fuoco, e mi ritrovo a pensare che d’ora in poi starà con me. Non posso permettere che quel piccolo soffra ancora la mancanza di una famiglia, perciò quella famiglia sarò io.

-Le tue intenzioni sono nobili- mormora la voce di Thranduil al mio orecchio.

Trasalisco, sentendo il suo fiato caldo sul collo, e giro la testa. Il suo viso perfetto è a pochi centimetri dal mio, e i suoi occhi sembrano cristalli di neve.

-C’è un ma in arrivo, vero?- Sussurro.

-Ma non sempre si può fare quello che si vuole, Aurora- mi dice dolcemente.

Mi ritrovo a fissarlo. Com’è cambiato, il nostro rapporto, in pochi, dannati giorni. Prima avevo paura di lui, ora, se servisse, mi butterei giù da un baratro se solo me lo chiedesse.

-Cosa significa? Rais non ha una famiglia. Posso diventarlo io.

Lui scuote la testa, avvicinandosi di più. Cerco di non pensare al calore che sento emanare dal suo corpo e che raggiunge il mio, scaldandomi più del fuoco stesso.

-Ci sono ferite che non si possono rimarginare, Aurora- mentre dice queste parole mi vengono le lacrime agli occhi. Non sta parlando solo di Rais. Una volta accortosi che sto trattenendo a malapena le lacrime la tristezza del suo sguardo si trasforma in costernazione. Allunga piano una mano e mi sfiora la guancia. Inutile dire che tremo al suo tocco.

-Ma si può provare, Thranduil- mormoro con la voce spezzata. Non posso credere a quello che ha detto, altrimenti sarei persa. Si riferiva anche a me. Alzo gli occhi, e vedo la compassione nelle sue iridi. Mi accarezza la guancia senza dire nulla, e la sua carezza si trasforma in un abbraccio mentre mi passa il braccio attorno alle spalle e mi attira al suo petto. Il groppo che ho in gola si scioglie in pianto, e mentre singhiozzo lui mi bacia i capelli. Appoggio una mano sul suo torace, e inspiro il suo odore di caldo e di bosco.

-Non ti lascerò andare, piccola amica- lo sento sussurrare, mentre mi stringe con così tanta forza da mozzarmi il respiro -ti guarirò.


♦   ♦ 

 
ANGOLO DELL'AUTRICE:
Stoooooop. Prima di spaccarmi la vanga che avete in testa ricordatevi che se mi uccidete non posso andare avanti con la storia :D
No, davvero, mi vergogno tantissimo, non aggiornavo da un secolo... è che ero bloccata, ho dovuto cancellare il capitolo due volte prima di scriverlo tutto ieri. T.T
Allora. Finalmente Thranduil ammette che si sta affezionando a Aurora! Eheheheh anche se non nel modo in cui vorreste ma... tranqui, ci arriveremo XD
Che ve ne pare di Rais? Povero cucciolo, costretto a guardare mentre li torturavano...costretto a fare da servo. Non è dolciiiissimo? ^^
eheheh anche quando fa l'interrogatorio a Thrandy e Aurora.... ahah sono morta dal ridere mentre scrivevo.
Scusate il ridardo, davvero.

Anna

 
   
 
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