Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: marijoey96    20/06/2014    0 recensioni
Evelyn Lancaster era una ragazza di media statura, capelli neri, occhi scuri, si nascondeva sempre nella sua larga sciarpa grigia. Eve aveva paura di crescere, dell' altezza, delle persone, di far del male a qualcuno. Eve non si piaceva mai, non si sentiva mai abbastanza. Voleva solo scappare via.
Eve aveva paura di vivere.
Di essere se stessa.
Evelyn Lancaster era una ragazza che doveva essere salvata.
Mark Burton era intrappolato in un destino che non gli permetteva di realizzare quello che voleva davvero. Sempre sotto pressione per quello che gli altri si aspettavano da lui, e con una storia già scritta dalla magia, voleva cambiare la sua vita. Voleva solo fare a modo suo.
Mark Burton era un ragazzo che voleva salvarsi da solo.
Ma che succede se si incontrano due anime così? Che succede se due persone sono fatte per salvarsi a vicenda?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ero felice che Annie mi avesse convinto a venire a quella festa. C'era senza dubbio troppa gente per i miei gusti, e probabilmente saremmo rimaste lì più a lungo del previsto, ma almeno il dolore dei tacchi mi avrebbe permesso di non pensare. Trovai una sedia libera in un angolo della sala e decisi immediatamente che quello sarebbe stato il mio rifugio. Avevo fame, ma non riuscivo a mangiare con tutta quella gente intorno e, considerati i miei problemi di equilibrio, temevo di combinare qualche disastro. Sarei stata più al sicuro sulla mia sedia, a guardare gli altri divertirsi. Era meglio così, per una come me.

Riuscivo a intravedere gli sbrilluccichii del vestito di Annie tra la folla, probabilmente aveva già trovato un ragazzo con cui ballare. Lei era sempre così solare e sorridente e non aveva mai problemi con le persone. La ammiravo così tanto. Era capace di essere la protagonista della sua vita, lei. Era una che sapeva vivere. Io ero solo "la ragazza timida dell'ultimo banco". Ero abituata a guardare gli altri che si vivevano la vita al posto mio. Era sempre stato così.

Avevo appena diciassette anni, e tanta paura di crescere. Avevo paura di molte cose, a dir la verità. Del mondo, delle persone, di deludere gli altri, delle relazioni, di me stessa. Ero una persona troppo complicata per gli standard della società in cui vivevo. Mi creavo continuamente problemi, e pensavo troppo. Vedevo le cose in modo diverso dagli altri. Quelle così non sono destinate a essere felici.

E poi avevo quasi sempre ragione. Anche stavolta: non erano passati nemmeno dieci minuti da quando eravamo arrivate e già Annie aveva trovato un ragazzo. O meglio... Un gruppo di ragazzi. La vidi correre verso di me con un sorriso enorme e ridendo sguaiatamente.

"Volevo presentarvi Evelyn." urlò, trascinandomi verso tre sconosciuti e costringendomi ad abbandonare la mia sedia. "Piacere" dissi, cercando di sorridere. Mi strinsero la mano, dicendomi qualcosa, ma la musica era troppo alta e non riuscivo a sentire. Iniziai immediatamente a sentirmi fuori luogo. Non volevo incontrare nessuno quella sera. Volevo solo non pensare e Annie lo sapeva. Mi sentivo soffocare.

"Vado a prendere un po' d'aria." sorrisi, e uscii immediatamente dalla sala. Avevo sbagliato per l'ennesima volta. Una festa non sarebbe mai potuta essere una distrazione per me. Non ero abbastanza disinvolta, non ero abbastanza sicura di me, non ero abbastanza bella per partecipare ad una festa. Proprio no. Mi tolsi i tacchi e mi sedetti a sul ciglio del marciapiede, di fronte ai parcheggi. Sapevo che avrei pianto. Ero così stupida.

"Ehi... Va tutto bene?"

"Si, certo avevo solo bisogno di prendere un po' d'aria."

Un ragazzo bellissimo si sedette al mio fianco. "Certo, anche io. Ti va di fare un giro?"

Mi fece l'occhiolino indicandomi una Porsche nera a pochi metri di distanza.

In macchina con uno sconosciuto subito dopo una crisi di pianto? No. No, assolutamente no.

"No, grazie, passerà." sorrisi, ancora, cercando qualcosa con cui specchiarmi nella borsa, per controllare quanto mascara mi stava colando sulle guance.

"Avanti, è solo un giro. Prendere aria fa sempre bene e prometto che ti riporteró a casa appena lo vorrai." si mise la mano sul petto. Era davvero bellissimo. E così dolce. Come potevo rifiutare?

"Ok, dove andiamo?" Non sapevo quel che facevo, era evidente. Mi asciugai il viso col dorso della mano e entrai in macchina. Forse il punto era che non avevo più niente da perdere. Non mi restava che provare, per una volta a vivermi la mia vita.

"Voglio farti una sorpresa" sussurrò, ridendo.

"Ah, comunque io sono Mark." aveva un sorriso stupendo.

Per una volta, forse, ero stata più fortunata di Annie. Ero in una Porsche con uno sconosciuto affascinante probabilmente ricchissimo e andavamo in un posto sconosciuto. Avrebbe anche potuto essere un maniaco, certo. Ma questo non era il genere di cose che Annie considerava solitamente.

La macchina era silenziosa e temevo che si sentisse il tremolio delle mie mani.

'Perché piangevi?' era semplice e diretto. Biondo, con gli occhi chiarissimi, di un azzurro quasi trasparente. Era il ragazzo più bello che io avessi mai visto.

'Perché mi hai portato a fare un giro?' sorrisi, e forse questo era il primo sorriso vero della serata.

'Perché devi salvarmi.'

'Salvarti da cosa?' Era lui che stava salvando me, non io. Per quello che ero non avrei mai potuto salvare nessuno.

Io ero una che doveva essere salvata.

'Scherzo, non mi è piaciuto vederti piangere. Volevo fare un giro e se poteva aiutarti a non pensare, tanto meglio.'

'Capito. Non ce n'era bisogno, davvero. Comunque sono Evelyn.'

'Hai un bellissimo nome, Evelyn.'

'Anche tu.' Era proprio bellissimo di suo, lui. Sentii le guance calde, e sperai di non essere arrossita troppo.

Pensai a Annie, che probabilmente era già ubriaca, senza me ad aiutarla a non fare sciocchezze. Iniziai a sentirmi in colpa per averla lasciata sola.

Parcheggió vicino al porto della città e spense l'auto.

'Siamo arrivati.' Mi sorrise. 'Scendiamo?'

Sentivo il rumore delle onde del mare. Tremavo sempre di più.

Dove mi stava portando?

Forse avrei dovuto avere paura, eppure non ne avevo. Il suo sorriso mi rassicurava. Sentivo che con lui avrei potuto andare dappertutto, anche se lo conoscevo appena.

Feci un respiro profondo.

'Si.'

Era un sollievo potersi togliere quei fastidiosi tacchi e camminare a piedi nudi sulla sabbia. Mi sentivo così leggera.

'Non é il posto migliore del mondo?' mi chiese, e aveva ragione. La spiaggia, il mare, le onde, la brezza marina tra i capelli, e il cielo stellato. Era tutto bellissimo.

'Si, é stupendo, davvero.'

'So che è l'ennesima sciocchezza che ti chiedo, ma... faresti un bagno con me?' Si spostò davanti a me, e la luce della luna gli illuminò il viso. Era tutto così perfetto.

'Cosa?' Sorrisi appena.

'Ogni volta che sono stanco o che ho troppi pensieri per la testa vengo qui e faccio un bagno. E credimi, funziona. Il mare è la mia vita. Mi fa sentire libero. Mi aiuta a essere me stesso. Invece le stelle mi parlano. Mi danno dei consigli e mi aiutano a pensare.'

'Anche adesso?'

'Certo.'

'E cosa dicono?'

'Che sei bellissima.'

Si avvicinava sempre di più. Era almeno venti centimetri piú alto di me. Mi prese le mani. Ero così confusa e il cuore mi andava a mille. Guardai il mio vestito e decisi che non mi importava di rovinarlo.

'Andiamo.' sussurrai. E non se lo fece ripetere due volte. Si tolse la giacca e la camicia e si tuffò; dopo pochi secondi riemerse per metà ridendo e scompigliandosi i capelli con la mano.

Entrai in mare lentamente, cercando di vedere dove mettevo i piedi. Sentivo l'acqua gelida che mi avvolgeva, pian piano, sempre di più. Era una sensazione strana.

Arrivai fin dove riuscivo a toccare la sabbia con la punta dei piedi, ma lui era un po' più avanti, perciò cercai di raggiungerlo a nuoto , senza sembrare troppo goffa.

'Ce l'hai fatta, sirenetta.' sussurrò, mentre mi veniva incontro.

'Se affogo daranno a te la colpa, assassino.'

'Non puoi affogare con me.' Mi aveva preso di nuovo le mani.

'Si che posso.'

'Credimi, non puoi.'

'Perché?'

'Sai mantenere un segreto?' I suoi occhi illuminati dalla luce della luna erano di un meraviglioso verde acqua.

'Si.'

Sorrise abbracciandomi. Mi strinse forte a sé e io gli misi le mani intorno al collo. Nonostante l' acqua fosse congelata lui era caldo e stargli vicino era una sensazione piacevole. Ci guardavamo negli occhi e sapevo che in quel momento non desideravo nient'altro che lui. Non avrei voluto nulla, solo rimanere così per sempre. Il mio cuore batteva forte, e capii che era vero: non sarei potuta affogare con lui. E poi mi baciò. Ed era il bacio più bello di tutta la mia vita. Sentivo il suo respiro e il sapore del sale dentro di me. Non c'era davvero nient'altro da poter desiderare. Per la prima volta, stavo vivendo davvero.

Quando si staccò da me, un brivido mi percorse la schiena. E capii che avevo sbagliato tutto. Mi spinse sott'acqua con lui, e mentre l'acqua salata mi entrava velocemente nelle narici lo vidi: gli occhi verdissimi, i capelli quasi castani, e... una lunga coda squamosa al posto delle gambe.

Risalii velocemente in superficie, con il cuore in gola, tossendo forte. Improvvisamente il mare, la notte, e lo stesso Mark mi facevano solo una grande paura. Che cos'era? Un alieno? Una specie di sirena?

Dovevo scappare via. Sentivo i battiti sempre più veloci del mio cuore e non riuscivo a nuotare, perché l'acqua gelida mi aveva paralizzato le gambe.

'Eve, aspetta!'

Non c'era niente da aspettare. Stavolta ero davvero caduta in basso. Di solito mi ritrovato da sola alle feste, ma un alieno. Questo era davvero il massimo. Avevo sbagliato tutto. L'amore, i ragazzi, le follie, le feste, non facevano per me.

Niente faceva per me.

Arrivata sulla terra ferma recuperai il cellulare e chiamai Annie.

'Ti prego, vieni al porto: è un'emergenza. Ho bisogno che mi riaccompagni a casa.'

Iniziai a piangere, tremando dal freddo.

Ero di nuovo sola, e lo sarei sempre stata. Perfino la vita stessa si prendeva gioco di me. Era questo il mio destino.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: marijoey96