“Because I know this love seems real
But I don’t know how to feel”
- Swan?
La Foresta Incantata era una vera trappola. Emma l’aveva pensato fin dal primo momento in cui ci aveva messo piede.
C’erano pericoli ovunque, era riuscita a percepirli. E, sopra ogni altra cosa, c’era il pericolo di cambiare il passato. Di cambiarlo e causare disastri nel futuro.
Quindi era necessario trovare un modo per tornare indietro.
Emma stava giusto pensando a questo e, in parte, anche al fatto che sarebbe stato meglio somigliare giusto un po’ a Marty McFly di Ritorno di Futuro, quando lei e Uncino avevano udito dei rumori. Il pirata l’aveva afferrata e l’aveva spinta dietro una fitta massa di cespugli giusto un attimo prima che, in fondo al sentiero, apparisse un uomo vestito di nero, probabilmente una delle guardie di Regina, in quel periodo impegnata a cercare ovunque Biancaneve.
Era da solo ed era a piedi. Una faretra piena di frecce gli dondolava sulla schiena. Aveva un elmo calato sul capo quindi Emma non aveva visto subito il suo viso.
Ma quanto l’uomo si era seduto su un tronco caduto e si era tolto l’elmo per bere un sorso d’acqua dalla borraccia che teneva appesa alla cintura, Emma l’aveva riconosciuto. Ed era stato... Come un fulmine a ciel sereno. Come un miraggio in mezzo al deserto.
Era rimasta là. A fissarlo. Con gli occhi leggermente sgranati.
Era ancora là. A fissarlo.
- Swan?
La voce di Uncino suonava distante. Lontana. La Foresta era diventata qualcosa di approssimativo intorno a lei. Niente di concreto. Perché Emma vedeva solo il giovane seduto a pochi metri di distanza dal punto in cui era nascosta.
“Il drink di Regina... Era più
forte del previsto”.
Graham le aveva sorriso, divertito, mentre Emma se ne stava dietro le
sbarre di
una cella. Era arrivata a Storybrooke solo la sera prima.
“Non ero ubriaca. Ho sterzato
perché c’era
un lupo in mezzo alla strada”.
“Un lupo... Certo”.
Graham, adesso, era lì. Vivo. Nella Foresta Incantata del passato e con l’armatura dei soldati di Regina addosso. Ma era lui. Ed era vivo.
Sei vivo, pensò, sgomenta e felice al tempo stesso.
(Sì, lui qui, in questo luogo e in
questo
tempo è vivo. Ma non nel tuo, di tempo)
“Questo lo chiami
volontariato?!”.
“Cambio... di programma. Regina, voleva
che...”
“Dormissi con lei?”.
“No!”.
Sapeva anche perché Graham aveva l’armatura addosso. Sapeva perché era costretto a stare dalla parte di Regina...
Perché Regina gli aveva strappato il cuore, una volta. Regina lo controllava.
“Perché tenerlo segreto? Siete
adulti.
Potete fare quello che volete!”. La relazione tra Regina e
Graham la
contrariava. E molto anche.
“Perché io... Non volevo che
tu mi
giudicassi”.
“Perché ti importa del mio
giudizio?”.
“Perché...”.
“Cosa?”.
L’aveva baciata.
Quella sera l’aveva baciata perché voleva provare qualcosa. Voleva provare dei sentimenti.
“Ho bisogno di provare
qualcosa!”.
- Graham... – mormorò Emma.
Graham si gettò dell’acqua sul viso e tra i capelli castani per rinfrescarsi. La sua espressione era concentrata, guardinga e cupa.
“È il mio cuore, Emma. Io devo
trovarlo”.
“Okay. Come... pensi di fare?”
“Devo soltanto seguire il lupo”.
“Cosa? Quale lupo?”
“Quello che appare nelle visioni. Mi
aiuterà
a trovare il mio cuore”.
“Scusami. Credevo... che parlassi
metaforicamente. Tu credi davvero di non avere un cuore?”.
Non ce l’aveva.
Emma allora non ci credeva... Non riusciva a crederci. Non ancora. Ma Graham non aveva un cuore, perché Regina gliel’aveva sottratto. Emma aveva pensato che Graham avesse solo bisogno di riposare...
“È l’unica
spiegazione sensata. L’unica che
spiega perché non sento niente!”.
“Ascoltami, Graham... Tu ce
l’hai un cuore. Te
lo dimostro”. Si era avvicinata e gli aveva messo una mano
sul petto. Ed era
sicura di aver sentito il battito accelerato di un cuore. Ne era
sicura, sì.
“Senti? Sta battendo. È
reale”.
Ora l’unica cosa che desiderava era uscire allo scoperto e correre incontro a Graham, per dirgli che le dispiaceva. Per dirgli che le dispiaceva di non avergli creduto, di aver pensato che fosse solo stanco, che fosse solo sconvolto. Voleva corrergli incontro e abbracciarlo. E chiedergli di perdonarla, perché non era stata capace di credere. Perché non era stata capace di aiutarlo.
Perché non era riuscita a salvarlo.
Lei era la Salvatrice, ma non aveva potuto salvare Graham.
(Ho bisogno di provare qualcosa!)
Emma si sporse un poco in avanti. Uncino la trattenne.
- Cosa fai? – le chiese. - Stai giù.
Non voglio stare giù. Devo andare da
lui!
Voleva andare da lui e chiedergli di seguirla. Di andare con lei. Di tornare nel futuro con lei.
Graham chiuse la borraccia e la riagganciò alla cintura.
(Ti sembro forse Marty McFly?)
“É che... Mi sono reso conto
che non io sento
niente, Regina. E la colpa non è mia. È
tua”.
“Quindi mi stai abbandonando per
lei”.
“Ti sto abbandonando per me”.
- Swan, chi è? Lo conosci? – stava domandando Uncino, perplesso.
...Ma non poteva andare da lui, ovviamente. Non poteva cambiare il passato. Non poteva nemmeno rivolgergli la parola, stringerlo a sé...
“Che c’è?”.
Aveva appena finito di medicarla. Emma si
era alzata, si era avvicinata e l’aveva baciato. Per la prima
volta, dopo anni,
sentiva di voler provare qualcosa. Anche lei. Sentiva di potersi fidare
di Graham.
Sentiva che quel sentimento era buono, era bello ed era reale. Sentiva
di poter
riaprire il suo cuore.
Sentiva.
Era stato allora che Graham aveva ricordato
tutto...
...Aveva ricordato tutto grazie al suo bacio.
“Io mi ricordo...”
“Ma di cosa parli?”. Emma aveva
visto una
lacrima scivolare sul viso di Graham.
“Grazie”.
Graham, che aveva cercato di baciarla di
nuovo.
Ma prima di farlo era crollato.
Era caduto per terra.
Emma l’aveva chiamato. Aveva gridato il
suo
nome.
(GRAHAM!)
E aveva tenuto il suo corpo inerte fra le
braccia.
Il suo corpo inerte.
Privo di vita.
Un attimo prima lo stava baciando. Un attimo
dopo Graham era morto.
“Grazie”.
Erano state le sue ultime parole.
“Grazie”.
Poi c’era stato il vuoto. L’assenza.
Emma non trattenne la lacrima che scivolò sulla sua guancia. Scivolò, come l’ultima lacrima di Graham.
Sorrise. Come aveva sorriso a Graham, quella sera. Sorrise anche se Graham, ora, non poteva vederla.
- Sì. Lo conosco.
“And I wonder if you know
How it feels to let you go...”
***
Angolo
autrice:
Questa one shot Hunter Swan è ispirata ad una fanart che ho trovato in un gruppo di Facebook dedicato a Once Upon a Time.
E niente. Li trovo adorabili.
La mia OTP è Swan Queen e lo sa tutto il mondo, ormai, ma Emma e Graham li shippavo troppo. Erano davvero belli insieme.
I versi che aprono e chiudono la storia vengono da una canzone degli Hurts, Stay. È questa: Stay