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Autore: Stateless    19/06/2014    1 recensioni
[...]Aloysius Creevey è sempre stato Alo. Si è sempre sentito Alo. Si è sempre comportato come Alo avrebbe voluto si comportasse.
Alo ha sempre avuto i capelli rossi, ha sempre indossato i golfini della madre e ha sempre saltellato nei campi nudo, senza alcun ritegno, imitando il verso del gallo. Fin da piccolo.
Alo è sempre stato indissolubilmente e senza alcuna ombra di dubbio Alo: uno dei più validi motivi per spingere il padre alla cardiopatia, la madre alla rassegnazione, i pantaloni a diventare più corti e bucarsi, le toppe colorate a coprire le mancanze[...]
AloxMini, One shot - senza pretesa alcuna - ispirata alla 6x07.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aloysius Creevey, Minerva McGuinness
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve ^_^! Voglio semplicemente sottolineare che la OS è ispirata alla 6x07, anche se trasfigura per alcuni aspetti quello che accade realmente in Skins. Ho sempre desiderato approfondire Alo (in cui si condensano aspetti della quinta e sesta stagione), personaggio che ho adorato tantissimo fin dagli inizi, forse per il suo carattere estroverso (vivace e schietto!) e l'amicizia con Rich; ma la stessa e identica cosa l'ho provata per Mini, e per questo motivo ho deciso di lasciare l'IC dei personaggi. Ecco, questo è il mio approdo su questa sezione e ho semplicemente scritto ciò che per me è stato ed è Alo. Non escludo che questa possa diventare una raccolta, in futuro. Buona lettura, sperando possa piacervi. 


 
Special needs

(AloxMini)

Aloysius Creevey è sempre stato Alo. Si è sempre sentito Alo. Si è sempre comportato come Alo avrebbe voluto si comportasse.
Alo ha sempre avuto i capelli rossi, ha sempre indossato i golfini della madre e ha sempre saltellato nei campi nudo, senza alcun ritegno, imitando il verso del gallo. Fin da piccolo.
Alo è sempre stato indissolubilmente e senza alcuna ombra di dubbio Alo: uno dei più validi motivi per spingere il padre alla cardiopatia, la madre alla rassegnazione, i pantaloni a diventare più corti e bucarsi, le toppe colorate a coprire le mancanze. Ovviamente Alo aveva sempre avuto la pelle pallida, la posizione scomoda del contadinello, gli epiteti più belli e soddisfacenti e le proiezioni scolastiche disastrate.
Alo, per i genitori, era sempre stato, in maniera inconfutabile, La Delusione personificata.
Che poi, Alo non ha mai saputo distinguere quale fosse la parte migliore di sé. O meglio: Alo è sempre stato un miscuglio di incomprensioni e bisogni speciali. Ricevere attenzioni era direttamente proporzionale al lavorare nei campi, arare i campi, seminare nei campi, raccogliere nei campi, svegliarsi all'alba la mattina. Allora preferiva non compensare l'arrabbiatura e la delusione dei suoi e risolvere il tutto con il nulla.
Il semplice nulla.
Così come erano le parole di Mini: vuote e nulle. Mini aveva sempre avuto la grande capacità di astrarre, di mentire, di affrontare tutto con freddo cinismo. Aloysius Creevey almeno la pensava così. Alo si era sempre rifiutato. Amava violentemente Mini, nella sua semplicità e schiettezza. Nella sua apparente mancanza di problemi e disagi.
Nonostante ciò, Mini è per Alo un nodo gordiano: è inafferrabile, è bellissima, è trascendente, scostante, il buio. Gli fa sentire l'amaro, lo fa pentire di non riservare la sua tenerezza e sincerità a un'altra ragazza, lo fa sentire uno sfigato.
Alo si è sempre sentito inferiore a Mini. In qualche modo, ha ancora bisogno di crescere e di appurare, di accettarsi, di migliorare prima se stesso, la sua vita; e di curare il padre, magari aiutandolo nei campi. Di rendere felice la madre. Di sentirsi bene.
Non per sentirsi apposto con la coscienza: Alo ha deciso di crescere, così, all'improvviso. Proprio come le spighe nei campi che portano raccolto, quelle su cui aveva sempre adorato guardare il sole sorgere dopo essere tornato a casa.
«Tu stai bene, vero?»
«Sì» aveva sorriso lei sfacciata, marcando la sua leggerezza «sto davvero bene.»
«Non pensavo potesse essere tutto così fottutamente difficile, Mini.»
Alo aveva iniziato a grattarsi la nuca con insistenza.
«Beh, per me non lo è mai stato. È tutto così evidente, contadinello.»
«Allora va bene.»
«No, nulla va bene, Alo!»
«Deciditi, Mini. Io...non sono più disposto ad aspettare, ad aspettare te. La terra ruota al contrario e tu sei sempre apposto. Io non sono un cazzo per te, non puoi nasconderti per sempre. Non puoi più fingere, almeno con me.»
«Allora vattene via, levati dalle palle.»
«Sei inutile e deludente. Non sei più Mini McGuinness la stronza. Non lo sei mai stata! Non potresti essere semplicemente te stessa?»
«Vattene, Alo. Vattene via.»

La sua era stata una richiesta, non più un ordine: Alo poteva sentire la sofferenza nella sua voce, nel tono smorzato, nelle lacrime che minacciavano di gonfiarle gli occhi già arrossati. Aveva preso il suo zaino rattoppato ed era andato via senza dire nulla: il dolore di Mini non era più il suo. Non provava più compassione. Ora provava solo pena.
Per lei non era mai esistita la comprensione: se solo si fosse aperta, se solo avesse parlato, Alo non avrebbe iniziato a trovarla incomprensibile.
La verità era che se Alo aveva dei bisogni speciali, lei si era sempre nascosta dietro a qualcuno, dietro a una maschera qualunque. Mini aveva fatto dei sacrifici per rimanere quella che era: aveva fatto dei sacrifici per apparire, per non ingrassare di un grammo, per non mostrare il suo amore ad Alo, per nascondere i suoi problemi.
Per nascondere la parte migliore di se stessa.
Aveva anche fatto dei sacrifici per non restare sola, per avere qualcuno a cui aggrapparsi.
La maschera le si era sciolta sulla pelle e le aveva bloccato le parole sul nascere. E i suoi sacrifici non erano serviti a nulla.
Mentre saltava fuori dalla finestra della camera di Mini aveva iniziato a piovere, e l'unico rumore che Aloysius Creevey riusciva a sentire era quello del suo cuore, martellato e tagliato a mille pezzi dalla stessa persona che ci aveva giocato fino a quel momento. Che lo aveva trattato come un burattino al macello.
«Io ti amo, Mini. Perchè non lo capisci? Perchè è così difficile?»

 
Remember me when you're the one who's silver screen
Remember me when you're the one you always dreamed
Remember me when everyone's noses start to bleed
Remember me, special needs.
(Placebo, Special Needs)
   
 
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