Rigido pezzo di ferro,
arrugginito.
Dove getto le mie scorie,
i miei ricordi,
le mie memorie.
Ossario del tempo
e serbatoio in cui
ho versato le mie lacrime,
e non lo stupido alcol
o sostanze disciolte in esso
nei pubbetti del centro.
Tubo di scarico,
di emarginati lavandini
attaccati a pompe riluttanti
nei giardini.
Quanto emarginati
gli individui che passeggiano
e lottano da soli
nelle gallerie della notte,
per ripulirsi anche loro
dai loro incubi passati.