Finalmente... superato!
L'ultimo stressante esame di quest'anno all'università. Derek sarà fiero di me, finalmente non dovrò più avere pensieri riguardanti lo studio durante quest'estate.
Lui è li mi aspetta come ogni giorno sotto la cancellata, gli salto addosso, mi prende, sorride e le sue labbra toccano le mie.
<< Ce l'hai fatta? Oh si piccola te lo leggo negli occhi! >>
Lancia un urlo di soddisfazione, e io muoio nei suoi occhi.
<< Pensavo davvero di non potercela fare sta volta. >>
<< Impossibile, sei la ragazza più in gamba che io conosca. >>
Viaggiamo in macchina ascoltando le canzoni dei Green Day, sorrido al mondo, penso che sta finalmente arrivando l'estate, e rido del suo modo buffo di guidare, ogni tanto lo vedo fissare lo specchietto distratto, ma riesco a farlo tornare con l'attenzione su di me, con i suoi occhi azzurro cielo mi squadra in viso come se un domani dovesse disegnare i miei lineamenti su una tela bianca e avesse la paura di non ricordarli a memoria.
<< Amore! Ho deciso, facciamo una pazzia, andiamo in Grecia! >>
Il mio sguardo mentre lo dico è speranzoso.
Tace.
<< Che ce? Non ti piace l'idea? Ok possiamo andare in America, è il tuo sogno. >>Sorrido.
<< Buona idea l'America... >>
Non mi guarda, risponde sotto voce, mi sembra strano questo suo cambiamento di carattere improvviso.
Sto zitta, lui continua a fissare lo specchietto e di colpo sterza di lato accostando.
<< Ok. Non ce la faccio a fingere ancora, peggiorerebbe la situazione! >>
Il suo viso è totalmente rabbuiato, non l'ho mai visto così.
<< Fingere? Derek cosa diavolo stai dicendo? >>
Oddio, cos'è questa sensazione? Paura!
Si schiarisce la voce, e alza lo sguardo, adesso i suoi occhi sono dentro ai miei, anche in questo momento è dannatamente bello, dio solo sa quanto lo amo.
<< Jackie, io... io vado in America. >>
...
<< Il socio di mio padre mi ha trovato un posto in una azienda molto importante, la mia carriera è totalmente in gioco adesso. >>
<< Da quando lo sai? >> Sento le lacrime agli occhi, non è la cosa che vorrei dire in questo momento ma devo rimanere fredda, almeno per ora.
<< Tre mesi! >> Questa risposta mi entra nel cervello, ronza come una zanzara fastidiosa in una notte d'estate.
<< Tre mesi?...Tre mesi ! benissimo De e quando avresti voluto dirmelo? >>
<< Dopo l'esame, non volevo sconvolgerti >> La rabbia comincia a montarmi dentro.
Sto zitta, non voglio dire niente per evitare che l'emozione mi tradisca, e infatti è lui ha parlare.
<< Io, è da un po che ci penso... Ci vado. E non posso lasciarmi niente dietro. >>
Questa frase fa scattare tutto ciò che ce in me come una bomba ad orologeria, apro lo sportello, esco dalla macchina.
<< Sei un bastardo Derek, e non lo dico perché questa è una di quelle situazioni in cui si impreca tanto per farlo, ma lo dico perché da adesso lo penso con ogni fibra del mio corpo. >>
Scende.
<< Cosa avrei dovuto fare? >>
<
<< Magari non dovresti credere a tutto quello che ti si dice! >> Grida anche lui.
Prendo un respiro profondo, il suo tono mi ha fatto cedere un ginocchio, tremo.
<< Io ti amo Derek. Ma forse tu non ami te stesso abbastanza da capire che quello che potrei darti non lo avrai mai dal rumore delle tue azioni che salgono in un lussuoso ufficio di New York >> Mi avvicino piano, gli prendo la faccia tra le mani, mi fissa con uno sguardo di ghiaccio, lo bacio, piano e con dolcezza, lo sento quasi tremare tra le mie mani mentre mi stacco da lui.
<< Spero che tu possa vivere felice e in forma, perché non riesco a mandarti a fare in culo adesso! quindi un giorno vorrò rivederti, e sarà allora che ti ci manderò in modo fottutamente stratosferico. >> Sussurro vicino alle sue labbra, e poi sogghigno.
Cerco di guardare dritto davanti a me mentre cammino con le spalle rivolte all'uomo che amo...o meglio che credevo di conoscere ed amare, che è rimasto come di ghiaccio in mezzo alla strada, davanti a me ce solo vuoto un marciapiede alberato ma infinitamente, vuoto. Volto l'angolo, e appena mi accorgo di essere fuori dal suo campo visivo, inizio a far sgorgare quel fiume in piena che ce nei miei occhi, scendono giù come se fosse naturale, queste maledette lacrime.
Mi ha mollata! così, in mezzo alla strada, lui che diceva di voler stare con me per tutta la vita, che mi diceva che ero la sua piccola rosellina destinata a sbocciare.