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Autore: Black_fire    19/06/2014    4 recensioni
L'Ispettore capo Kruger si rivolge a Ben e Semir per affidargli una missione speciale: accompagnare sua nipote Anna a Parigi per due settimane.
La ragazza, infatti, ha ottenuto una borsa di studio per partecipare ad un Master presso la Sorbona, la famosa Università parigina, solo che qualcuno sembra non essere contento della sua partenza, tanto da arrivare a minacciarla di morte.
Peccato, però, che Anna non sia più la ragazzina paffutella che si ricordava Ben e la cosa lo metterà alquanto in difficoltà nel ritrovarsi a convivere a stretto contatto con lei.
Così, la minaccia di un probabile assassino non sarà l'unico problema che Semir dovrà affrontare a Parigi insieme al suo socio!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
Che dire... io amo Ben e Semir. Non ho potuto non scrivere di loro, della loro simpatia e della loro amicizia! Però, non potevo nemmeno non parlare d'amore... specie se si tratta di Ben!
Così questo è il prologo della storia che ho in mente di scrivere... spero che possa piacervi ed incuriosirvi!
Sarò contenta se vorrete lasciarmi una prima impressione.
Alla prossima.
BF








- Certo che è cresciuta da quando l'abbiamo vista l'ultima volta!

- Socio, ti consiglio di non farti sentire dal capo. Credo che non gradirebbe questo tipo di commento su sua nipote.
Seduti alle rispettive scrivanie, l'ispettore Semir Gerkhan e l'ispettore Ben Jager hanno gli occhi puntati sull'ufficio del loro capo, dove si sta svolgendo un colloquio piuttosto acceso.
- Non ho mica detto niente di male, scusa. Sono passati... quanti, quattro anni? Stavo solo notando che non è più la ragazzina paffutella che ti ha salvato le chiappe quella vigilia di Natale...
- Aspetta un attimo! A chi avrebbe salvato le chiappe?
Ben sfodera quel sorrisetto sornione che Semir proprio non sopporta e che di solito li porta a discutere per ore perchè hanno ricordi diametralmente opposti di uno stesso episodio che li ha visti protagonisti.
- A te. Non fosse stato per lei, eri ancora ammanettato...
- Ma senti questa, poi! Come se non mi fossi liberato un infinito numero di volte da solo da un paio di manette! Qualcosa mi sarei inventato anche quella volta, no? Mica sarei rimasto lì come uno scemo...
Lo sbattere furioso di una porta interrompe Semir e attira lo sguardo dei due di nuovo sull'ufficio del capo, appena in tempo per vedere Anna transitare davanti a loro con un'espressione a metà tra il furioso e il disperato.
Semir deve dare ragione al suo collega, la nipote del capo è davvero cresciuta. Se non ricorda male, ora dovrebbe avere già ventuno anni compiuti. Per un attimo si immagina che possano diventare così carine anche le sue bambine, poi vedendo come Ben la osserva, si ricrede e spera che prendano più da lui, così eviterà di dover ammazzare qualcuno, più precisamente tutti quei ragazzi che tenteranno di portargliele via quando saranno grandi!
Andrea gli dice sempre che finirà col farle scappare di casa lui  e puntualmente le ricorda che avrebbero poche chance di far perdere le loro tracce... è o non è il poliziotto più in gamba di tutta Colonia?
- Ehi, Semir, guai in vista... guarda la faccia del capo...
La Kruger piomba nel loro ufficio come nelle peggiori giornate, quelle in cui loro due hanno praticamente distrutto mezza città e il sindaco l'ha appena chiamata facendole pelo e contropelo.
Solo che oggi non hanno combinato nulla, ne sono certi perchè hanno passato l'intera mattinata a mettere ordine nella montagna di carte che stazionano sempre sulle loro scrivanie per mancanza di tempo.
- Gerkhan, Jager, ho bisogno del vostro aiuto.
Con un certo stupore la vedono crollare su una sedia, l'espressione che da minacciosa diventa sconsolata.
- Capo, che succede?
E' Semir a chiederglielo, perchè tra i due è quello più diplomatico... i modi di Ben sono decisamente molto più spicci. Lui avrebbe optato per un più diretto "Sua nipote l'ha appena mandata a quel paese?".
- Anna è nei guai.
Semir e Ben si guardano per un attimo, poi riportano l'attenzione sulla donna che ha nascosto il viso tra le mani. Adesso sono più preoccupati che stupiti: la Kruger è una che mostra raramente le sue emozioni, specie lì al commissariato, quindi vederla così significa che la situazione è davvero seria.
- In che senso nei "guai"?
Ben rimedia subito un'occhiataccia da Semir, perchè già si immagina che per il collega più giovane "guai" lasci intendere che Anna magari sia incinta! Così prima che aggiunga qualche altra osservazione fuori luogo, si alza e si avvicina alla donna.
- Qualsiasi cosa sia, conti pure su di noi.
Adesso è Ben a lanciare un'occhiata a Semir, quasi a dirgli "ma se è incinta, noi che cavolo ci possiamo fare?". Mentre loro portano avanti tutta una conversazione di sguardi, riuscendo a battibeccare anche solo così, la Kruger fa un profondo sospiro e poi riemerge da dietro le mani, già meno sconsolata di prima.
- Scusate, so che forse vi sembrerà strano, ma non saprei davvero a chi altri chiedere un favore del genere.
I due poliziotti incrociano per un attimo lo sguardo, poi insieme rinnovano l'invito a contare su di loro. Il commissariato è come una grande famiglia, sono tutti pronti ad aiutarsi l'un l'altro incondizionatamente.
- Capo, sputi il rospo.
I modi spicci di Ben stavolta fanno bene alla donna, perchè le strappano un mezzo sorriso.
- Okay, cercherò di essere altrettanto sintetica come lei Jager.
Li guarda, come se cercasse ancora delle conferme che forse trova nei loro sguardi decisi, così riprende a parlare.
- Qualcuno sta perseguitando Anna in maniera sempre più minacciosa, ma lei continua a ripetermi, invece, che la situazione non è così grave come la dipingiamo io e sua madre, perchè è convinta di sapere chi ci sia dietro.
- Scusi, capo, perseguitando in che maniera?
La Kruger fissa Semir, consapevole di avere davanti non solo un buon poliziotto, ma anche un padre attento ed affettuoso. Spera che questo possa aiutare in qualche modo Anna, perchè negli ultimi anni ha sentito più che mai l'assenza di suo padre.
- Mail, messaggi, telefonate mute... tutto il repertorio di un vero e proprio stalker.
- E Anna è convinta di sapere chi sia?
E' Ben questa volta a porle la domanda, e pensa anche di lui che sia un buon poliziotto, oltre che un bravo ragazzo. Davvero, non potrebbe trovare due persone migliori a cui rivolgersi.
- Sì. E' convinta che sia la ripicca di una sua compagna di università, alla quale ha soffiato per pochi punti la possibilità di seguire un master di specializzazione molto importante che si terrà a Parigi, presso l'Università della Sorbona.
- Che tipo di minacce, capo?
Lei è grata di poterne parlare con loro, perchè trattandosi di Anna, sente che la sua lucidità è messa a dura prova, sente di non avere il giusto distacco per magari avere un quadro più obiettivo su tutta la vicenda.
- Di morte, Semir. Chiunque sia, continua a ripeterle che se lascerà Colonia, morirà.
- E' per questo che sua nipote è convinta che sia la sua compagna a inviarle quei messaggi, perchè fa riferimento al fatto che dovrà lasciare lasciare la città?
- Sì, infatti. Ovviamente, all'inizio, ho pensato anch'io potesse trattarsi di una ripicca della sua compagna. Ma questo accadeva due mesi fa, appena sono stati resi noti i risultati del concorso. Poi quando le minacce si sono intensificate, ho fatto qualche ricerca sulla ragazza e la sua famiglia. Sinceramente non ho trovato nulla di strano, anzi pare proprio che siano persone perbene.
La Kruger sospira, poi riprende a parlare.
- Il problema è che Anna sta sottovalutando la cosa, quindi non mi ha dato modo di approfondire la situazione. E' sempre stata una ragazza indipendente, anche coraggiosa... e voi ne avete avuto una prova concreta quella vigilia di Natale.
I due uomini si ritrovano ad annuire, senza però interrompere la Kruger.
- Se da un lato è un bene, in questo caso è un male. Perchè mentre io vorrei che non andasse a Parigi, lei non vuole sentire ragioni: è decisa ad andarci punto e basta.
A questo punto la Kruger ha l'espressione di chi sta per sputare fuori davvero un rospo.
- Il favore che vorrei da voi... è quello di seguirla a Parigi e di vegliare su di lei nelle due settimane che resterà lì.
Le bocche dei due poliziotti adesso formano un "o" precisa, tanto sono scioccati dalla richiesta del loro capo, la quale si affretta ad aggiungere alcune cose essenziali.
- Ovviamente io e mia sorella vi pagheremmo tutte le spese di soggiorno... e non avreste nemmeno il problema di dove alloggiare, perchè è stato messo a disposizione di Anna un miniappartamento in un residence non lontano dall'Università. Mi sono già interessata e con una piccola differenza, potrebbero darvi un appartamento con una stanza in più. E qui al commissariato, ovviamente, vi firmerò la richiesta per usufruire di due settimane di ferie arretrate.
Ben e Semir sono sempre più stupiti dal loro capo, che ora sembra sedere su delle spine invece che su di una seggiola, talmente si agita inquieta e vagamente imbarazzata.
E' Semir il primo a rompere il silenzio, grattandosi il mento come è solito fare quando qualcosa non lo convince.
- Capo... ma Anna che dice di questa cosa?
La Kruger arrossisce di botto e si alza, prendendo a camminare avanti e indietro come un leone in gabbia. Semir trova che sia già una risposta alla sua domanda e azzarda un'occhiata in direzione di Ben, trovandolo ancora in stato di shock. In effetti... stavolta il capo li ha presi davvero in contropiede con quella richiesta.
- Bè... ecco... diciamo che non è molto entusiasta della proposta.
Si capisce benissimo che "non molto entusiasta" è un eufemismo, perchè hanno visto entrambi con che faccia se ne è andata Anna solo qualche minuto prima. E si spiega anche il motivo per cui non li ha degnati nemmeno di un ciao, quando in altre occasione li ha sempre salutati volentieri.
- Però, alla fine, ha ceduto al compromesso: o così, oppure le ho detto che io e sua madre avremmo trovato il modo di non farla andare.
Semir guarda Ben, il quale sta tornando a dare segni di vita, e insieme rivolgono lo sguardo alla Kruger.
- Lo so, lo so... vi sembro del tutto impazzita! Ma...
Sospira forte la donna e si rassegna a mostrare di sè qualcosa che ha tenuto ben nascosto: le proprie emozioni.
- Anna per me è come una figlia. Quella che non ho potuto avere... non potrei mai perdonarmi se le succedesse qualcosa.
Okay, i due uomini sono decisamente in difficoltà ora: da una parte pensano che Anna abbia il diritto di decidere da sola, dall'altra riconoscono che la preoccupazione della Kruger potrebbe essere fondata.
Che fare quindi?
- Capo... e se provassimo noi a parlare con Anna? Magari potremmo convincerla a ripensarci...
La Kruger si ferma, con grande gioia di Ben a cui stava iniziando a dare sui nervi quel suo avanti e indietro, e li guarda di nuovo con uno sguardo imbarazzato e colpevole.
- Sarà difficile... Anna ha già le valige pronte. Il giorno della partenza è domani...
- Domani?!
Sia Ben che Semir lo esclamano balzando in piedi.
- Mi dispiace... sino all'ultimo ho sperato che ci potesse essere un'altra soluzione... avrei voluto andarci io, ma credo che davvero Anna avrebbe dato corso alle sue minacce qualora lo avessi fatto.
- Cioè?
Chiede un Ben più sconvolto che mai... perchè già si figura come potrebbe essere la convivenza forzata con la nipote del capo... specie perchè non è più la ragazzina paffutella che si ricordava! Già si immagina Semir continuare a ripetergli in continuazione "socio, piantala di guardarle il sedere, quella è la nipote del capo!".
- Ha giurato che se ne sarebbe andata di casa. Per sempre.
- Cha casino, capo!
E' sempre Ben a riassumere la situazione in una sola parola, pensando sempre più a lui costretto a fare da "guardia del corpo" ad Anna, dovendo fare però finta di non vederlo quel corpo da favola che le è venuto!
- Lo so... ma non ve lo avrei chiesto se non fossi stata proprio così... preoccupata!
La Kruger li sta fissando con un misto di speranza e disperazione che proprio loro non possono ignorare.
Ancora non lo hanno detto a parole, ma in cuor loro sanno già di essere fregati: ci sono poche probabilità, infatti, che domani alla stessa ora non siano in viaggio per Parigi.



XXXXXXXXXXX



Anna saluta sua madre e si avvia verso di loro con un'espressione così truce, tanto da indurre Ben a sfilare dalle mani di Semir le chiavi della sua amata Bmw.
- Socio, il primo turno di guida lo faccio io!
Semir non fa in tempo a protestare, perchè il suo "socio" si è infilato in macchina per accenderla e lo ha praticamente lasciato da solo ad affrontare il grosso problema "nipote del capo incavolata nera".
Intanto le va incontro per prenderle il trolley che sta trascinando e rivolge un saluto alla donna che sembra essere la copia un pò più giovane della Kruger e che non lascia dubbi sul fatto che siano sorelle.
La mamma di Anna lo ha chiamato ieri sera, per ringraziarlo personalmente per quanto aveva deciso di fare per sua figlia, pregandolo di estendere il pensiero anche al suo collega.
Sono stati al telefono per più di mezz'ora, parlando della situazione e di Anna stessa, e alla fine lui si è sentito ancora più in colpa per aver pensato all'inizio di non aiutare il capo e lei.
Lui e Ben, infatti, il giorno prima ne hanno discusso per quasi tutta la giornata, prima di arrendersi definitivamente nel tardo pomeriggio e andare a comunicare alla Kruger che accettavano di accompagnare la nipote a Parigi.
Andrea, tra l'altro, lo ha fatto sentire ancora più in colpa, perchè lo ha persino rimproverato di averci dovuto pensare!
Le donne... rimangono sempre un mistero, nonostante tutto, per lui. Pensava che sua moglie avrebbe avuto da dire per il fatto che l'avrebbe lasciata da sola per due settimane, e per giunta perchè lui andava a Parigi, invece dopo cinque minuti si era già organizzata per andare dai suoi genitori in campagna.
"Sarà una bella vacanza inaspettata per entrambi, dopotutto!".
Glielo ha detto mentre gli stampava un affettuoso bacio sulla fronte, prima di andare a fare le valigie per tutta la famiglia.

Lui non ne è proprio convinto, un pò perchè Anna gli ha appena rifilato la valigia con un mugugno che poteva essere un "ciao", un pò perchè ha la sensazione che quella situazione possa diventare potenzialmente molto pericolosa.
Non solo perchè potrebbe esserci davvero una minaccia concreta nei confronti della ragazza, ma anche perchè Ben potrebbe diventare una minaccia ancora peggiore.
Lo vede, infatti, tamburellare nervosamente con le mani sul volante, proprio come se si sentisse in imbarazzo nel dividere uno spazio così stretto con Anna.
E sono solo seduti in auto!
Cosa succederà quando saranno arrivati a Parigi e dovranno condividere lo stesso appartamento?
Per un attimo Semir pensa di rinunciare, di tornare indietro e affrontare una banda di criminali intera piuttosto che quelle due settimane, poi però guarda ancora verso la mamma di Anna, e l'espressione fiduciosa che ha in viso sa che è dovuta al fatto che è sollevata dal saperli accanto alla figlia.
"Okay Semir, ce la puoi fare!".
Lo pensa mentre Anna gli sbatte praticamente la portiera in faccia, quella che lui voleva gentilmente richiudere per lei, così con un sospiro sale accanto a Ben e pensa a come affrontare la ragazza, cercando magari di indurla a capire le ragioni che hanno spinto sua madre e sua zia ad imporle la loro presenza.
- Anna, hai allacciato la cintura?
"Che cosa?! Ma è impazzito?"
Semir lo pensa nel momento in cui Ben si è rivolto ad Anna porgendole quella domanda come se avesse a che fare con una bambina di cinque anni!
E' questo che aveva in mente quando gli ha detto che avrebbe cercato di vedere Anna solo come la nipote del capo? Trattarla come se fosse una delle sue figlie, che sono davvero due bambine?
- Semir, Ben, chiariamo subito un punto fondamentale: ho accettato la vostra presenza solo ed esclusivamente perchè non avevo alcuna intenzione di rinunciare al Master che mi sono guadagnata con tanta fatica e studio.
Semir, come del resto anche Ben, viene fulminato dallo sguardo di due occhi azzurri che lo guardano attraverso lo specchietto retrovisore e che lo inducono a sua volta a fulminare il socio con uno sguardo che gli sta dicendo "ma sei scemo o che cosa?".
- Ma non ho nessuna intenzione, e lo sottolineo, di farmi trattare da voi due come se fossi una bambina che non sa badare a se stessa! Quindi, ecco quello che vi chiedo per le prossime due settimane: statemi fuori dai piedi! Non ho bisogno di nessuna babysitter, chiaro?
Ben ha il coraggio di guardarlo alzando le spalle come a dire "non mi sembrava di aver fatto qualcosa di male", e poi gli lascia la patata bollente di rispondere, fingendo di immergersi totalmente nella guida tra il traffico di Colonia.
- Anna, Ben non voleva offenderti.
Il soggetto in questione scuote la testa, come a rafforzare il concetto, ma senza osare guardarla attraverso lo specchietto, forse per non incorrere in un altro sguardo capace di congelarlo sul posto.
- Men che meno darti della bambina...
Ora Ben annuisce e Semir prega che se ne stia zitto. Perchè per rimediare al danno fatto potrebbe farne un altro: uscirsene magari con qualche battuta che potrebbe farlo passare per un maniaco agli occhi di Anna!
- Voleva solo essere... gentile. Capiamo benissimo il tuo stato d'animo, sicuramente avresti voluto vivere questa esperienza in maniera diversa... forse più... "libera", ma proprio perchè non sei più una bambina, forse dovresti sforzarti di capire il perchè tua zia e tua mamma siano così preoccupate.
Sempre attraverso lo specchietto Semir vede Anna mordicchiarsi un labbro, mentre il suo sguardo diventa un pò meno glaciale. Allora si congratula con se stesso, forse ha usato le parole giuste per cercare di distendere un pò l'atmosfera tra loro.
- Ho comperato dei cd per il viaggio. Violetta, Hanna Montana, . Quale preferiresti sentire, Anna?
No! Perchè Ben ha parlato?
Semir cerca di intervenire, ma Anna lo precede di un soffio.
- Non avresti qualcosa di Nina Levich?
Ben rimane un attimo spiazzato e Anna lo incalza.
- Non conosci Nina Levich? Ma quanto sei vecchio, scusa?
Semir sa chi è Nina Levich e sa anche di dover intervenire in fretta, prima che Ben si scavi una fossa così profonda da non poterne più uscire!
- Anna, davvero, Ben ha le migliori intenzioni... certo, forse ha un pò esagerato, ma dagli il beneficio del dubbio!
Ben continua a non capire e Anna non è disposta a dargli nessun beneficio del dubbio.
- Se mi devi fare da babysitter, Jager, ti consiglio di informarti meglio: Nina Levich canta le sigle dei cartoni animati! Peccato che io ho smesso di guardarli diciamo da... almeno otto anni!
E' tornata a scurirsi in viso, e ha incrociato le braccia al petto, quasi a voler dimostrare una totale chiusura nei loro confronti.
- Ho vent'anni compiuti, Ben, non dieci! Faccio l'Università, non la quinta elementare, chiaro?!
Ecco, addio piccola apertura, perchè Semir vede Anna rovistare nel suo zainetto e tirarne fuori un lettore mp3 su cui sicuramente non c'è nessuna canzone di Nina Levich.
- Anna, per favore, non possiamo cercare di parlare? Capisco che tu sia delusa e arrabbiata per la situazione...
- No, Semir, proprio non puoi capire come mi sento. Sognavo questo momento da troppo tempo! E di parlare adesso non mi va! Devo accettare la vostra presenza, ma non credo di dover subire anche le vostre chiacchiere...
Poi la vede lanciare uno sguardo di fuoco a Ben, che si stringe ancora più nelle spalle, come se così potesse scomparire.
- Anche perchè forse non sarei nemmeno in grado di capirli i vostri discorsi... giusto, Ben? I bambini non possono comprendere le ragioni degli adulti!
- Anna, senti...
Ben cerca di reagire stavolta, ma Anna lo ha già tagliato fuori indossando le cuffiette e sparando la musica al massimo.
- Complimenti, Ben. Una vera genialata quella dei cd!
Semir lo apostrofa come è solito fare quando ha avuto una pessima idea, ma con lui Ben sa come fare, quindi ribatte subito piccato.
- Senti, mi hai detto tu di pensare a lei come ad una ragazzina, no?
Perchè non vuole farsi vedere da Anna, se no un pugno in questo momento Semir glielo tirerebbe al suo socio!
- Ragazzina, non bambina, idiota!
Ben fa un mezzo sorrisetto, quello che sfoggia quando si diverte tanto a prenderlo in giro.
- Ma alle ragazzine piace Hanna Montana... guarda che ne ho parlato a lungo con la commessa del negozio... anche davanti ad un buon bicchiere di vino!
A Semir scappa da ridere, non ce la fa a rimanere serio. Non quando Ben fa così, sono soci, ma anche grandi amici.
- Ma non ti vergogni? La sera prima di partire per un'importante missione ci si riposa!
Ora ha abbassato la voce, perchè ha capito benissimo dalla faccia di Ben che dopo il bicchiere di vino c'è stato dell'altro con la commessa!
- Proprio perchè dovevo partire per questa missione! Ti rendi conto che sarò a Parigi e non potrò... bè... insomma hai capito! Parigi, la città dell'amore per eccellenza! E io non potrò distrarmi neanche un attimo! In servizio ventiquattro ore su ventiquattro!
Semir lo vede gettare un'occhiata veloce alla ragazza seduta sul sedile posteriore, intenta a guardare ostinatamente fuori dal finestrino.
- Quindi, per il bene di tutti, sarebbe meglio che io continuassi a vedere Anna solo come una bambina da proteggere!
Semir questa volta il cazzotto glielo tira quasi per davvero e poi impreca.
- Ma che cavolo! Non potevo ritrovarmi un collega che non avesse il cervello posizionato sotto la cintura dei pantaloni?
Ovviamente non lo ha urlato, l'ha più ringhiato e Ben gli è quasi scoppiato a ridere in faccia.
- Dovevi fare domanda! Così, invece, ti sei beccato quello che è capitato!
Non ce la fa, quel ragazzo trova sempre il modo di farlo ridere anche quando dovrebbe essere solo preoccupato.
- Okay, la prossima volta lo farò. Nel frattempo, però, potresti fare uno sforzo e fingere di averlo posizionato come tutti nella testa? E trattarla come una ragazza senza però provarci con lei?
Ben sfodera quel sorriso che lui chiama "arma letale", perchè gli da quell'aspetto da bravo ragazzo quando, per certi versi, non lo è per niente!
- Va bene, socio. Ti prometto che mi sforzerò di fare il bravo!
Semir sospira e sorride, mentre non può fare a meno di pensare che saranno due, lunghissime, settimane, alla fine delle quali non sa se potrà dire che Ben avrà mantenuto o meno la promessa appena fatta!

  
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