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Autore: jaki star    18/06/2014    2 recensioni
“Sei qui, Erza… QUESTO È IL GIORNO IN CUI TI BATTERÒ!” urlò Gray, scendendo rapido l’argine del fiume.
Ma quando lei si voltò di scatto, il ragazzino perse tutta la sua sicurezza: la vide asciugarsi quella dannata lacrima, mentre nei suoi occhi s’accendeva una specie di rabbia.
“H… HEY… PERCHÉ SEI SEMPRE SOLA PER I FATTI TUOI?” si riscosse il piccolo alchimista, scrollando la testa.
“Preferisco stare da sola. Essere con altre persone mi rende insicura” rispose l’altra, abbassando gli occhi.
“ALLORA PERCHÉ STAVI QUI SOLA A PIANGERE?!”
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gildarts, Gray Fullbuster, Natsu, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sei qui, Erza… QUESTO È IL GIORNO IN CUI TI BATTERÒ!” urlò Gray, scendendo rapido l’argine del fiume.

Ma quando lei si voltò di scatto, il ragazzino perse tutta la sua sicurezza: la vide asciugarsi quella dannata lacrima, mentre nei suoi occhi s’accendeva una specie di rabbia.
Si alzò in piedi, pulendosi il viso “Ancora tu… Onestamente non impari proprio, eh? Va bene: provaci allora” lo sfidò la scarlatta.

Fullbuster rimase fermo sul posto: tremava, e sembrava a disagio.

“Che c’è, ti arrendi?” insinuò Erza, provando a provocarlo: non vedendo una risposta rabbiosa da parte sua, s’azzittì, stupita.
“H… HEY… PERCHÈ SEI SEMPRE SOLA PER I FATTI TUOI?” si riscosse il piccolo alchimista, scrollando la testa.

“Preferisco stare da sola. Essere con altre persone mi rende insicura” rispose l’altra, abbassando gli occhi.
“ALLORA PERCHÈ STAVI QUI SOLA A PIANGERE?!” chiese: sembrava quasi che si stesse per arrabbiare. E anche molto.

La domanda colpì Erza dritto al cuore: rimase interdetta, senza sapere cosa rispondere.
“Non stavo piangendo” rispose poi, voltandosi: aveva il viso scuro, la voce impercettibilmente tremante.

Gray, seduto a gambe incrociate per terra, tenne gli occhi di ghiaccio puntati sulla figura della rossa, che lentamente se ne stava andando.
Fu in quel momento, che la furia lo colse: fu in quel momento, che decise di agire.




“NO! NON È AFFATTO VERO!” urlò il bambino: Scarlet avvertì un calcio potente colpirla alla schiena, facendola cadere faccia a terra.
Con foga, il corvino afferrò il bavero della camicia della ragazzina “ORA DIMMI PERCHÈ STAVI PIANGENDO DA SOLA!”.



Erza, ripresasi dalla confusione iniziale, avvertì la rabbia montarle dentro: l’altro vide un incendio divampare nell’iride nocciola della ragazza, segno che il livore stava per prendere il sopravvento.
Gray ringhiò, digrignando ancora di più i denti: come poteva quell’iride di un colore così dolce e caldo, appartenere ad una creatura così solitaria e scontrosa?
Un portentoso pugno sulla guancia lo fece risvegliare dai suoi pensieri: si era distratto ed ora si trovava schiena a terra, con la nuca che perdeva sangue.
Poco vicino alla sua testa, un sasso conficcato nel terreno era macchiato di vermiglio: a quella vista, mentre l’odore ferroso del suo liquido vitale gli si insinuava prepotentemente nel naso, Gray urlò tutta la sua furia.



“SMETTILA IDIOTA!” urlava intanto Erza: era sopra di lui, pronta a prenderlo a botte.
“NON SMETTERÒ FINCHÈ NON MI DARAI LE TUE MOTIVAZIONI! NON INTENDO MOLLARE L’OSSO!”
“BASTARDO! ALLORA TI ROMPERAI LA MASCELLA MENTRE TE LO STRAPPERÒ DI BOCCA CON LA FORZA!” gli rispose a tono la ragazzina, mollandogli un poderoso gancio in viso.

Gray le rifilò un calcio nella schiena, catapultandola in avanti: poi rotolò di lato, caricando un pugno. Erza roteò su sé stessa, mettendo un braccio a protezione del viso: avvertì le ossa scricchiolare quando il colpo dell’avversario cozzò contro l’arto. Senza perdere tempo, il mago del ghiaccio s’inginocchiò, girando sulla punta dei piedi: tirò un calcio verso l’alto, colpendo Erza sotto il mento.
La ragazza cadde all’indietro, più infuriata di prima: il nakama le saltò addosso, ma lei, balzando di lato, gli sferrò un calciò nelle costole.
A giudicare dal sonoro crack, Gray doveva aver ricevuto per forza un brutto colpo: eppure, era ancora lì.
In piedi, con le braccia a penzoloni ed il sangue che colava dal labbro rotto: nei suoi occhi, quell’incendio di fuoco blu non era diminuito, anzi.

Gray Fullbuster era ancora più incazzato di prima.

Erza, prendendo quella resistenza come un’ulteriore incentivo per farlo a pezzi, estrasse la spada: Gray si mise in guardia, sfoderando il suo ghiaccio.
Lo scontro riprese, sempre più furioso: ed intanto il sole calava, unico spettatore di quella rissa violenta.
 




Dopo un tempo che a entrambi parve interminabile, Gray si trovò a cavalcioni sopra Erza: il pugno era sollevato, pronto a colpire.
La maghetta stava già per reagire, quando avvertì qualcosa colare sulla sua guancia: unite al sangue, minuscole gocce trasparenti caddero sul viso della ragazzina, che sgranò gli occhi.
Erza osservò meglio Gray, stupita: nei suoi occhi la rabbia persisteva, ma un pianto silenzioso pioveva da quelle meravigliose iridi blu.  

“Tu non capisci perché sono così arrabbiato, vero?” chiese, con voce tremante, il respiro sempre più profondo e difficoltoso.

Scarlet aprì la bocca per parlare, ma poi la richiuse: effettivamente, non sapeva cosa rispondere.

“Io… Io ho visto la mia famiglia morire. Il mio villaggio distrutto, messo a ferro e fuoco. Ho dovuto seppellire i cadaveri dei miei genitori e dei miei amici con le mie stesse mani. La persona che mi aveva accolto dopo quella terribile notte è morta ed io mi sono trovato senza nessuno accanto, senza una casa dove tornare ed una meta da raggiungere: mi sono trovato completamente solo” prese un profondo respiro, tirando su col naso “Ma nonostante tutto questo… Ho imparato che la solitudine non fa altro che acuire il dolore e le paure annidate nel nostro cuore! Ho imparato che è stando da soli che si è deboli, che si è insicuri, che si è vulnerabili! Ho imparato tutto questo dagli altri, dalla mia gilda! Dalla NOSTRA gilda! Ho imparato che la solitudine è arida e sterile! Ho imparato ad affrontare ciò che temo, ho imparato a piangere con i miei compagni! A soffrire con loro, a condividere le mie paure! Portare un fardello in due lo rende meno grave, Erza! È per questi motivi che non si deve MAI piangere da soli! Tu sei un membro di Fairy Tail, sei un membro di questa FAMIGLIA e come tale devi renderti conto del tuo comportamento! Tu non sei sola, Erza Scarlet, nemmeno se ti isoli in questa maniera! Perché io sono TUO FRATELLO e tu sei MIA SORELLA: vivi, lotta e piangi PER Fairy Tail, vivi lotta e piangi CON Fairy Tail”.

Qui Gray Fullbuster fece una pausa, chiudendo gli occhi e prendendo un altro respiro: avvertiva che le forze lo stavano abbandonando, il sangue perso era troppo e la realtà girava davanti ai suoi occhi stanchi.
S’asciugò il viso e mentre Erza s’inginocchiava di fronte a lui, le mise le mani sulle spalle “Ma soprattutto… Gioisci ed ama… Con e per… Fairy Tail…” sussurrò, cadendo in avanti: lei lo prese al volo, mentre il suo sangue le bagnava la camicia bianca.
Fu allora che decise di sciogliersi: anche se Gray era svenuto, era pur sempre lì con lei, no?

Pianse.
Pianse come non faceva da tempo: si liberò del peso che la opprimeva, mentre stringeva con le dita di una mano i capelli insanguinati del nakama.
Quando ebbe finito, si stupì di quanto fosse leggera: il suo sguardo puntò verso il basso, dove il capo di Gray era appoggiato sulla sua spalla.
Sembrava quasi che il maghetto del ghiaccio dormisse.
Inconsapevolmente sorrise.
Prima che un ciclone in miniatura sferrasse un calcio in viso a Gray, trasportandolo cinque metri più lontano.




“SARÒ IO A BATTERE ERZA, GHIACCIOLO BASTARDO!!” urlò Natsu, sputando fuoco: il povero Gray, incosciente, subiva i colpi di un nanerottolo dragon slayer piuttosto carico.
L’alchimista si svegliò con un gemito: appena mise a fuoco la faccia di Salamander, il suo viso s’accese di rabbia.
“E IO BATTERÒ  TE, FIAMMIFERO DI MERDA!” strillò, ripresosi completamente.

“Ma non era svenuto?” commentò Erza, allibita.

“E IO TI AMMAZZO ADESSO, GHIACCIOLO BASTARDO!” proclamò Natsu, scattando in piedi.
Gray lo imitò e con urla selvagge ingaggiarono una rissa.


“Hai visto? A loro modo riescono a farti sorridere” disse improvvisamente una voce al fianco di Erza: Cana la guardava con un sorriso, mentre le grida dei combattenti facevano da sottofondo.
“Sono degli idioti patentati, su questo non c’è nulla da dire, ma sanno il fatto loro: dopotutto, sono di Fairy Tail… Attenta ragazzina: prima o poi ti farò mangiare la polvere della sconfitta” ghignò Mira, tendendo la mano alla scarlatta, ancora inginocchiata a terra, la quale accettò perplessa l’aiuto.
“Noi siamo una famiglia, Erza: ricordalo” sorrise innocente Levy.


“EHI, CI SIAMO ANCHE NOI, DANNATI!” Jet e Droy s’unirono alla mischia, seguiti poi da un’entusiasmata Mirajane.

Lisanna osservava curiosa la rissa di massa, mentre Erza doveva ancora capacitarsi di cosa stesse succedendo.

“EHI, BASTARDI! SONO IO IL PIÙ FORTE, ADESSO VE LE SUONO DI SANTA RAGIONE!” con un grido di battaglia, Laxus saltò agilmente l’argine, atterrando a piedi uniti sulla faccia di Natsu.
“FARE A BOTTE È DA VERI UOMINI!” anche Elfman si unì alle danze, sbraitando cose senza senso sulla virilità dei componenti della gilda.


“Qui sono tutti matti…” sussurrò impercettibilmente Mystgun, comparso improvvisamente al fianco degli altro spettatori.

“AH-AH! QUESTA È FAIRY TAIL!” esclamò una voce profonda: tutti si fermarono, voltandosi all’unisono verso la fonte del suono.

“GILDARTS!”.

Un coro di esclamazioni accolse il nuovo arrivato: il rosso sorrise, chinandosi e spalancando le braccia.
In brave tempo, i ragazzini di Fairy Tail si erano buttati addosso all’uomo, esaltati come non mai.
Clive li abbracciò uno a uno, complimentandosi e schiamazzando con loro.
Ad un certo punto si alzò, osservando con un sorriso il cielo divenuto ormai blu scuro.

“Forza, ragazzini: tornate subito in gilda, è ora di cena! Meglio non far arrabbiare il vecchietto, convenite?” affermò, facendo l’occhiolino.
I giovani s’apprestarono a correre verso la gilda, ansiosi di accaparrarsi i piatti migliori.
Solo Erza rimase ferma, accanto a Gildartz: Gray s’apprestò a correre dietro agli altri con un urlo di battaglia.

Il rosso però, improvvisamente allarmato, scattò in avanti, prendendolo prima che potesse cadere faccia a terra: il piccolo alchimista era incosciente fra le sue braccia e la mano dell’uomo, dietro la sua nuca, era lorda di sangue.
Clive rise, guardando con tenerezza il bambino “Sei di fibra dura, Gray: ora è meglio che ti porti in infermeria”.

“Gray…” sussurrò Erza, muovendo un passo avanti.
“Non ti preoccupare, signorina: sta bene, è solo un po’ ammaccato ma nulla di male” la rassicurò il più anziano, facendole l’occhiolino.
Poi le sorrise, scompigliandole i capelli con una mano “Forza, affrettati, qui ci penso io… Hai trovato una buona famiglia, ed un buon fratello… Vedrai che non lascerà mai il tuo fianco, così come non ti abbandoneranno tutti gli altri: benvenuta a Fairy Tail, piccola. Forza, vai!”.

La bambina si mise a correre, non senza dare un ultimo sguardo al maghetto svenuto.

“Grazie, Gray… Credo che saremo dei bravi fratello e sorella” pensò, con l’ombra di un sorriso sul viso.
 
 

Gildarts trasportava un piccolo alchimista inerme: lo cullava leggermente, cercando di alleviargli il dolore.
Lo vide socchiudere appena gli occhi, con espressione assente.

“Sei stato veramente bravo, Gray. Ciò che conta non è solo la forza fisica: è la forza della tua anima che ti porterà a spingerti oltre i tuoi limiti. Diventerai un grande mago: Ur sarà fiera di te, così come hai reso fiero me. Sarai un buon fratello” disse Gildarts.

Gray chiuse definitivamente gli occhi, scivolando nuovamente in un profondo stato d’incoscienza.
Se avesse sentito o meno quelle parole, Gildarts non lo seppe mai.
 

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La lama stava per colpire la nuca di Erza.
Ancora pochi secondi e le avrebbe perforato il cranio.

“Non oggi bastardo!” tuonò una voce imperiosa.

Una barriera di ghiaccio s’innalzò a difesa della scarlatta, intercettando la spada e rompendone il metallo.
Un ragazzo alto e muscoloso scivolò su una cresta ghiacciata, mettendosi poi schiena contro schiena con Erza.

“Mia sorella deve andare ad un appuntamento speciale oggi, la state facendo ritardare” affermò con un ghigno Gray, posizionando il pugno contro il palmo aperto dell’altra mano “Ice make: Death Schyte!” dichiarò, modellando un’immensa falce di ghiaccio.
“Suvvia Gray, non sono una bambina: so difendermi” affermò con un sorriso Erza, rivolgendosi al nakama.
“Mi sto preoccupando per Gerard, infatti: già starà morendo di ansia, figuriamoci se arrivi in ritardo” scherzò l’alchimista, ricevendo un affettuoso scappellotto dall’altra.
“Avanti, finiamo il lavoro” fece Fullbuster, scattando in avanti: s’abbassò per schivare una lancia nemica, in seguito roteò la falce.

I nemici caddero uno dopo l’altro, inermi.
Erza lanciò le sue spade, atterrando un’ingente quantità di avversari: poco dopo, sulla scena comparvero altri maghi, pronti a dar manforte ai due.

“SARÒ IO A BATTERE ERZA, STRONZI, MA NON OGGI: LEVATEVI DAI PIEDI!” strepitò Natsu, sputando fuoco a destra e a manca: inutile, non sarebbe mai cambiato.

Grazie alle fiammate dell’irruente Dragon Slayer, lo scontro ebbe una fine.
Erza sollevò lo sguardo prima su Gray, poi sul resto della sua gilda: Gildarts alzò il pollice, con un sorrisone a trentadue denti.

“Ragazzina, direi che per te è ora di andare: non mi sembra il caso di arrivare in ritardo. E voi altri, svegliatevi: sapete che la cena inizia proprio ora?” disse il rosso, sghignazzando.
Tutti si slanciarono con rinnovato entusiasmo alla volta della gilda: solo Gray stette fermo, più teso e pallido del solito, utilizzando la falce come stampella.
Si voltò sorridendo: solo allora Erza si rese conto di com’era vestito, di come la sua espressione fosse in realtà nervosa.

“A quanto pare, non sono l’unica che ha un appuntamento qui” insinuò maliziosa la ragazza, osservando le gote di Gray tingersi di rosso: fra le sue mani era comparso un mazzo di fiori dalle sfumature dell’oceano.
“No, a quanto pare no… Bè, io vado: non fare tardi, mi raccomando. Gerard ti aspetta” disse sbrigativo, voltandole le spalle e iniziando a camminare.

“Gray” lui si fermò sul posto, voltando il capo “Grazie”.

Vedendo la sua espressione stupita, la rossa sorrise teneramente: Fullbuster pensò che ora, grazie all’amore ritrovato, fosse diventata molto più dolce e sensibile.

“Grazie per avermi preso a botte, quel giorno”
“Ah. Bè, sarà meglio per te non ripetere lo stesso errore”
“Ho imparato cosa volessero dire le tue parole: ti prometto che le prossime lacrime che piangerò, saranno di gioia. E sarai presente”.

Gray non era tipo da perdersi in sdolcinatezze, lo sapeva.
Per questo non ci rimase affatto male quando si girò con un semplice sorriso sulle labbra.

“Erza” la bloccò con la voce, mettendosi le mani in tasca “Combatterò sempre al tuo fianco, ricordatelo. Non sarai mai sola: hai Fairy Tail, hai me e finalmente ora hai anche Gerard. Siamo cresciuti insieme, non c’è nemmeno bisogno di ringraziarci. Sei mia sorella: il minimo che io possa fare, è starti vicino. Combatterò al tuo fianco fino alla fine. Ora va’: quel povero ragazzo ti sta aspettando” disse semplicemente il corvino, avviandosi.
“Va bene, me ne vado: ma se fossi in te, non farei aspettare Lluvia”.

Erza ghignò, gustandosi la tensione ed il nervosismo del fratello adottivo: presero due strada diverse, andando incontro ai propri obiettivi.
Tanto, i loro cammini si sarebbero incrociati di nuovo: come sempre.
 
 

“Sei diventato un vero uomo, Gray. Sono sicuro che hai reso fiere di te molte persone, Erza in primis: i sentimenti verso i tuoi nakama sono la tua forza. Il tuo animo, temprato da mille dolori e battaglie, è davvero forte: ma è anche capace di amare. Le parole che ti ho detto allora non sono state sprecate: sono felice di averti visto crescere. E di non doverti portare nuovamente di peso in infermeria, con la nuca sanguinante”.
 
Gildats, dall’alto di una pianta, osservò i “suoi bambini”, ormai divenuti un giovane uomo e una giovane donna, prendere le proprie strade: anche se le direzioni che intraprendevano differivano, niente avrebbe potuto cancellare i sentimenti che li univano in un’unica famiglia.

Il marchio di Fairy Tail sarebbe stato impresso nella loro anima per sempre.
 
 
 

Erza lasciò che Gerard le asciugasse dolcemente le lacrime, prima di baciarla: alla sua mano splendeva un meraviglioso anello di fidanzamento.
Gray sorrise, stringendo dolcemente a sé Lluvia, mentre guardavano i due da lontano.
 

“Ora non piangerai più da sola, Erza”.
Pensò, prima di dedicarsi alle labbra della sua fidanzata.




















Angolo dell'autrice:


Ehilà!

Quando mi è caduto nuovamente l'occhio sul capitolo 89 del manga, non ho potuto fare a meno di produrre quest'atrocità!
Dai, Erza e Gray sono perfetti: una coppia di fratello e sorella esplosiva!
Dato che poche persone, da quanto ho potuto constatare, trattano di legami di fratellanza così profondi fra di loro, ho pensato di partorire quest'idea. 
Non uccidetemi! 
Buonanotte lettori.

Alla prossima,


Jaki Star

 
  
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