Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |       
Autore: reggina    01/01/2005    8 recensioni
Un incidente trasforma Maki in una persona cinica e disincantata. Sapranno l'atmosfera natalizia e l'innocenza dell'infanzia farle dimenticare il passato e convincerla a perdonare Mark?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kojiro Hyuga/Mark, Maki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era imbottigliata nel traffico da un tempo che sembrava infinito.

Le vetture che la precedevano non accennavano a smuovere la situazione. Alle otto del mattino la città era nel pieno caos : gli automobilisti, spazientiti, contribuivano ad aumentare il disordine con ripetuti suoni di clacson.

La donna lanciò un’occhiata infuriata, nello specchietto retrovisore, al conducente di un'utilitaria che, dietro di lei, non manteneva la distanza di sicurezza .

Poi a Maki venne da sorridere nel constatare di non essere la sola a trovarsi in "mostruoso ritardo": la fretta sembrava essere scesa su tutti gli abitanti di Torino.

Spazientita finì infine col cedere ai colpi di clacson, decisa ad evitare una ramanzina del noioso capo circa la puntualità in ufficio.

Come in un incubo mostruoso il semaforo, eternamente rosso, assunse le sembianze di un cerchio raffigurante il divieto di sosta.

Sconcertata dall’inspiegabile accaduto, la donna quasi investì un vigile che prontamente si era affiancato al suo Suv intimandole, con segni concitati delle mani, di abbassare lo sportello della vettura.

Sbuffando Maki eseguì l’ordine mentre l’enigmatica figura estraeva prontamente penna e blocchetto delle multe.

"Salve!"

Maki decise di prendere per prima la parola, desiderosa di arrivare al più presto a lavoro .

"Salve agente!Sebbene tutti gli elementi sembrino a mio sfavore, mi deve credere sono in buona fede: fino a qualche minuto fa qui c’era un semaforo e doveva essere rotto…altrimenti non saprei spiegarmi come mai il verde non fosse mai destinato a scattare!"

L'uomo restava concentrato a scrivere la sua multa: la prendeva per furba o per pazza?

"E guarda caso, per magia, il semaforo si è trasformato in un divieto di sosta!"

"Allora perché devo essere l’unica ad essere sanzionata?Che mi dice di tutti gli altri automobilisti che facevano la coda insieme a me?"

Esplose la donna ricevendo un’altra occhiata perplessa.

Arrossì violentemente accorgendosi di trovarsi da sola in un vicolo, con quella strana figura del vigile.

"Signora non è che dovremo ricorrere alla prova del palloncino per verificare il tasso alcolemico presente nel suo sangue?"

Offesa nel suo profondo,Maki si sporse dal finestrino e, posseduta dalla collera, afferrò brutalmente la sanzione a lei destinata.

Era un ex sportiva, come aveva potuto considerarla un'ubriacona?

"Sono astemia! In quanto a questa...non intendo pagare alcuna sanzione! "

Ciò detto, ridusse in tanti piccoli brandelli la carta e soddisfatta lasciò che il vento la disperdesse sul marciapiede.

Il vigile se ne restava calmo, sicuro del fatto suo.

"Ora sarò costretto a denunciarla anche per inquinamento dell’ambiente!"

Ormai priva di ogni controllo, l'automobilista abbandonò il posto di guida del Suv e si ritrovò al cospetto del vigile, contro il quale era pronta a scaricare la rabbia.

"Alt! Potrei arrestarla per oltraggio a pubblico ufficiale!"

Non fece in tempo a colpirlo con la mano aperta che quello già gli serrava il polso, quel polso maledetto che le aveva spezzato i sogni, facendole avvertire un gran dolore.

"Mi lasci!"

Si liberò mentre il vigile controllava tranquillo la sua patente.

"Vedo che ha l'obbligo di guida con le lenti!"

Questa volta era sicura di essere dalla parte del giusto ma, avvicinando le mani agli occhi sospettò di essere vittima di un incubo. Recuperò gli occhiali e sistemò le asticelle in legno dietro le orecchie.

Il vigile continuava a scrivere la multa e a sogghignare divertito.

"Ci credo che vuole nasconderli! Sono orribili: la fanno sembrare così brutta, acida e vecchia!"

Invece di ingiuriarlo come avrebbe voluto, Maki si ritrovò ad arrossire e ad avvertire il suo cuore battere in modo strano, come tanti anni prima.

"Lei è Giapponese?"

Chiese a bruciapelo scorgendo nell'uomo qualcosa di vagamente familiare. Non ottenne risposta ma seppe leggere derisione in quel ghigno divertito, mortificazione in quei silenzi, colpa in quello sguardo ferito.

* * * * * * * *

" Mark No!"

Urlò risvegliandosi e tergendosi la fronte sudata.

Tirò un sospiro di sollievo nel sapersi al sicuro del suo appartamento di Torino.

Dalla cucina proveniva il fragrante odore del pane tostato e del caffè, prima di uscire Sara, la sua coinquilina, aveva preparato la colazioneper entrambe.

Sara lavorava come infermiera ed era l’unica, vera amica di Maki.

Maki balzò fuori dal letto mentre i suoi occhi ambrati si posavano sulle lancette della sveglia: segnavano appena le sette. Non solo non era in ritardo ma anzi avrebbe potuto prendersi anche il lusso di concedersi una doccia.

Ripensando al sogno si ritrovò a studiare la sua silhouette riflessa nello specchio: non fu fortunata come la regina Grimilde nel venir rassicurata di essere " la più bella del reame" .

I capelli, un tempo corti, erano cresciuti e apparivano trascurati e sfibrati. Il fisico era longilineo e tonificato dai lunghi anni di sport ma lei lo castigava quotidianamente in parchi e informali abiti d’ufficio.

A ciò si aggiungeva il suo temperamento freddo e distaccato che la rendeva antipatica alla maggioranza dei conoscenti.

"Maki Akanime sei un mostro!"

<

Cercò di scacciare il sogno mentre , a bordo della sua vettura, usciva dal parcheggio pronta a raggiungere il posto di lavoro: la situazione sembrava tranquilla e non vi erano problemi di viabilità, né tantomeno vigili malefici pronti a sbucare all’improvviso.

Nel centro c'erano cartelloni che pubblicizzavano l'ultimo cinepanettone natalizio: una commedia romantica e leggera. Maki si mostrò critica verso quel genere cinematografico: era all'apice del successo professionale, aveva costruito la sua ricchezza da sola, era una donna in carriera ambiziosa ma era sola.

Da dieci anni non permetteva ad un burrascoso passato di perseguitarla e ora uno stupidissimo incubo non poteva vanificare i suoi sforzi.

Mark era stato l’unico grande amore della sua vita: era sicura di averlo dimenticato ?

Si avviò verso il distributore automatico dell'azienda, per il quotidiano caffè mattutino, quando venne raggiunta dal direttore, un uomo che aveva speso la vita per quella tipografia.

"Ehi signorina Akanime posso offrire io stamattina?"

In tutta quella gentilezza Maki intuiva grane in vista ma non le andava di indagare oltre.

Intanto anche Francesco, che lavorava lì come grafico da anni, raggiunse la macchinetta per la sua pausa di metà mattina.

 

"Ehi Maki, ti interessa lo sport?"

La domanda la immalinconì e rivide una ragazzina felice con in mano una pallina di softball .

"No, lo detesto!"

La sua risoluzione portò a sorridere i due uomini che, probabilmente, l'avevano etichettata come la maggior parte delle donne che "odiano il calcio".

"Suvvia non vorrà farci credere che non simpatizza neppure per la nazionale del suo paese?"

La stuzzicò il signor Bianchi: l'accenno al Giappone calcistico le ricordò l'ultima uscita della nazionale nipponica con annessa rete di Lenders.

"No neppure per quello! Voi piuttosto: Torino o Juventus?"

Cercò di mantenere divertente quella conversazione la giovane dirigente.

"Cuore granata!"

Rispose prontamente il signor Bianchi.

"Juventino!"

Ammise Francesco.

"Eh già! Io e il mio miglio grafico siamo rivali solo in curva!"

Si strizzarono l'occhio i due uomini, incuriosendo Maki.

"Ma perchè parlate di calcio proprio con me?"

Francesco afferrò una copia di un quotidiano sportivo locale e gliela mostrò.

"Ecco il fatto è che la Juventus ha acquistato un nuovo giocatore di cui si parla un gran bene: un tuo connazionale!"

Maki gli strappò il giornale dalle mani per leggere il nome di quel talento orientale e vedere il suo volto.

"Mark...Lenders!"

Pronunziò a voce alta. Restituì il giornale e se ne andò via.

   
 
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: reggina