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Autore: Amelie5397    20/06/2014    0 recensioni
…Dicembre, freddo, tanto freddo. Ovviamente, come è solita fare, Marilyn prese i suo jeans blu scuro strappati qua e là, maglia bianca e camicia blu, sciarpona blu e bianca, l’adorata tracolla nera piena di spillette del suo gruppo preferito, i-pod, e via. Prese tutto l’occorrente e con tutta la calma che il mondo avesse alle 7.30 del mattino, si avviò verso la scuola.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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…Dicembre, freddo, tanto freddo. Ovviamente, come è solita fare, Marilyn prese i suo jeans blu scuro strappati qua e là, maglia bianca e camicia blu, sciarpona blu e bianca, l’adorata tracolla nera piena di spillette del suo gruppo preferito, i-pod, e via. Prese tutto l’occorrente e con tutta la calma che il mondo avesse alle 7.30 del mattino, si avviò verso la scuola. Il tragitto era solitamente tranquillo, su quel marciapiede, dove in alcuni tratti si rischiava di inciampare e morire per terra perché mancava qualche mattonella qua e là, lei camminava con le cuffiette alle orecchie, calma e serena. Prendeva sempre quel bel viottolo pieno di fiori colorati e profumati, anche se da quello stile tanto strano si poteva pensare che fosse una ragazza cupa o chissà cosa, invece era tutto il contrario, amava i colori pastello e tutte le meraviglie che la natura metteva a disposizione della vista umana. In circa un quarto d’ora, a volte anche meno, arrivava in quella scuola che la ospitava per 5 ore ogni giorno della sua vita, sull’uscio aspettava Rose, che oltre ad essere la sua compagna di classe era anche l’amica con cui condivideva la maggior parte del suo tempo, con la quale si confidava e passava i momenti sereni ed i momenti tristi che le capitavano. Quel giorno, appena arrivò, Rose le andò incontro con uno sguardo del tipo “Non saaaai!”, ed infatti era così. Si avvicinò urlando: -Maaar, c’è uno nuovo nella nostra classe!!”-
Marilyn in quel momento era ancora assonnata e con la testa tra le nuvole ed avendo la musica nelle orecchie non aveva capito bene cosa stesse dicendo l’amica. Si avvicinò e si tolse le cuffiette e perplessa domandò:-Cosa? Non ho capito! Avevo le cuffiette, perché fai questa faccia?-
La ragazza, con la stessa espressione di circa 5 minuti prima, mentre dava la notizia, ripeté: -C’è uno nuovo nella nostra classe! Si chiama Xaviee Eveldus!-
Marilyn chiese allora di dove fosse e la ragazza disse che si era appena trasferito dalla Germania con la famiglia per motivi di lavoro del padre.
-Uhm, ok. Comunque, entriamo e vediamo chi è, no?-
-Ok, andiamo!-
Entrate in classe, c’erano ancora tre o quattro persone che si accingevano a prendere i libri e strapparsi i capelli per la paura di essere interrogate, considerando che alla prima ora c’era filosofia ed il professore avrebbe sicuramente interrogato. Le due ragazze presero posto e si guardarono intorno, ancora il ragazzo nuovo non si era fatto vedere. Intanto la campanella era suonata e si vide un ammasso di persone che si spiaccicavano uno sopra l’altro per poter entrare. All’ultimo quando furono tutti e 25 in classe, si vide un ragazzo alto, castano, occhi verdi che stava sulla porta in attesa che gli stupidi ragazzi che Marilyn si ritrovava in classe si spostassero e lo facessero passare. Dal viso sembrava un ragazzo tranquillo, anche se a Marilyn i ragazzi non piacevano comunque, qualunque fosse il loro viso; l’unico giudizio che dava era: “è simpatico o non lo sopporto”. Non aveva mai avuto un buon rapporto con questi. Il ragazzo, entrato in classe, si avvicinò alla cattedra e disse qualcosa al prof. ma con quella baraonda tutto si capiva tranne le parole che proferì il novellino al prof. Il professore chiese di fare silenzio e quando la classe si ammutolì, parlò: -Ragazzi, lui è Xaviee Eveldus, da oggi sarà vostro compagno di classe, siete grandi non c’è bisogno che vi dico come comportarvi. Signor Eveldus, prenda posto dove le fa più comodo.-
Xaviee prese posto al penultimo banco dietro la fila di Marilyn e Rose. E con molto silenzio e calma, prese un quaderno e una penna. Rose, mentre il prof interrogava, si voltò verso il nuovo arrivato e allungando la mano disse: -Piacere, io sono Rose!-
Quello con uno sguardo strano, anzi meglio dire gelido, è più appropriato; rispose: -Il mio già lo sai, ma comunque piacere!-
Quella risposta, non solo accentuò l’odio che Marilyn aveva verso i ragazzi ma stava per dargli un bel pugno sul naso. –Scusa, ti sembra il modo di rispondere ad una persona che cerca di essere cortese calcolando che sei nuovo?-
Lui, voltò lo sguardo verso Marilyn e con un tono strafottente disse: -E tu saresti?-
-Marilyn Blod. Il piacere è tutto tuo.-
-Che belle parole che si sentono uscire dalla bocca di una fanciulla.-
-Fanciulla o no, quello scostumato sei tu, non io.-
-Io rispondo come mi pare e piace, quindi non capisco quale sia il tuo problema-
-Io? Problemi? Forse non ci siamo capiti, rispondi come ti pare a tua sorella non a Rose, ok? Vedi di cambiare i modi che se inizi così siamo messi male. Lo dico per te. Poi sono cavoli tuoi. Però ti do un consiglio: NON MI RIVOLGERE LA PAROLA SE NON SEI IN FIN DI VITA, OK?-
-Tranquilla, anche in quel momento non ti disturberò!-
-Bene, un peso in meno!-
A quanto pare il primo giorno del nuovo arrivato non fu proprio rose e fiori. Era la prima volta che Marilyn provò così tanto ribrezzo al primo incontro con un ragazzo; non concepiva la stupidaggine dell’essere umano di sesso maschile, ma questo era particolarmente irritante.
Finite le lezione, raccolse le sue cose e uscì insieme a Rose. Quel giorno Rose andava a pranzare a casa di Marilyn perché il pomeriggio avevano deciso di uscire, ma il professore aveva deciso di rovinargli il weekend.
Le chiese infatti se poteva rimanere il pomeriggio a scuola per aiutare la professoressa di Storia con i libri della biblioteca, poiché non essendoci la responsabile per motivi a lei sconosciuti, doveva occuparsene la prof che non sapeva nemmeno dove si trovava. Marilyn quando poteva aiutava sempre la bibliotecaria, anche perché si divertiva a passare lunghe giornate a sistemare i libri ed alla fine rimaneva lì a sfogliarne qualcuno che scovava tra tutti quegli scaffali impolverati. Rose salutò Marilyn dicendole che l’avrebbe dovuta chiamare appena si fosse ritirata da scuola. Marilyn tornò a casa per rifocillarsi velocemente per poi ritornare di corsa a scuola. Entrata in biblioteca vide la professoressa con uno sguardo tra lo sconvolto e lo spaventato, si vedeva benissimo che non sapeva da dove cominciare o dove metter mano. Marilyn si avvicinò sorridendole e la confortò dicendo che l’avrebbe aiutata e che in circa due orette avrebbero sistemato tutto, infondo si dovevano sistemare i libri che i ragazzi portavano indietro dopo averli letti e sistemare i registri di tutti quelli che prendevano o riportavano qualcosa. Marilyn sembrava si trovasse a casa sua, conosceva tutti gli scaffali e sapeva dove andavano posati i libri di ogni argomento, come andavano divisi e secondo quale categoria e numero. Finito il tutto, con le braccia leggermente indolenzite, salutò l’insegnante e si diresse verso l’uscita della scuola. Fuori, seduto su una panchina, sotto un albero, c’era Xaviee che teneva un libro dalla copertina giallastra, uno di quei vecchi libri che piacevano tanto a Marilyn per l’odore che emanavano. Marilyn gli si avvicinò e lo salutò con una mano tenendo sempre la distanza ricordando la conversazione avuta la mattina. Xaviee la vide e accennò un saluto muovendo la testa come per dire “Sì ti ho visto, ok”. Marilyn gli passò davanti e Xaviee non rispettando ciò che aveva detto la mattina le rivolse la parola: -Certo che sei strana, davvero!-
-…Scusa?-
-Hai sentito!-
-Io sarei strana? Guarda detto da una persona incapace di rapportarsi con la gente non saprei cosa dire.-
-Certo che parli assai!-
-Io ti avevo avvertito di non rivolgermi la parola.-
-…Mi annoiavo e ti ho rivolto la parola, non potevo?-
-Sì certo, ed io ti ho anche risposto. Adesso cosa vuoi?-
-Dici a me di non sapermi rapportare con le persone e quella che sputa veleno dalla bocca sei tu, questa è bella!-
-Io sputo veleno solo con le persone che non mi piacciono, e tu sei una di quelle. Se avessi risposto alla mia amica con più garbo forse non avrei avuto questo comportamento, tu che dici?-
-Sono padrone di rispondere come mi pare!-
-Ed io sono padrona di mandarti a quel paese, no?-
-…Tzè. Ti senti tanto un maschiaccio parlando così?-
-Ci provo!-
-Ah! Ridiamo per non piangere.-
-Fai come ti pare, ridi, piangi, muori, per me è lo stesso, io vado a casa! A domani!-
-Se.-
Marilyn si allontanò e si avviò verso casa, appena arrivò, chiamò subito Rose che le rispose con una voce allegra.
-Hei, allora?-
-Indovina?-
-Cosa?-
-Indovina chi ho incontrato fuori dalla scuola dopo che ho finito di fare quei lavori in biblioteca?-
-…Chi?-
-Un certo Xaviee Eveldus-
-Ahahahahaha, naah. Che ti ha detto?-
-Che sono strana e che sputo veleno! E che sono un maschiaccio o qualcosa del genere!-
-Oddio, è pazzo! Però è carino.-
-Scherzi? Mi staccherei un occhio. E’ odioso, e poi non capisco perché si comporta così il primo giorno che si trasferisce in una nuova scuola. Bah, avrà problemi celebrali. Ahahhaha-
-Dio, sto rotolando dalle risate. Comunque non c’era bisogno che gli rispondessi così questa mattina, infondo se non vuole parlarmi non importa, problemi suoi.-
-Cosa dici? Non si parla così, soprattutto con una ragazza.-
-Boh, comunque, devo chiudere che mia madre urla come una pazza isterica se non scendo a cenare. Ci sentiamo più tardi o ci vediamo domani a scuola. Ciao ciao, un bacio!-
-Ciiao-
Il giorno dopo a scuola dopo le prime tre ore, di cui due erano di compito in classe d’italiano e l’atra era di ed. fisica Marilyn e Rose dovevano esser interrogate in Storia dell’arte ma come al solito la prof era assente perché la figlia della zia di mia nonna della sua settima generazione stava male. La preside allora fece passare il bidello(?) per informare la classe che potevano uscire prima ma ovviamente Marilyn era sempre incastrata in un modo o nell’altro a quella maledettissima scuola, poiché essendo una delle poche con i voti più alti della classe i professori contavano su di lei per fare molte cose. Quel giorno il professore di filosofia, approfittando delle due ore libere chiese a Marilyn di rimanere a scuola per fare uno schema con tutti i voti orali e scritti della classe per il primo quadrimestre inoltre aggiunse a questo compito di aiutare Xaviee con il programma che avevano fatto per poter essere allo stesso livello della classe. Quest’ultimo compito non la rallegrava sicuramente ma a testa bassa acconsentì al favore chiesto dal prof e si ritrovò in classe sola con quel troglodita di Eveldus. Si sedette in un banco come se niente fosse, prese un foglio protocollo, ed iniziò a ricopiare i nomi dei compagni dal registro. Intanto Xaviee, era appoggiato alla finestra e la osservava da lontano. Non sapendo che fare, prese quel libro giallastro che aveva il giorno prima, si sedette in un banco e cominciò a leggere nella mente. Ma a Marilyn il solo pensiero di essere osservata da quell’essere le dava fastidio, così si alzò e si diresse verso Xaviee.
-Allora, tu non piaci a me ed io non piaccio a te, quindi vediamo di risolvere la situazione. Vuoi il programma, ed io te lo do. Tu con calma come se tutto fosse normale e noi fossimo due bravi compagni di classe, ti prendi il foglio che ti sto per dare, esci da questa classe e mi fai continuare il mio lavoro, ok?-
-…Dio, sei insopportabile! Adesso cosa stavo facendo di tanto “scostumato” da avere questa reazione?-
-…N-Niente! Non mi piaci quindi non ti voglio avere davanti.-
-Stai scherzando? Tratti così le persone anche quando non ti fanno niente?-
-…Ok, fai come vuoi, statti là impalato e aspetta che io finisca i voti e poi ti do il programma.-
Xaviee con uno scatto afferrò Marilyn dal braccio e con forza la tirò e disse: -Ho capito perché fai così, sai?-
-Mollami il braccio altrimenti di spacco!-
-Odi gli uomini!-
-…-
Marilyn non capiva come avesse fatto a capire una cosa del genere solo dopo avergli rivolto la parola si e no due o tre volte. Era seriamente perplessa e non sapeva cosa rispondere a quell’affermazione così continuò a dimenarsi cercando di uscire dalla presa del ragazzo.
-Oh, colpita e affondata. Lo sapevo! Hai la stessa reazione di mia sorella! Ahahahahah.-
-…C-Cosa?-
-E’ vero, no?-
-Se anche fosse, cosa t’importa?-
-Niente, solo che ero tanto curioso di sapere se avevo ragione!-
-…Bene, adesso lo sai, vuoi una caramella? E ripeto: MOLLAMI-
-UUh, che caratterino! Identica a mia sorella, anche lei fa così con tutti i ragazzi, compresi me e mio padre, dopo che è stata mollata dal ragazzo. Che stupida!-
-Stupida? Vedi, questo è uno dei motivi perché odio tutti gli uomini. Perché stupida? Perché si era innamorata ed è stato presa in giro? Oppure perché si è resa conto dello schifo che fate?-
-Perché non ha saputo scegliere l’uomo giusto. Non si piange per qualcosa di sbagliato.-
-…Evidentemente lei credeva che quello fosse l’uomo giusto!-
-Sì, un ragazzo che usciva alle 20:00 e tornava la mattina alle 6:00, che non lavorava e che era sempre ubriaco effettivamente è quello giusto.-
-L’amore fa queste stupidaggini. Capita.-
-E tu perché tutto questo odio, ti ha lasciato il ragazzo?-
-...Mai stata fidanzata. Ma…-
-Ma?-
-Niente, preferisco non parlarne.-
-Ormai siamo in argomento, parla.-
-Mio padre, ci ha abbandonate! Io, mia madre  e mia sorella.-
-…Perché?-
-Per una bella russa di 30 anni mentre lui ne ha 50 suonati.-
-…Capisco.-
-Perché tutto questo interessamento quando sei stato il primo a voltarti come una cane con Rose?-
-…Non le ho risposto male, il mio nome lo sapeva già e le ho detto piacere. Il problema è stato solo tuo e del tuo veleno che doveva uscire dalla bocca.-
-Ah.Ah. Certo, adesso è colpa mia.-
-Ovvio.-
-Ma per favore! Prendi questo programma e scompari.-
-Agli ordini!-
-A domani.-
-Ci si vede.-
 
Il giorno dopo…
 
-Ehi Rose!-
-Ciiao-
-Come va? Studiato?-
-Sicuroooo!-
- Ahahah, che te lo chiedo a fare?-
-Esattamente!-
-Ciao Rose! Ciao tu!- disse Xaviee appena mise piede sull’uscio della porta e vedendo Rose e Marilyn che discutevano.
-C-Ciao!-disse Rose sorpresa.
-Ho un nome.-
-Anche io.-
-Che simpatico.-
-Lo so, gioia.-
-…Gioia? Ripetilo e ti arriva il libro di storia in faccia.-
-Ok, ok, calmina. G-I-O-I-A.-
-Che nervoso!-
-Stai calma Maaa, ti prende in giro.-
-Quanto meno ti ha salutata perbene-
-Infatti, apprezziamo lo sforzo.-
-Sì.-

Iniziò la lezione e tutto proseguì come al solito, nessuno novità. Alla 5 ora…
-Signorina Blod, è un po’ pallida, si sente bene?-
-Sì prof, mi gira solo un po’ la testa niente di che.-
-Vada in infermeria e si faccia dare qualcosa!-
-Okok!-
-Signor Eveldus, l’accompagni! Così saprà anche lei dove si trova l’infermeria già che si trova.-
-Sì.-
…In infermeria.
-Dottoressa, mi gira un po’ la testa, potrei stare distesa nella stanza per un paio di minuti?-
-Certamente cara, vai di la. E tu, stai con lei. Se ha bisogno di qualcosa avvertimi.-
-Ok!-
…Nella stanza.
-Puoi anche andare, posso stare sola, ho solo bisogno di riposo.-
-No no, rimango. Salto la lezione che mi annoio.-
-...Come ti pare.-
-Cos’è, non vuoi?-
-…-
-Sai, non devi fare di tutta l’erba un fascio. Quello che ha fatto tuo padre non è quello che avrebbe fatto un altro uomo.-
-Tu saresti uno di quelli?-
-Forse.-
-…Certo, come no.-
-Sei proprio fissata. Voltati e guardami e dimmi in faccia cos’è che non ti piace di me, perché mi odi così tanto.-
-Non mi piace come ti sei comportato il primo giorno con Rose, non mi piace il fatto che questa mattina mi hai salutata a modo tuo mentre a Rose l’hai salutata normalmente. I dispettucci sono per i bambini piccoli non per persone grandi e vaccinate.-
-…Non mi conosci. Come fai a dire che sono una cattiva persona?-
-Non lo so, a primo impatto mi fai quest’impressione.-
-E tu odi le persone per l’impressione che ti danno a primo impatto?-
-…Forse.-
-Oddio, sei messa male.-
-Mi dispiace di non essere il tuo tipo di ragazza, ma io sono così.-
-…Perché sai qual è il mio tipo ideale di ragazza?-
-No, era per dire.-
-Non dire cose quanto per parlare, allora.-
-Uuh, non ti sopporto.-
-Coomunque, come stai adesso?-
-Meglio, adesso possiamo tornare!-
-Tornare dove? Sono meno cinque, dobbiamo uscire.-
-Oh, vado a prendere lo zaino, grazie comunque per essere stato qui.-
-Di niente, l’ho fatto solo per saltare l’ora.-
-…Lo so.-
…All’uscita.
-Dove abiti?-
-Che t’importa?-
-Perché devi rispondere sempre così? Comunque ti accompagno, non si sa mai che incontri qualche ragazzo come me che ti possa fare del male. E poi non sei nemmeno nel pieno delle tue forze per poterlo picchiare.-
-Non ce ne bisogno. Posso andare anche sola.-
-…Tu cammina, poi io decido se venirti dietro o no.-
-Come ti pare.-
-…-
____
 
-Sono arrivata, hai finito di seguirmi?-
-Direi di sì. Adesso ti pedinerò dappertutto.-
-Che bella notizia, sto saltellando dalla gioia.-
-Ci vediamo domani, MARILYN.-
-C-C-Ciao.-
 
Marilyn rimase sconvolta dalla gentilezza del ragazzo, nessuno si era mai avvicinato a lei dopo aver visto il suo atteggiamento così ostinato verso i ragazzi. E soprattutto per la prima volta l’aveva salutata come si deve. E proprio per questo lo odiava di più. Entrò in casa e corse in camera, si gettò sul letto e rimase a pensare alla strana giornata passata con quel troglodita. Erano ormai passati più di 4 mesi che Xaviee si trovava nella loro classe e nonostante lei continuasse ad odiarlo, lui si può dire che cominciava ad avere un atteggiamento accettabile. Una mattina all’entrata della scuola l’aspettava al solito Rose, ma quel giorno stranamente la ragazza stava conversando allegramente con Xaviee come se il primo giorno l’avesse trattata benissimo. Marilyn si avvicinò a loro con aria sorpresa e li salutò e quelli ricambiarono.
-Maa, entro in classe che devo parlare con Fabio, ci vediamo dentro!-
-Ok, entro alle 8:00 precise altrimenti se mi vede il prof rompe che vuole che faccio qualcosa!-
-Come va?-
-Perché?-
-Perché cosa?-
-Perché ti comporti così?-
-Prima dici che devo cambiare modi e poi mi dici il perché? Sei strana, seriamente!-
-…Entriamo.-
La prima ora era ed.fisica. e il prof portò la classe in palestra. Si faceva come sempre pallavolo e si dividevano in due squadre. Marilyn amava questo sport, perché metteva tutta la forza presente nel suo corpo, tutta la rabbia, il nervoso, la stanchezza, tutto. Dopo aver giocato per una bella ora e dopo aver vinto 3 partite di seguito si diressero tutti negli spogliatoi. Ecco, l’unica cosa orrida era lo spogliatoio, le ragazze dovevano aspettare che quei mostriciattoli in boxer uscissero per poi entrare e cambiarsi anche loro.
Marilyn però non si era mai vergognata di cambiarsi davanti ai suoi compagni poiché con una velocità a dir poco incredibile si cambiava e nessuno vedeva niente. Quel giorno però accanto a lei c’era Xaviee che, essendosi cambiato prima di Marilyn rimase lì a guardarla divertito. Tutti erano usciti, Marilyn aspettò di essere l’ultima così poteva cambiarsi da sola, in pace. Mentre si stava togliendo la felpa per sostituirla con una pulita, sbuca da dietro Xaviee che la guarda e dice: -Bel fisico, Blod.-
Marilyn non fece in tempo a girarsi che Xaviee l’aveva bloccata al muro e non riusciva a muoversi.
-Cosa vuoi?-
-Sai, non dovresti essere così sicura di te quando sei in presenza di un ragazzo, infondo sei sempre un’indifesa creatura di sesso femminile e non c’è paragone.-
-…Sono capace di difendermi in qualsiasi situazione!-
-Davvero? Provamelo!-
Detto ciò, Xaviee si avvicinò sempre di più da essere petto contro petto. Marilyn cercava di dimenarsi ma niente, era bloccata a quella presa e non riusciva a fare niente.
-Visto?-
-…-
-Cosa vuoi da me? Perché fai tutto questo? Perché cerchi di farmi capire che tutti gli uomini non sono uguali ma che devo comunque stare attenta. Cosa vuoi?-
-…Direi che sei un tipo interessante! E mi diverto a stuzzicarti.-
-Ah, ecco.-
-Cosa ti aspettavi? Una confessione amorosa?-
-Idiota!-
Marilyn da quel giorno in infermeria cominciò ad osservare Xaviee da un’altra prospettiva. Era sempre uno dei ragazzi che odiava ma era l’unico che non la trattava male, anzi, si era avvicinato parecchio a lei e cercava di farle capire tante cose. Non riusciva però a dare una spiegazione a tutto questo. Un giorno, infatti, stava tornando a casa per il solito viottolo pieno di fiori tanto carino che faceva sempre, ma stranamente quel giorno venne fermata da un ragazzo: -weei bellezza, te lo fai un giro con questo pasticcino?-
-Se il pasticcino sei tu, preferisco passare!-
-…ohoh, piano con le parole!-
-…se.-
Lo sbruffone tentò di afferrare Marilyn dal braccio ma sbucò dal nulla Xaviee che lo prese a pugni in faccia e lo fece allontanare. Quell’episodio fu quello che gli rimase più impresso poiché non sapeva cosa ci facesse lì e perché lui la stesse seguendo. Lui disse che si trovava lì per caso, perché l’ultima volta che l’aveva accompagnato a casa era rimasto affascinato da quel viottolo e quel giorno “guarda caso” decise di rifarlo. Da una parte fu un bene che si trovava in quel momento lì, altrimenti non si sa come sarebbe potuto andare a finire.
Comunque…
…Da un bel po’ si stava organizzando una cena da fare con tutta la classe ed i professori considerando che molti dall’anno prossimo non ci sarebbero più stati.
Quella sera, tutti si preparavano per questa cena di gruppo. Rose andò a casa di Marilyn perché sapeva che l’amica era un po’ particolare con l’abbigliamento e cercò di non farla vestire come al solito. Rose era davvero incantevole, un vestitino blu scuro con un grande fiocco dietro, un corpetto ricamato, senza bratelline e dei tacchi 10 blu. Una principessa, pensò Marilyn quando vide l’amica vestita in quel modo.
Ma anche lei capì di doversi dare una sistematina così mise un paio di pantaloncini di pelle nera, delle calze lunghe nere ricamate a fiori, scarponi neri, maglietta bianca e giacca di pelle nera. Lo stile era sempre quello ma con un tocco di eleganza, se così si può dire. Ma essendo una bella ragazza, qualunque cosa le stava benissimo.
-Ok ziona, siamo bellissime!-
-Ziona? Ma da dove ti escono queste sparate? Ahahahhaha-
-Susu, forza usciamo!-
Arrivate in pizzeria tutta la classe rimase scioccata a quella visione, non sembrava la solita Marilyn, scontrosa con tutti i ragazzi e dolcissima con tutte le ragazze, sempre vestita con quei cosi larghissimi e senza un pizzico di femminilità. Anzi, era tutto il contrario. Xaviee che era fermo in un angolo, rimase a bocca aperta a quella visione a dir poco paradisiaca. Si avvicinò come se niente fosse e l’unica cosa che disse fu: -Belle scarpe!-
-Grazie?-
-Come mai tutta questa eleganza?-
-Rose! E’ colpa sua.-
-Ha fatto un ottimo lavoro, non sembri tu.-
-E’ un complimento?-
-Quello che ti pare!-
-Ok-
…Dopo aver mangiato la pizza Marilyn andò in bagno per darsi una sistemata per fare le foto. Mentre cercava di mettersi l’ombretto nero dove se n’era un po’ andato, vide dallo specchio Xaviee tutto serio che si dirigeva verso di lei.
-Sai che il bagno delle donne, vero? Esci da qui!-
-Lo so! Sono venuto di proposito.-
-Non c’è nessuna bella ragazza, sono sola. Quindi puoi andare.-
-…Perché sei stupida?-
-…Io? Hai problem—
Non riuscì a finire la parole che si ritrovò le labbra di lui incollate alle sue. In un primo momento cerco di allentarsi ma non riuscendo a muoversi si abbandonò a quel bacio casto. Quando si allontanarono per poter respirare Marilyn rimase bloccata, senza proferir parola. Si accasciò a terra, in un angolo e guardava a terra in silenzio. Xaviee si abbassò per poterla osservare dritta negli occhi.
-Perché mi fai quest’effetto? Perché ogni volta che ti avvicini mi sento morire? Perché sei l’unico ragazzo che nonostante i miei modi poco gentili sei stato vicino a me? Perché?-
-Credo di essermi innamorato.-
-…-
Xaviee prima che Marilyn potesse proferire parola le si avvicinò nuovamente e la baciò. Questo fu un bacio meno casto dell’altro ma pur sempre dolcissimo. Ormai il corpo di Marilyn non reagiva più agli impulsi del cervello, si lasciava trascinare da quegli occhi, da quelle labbra. Xaviee dopo essersi allontanato da lei, la prese per mano, uscirono dal bagno e la riportò in sala; prima che si potesse sedere al suo posto le diede un bacio davanti a tutti e le sorrise. Tutti non sapevano cosa dire, rimasero scioccati davanti a quella azione.
Marilyn ancora ipnotizzata, si sedette e come imbambolata si voltò verso Rose e le disse: -Ho combinato un casino, mi sono innamorata di un uomo che odio.- 


Angolo dell'autrice: Spero vi piaccia, se vi va lasciate un commento. Accetto le critiche ovviamente. 

 
  
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