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Autore: LittleFallenAngel    19/06/2014    8 recensioni
Nico si bloccò
- Cosa succede Nico? -
- Il mio passato è venuto a prendermi a scuola -
il ragazzo si avvicinò
- Che vuoi? -
- Volevo ringraziarti per ieri sera -
- Non hai nulla di che ringraziarmi, ho solo impedito che tu mi stuprassi -
- Non ti avrei mai stuprato Nico, io ti a...
- Non dirlo -
[Pernico] [Spoiler]
[Non si attiene esattamente a 'The house of Hades' – finale alternativo ]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella spada che voleva uccidere entrambi

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[Percy e Annabeth sono già usciti dal tartaro e il Titano “Bob” non è con loro]

- Qualcuno deve rimanere all'interno se vogliamo che le porte si chiudano - Tutti si girarono verso Annabeth
- Qualcuno deve sacrificarsi -
Nico lo sapeva, era certo che fosse così ed era certo anche su chi dovesse essere il sacrificio: lui
-Vado io -
Hazel scoppiò in lacrime ma non si oppose, infondo tutti sapevano che era lui a doversi sacrificare, lui non contava nulla, non era uno dei sette e non era uno del campo, era un semidio vagabondo e asociale che non riusciva ad avere un rapporto nemmeno di amicizia con nessuno, se lui fosse morto non sarebbe stata una grave perdita
- No – Nico si girò di scatto, era stato Percy a parlare
- È il mio compito -
- No -
- Si, tanto non servo a nulla qui-
- No - Nico si avvicinò
- Si Percy non ho nessuno, nessuno piangerà per me -
- Io si -
- Tu hai Annabeth e lei ha te nessuno dei due resterà solo se io morirò e oltre a voi non ho nessuno -
- No - Nico singhiozzò
- Tu non vai da nessuna parte! - Percy ormai urlava Nico doveva per forza farlo tacere prima che potesse dissuaderlo, in più non poteva morire senza prima averlo fatto, non poteva lasciarlo senza dirglielo, doveva assolutamente farlo, non gli importava se Percy poi lo avrebbe odiato.
- Shhh – Si alzò sulle punte, quel ragazzo era troppo alto, possibile che lui doveva per forza essere così piccolo?
Si alzò sulle punte e fece unire le loro labbra in un semplice bacio, un semplicissimo casto bacio che però significava moltissimo.
Si staccò da quelle labbra che tanto aveva desiderato e diede le spalle a Percy avviandosi verso le porte della morte.
Si sentì afferrare con forza il braccio
- No, tu non puoi baciarmi e poi andartene così! Mi devi come minimo delle spiegazioni - Percy lo odiava, si, era sicuramente così, lo odiava e gli faceva schifo ma a Nico non importava così tanto ormai, tra poco avrebbe posto fine a tutte le sue sofferenze
- Magari sopravvivo, sono pur sempre un figlio di Ade – Disse con un sorriso sarcastico
- Non dire cazzate! - Percy era sull'orlo di una crisi isterica e non era mai stato confuso come lo era in quel momento ma continuò a trattenere il ragazzo.
Nico doveva andarsene o non ce la avrebbe mai fatta ma Percy continuava a tenerlo impedendogli la fuga, possibile che non capisse quanto Nico desiderava morire?

Annabeth aveva già pensato da tempo che Nico nascondesse qualcosa: aveva pensato che la amasse, che la odiasse, che odiasse Percy, Grover, il campo ma mai che fosse innamorato di un ragazzo, del suo ragazzo! Mai aveva pensato che potesse avere una cotta per Percy.
Eppure ora era tutto così chiaro: gli sguardi, le urla, i pianti, il fatto che fosse sempre solo e triste e il non volere stare con loro al campo.
Ed era chiaro anche che ora lei avrebbe dovuto farsi indietro, lasciando il posto a Nico perchè infondo quei due erano fatti per stare assieme. “Non puoi baciarmi e poi andartene così!” Percy non era arrabbiato perchè Nico lo aveva baciato ma solo perchè lo aveva fatto solo poco prima di sacrificarsi.
Annabeth si guardò intorno, Hazel la stava guardando, era la persona giusta, Hazel era la sorella di Nico e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvarlo.
-Aiutami – mimò con le labbra
Hazel subito non capì, poi intuì in cosa doveva aiutarla e scosse forte il capo ma Annabeth gli rispose annuendo seria senza lasciarle altra scelta, si avviò silenziosa verso le porte, Hazel la seguì e lei fece chiudere le porte dietro di se.
Quando Percy se ne accorse era già tardi e arrivò davanti alle porte che l'apertura era troppo piccola perché un uomo ci passasse.
-Annabeth no! -urlò con tutto il fiato che aveva in gola ma le porte si chiusero lasciandolo in lacrime a tirare pugni inutili ad esse, si accasciò al suolo
-Hazel? Perchè? - Chiese in un sussurro
-Scusami Percy ma Nico è mio fratello non potevo lasciarlo morire e lei mi ha praticamente obbligato -
Nessuno osò avvicinarsi tranne Nico che si inginocchiò davanti a lui guardandolo negli occhi
-Vattene! - Gridò Percy alzandosi di scatto furioso, sguainò la spada. Nico lo guardò incredulo, non poteva averlo fatto! Non poteva volerlo uccidere!
-Ti odio! L'hai uccisa! Contento? E morta! Credi che verrò da te ora? Eh bastardo? Io ti ammazzo! -
Nico rimase impietrito innanzi a lui che lo colpì, fortuna volle che nelle condizioni in cui si trovava Percy riuscì solo a ferirlo ad un braccio.
Jason e Hazel intervennero seguiti dagli altri per trattenere Percy e Nico rimase innanzi a lui con le lacrime che gli rigavano il viso: quelle lacrime silenziose di chi è distrutto dentro ed è sul punto di crollare
- Io ti ammazzo – Continuava Percy
- Io ti ammazzo frocio di merda! - Un singhiozzo più forte scosse Nico
-Vai via – Gli suggerì Hazel
E Nico lo fece, scappò correndo fuori da quello stupido palazzo, da quelle porte e da quel Percy fuori di sé. Corse come mai aveva corso e uscì di lì per poi inciampare e crollare al suolo quando le forze lo abbandonarono, il sangue della ferita si mischiò alle lacrime e alla polvere.
Urlò.
Un urlo con cui sfogò tutta la sua tristezza, la sua disperazione, la rabbia, il rancore, il senso di colpa.
Un urlo disumano, quasi mostruoso che rimbombò ovunque.
Era troppo per un solo ragazzo.
Era troppo perdere la madre e la sorella, avere un padre perennemente assente, essere solo, asociale, senza amici, senza una casa, essere innamorato di un ragazzo, per di più etero e fidanzato.
Non bastava esser il figlio di Ade senza famiglia? Doveva essere anche gay? Gay e innamorato di Perseus Jackson, Perseus Jackson che aveva appena tentato di farlo fuori perché era morta la sua ragazza.
Doveva morire, avrebbe dovuto morire, sarebbe dovuto entrare in quelle stupide porte poco fa.

Poco dopo anche gli altri uscirono, Percy si era calmato e i ragazzi lo portarono all'ArgoII senza dargli il tempo di notare Nico, solo Hazel si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla rassicurandolo.
Stettero un po' così poi Hazel lo aiutò ad alzarsi e chiamò Arion con un fischio, issò sopra il fratello e partirono alla velocità della luce fuggendo e cercando di dimenticare

Un anno dopo...

Nico odiava le feste
Odiava il casino
Odiava la gente
Odiava l'alcool
Ma sua sorella, Hazel le amava così, fin troppo spesso, lo trascinava via dal campo di Giove per andare a qualche strana festa.
Quella sera erano ad una festa in piscina, Hazel era sparita da poco con qualche suo amico e Nico era rimasto momentaneamente solo e si era seduto sul bordo della piscina con le gambe a mollo nell'acqua cosa che gli fece balenare in mente un ricordo ma lo scacciò in fretta senza provare nulla come capitava da tempo ormai e si guardò intorno.
Era una festa piuttosto famosa ed era pieno di gente che, in quella piccola piscina illuminata da luci di mille colori, gridava e si schizzava con drink in mano che troppo spesso venivano accidentalmente rovesciati addosso ad altre persone, era già tardi e non vi era alcuna illuminazione al di fuori dei neon e della luna, poco lontano da quella stupida piscina vi era a pista da ballo ghermita da adolescenti che ballavano e che si mischiavano a quelli in coda alla postazione bar.
Era pieno di persone ubriache a quella festa, che urlavano e gridavano, era già mezzanotte e il novanta percento dei presenti aveva bevuto più di un drink, era meglio cercare Hazel quel posto non gli piaceva ed aveva il presentimento che sarebbe accaduto qualcosa quella sera.
Si alzo ma venne brutalmente spinto in acqua da una ragazza ubriaca che non conosceva, annaspò fino al bordo imprecando in tutte le quattro lingue che conosceva: Inglese, Italiano, Latino e Greco.
Usci dall'acqua maledicendosi per aver acconsentito ad andare a quella festa che odiava ogni minuto di più e si diresse verso il pezzo di prato fra la piscina e la pista da ballo, dove vi erano migliaia di ragazzi seduti che urlavano e ridevano, alla ricerca della sorella.
Si guardò intorno spaesato continuando ad imprecare mentre il presentimento si faceva sempre più forte quando un ragazzo, più alto e più grande di lui, gli cadde addosso di peso (cos'era? una persecuzione? Era già la seconda persona che gli cadeva addosso nel giro di poco!) e tentò di baciarlo, lo allontanò.

Percy amava le feste
Amava il casino
Amava la gente
Amava l'alcool
Si, soprattutto l'alcool che insieme all'erba gli permetteva, almeno per una serata, di dimenticare il passato e restare in pace con se stesso, di dimenticare che anche per colpa sua Annabeth era morta, di dimenticare ciò che aveva visto nel tartaro, ma, sopratutto, di dimenticare che aveva quasi ucciso il ragazzo che già da tempo aveva pensato di amare e di cui aveva avuto conferma nel momento in cui quest'ultimo lo aveva baciato.
Quella festa era piuttosto famosa e vi era molta gente, o almeno così aveva pensato nei pochi attimi di lucidità all'entrata prima di iniziare con la prima canna.
Non sapeva quanti drink aveva bevuto, tanti sicuramente perché quella sera era più fuori del solito, non aveva idea di chi fosse e di dove fosse, quelli che, pensava, fossero i suoi amici con cui era andato alla festa continuavano a offrirgli tiri e drink che lui di certo non rifiutava e ridevano, probabilmente di lui, o forse di se stessi.
Vide un ragazzo guardarsi in giro spaesato, era bello, bellissimo, ma sembrava molto trasandato: la giacca strappata, i capelli spettinati e due profonde occhiaie sotto gli occhi che assomigliavano alle sue, le occhiaie di chi non dorme mai perchè troppo impegnato a cercare di non soffrire.
Non ricordava chi fosse quel ragazzo ma ricordava di amarlo.
Si avvicinò senza pensarci e barcollando e gli cadde addosso tentando disperatamente di baciare le sue bellissime labbra per poi perdere i sensi ricordando il suo nome: Nico.

Hazel cercava il fratello, disperatamente, ma non riusciva a trovarlo, aveva paura si fosse cacciato nei guai, si avvicinò nuovamente alla piscina dove lo aveva già cercato prima e finalmente lo vide: era seduto a terra sul bordo e schizzava acqua in viso ad un ragazzo che riconobbe solo in seguito rischiando di morire di nuovo, per infarto questa volta. Cosa ci faceva lì Percy? E per quale idiota motivo era con Nico? E poi sembrava morto, forse privo di sensi?
Hazel fece per avvicinarsi ma il ragazzo a terra identificato come Perseus Jackson, colui che aveva fatto soffrire suo fratello più di chiunque altro, si riprese e lei rimase a distanza ad ascoltarli
- C-Chi sei? - Nico non rispose mentre le lacrime iniziavano a solcargli il viso, Percy era ubriaco
- Nico! - La mente di Percy si rischiarì e capì chi aveva davanti
- Perchè ti sei tirato in questo stato? - che domanda stupida, forse perché tu hai ucciso la sua ragazza? Nico tentò ancora una volta di contenere i ricordi ma non ci riuscì e si lasciò invadere da quell'uragano di dolore.
- Perchè ho quasi ucciso e mi sono lasciato scappare l'unica persona che mi amava – La risposta lo lasciò interdetto, quindi era per lui che Percy soffriva? Non per Annabeth?
- Ti riporto a casa -
- No – Singhiozzò Percy cercando nuovamente di baciarlo ma Nico si ritrasse, Hazel a quel punto intervenì
- Nico che succede? -
- Non fare domande e aiutami a portarlo fuori perfavore prima che chiunque approfitti delle sue condizioni -
Lo portarono fuori lontano dalla musica e dai fumi dell'alcool e Nico sfilò il cellulare dalla tasca dei suoi pantaloni, quest'ultimo nemmeno se ne accorse, chiamò sua madre.
- Percy? È successo qualcosa? -
- Non sono Percy, sono Nico e, si, è successo qualcosa -
- Nico?!
- Si, signora Jackson, sa dov'è la piscina del... Hazel come cavolo si chiama 'sto posto? -
- “Sexy lady” -
- La piscina del “Sexy lady”? -
- Si -
- Ecco può venire perchè suo figlio non sta tanto bene -
- Oh no! È tanto ubriaco? -
- Non so se rispetto ai suoi standard sia tanto o no ma non mi sembra molto cosciente -
- va bene arrivo – Sally sembrava come rassegnata al fatto che Percy fosse ubriaco e forse anche cannato, chissà quante volte era tornato a casa così...
Dopo circa un quarto d'ora, in cui Percy si era addormentato sulla spalla di Nico, Sally arrivò e Nico svegliò il ragazzo accompagnandolo alla macchina in silenzio poi si voltò e se ne andò
- Nico? - Lo richiamò la signora Jackson
- Si? -
- Grazie -


Il giorno dopo Percy si svegliò con la testa che pulsava, non ricordava assolutamente nulla della sera precedente, senti odore di pancakes diffondersi nell'aria e intuì che la madre stava preparandogli la colazione si alzò con fatica, doveva essersi preso una sbornia colossale la sera prima.
Scese in cucina e come aveva immaginato, la madre aveva appena finito di preparare dei buonissimi pancakes azzurri come faceva ogni mattina nella speranza che al figlio tornasse il buon umore.
- Mamma cosa è successo ieri sera? - Sally le rivolse uno sguardo triste ma non volle rispondergli, le sembrava ingiusto nei confronti di Nico che sicuramente non voleva che Percy lo cercasse e nei confronti di suo figlio che non aveva certo bisogno di altri problemi e sensi di colpa.
Percy, come ogni mattina, non riuscì a finire la colazione per quanto potesse essere buona e tornò in camera sua prendendo un'aspirina, aprì Whatsapp nel suo cellulare e andò sul gruppo dei suoi “amici”, quelli che la sera prima lo avevano accompagnato alla festa, ricordava di stare più male del solito la sera precedente e di aver implorato i ragazzi di portarlo ad una festa qualsiasi, non ricordava con certezza in quale locale fosse andato ma era certo di aver combinato qualche guaio
< Qualcuno sa cosa è successo ieri sera?
Ovviamente no, ahahaha >
Non so, sembravi più fuori del solito >
Bo, sei tipo sparito con un ragazzo e non ti abbiamo più visto >
< Un ragazzo?
Si gli sei tipo svenuto addosso e poi siete spariti >
Era un gran figo anche se sembrava più piccolo >
< Più piccolo?
Percy iniziava a ricordare qualche stralcio della serata e sperava veramente di ricordare male perchè se era così...
Si, era basso e con i capelli neri, sembrava uno scappato di casa >
tanto era trasandato però era lo stesso un gran figo
Era così.
Ora tutto si faceva chiaro: lui che andava in contro a Nico, lo svenimento, Nico che gli bagnava il viso, Hazel e Nico che lo accompagnavano da sua madre...
Corse giù dalle scale e prese al volo il giubbotto dall'attaccapanni, la madre lo guardò stupita
- Dove vai? -
- Da lui -
- Posso almeno sapere quando e se tornerai? -
- Non ne ho idea -
Uscì di casa mentre Paul, dopo aver parcheggiato stava uscendo dall'auto, lo scaraventò di lato ed entrò in auto partendo a velocità decisamente troppo elevata verso il campo Mezzosangue che aveva abbandonato ormai da mesi.

Al campo tutti avevano saputo cosa era successo e avevano notato che Percy ne era distrutto nessuno però aveva capito se fosse per Annabeth o per Nico, poi, quando, con il passare del tempo, Percy era peggiorato avevano iniziato a capire poiché quest'ultimo passava le giornate a piangere chiuso nella capanna 13: Ade.
Poi Percy aveva iniziato a bere e fumare e Chirone aveva chiesto a Sally di portarlo via per non creare ulteriori problemi. Così nessuno, nemmeno il suo migliore amico Grover, aveva più avuto notizie di lui.
Quando Percy arrivò al campo il drago Peleo lo lasciò entrare senza problemi e Chirone che lo notò dal portico della casa grande correre piangendo verso la capanna di Ade lasciò correre sperando che il ragazzo avesse smesso di rovinarsi il fegato con quelle schifezze che beveva.
La prima dei ragazzi a notarlo fu Clarisse
- Testa d'alghe ti sei ripreso? - Gridò entusiasta, poi notò le lacrime e capì dove stava correndo
- È inutile Percy, lui non c'è – Percy non la ascoltò e spalancò con forza la capanna 13 piangendo più forte, solo per constatare ciò che Clarisse aveva detto: era vuota, Nico non c'era.
Si accasciò sul letto e pianse le ultime lacrime rimaste.
Grover aveva notato il ritorno del suo migliore amico e ne era stato felicissimo poi però aveva constatato che non era migliorato molto dall'ultima volta che lo aveva visto e lo aveva raggiunto nella capanna 13 sospirando, gli aveva dato delle leggere pacche sulla spalla aspettando che si calmasse, poi lo aveva aiutato ad alzarsi, lo aveva accompagnato alla sua capanna e lo aveva aiutato a rimettersi in sesto, quando Percy aveva sfilato le cose dalle tasche e aveva trovato le sigarette si era messo ad urlare frasi incomprensibili e aveva lanciato il pacchetto fuori dalla finestra quindi, Grover intuì, doveva essere stufo di rovinarsi la vita così.
- L'ho incontrato sai? - Urlò Percy fuori di se di rabbia e tristezza
- Sai cosa mi ha detto? “Perchè ti sei tirato in questo stato?” Ora oltre che paura gli faccio pure schifo! - scoppiò in lacrime e Grover cercò di consolarlo come meglio poteva.
Poi Percy si alzò di scatto
- Vado -
- No Percy ti farà stare solo peggio -
- Peggio di così non posso – Si alzò e corse fuori verso la stalla dei pegasi.
Era estate e al campo tutti erano felici, a Grover sembrò quasi un insulto nei confronti di Percy che lui dovesse tornare al campo proprio ora, perchè lui ne era certo: sarebbe rimasto al campo, per Percy era ora di riprendersi, doveva essere successo qualcosa che lo aveva convinto a tirarsi su, Percy sarebbe tornato a vivere al campo e avrebbe smesso con alcool e droga. Il problema era che se avesse trovato Nico e quest'ultimo lo avesse rifiutato i buoni propositi sarebbero andati a quel paese.
Grover cercò in tutti i modi di trattenerlo ma fu inutile Percy prese Blackjack e partì al galoppo verso i campo di Giove con ancora gli occhi umidi del pianto di poco prima.

Arrivò al campo dei semidei Romani ed entrò senza problemi, andò a nuova Roma ignorando Terminus che gli urlava dietro e corse fino al college, i ragazzi stavano uscendo, cercò Nico fra la folla.
Nico stava uscendo dal college insieme ad Elizabeth, una figlia di Venere che frequentava il suo stesso corso, Elizabeth era una delle poche con cui aveva legato e non gli andava molto a genio ma la ragazza lo adorava e non gli si scollava di dosso un secondo cercando ad ogni modo di essergli amica.
Scese dalle scale e si bloccò
- Cosa succede Nico? - Elizabeth lo guardò preoccupata
- Il mio passato è venuto a prendermi a scuola -
Fra la folla fuori dal college vi era un ragazzo, bello, bellissimo, aveva i capelli spettinati, una maglia nera che gli andava stretta e che Nico riconobbe come sua e un paio di jeans, le occhiaie scure e gli occhi arrossati dal pianto stonavano sul suo viso che Nico ricordava sorridente.
Il ragazzo lo notò e si avvicinò
- Che vuoi? -
- Volevo ringraziarti per ieri sera -
- Non hai nulla di che ringraziarmi, ho solo impedito che tu mi stuprassi -
- Non ti avrei mai stuprato Nico, io ti a...
- Non dirlo -
- Non sto scherzando -
- Vattene – Nico si girò e corse lontano con gli occhi che gli si facevano lucidi, ormai era troppo difficile ignorare i ricordi

Percy tornato al campo cercò di non pensare più al figlio di Ade anche se non gli riusciva molto bene e ogni sera si ritrovava a piangere sul letto della capanna 13.
Smise di bere e di fumare e Chirone fu ben felice di riaccoglierlo al campo.
Avviso la madre che sarebbe tornato per Natale e che stava meglio e Sally finse di credergli.
Iniziò a nascondere le occhiaie con spessi strati di fondotinta in modo che gli altri non capissero che la notte piangeva anziché dormire ma Grover se ne accorse lo stesso e cercò di aiutarlo però alla fine anche lui rinunciò sentendosi inutile.
Le cacciatrici passarono settembre al campo e Thalia aiutò molto Percy che quasi riuscì a riprendersi, dico quasi perchè in una notte di fine settembre più fredda e triste delle altre non ce la fece e ricadde nel suo dolore.
Thalia era andata via da poco con le compagne e gli altri dormivano, Grover era rimasto con lui quella notte ma si era addormentato, era solo, nessuno poté fermarlo.
Prese una dracma e sfruttando il vapore creato dalla fontana del campo e la luce della luna chiamò Nico.
Iride doveva odiarlo perchè accettò l'offerta senza problemi e presto comparve l'immagine di un Nico piuttosto malconcio che piangeva sul letto
- Nico! - Il ragazzo si girò e vedendo il viso di Percy giurò che mai aveva sperato di morire come in quell'istante
- C-Che c'è? -
- Nico ti prego io non ce la faccio a stare senza di te -
- Ce l'hai sempre fatta – Nico cercava in tutti modi di risultare il più freddo possibile ma non ci riuscì benissimo e la voce gli si incrinò, ciò bastò a dare speranza a Percy e si sa che la speranza è un sentimento ingannatore perchè quando si infrange stai male il doppio
- Non capivo ti prego scusami possiamo provarci -
- Non funzionerà -
- Non è detto – Percy ormai gridava rischiando di svegliare gli altri, si trattenne
- Invece è così Percy ti prego lasciami in pace -
- No Nico potrebbe funzionare torna al campo ti prego, dimenticheremo tutto perfavore perdonami -
- No Percy -
- Ti scongiuro Nico solo tu puoi salvarmi -
- Dovrei prima riuscire a salvare me stesso – Nico passò una mano nel vapore e la conversazione si interruppe, scoppiò in lacrime, non poteva farcela, pensò.

[Consiglio di leggere questa parte ascoltando: https://www.youtube.com/watch?v=3H21fj0hQRM ]

- Non ce la posso fare – Pianse Percy quando Grover lo trovò e lo riaccompagnò alla sua capanna, Grover non doveva essere molto esperto in sofferenza e depressione se no non avrebbe mai commesso il grandissimo errore di lasciarlo solo nella capanna di Poseidone dopo ciò che era accaduto ma lui pensò che Percy aveva bisogno di tempo per pensare e se ne andò.
Percy non aveva bisogno di tempo, il tempo per lui era finito, tutti gli eroi prima o poi cadono.
Si accasciò contro la parete e osservo la stanza, lo sguardo gli cadde sulla penna che vi era sulla sua scrivania: Vortice, la sua spada, la spada con la quale aveva vinto ogni mostro, la spada con la quale aveva sconfitto persino il dio della guerra, la spada con cui aveva quasi ucciso Nico, la spada maledetta che aveva più volte lanciato lontano sperando che non tornasse ma che era sempre tornata nella sua tasca, quella spada che voleva uccidere entrambi e che però avrebbe ucciso solo lui.
Si alzò, attraversò arrancando la stanza fino alla scrivania e prese la penna, tolse il cappuccio e la osservò poi la appoggiò sul polso, spinse con forza finché non usci la prima goccia di sangue.
Continuò a spingere in profondità, il sangue ormai usciva a litri, sempre di più, gridò ma non per il dolore, per la liberazione.
Era libero, insieme al sangue lo lasciava anche tutto il suo dolore e il senso di colpa.
Ma il sangue era troppo e lui non poteva farcela, perse i sensi. Quando Grover dopo aver sentito l'urlo accorse lo trovò steso a terra in un lago di sangue, di fianco a lui vi era la spada macchiata del sangue di Nico secco che non era mai stato lavato e del sangue fresco, di Percy.

Nico si stava preparando per il college la mattina quando l'immagine di Grover in lacrime comparve davanti a lui
- Che succede? - Gridò preoccupato con un pessimo presentimento
- Percy... - Nico non lo lasciò finire e corse fuori gridando il nome della sorella
- Che succede? – Hazel gli comparve davanti
- Dobbiamo andare al campo Mezzosangue -
- Perchè? -
- Perchè si – Urlò piangendo
- Ti prego Hazel – Hazel decise di non fare domande e chiamò Arion con un fischio.
 

Arrivarono al campo e il cavallo si fermò davanti al pino di Thalia , Nico saltò giù e prese a correre verso l'infermeria, Hazel lo seguì con più calma.
Il campo Mezzosangue era deserto, certo, era inverno, molti se ne erano andati, però sembrava un po' troppo vuoto, doveva essere successo qualcosa di grave.
Poi notò dove erano tutti, davanti alla casa grande
- Stanotte -
- E in coma pare -
- Stava già male da tempo – Sentì sussurrare tra i ragazzi eppure non capì, cosa poteva essere successo quella notte?
- Si è suicidato – Era stata Piper a parlare, stava spiegandolo piangendo ad alcuni ragazzini più piccoli e Hazel tese l'orecchio
- Sembrava stesse meglio! Voleva farci credere che stesse meglio! Siamo stati degli stupidi -
Hazel finalmente capì... Ecco perchè il fratello era corso al campo, Percy si era suicidato!
Nico attraversò la folla di ragazzi che si era creata davanti e corse dentro l'infermeria, nessuno commentò, nessuno lo incolpò, nessuno lo fermò. Ma non c'era bisogno in effetti che lo incolpassero perchè Nico si sentiva un mostro già così, era colpa sua se Percy aveva iniziato a drogarsi, se era stato male, se ora si era suicidato stufo di soffrire.
Entrò nell'infermeria e corse vicino al letto di Percy, si accasciò su di esso piangendo.
Percy era cadaverico, aveva il braccio fasciato da una benda bianca macchiata di sangue, aveva ancora indosso la maglia nera di Nico che metteva ogni notte quando nessuno lo vedeva e nessuno avrebbe capito che in realtà stava ancora malissimo.
- Svegliati cazzo svegliati! Io ti amo Percy! Svegliati! Dimenticheremo tutto e ci proveremo Percy! Come hai detto tu, te lo prometto però svegliati! Ti prego Percy! Scusa! Scusami! Svegliati! - Nico smise di urlare, sapeva bene che era inutile ma non gli importava, strinse la mano a Percy cercando di non pensare a quanto fosse fredda e si appoggiò al suo petto continuando a piangere su di esso.

Chirone entrò e non disse nulla prese l'altro braccio di Percy e cambiò la fasciatura.
Nico si addormentò e Chirone riferì ai ragazzi davanti all'infermeria le condizioni di Percy per poi obbligarli a tornare alle loro attività, dispensò solo gli amici più stretti di Percy come Grover, Piper, Leo e Clarisse che erano veramente troppo distrutti e scioccati per riprendersi così istantaneamente.
Grover chiese di poter rimanere per assistere Percy e Chirone acconsentì.
Ognuno tornò alle proprie attività, Il signor D andò a vedere come stava il ragazzo e Chirone giurò che aveva gli occhi lucidi, Grover telefonò alla madre di Percy che pianse per ore e Chirone disse ad Hazel di tornare al campo di Giove ma le si rifiutò categoricamente trasferendosi nella capanna di Ade.
Nico non si mosse da lì per tutta la settimana successiva passando le giornate a piangere e a raccontare a Percy ciò che gli era successo durante l'anno in cui si erano divisi chiedendogli di svegliarsi, Hazel alla fine lo convinse a trasferirsi almeno la notte nella capanna di Ade ma Nico in realtà non dormì molto nemmeno lì.
Pian piano tutti iniziarono ad accettare il fatto anche se nessuno osò più proferire parola sull'argomento, e a tornare alla loro normale vita. Anche Nico tornò alla normalità anche se si ostinava rifiutare di allenarsi a scherma poiché il suo unico allenatore era e sarebbe rimasto Percy, nel tempo libero fra gli allenamenti andava dal ragazzo: si sedeva accanto a lui e gli prendeva la mano senza parlare pregando silenziosamente ogni dio che conosceva che si svegliasse.
Tutto ciò fino ad un venerdì mattina di dicembre.
Al campo aveva iniziato da poco a nevicare e si respirava aria di festa, Percy non aveva dato segni di vita durante i mesi precedenti ma ormai in molti si erano rassegnati a parte ovviamente Nico e Grover che passavano le giornate ad assisterlo pur ritenendolo sempre più inutile.
Quella mattina Nico aveva insultato Apollo come non mai perchè non aveva deciso di restare a letto così i raggi del suo stupido carro non lo avrebbero svegliato? e si era rimesso nel letto a lamentarsi quando qualcuno cercò di sfondare la porta della sua capanna che non divideva più con nessuno da quando un mese prima Hazel era tornata al campo di Giove.
Aprì la porta pronto ad insultare chiunque ci fosse dietro e notò Grover, non aveva mai visto Grover così felice in vita sua, nemmeno quando aveva trovato il dio perduto Pan, saltellava sui suoi zoccoli caprini in attesa che lui aprisse la porta.
Non ci fu bisogno di parole Nico capì e corse verso l'infermeria spalancando la porta e urlando il nome del ragazzo che amava
- Percy ti sei svegliato! - Aveva le lacrime agli occhi e il fiatone per la corsa
- Ciao -
- Non fare mai più una cosa simile! -
- Scusa -
- Sei un idiota -
- Me l'hanno già detto - Percy ridacchiò abbracciando Nico come riusciva da sdraiato sul letto
- Ti amo idiota -
- Anche io -

 





Note della (pessima) autrice:
Eccoci qua!
Allooooora ... vi piace?? 
E' la mia prima ff su Percy Jackson quindi vi prego abbiate pietà
Spero vi piaccia, l'altra sera stavo guardando fuori dalla finestra e ho pensato a questa storiella
Vi prego di lasciare una recensione, anche negativa se secondo voi la storia fa schifo solo per sapere se vi piace o se devo migliorare.
  
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