“Javi!!!!”

Javier sente qualcuno urlare il suo nome. E’ notte in una strada che non conosce, non capisce chi lo chiama, continua a correre ma non trova nessuno.

“Javi!!!”

Di nuovo la voce che urlava il suo nome. Conosce quella voce. Lanie. E’ lei, urla il suo nome. E’ nel panico, lei è in pericolo, e chiede il suo aiuto. Non sa dov’è.

“Javi, aiutami!!”

Sente la sua voce più vicino, è nel vicolo, corre; corre più veloce, la deve raggiungere subito! Arriva al vicolo eccola è lì! E’ lei, è arrivato tardi. La trova ma lei non respira, i suoi occhi sono scuri, non si muove, è in una pozza di sangue. E’ arrivato tardi, lei chiedeva il suo aiuto e lui è arrivato tardi. Ha fallito. Lei è morta, per colpa sua. Javier non riesce a capire. Non riesce a respirare capisce che è colpa sua.

Apre gli occhi, non vuole farlo, ha paura di guardare. Non vuole vedere l’amore della sua vita senza vita, sapendo che è colpa sua. Non vuole. Ma lo fa, apre piano gli occhi ed è sorpreso per quello che vede; lui è nella sua camera, nel suo letto, le lenzuola tutte aggrovigliate, tutto sudato, il cuore gli batte a mille, non capisce. Accende la lampada sul suo comodino.

“E’ solo un sogno” si dice, parla a voce alta non sa il perché, è solo nell’appartamento.

Poi incomincia a pensare al sogno, sembrava così reale, gli mette ancora paura anche se era solo un sogno. Lanie. Ha bisogno di sapere che sta bene, deve sentire la sua voce.

Si alza cerca il suo cellulare, è nel pantalone che ieri si è tolto di tutta fretta, quella sera voleva correre e saltare nel suo letto aveva appena finito di lavorare ad un brutto caso.

Trova il cellulare, trova il numero di Lanie, come immagine vicino al suo nome ha ancora la foto che ha fatto al ristorante, dove l’aveva portata per festeggiare il loro anniversario, non si dimenticherà mai quella sera una delle più belle della sua vita.

La chiama, il cellulare fa 2 squilli e poi parte la segreteria. Riprova, deve sentire la sua voce, sempre la segreteria. Riprova altre tre volte, ma senza successo. Questo non lo tranquillizza a fatto, lascia sempre acceso il cellulare, la notte ci potrebbe essere un caso e sarebbe necessario il suo aiuto, ma ora è spento e questo lo spaventa ancora di più.

Non riuscirebbe ad aspettare la mattina per sapere che lei è al sicuro, non può ha troppa paura, deve sapere ora che sta bene che era davvero un sogno e non un modo per fargli capire che lei è in pericolo. Deve andare da lei. Si alza si veste subito non pensa a lavarsi, in quel momento sa che deve solo muoversi e fare in fretta, si mette i vesti di ieri e corre fuori dalla porta prendendo al volo le chiavi delle macchina e di casa.

Finalmente dopo quello che si sembra un’eternità arriva al condominio di Lanie, esce dalla macchina guarda in alto al 4 piano dove si affacciano le finestre del suo appartamento, tutto buio, nessun segno che lei stia lì o meno. Entra nel portone, non saluta neanche il Signor. Fernandez, il portiere di notte con cui scambiava sempre due chiacchere quando andava a visitare Lanie nel periodo in cui lei era ancora sua, in cui era fidanzati, il periodo in cui poteva baciarla quando voleva e dirle quanto l’amasse senza pensare a niente; ma ora non può più e questo lo distrugge. Mentre pensa arriva al suo appartamento si avvicina alla porta, non sente rumori, piano alza la mano e bussa non troppo forte come se avesse paura; il tempo passa e lui si preoccupa ancora di più, anche se sono le tre di notte il rumore l’avrebbe svegliata. I secondi passano ma per Javier sembrano ore, alla fine sente la serratura che scatta e la porta si apre di poco. Ma lui non riesce a vedere niente è troppo buoi all’interno….