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Autore: Sunglasses12    18/06/2014    5 recensioni
Long | Sterek |
Derek era solo, Derek aveva sofferto, Derek era stato strappato alla sua adolescenza, Derek aveva perso tutto ciò che aveva, Derek faceva fatica a trovare qualcosa con cui sostituire il dolore.
Il problema non era Derek, il problema era che tutte le persone non pensavano che il lupo potesse soffrire nascosto dietro la sua maschera con le sopracciglia corrucciate e il ringhio sempre stretto tra le labbra.
Tutte tranne Stiles.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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He was broken



Derek.
Questo era ciò che aveva portato quella notte afosa.
La fronte imperlata di sudore che entrava a contatto con la parte di cuscino che, per l’ennesima volta, aveva girato per sentirne il contatto fresco, il busto scoperto imperlato e appiccicoso e gli occhi sbarrati che vagavano da un oggetto all’altro per cercare disperatamente un sonno sereno; così, Stiles, aveva deciso di ripercorrere gli ultimi avvenimenti e aveva provato a costruire una specie di tabella, un grafico, nella mente con le cose positive e negative che aveva affrontato e superato in quel tempo.
Aveva sicuramente collocato Jackson nella parte negativa dopo che si era trasformato nel Kanima, Lydia, la sua cotta dalla terza elementare, che ormai iniziava a giudicare più come un ossessione, era sicuramente nella parte negativa e il nuovo rapporto di amicizia incredibilmente più solida di prima con Scott, l’amicizia con Alison, la sensazione di adrenalina nelle vene e il dono di conoscere quel mondo che per molti non era che fantasia erano tutti nella parte positiva.
Solo un non indifferente dettaglio restava in bilico tra una parte e l’altra della tabella: Derek.
Quel lupo che aveva deciso di cambiare le loro vite senza alcun permesso trasformando in un essere della sua specie Scott, quel lupo che aveva più volte pensato di ucciderlo e lo stesso lupo che gli aveva salvato il culo ogni qualvolta avesse bisogno.
- Forse mi vuole tenere come dessert – ironizzò dando voce ai suoi pensieri.
Ma qualcosa, quella sera, spinse Stiles ad affrontare più profondamente il problema Derek.
Un problema che, concluse, aveva un'unica causa: Derek era solo.
Derek era solo, Derek aveva sofferto, Derek era stato strappato alla sua adolescenza, Derek aveva perso tutto ciò che aveva, Derek faceva fatica a trovare qualcosa con cui sostituire il dolore.
Il problema non era Derek, il problema era che le persone non pensavano che il lupo potesse soffrire nascosto dietro la sua maschera con le sopracciglia corrucciate e il ringhio sempre stretto tra le labbra.
Probabilmente neanche lui vuole mostrarsi debole, pensò.
- Come mai non ci ho pensato prima? -
Si diede mentalmente dello stupido.
Stiles era una persona attenta agli altri, ad esempio, a ogni espressione di Lydia sapeva dare una spiegazione, come quando era triste, sapeva esattamente che lo fosse ancor prima che la ragazza lo dicesse poiché le sue labbra parlavano una lingua che Stiles conosceva benissimo e quando si inarcavano leggermente all’ingiù verso sinistra qualcosa preoccupava la ragazza ma il solo pensiero di Derek senza difese prima di quel momento non l’aveva mai sfiorato.
Così si addormentò, verso le tre e un quarto del mattino, con gli appunti per il compito in classe di chimica stesi sul tappeto e in mente una nuova immagine di Derek che gli faceva ancora più paura di quella normale.





- Stiles? -
- STILES! -
Si dovette aggrappare alle lenzuola, il ragazzo, per non finire con la faccia a terra e sbattere la fronte con la stessa violenza con la quale in quel momento aveva sbattuto le ginocchia.
- Si può sapere che hai fatto ieri sera? Sei un cadavere, Stiles! E alzati, hai scuola. – urlò lo sceriffo per far riprendere un minimo suo figlio dallo stato pietoso in cui era.
- Grazie papà, gran inizio di giornata, davvero! -
Si vestì velocemente indossando una felpa di Scott che, dopo aver notato che non gli andava più bene, gli aveva regalato e scese a far colazione agguantando velocemente le due fette calde che, proprio in quel momento, spuntarono dal tostapane.
- Stiles, dannazione, la mia colazione! -
- Scusa papà, non posso fare tardi! Non aspettarmi a cena, ok? Resto da Scott – mentì allo sceriffo che, sconsolato per la colazione appena persa, si risedeva a tavola sorseggiando il proprio caffè.
Guidò fino a scuola rischiando un frontale con una macchina rosso fuoco troppo distratto dai pensieri della scorsa notte per restare lucido e controllare la strada.
Rischiò anche di investire un gatto prima di arrivare nel parcheggio della scuola dove occupò il solito posto con la propria Jeap.
- Stiles! -
Vide Scott correre verso di lui seguito prontamente da Isaac e Erika che avevano sicuramento sentito il suo arrivo ancor prima che la macchina fosse entrata nel parcheggio.
- Fatemi indovinare – ironizzò l’umano – un ritrovo di lupi mannari al quale sono invitato oggi pomeriggio alle 15? -
- Veramente alle 14 , bisogna ottimizzare il tempo – scherzò Isaac.
Stiles prese lo zaino dal sedile del passeggero e annuì fissando Scott con muta curiosità.
- Ti spiego dopo, ho un compito di chimica a cui pensare ora e chissà perché tra mostri e licantropi credo di aver trascurato un po’ la materia -
L’amico appoggiò un braccio attorno alle sue spalle con espressione divertita mentre lo trascinava dentro l’aula con lentezza estenuante.
- Ma non mi dire – lo prese in giro sedendosi nel banco avanti a lui e provando a concentrarsi unicamente su quelle domande scritte in grassetto nel foglio davanti a lui.


L’ora passò in fretta, come anche l’ora di pranzo,  occupati ad ascoltare le risposte che Lydia aveva dato al compito per poterle confrontare con le proprie, e le 14 arrivarono senza nemmeno accorgersene.
Erika e Isaac sono già spariti da più di un ora, notò Stiles mentre, con l’amico, raggiungeva casa Hale.
- Questo posto continua e continuerà sempre a darmi i brividi – sussurrò Stiles mentre studiava il profilo rovinato della casa.
- Già ma Derek non pensa proprio a un altro posto. -
- Questo perché non ne ho bisogno, McCall -
Si voltarono entrambi verso la direzione dalla quale proveniva la voce e osservarono Derek che, senza maglia, li sorpassava per entrare in casa.
- Si può sapere perché sei nudo? Pensavo ci fosse la seduta licantropi-stressati -
Attraversarono il corridoio svoltando a destra saltando qualche asse rotta fino alla stanza più sicura della casa, probabilmente ciò che rimaneva del salotto di casa Hale.
Derek alzò un sopracciglio facendo segno ai due di sedersi.
- Credo che tuo padre, Stiles, avrà molto più lavoro del solito oggi. Ci sono stati 2 morti questa notte, nel bosco, più a nord di qui. Ho mandato Erika e Isaac a dare un’occhiata dopo scuola. La polizia non avrà ancora avuto nessuna notizia immagino ma non abbiamo molto tempo per controllare. -
- Come sono morti? – chiese Scott.
- Qualcosa o qualcuno li ha uccisi in modo brutale, ho sentito l’odore di sangue fin da qui, ma poi l’odore è stato sostituito dal fumo. Qualcuno ha bruciato la casa in cui erano i corpi. Forse non è la stessa persona. -
- Chi erano i morti? Li conoscevamo? – si affrettò a chiedere Stiles torturandosi le mani.
- Non so chi siano. Non sono andato fino la a controllare. Ho solo sentito gli odori. -
Stiles passò una mano sugli occhi, osservò le pareti della stanza cupa e poi Derek.
Si soffermò sul giubbotto nero, i pantaloni scuri e quegli occhi verdi che nel complesso stonavano così tanto con l’immagine da duro che continuava a mostrare in ogni situazione.
Aveva gli occhi di un bambino, come Isaac, diversi da quelli di Scott sempre pronti a tutto e così forti che a volte spaventavano anche lui.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima, si ricordò di aver letto da qualche parte Stiles.
- Cos’hai da guardare? – si rabbuiò Derek sentendosi troppo osservato per i propri gusti.
- N-niente! -
La porta si spalancò prima che il lupo potesse ribattere e Isaac entrò solo facendo segno a Erika di aspettare fuori.
- Abbiamo un problema Derek – guardò l’alfa passandosi una mano tra i capelli biondi – un problema di otto anni che si chiama Mike -
- Che diavolo stai dicendo? -
Il beta fece segno alla bionda e con un bambino in braccio entro in salotto con il solito rumore di tacchi a spillo.
- Oh mio dio – sussurrò Stiles immaginando l’accaduto.
- Un bambino? – si avvicinò Scott – perché hai portato un bambino? -
Erika si avvicinò a Derek lasciandogli Mike tra le braccia e si sistemò la giacca prima di sedersi sul divano.
- Io e Isaac abbiamo controllato la casa, non c’era anima viva, solo un misto di carne bruciata e macerie. Stavamo per tornare quando ho sentito una specie di pianto isterico. Abbiamo seguito la voce e siamo arrivati a lui. Girava nel bosco da ore, è affamato e non fa altro che piangere. Credo sia riuscito a scappare all’incendio o a chiunque l’abbia appiccato! -
Derek si era irrigidito quando le braccia del piccolo gli avevano circondato il collo e aveva chiamato la propria mamma.
- Oh che dolce, pensa che tua sia la sua mammina – lo prese in giro Isaac raggiungendo Erika sul divano.
- Ti sembra ci sia da scherzare? – lo fulminò con lo sguardo – il bambino resta. -
- Davvero? Vuoi iscriverti al concorso papà dell’anno Derek? – lo guardò preoccupato per l’incolumità del bambino Scott.
- No, idiota. Stiles tu sei quello più adatto. Di a tuo padre che hai trovato lavoro come babysitter, resterai qui. Consegneremo il bambino alla polizia solo quando sapremo chi e perché ha appiccato l’incendio. Se lui non c’entra con la questione lo lasceremo alle autorità ma nel caso fosse coinvolto e lo stessero cercando – si fermò per squadrare tutti – avete l’ordine di proteggerlo. -

 
Una long.
Sono matta lo so ma ho preso questo impegno e provero a portarlo a termine se la storia piacerà e sarà seguita.
Ho deciso di ispirarmi a una foto che ho trovato in giro di Derek con scritto 'he was broken' che poi è diventato il titolo stesso della fanfiction, spero vi piaccia!
Grazie a tutti quelli che leggeranno e recensiranno <3 sono aperta a critiche e consigli ovviamente!

 
   
 
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