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Autore: Sweet_Honey    21/06/2014    2 recensioni
Fu Platone che l'amore più puro è quello tra uomo e uomo o donna e donna, poichè non è finalizzato alla procreazione. Proprio come il loro amore, candido come la neve anche se è sbocciato lentamente con un piccolo aiuto; questa storia racconta ciò che è successo, spero vi piaccia.
Sweet_Honey :3
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La prima volta che Lucas vide Anthony aveva 10 anni. Si era iscritto a basket, e rimase quasi subito incantato dinanzi al sorriso di Anthony. Tutto iniziò con un semplice: "Ciao, io sono Anthony!". Da allora la sua vita iniziò a girare intorno al ragazzo dal sorriso incantevole - così lo chiamava Lucas – ma, come esistono gli alti, esistono anche i bassi in amore. Lucas soffriva perché Anthony era maledettamente etero, quindi lui era costretto a sopportare il dolore che gli graffiava il petto dall'interno e quel nodo alla gola, che si scioglie bagnando il suo viso quando nessuno lo vede. In questo periodo, Anthony, continua ad assillare Lucas riguardo la ragazza che è innamorata di lui: gli chiede consigli, perché non sa cosa fare, mentre Lucas vorrebbe tanto urlargli quanto lo ama e che nessuno potrà farlo più di lui. Vorrebbe, ma gli manca il coraggio. Adesso Lucas si trova fuori scuola, lo sta aspettando; eccolo sta arrivando, gli sta sorridendo come ogni mattina, un sorriso che lui prontamente ricambia, quando una voce lo distrae.  
"Luke possiamo farti una domanda?” Ormai tutti lo chiamavano così: 'Luke'.
"Dovete proprio?" risponde infastidito con un'altra domanda, lui vuole bene a Pan e a Emanuelle però odia quando lo costringono a distogliere l'attenzione da Anthony.
"Dai vieni con noi." lo afferrano per il braccio e lo trascinano lontano.
"Luke, abbiamo un sospetto e vorremo sapere se è giusto."
"Ditemi." dice esasperato e un po' curioso.
 "A te piace Tony?" Vedendo Luke spalancare gli occhi, incredulo, poiché non riusciva a capire come avevano fatto ad accorgersene, Pan aggiunge un esaltato "Abbiamo fatto centro, vai!" battendo poi il cinque ad Emanuelle.
"Come avete...?" balbetta Luke, sorpreso nessuno se ne era mai accorto fino ad adesso.
 "Dai, te lo si legge in faccia, ogni volta che parlate...che vi guardate."
"Non ti preoccupare non lo diremmo a nessuno." dice Pan sorridendo e andandosene.
"Luke noi entriamo, tu che fai?" la voce di Tony lo riporta alla realtà, lui si gira, lo guarda, si sta avvicinando.
"Si, entriamo." dice andandogli incontro e raggiungendo l'entrata.
"Luke tutto bene?"
"Si, tutto bene non preoccuparti." gli dice sforzando un sorriso.
La giornata scolastica termina in fretta. Fuori scuola tutti parlano della festa che si terrà, stasera, a casa di Nadia. Tony ci andrà e Luke non può fare a meno di accompagnarlo; tutti si salutano e tornano finalmente a casa.
 
Al ritorno da scuola Luke fa sempre la strada più lunga per poter stare con lui e parlarci anche se di solito è sempre stato un tipo abbastanza pigro.
"Luke, stasera i miei genitori partono, vieni a dormire da me?".
"Si!" esclama, forse, con un po' troppo entusiasmo.
"Va bene, allora ci vediamo stasera e andiamo alla festa insieme." gli dice sorridendo ed entrando nel palazzo.
Luke non riesce a trattenere un sorriso: è felice e non vede l'ora che arrivi stasera.
 
 Arriva la sera, Luke arriva d'avanti al palazzo dove abita Tony, bussa al citofono e ad accoglierlo è la voce del padre che lo informa che stanno scendendo. Finalmente lo vede scendere l'ultimo scalino ed va a salutarlo come fa sempre, con un abbraccio. Luke pensa che Tony sia bellissimo con il torace avvolto da una camicia celeste, le gambe fasciate da jeans scuri e il suo meraviglioso e immancabile sorriso.
 "Luke ci accompagna mio padre con la macchina."
"Meglio, così non devo farmela a piedi." dice sorridendo, fingendo di essere felice di non andare a piedi ma la verità è che è un po' deluso; lui adora camminare con Tony, farebbe chilometri solo per poter stare un secondo in più in sua compagnia. Si fermano davanti a una cornetteria, Tony sta chiamando le loro compagne di classe, per sapere dove
andare, ma come al solito non rispondono.
"Luke, Tony." una voce li fa voltare, è quella di Pan, gli sta andando in contro sorridendo, con lei c'è anche Helen, la ragazza innamorata del 'SUO' Tony così lo definiva Luke.
"Non sappiamo dove andare." dice Tony ridendo.
"Non c'è problema lo so io, seguitemi!" urla Pan a mo' di:'Questa è Sparta!', facendo ridere tutti. Pan è una ragazza sempre allegra, anche quando è una giornata di merda lei incondizionatamente sorride; a Luke ricorda molto Tony. Alcune volte quei due si somigliano, inoltre è una ragazza che fa e prende ciò che vuole, risultando spesso un po' pazza.   Una volta bussato è la voce elettronica di Nadia li accoglie, mormorando un: “Chi è?”
"È qui la festa?!" esclama Pan ridendo.
 Il portone si apre, lei cammina con passo deciso come se avesse fatto quella strada talmente tante volte che avrebbe potuto farla con occhi bendati. Salgono due rampe di scale e si fermano davanti a una porta con su scritto 'Merry Christmas', questa si apre rivelando la festeggiata in un vestitino rosso, sorridente.
"Hey, bellissimi!" esclama Nadia ridendo.
 "Ciao bella, auguri." dice Pan abbracciandola ed entrando, seguita da tutti.
 
La serata sta passando tranquilla quando Mary si alza e esclama: "Ragazzi mi sto annoiando, giochiamo ad obbligo?".
"Obbligo?! Ma che gioco è?"
 "È come obbligo, giudizio e verità ma c'è solo l'obbligo." spiega lei felice.  
Nessuno è d'accordo ma lei non si perde d'animo, prende infatti una bottiglia di plastica e con una faccia terribilmente simile a quella di un Hitler che scende sul campo costringe tutti a mettersi a cerchio. Inizia con Tony. La cosa preoccupa Luke, essendo lei amica di Helen.  
"Vediamo cosa posso farti fare…”
"Mary vieni un attimo qui." esclama Tony, lei si avvicina e lui le sussurra qualcosa all'orecchio.
"Ma così non c'è gusto!...Va bene, ma solo perché sei tu… Allora darai un bacio a stampo ad...Andrea!" esclama entusiasta.
 "No! Perché, proprio lei?" si lamenta Tony, loro due non sono mai andati d'accordo, si sono sempre odiati.
"Non mi interessa cosa pensi, muoviti!" gli ordina Mary, Tony riluttante si alza e la raggiunge compiendo il suo obbligo in meno di un secondo, per poi ritrarsi con una faccia disgustata andando da Luke.
 "Luke mi fai compagnia in bagno?" lui annuisce e si dirigono verso l’altra stanza. "Devo farla pagare a Mary – continua Tony - mi ha fatto dare un bacio a quella”.
"Dai era solo un bacio a stampo." dice Luke cercando di non piangere, pur sapendo che gli è antipatica gli ha dato fastidio.
 "Luke ti senti male?" gli domanda preoccupato.
 "Sto bene, mi fa solo male la testa." lo rassicura cercando di sorridere.
 "Chiedo a Nadia se ha qualcosa per il mal di testa, aspettami qui." senza dargli tempo per ribattere se ne va, per poi ritornare dopo cinque minuti con una pasticca e un bicchiere d'acqua in mano. "Devi ingoiarla." Luke annuisce, mettendo la pillola in bocca e bevendo un po' d'acqua. "Ha detto la mamma di Nadia che è meglio se ti siedi sul divano."
Luke sempre muto lo segue verso il divano. Gli altri stanno ancora giocando a quello stupido gioco.
 "Luke tu giochi vero?" gli domanda Mary con una faccia che non promette niente di buono ma appena in tempo lo salva Tony. "Mary, lui non si sente bene, passa avanti."
Il gioco continua e Luke coglie l'occasione per chiedere: "Tony, ma cosa hai detto a Mary prima?"
Lui lo guarda sgranando gli occhi: "Niente di importante."
"Come, niente di importante?"
"Non è niente di importante, sul serio." dice cercando di tranquillizzare la curiosità dell'amico, che lascia cadere l'argomento alzandosi e andando vicino a Pan e ad Emanuelle, che stanno chiacchierando accanto al tavolo del cibo.
"Scommettiamo! Stasera si mettono insieme." dice Pan con aria di sfida.
 "Scommettiamo! Io dico che si mettono insieme a Natale, magari si baciano sotto il vischio." ribatte Emanuelle stringendo la mano a Pan.
 "Su cosa scommettete?" si girano e guardano Luke come se fossero state scoperte con le mani nel sacco.
"Luke hai una bruttissima cera, ti senti bene?" domanda Emanuelle cambiando discorso.
"Sto bene." Luke intuendo il suo tentativo decide di lasciar perdere, quelle due erano davvero strane.
"Stai così per prima?" gli domanda Pan. Lui non dice nulla, basta solo uno sguardo e le due ragazze hanno già capito.   Guardandole sono così diverse, Emanuelle ha i capelli neri e occhi celesti, Pan ha i capelli castani e gli occhi del medesimo colore, sono così opposte eppure si trovano bene insieme, sarà perché sono entrambe un po' pazze, chissà.  
"Luke non ci pensare, mangia il tiramisù." cerca di tirarlo su Emanuelle, porgendogli un piattino con il dolce. "Ci sta guardando."
"Chi?" domanda Luke confuso.
"Tony - chiarisce Emanuelle - sembra che da un momento all'altro venga qui, ti prenda di peso e se ne vada con te in spalla stile sacco di patate."
Entrambe scoppiano a ridere, ma Luke è più confuso di prima, allora si gira ed incontra gli occhi di Tony, nei quali riscontra una strana luce.
"In effetti quegli occhi sembrano voler dire qualcosa” dice Emanuelle, dando voce ai pensieri di Luke.
“Secondo me dovremmo portargli Luke e scappare via se vogliamo sopravvivere" propone Pan.
 Luke riporta la sua attenzione a quelle due pazze: "La volete finire? Non è vero" dice, ma loro lo guardano con aria di sfida.
 "Ah, non è vero, vogliamo vedere?" lo sfidano e lui, per orgoglio, accetta. All'improvviso gli saltano addosso abbracciandolo e, dopo qualche secondo, Tony è alle sue spalle.
"Luke vieni un attimo con me?"
 Quelle due pazze si staccano guardandosi compiaciute mentre Lucas e Anthony se ne vanno.
 "Luke ricordati che hai perso la scommessa." urlano in coro scoppiando subito dopo a ridere.  
 "Di che parlavate?" chiede Tony.
 "Niente di importante." gli dice ripetendo le sue parole, lui lo fissa in un modo strano, rimangono a fissarsi per non so quanto tempo.
“Luke, dai, vieni a giocare." sentendo la voce di Pan, Luke distoglie l'attenzione da Tony.
"Si, adesso arrivo." lo guarda un'ultima volta e poi se ne va con la ragazza.
 "Ho interrotto qualcosa?" gli sussurra preoccupata.
"Non lo so." risponde il ragazzo confuso.  
Arrivano nel salone dove ci sono tutti, stanno ancora giocando a quel gioco. Luke si siede accanto a Pan e, guardandosi intorno, nota che Emanuelle sta parlando con Mary, per poi stringersi la mano e ridere.  
"Cosa hai detto a Mary?" domanda Luke appena la ragazza si siede.
 "Niente." gli dice sorridendo, un sorriso che però non rassicura il ragazzo.
"Luke!" esclama Mary. Il ragazzo guarda Emanuelle, con la coda dell'occhio, che continua a ridere con Pan. "Vediamo. Tu bacerai, non a stampo vogliamo la passione, bacerai...Elis!"
Istintivamente Luke guarda Tony, che gli restituisce lo sguardo con occhi sgranati.
 "Dai Luke non abbiamo tutta la notte." dice Mary minacciandolo con la bottiglia.
 Luke lo fa solo perché tiene alla sua testa e poi, fra i fischi di tutti i presenti ritorna al suo posto, fra quelle due pazze. "Emanuelle, dì la verità: siete state voi."
"Si volevamo vedere lui come reagiva."
"Perché?" chiede confuso.
 "Perché lui è stupido. Non si accorge di ciò che prova per te." spiega Pan.
"Non è vero" dice.
 "Allora guardalo." gli suggerisce Emanuelle, e lui lo guarda.
 Tony ha lo sguardo basso; sembra abbattuto, triste. Luke fa per alzarmi ma Pan lo blocca con un: "Vado io." Per poi alzarsi.
"Tony." lo chiama ma è come se non avesse sentito. "Anthony, ci sei?" gli domanda sventolandogli una mano d'avanti la faccia, solo allora ritorna alla realtà e la guarda. "Ti senti bene?" Gli domanda, ma lui scuote la testa. "Ne vuoi parlare?"
"Non lo so."
"Come non lo so? Dai vieni con me." lo trascina nella stanza di Nadia chiudendo la porta a chiave, si gira a fissarlo per qualche minuto in attesa che lui prenda la parola.
 "Non so cosa mi stia succedendo da qualche settimana." le dice aggrottando le sopracciglia.
 "In che senso?" domanda la ragazza, lui si siede.
 "Mi sento strano, sopratutto quando ho visto..." si blocca tenendosi la testa fra le mani, non riesce a continuare, lei si siede accanto a lui e lo abbraccia "...quando ho visto...Luke con Elis." continua per poi piangere, lei lo stringe ancora di più cercando di rassicurarlo.
 "Sei innamorato?" gli domanda, lui la guarda negli occhi ed annuisce abbracciandola e continuando a singhiozzare.   Quando smette di piangere lei lo guardo, si è addormentato sulle sue gambe con le guance arrossate, le dispiace svegliarlo ma stanno da un'ora in quella posizione e a lei iniziano a formicolare le gambe.  
"Tony dobbiamo andare di là, svegliati." ma lui non da segni di volersi svegliare, lei ci riprova ma niente. Allora decide di usare le maniere forti: "La casa va a fuoco, aiuto!" urla Pan, lui apre di scatto gli occhi facendola ridere. Capendo lo scherzo, lui spinge la ragazza giù dalla sedia facendola cadere, ma lei continua ridere per la sua faccia.
 "Finiscila."
"Va bene basta, andiamo." dice continuando a ridere sotto i baffi.  
Nel salone, non trovano Lucas ed Emanuelle.
"Tra un po' arriva la torta." li informa Nadia.
"Si che bello, sto morendo di fame!" dice Pan scatenando le risate di tutti.
Lucas ed Emanuelle sono scesi per andare a prendere la torta che era rimasta nel negozio dei genitori di Nadia. Luke sta pensando a Tony è preoccupato per lui.  
"Ti stai chiedendo come sta?" gli chiede Emanuelle come se gli avesse letto nel pensiero. Lui annuisce e lei non parla, rimane in silenzio e per questo il ragazzo gliene grato, ha bisogno di pensare.   Luke pensa al suo sguardo era strano, i suoi occhi erano lucidi, che fosse geloso?, si domanda Luke, ma poi scuote la testa e si dice che è impossibile.
"Sai, hai un espressione sofferente." ride Emanuelle, beccandosi un occhiataccia da parte di Luke. "Guarda che è possibile che lui sia geloso di te."
"Mi fai paura." dice Luke allontanandosi da lei.
"Perchè?"
"Tu leggi nel pensiero." dice facendola ridere.
"Non leggo nel pensiero, provo ad indovinare. Mettici anche che sono pensieri abbastanza scontati..." spiega Emanuelle sorridendo. Arrivano al negozio prendono la torta e tornano a casa di Nadia.
"Che ne dici se scappiamo con la torta?" gli propone lei.
"No, poi Pan ci ucciderà." dice Luke scoppiando a ridere subito seguito da lei.
 "Hai ragione, allora bussa.", bussano due volte al citofono, il segnale che erano loro. Aprono il portone, salgono le scale e ad aspettarli alla porta c'è Pan.
"Era ora, io sto morendo di fame." Luke la guarda, lei gli restituisce lo sguardo, sa cosa vuole sapere il ragazzo. "Sta bene, un po' confuso ma sta bene." gli dice.
"Un po' confuso?"
"Luke devi parlare con lui, stasera quando andrete a casa sua."
"Come fai a sapere...?"
"Me l'ha detto lui cretino, adesso voglio mangiare su." dice prendendo la torta ed entrando in casa, Emanuelle la segue mentre Luke rimane per qualche minuto davanti alla porta poi decide di entrare. Quando entra, nel salone incrocia subito lo sguardo di Tony. Sembra volergli dire tante cose, ma sono confuse. adesso Luke capisce cosa ha voluto dire Pan.  
"Lucas vuoi una fetta di torta?" gli chiede Elis porgendogli un piattino con una fetta di torta. Lui annuisce, prendendolo ma lei non se ne va, anzi si avvicina al suo orecchio e sussurra: "Sai, prima mi è piaciuto e vorrei fare il bis."
"Ehm...io." inevitabilmente Luke arrossisce, e cerca con lo sguardo qualcuno che possa aiutarlo, incrocia lo sguardo di Emanuelle che capisce al volo.
"Luke puoi venire un attimo qui?"
"Arrivo!" dice fuggendo letteralmente,
"Adesso mi devi un favore."
"Hai perso una scommessa e adesso devi anche un favore ad Emanuelle?" dice Pan alle sue spalle.
"Comunque Tony ha detto che tra due minuti ve ne dovete andare." lo informa la ragazza.
 Luke annuisce e si dirige da Tony.
"Ce ne andiamo?" gli domanda, lui annuisce e vanno a salutare gli altri.
 Quando Luke va a salutare Pan ed Emanuelle riceve un occhiolino da entrambe. Rotea gli occhi e se ne va, seguendo Tony fuori dalla casa. Nel tragitto verso casa il silenzio è sovrano. La testa di Luke è piena di domande del tipo: cosa faccio adesso? Dovrei dirgli qualcosa? Cosa devo fare? Sto impazzendo!
Finalmente sono arrivati.
"Luke posso chiederti una cosa?" gli domanda dopo aver chiuso la porta.
 "Dimmi." gli risponde un po' preoccupato.
"Io...vorrei...sapere cosa...ti..ha detto...Elis?" dice Tony balbettando, il che è strano perché Tony è sempre stato un tipo sicuro, non ha mai balbettato in tutta la sua vita, ma con Luke si sente come una ragazzina di 15 anni alla sua prima cotta. Quando Luke realizza cosa vuole sapere, sgrana gli occhi, fortunatamente non può vederlo in faccia.
"Niente." risponde, a quel punto Tony si gira puntando i suoi occhi in quelli dell’altro ragazzo.
 "Niente?! Lucas sei arrossito mentre lei ti parlava, ti ho visto! Cosa ti ha detto?"
 "Perché vuoi saperlo?" gli domanda assottigliando gli occhi per cercare di leggere cosa cerca di nascondergli.
"Ecco...io – esita - va bene, lascia perdere andiamo a dormire." dice abbassando la testa e cercando di scappare, ma Luke lo afferra per il braccio sbattendolo al muro e incastrandolo tra questo e il suo corpo, non lasciandogli via di fuga. Tony cerca di liberarsi ma Luke gli stringe i polsi ai lati della testa.
"Perché vuoi saperlo?" gli ripete praticamente sulle labbra, Tony lo guarda con gli occhi lucidi, ed esitante.
 "Voglio saperlo, ho bisogno di saperlo." gli dice supplicante a quel punto Luke cede.
"Mi ha chiesto di ribaciarla." dopo aver sentito ciò Tony tenta di liberarsi.
 "Ti prego lasciami." lo supplica lasciandosi scappare una lacrima.
 "Perché piangi?" gli domanda. Sono rare le volte in cui Anthony piange, lui sorride sempre.
 "Lasciami -gli ripete con rabbia- vattene!" Luke lo guarda incredulo. Gli lascia i polsi e l’altro gli indica la porta, che apre e ne va, sbattendola forte.
 
Non ha voglia di tornare a casa, così vagabonda per le strade della città. Si ferma d'avanti ad un supermercato, aperto anche di notte. Dei ragazzi lo circondano e i ghigni sui loro volti dicono che non vogliono di certo fare un abbraccio di gruppo.
 "Guardate, questo qui è nella squadra di basket che ha battuto la mia! – dice, ridendo, il più alto del gruppo - ovviamente la loro è stata solo fortuna. Facciamo si che non si ripeta."
Dopo aver pronunciato queste parole, l'energumeno si avventa su Luke e inizia a sferrare pugni ovunque e così forti che lo fanno cadere per terra senza avere la possibilità di reagire.  
 Intanto, Pan ed Emanuelle escono dal supermercato e scrutano un gruppo di persone disposte a cerchio che urlavano e ridevano.
"Cosa starà succedeno?" domanda Pan avvicinandosi incerta.
"Non lo so ma andiamocene." dice Emanuelle, tirando l'altra per un braccio.
Ma Pan è sempre stata curiosa, quindi si avvicina e nota un ragazzo inginocchiato sopra ad un altro e lo sta prendendo a pugni. Mossa da uno scatto d'ira, urla con tutta la forza che ha. Il cassiere del supermercato fortunatamente sente le grida ed esce fuori. I ragazzi si dileguano. Pan si avvicina al ragazzo accasciato a terra ricoperto di sangue, lo guarda e lo riconosce: "Luke!!" urla iniziando a piangere.
Emanuelle sentendo quel nome le si avvicina, mentre il cassiere chiama un'ambulanza, che dopo alcuni minuti li raggiunge. I paramedici caricano Lucas su una barella.
"Venite anche voi." dice un paramedico alle due ragazze, che senza pensarci due volte salgono e l'ambulanza parte per l'ospedale.  
 Arrivati, le fanno sedere nella sala d'attesa. Pan ha sempre odiato quelle sale: le mettono tristezza e ansia, inoltre non sanno chi chiamare.  
"Pensandoci, Luke non doveva dormire a casa di Tony?" rompe il silenzio Emanuelle,
"Giusto! Chiamiamolo." dice Pan alzandosi e prendendo il telefono componendo il numero del ragazzo.
"Non risponde quell'idiota!"
"Secondo te cosa è successo?"
"Non lo so, sono preoccupata. Aspetta, possiamo chiamare Andrew, infondo lui abita vicino  Luke." dice Pan, componendo il numero di Andrew.
Dopo vari squilli si era ormai arresa e stava per agganciare ma un: "Pronto."  Pronunciato da una voce ancora impastata dal sonno le risponde.
 "Andrew, sono Pan! Luke è in ospedale e io non so chi chiamare, Tony non risponde!" dice la ragazza troppo in fretta,
"Aspetta, cosa hai detto? Luke è in ospedale? Perché?"
"Non fare domande, avverti i suoi genitori." urla lei, tanto che tutti in sala d'attesa la guardano. Pan chiude la chiamata e si siede di nuovo al suo posto, aspettando che il dottore dica loro qualcosa.
Dopo un po' sentono un rumore: un medico è appena uscito dalla stanza di Luke.
"Signorine potete spiegarmi cosa è successo?"
Loro si guardano e la prima ad aprire bocca è Emanuelle: "Noi eravamo appena uscite dal supermercato quando abbiamo visto un gruppo di ragazzi disposti a cerchio che urlavano, così lei si è avvicinata e quando ha capito cosa stesse succedendo ha iniziato ad urlare e, poi loro sono scappati."
"Come sta?" domanda Pan.
"Non preoccupatevi, sta bene. Siamo riusciti a stabilizzato -sorride il dottore- avete il numero dei suo genitori?"
"Abbiamo già chiamato i suoi genitori." dice Emanuelle.  
 
Dopo un'ora Andrew le raggiunge con i genitori di Lucas.  
"Come sta?" domanda Andrew, mentre i genitori di Lucas le guardano preoccupati.
"Adesso sta bene."
"Cosa è successo?" domanda la madre di Lucas.
 Pan ed Emanuelle la guardano dispiaciute, poi Pan inizia a raccontarle della vicenda, con una voce che le esce di
qualche ottava più bassa di quanto sperasse. La donna, aggrappandosi, come se fosse la sua ancora, al marito inizia a piangere. A quel punto entrambi si siedono, attendendo il dottore.  
" Luke non doveva dormire a casa di Tony?" domanda Andrew una volta rimasto solo con le due ragazze.
"Non sappiamo nulla." risponde Emanuelle.
"Tony non risponde al cellulare."
"Prova a chiamarlo a casa." suggerisce Andrew e subito lei digita il numero di casa, ma anche lì niente.
Il dottore che guida i genitori di Luke nella stanza del figlio, dopodiché danno loro il permesso per entrare e vederlo.   Riescono a capire che, in effetti, Luke è ridotto piuttosto male, ma per lo meno è vivo. Tutti e tre si avvicinano al ragazzo, profondamente addormentato.
"Si riprenderà." li assicura l'infermiera sorridendo, loro le sorridono di rimando.  
"Io sono preoccupata per Tony." dice Pan, osservando Luke.
"Se vuoi andare a vedere come sta io sono venuto con il motorino posso accompagnarti."
Pan guarda Emanuelle per cercare conferma, lei annuisce. "Vai rimango io qui, ti chiamo se succede qualcosa." così si abbracciano e Pan esce seguita da Andrew. Sul motorino durante il tragitto il pensiero di Pan va a Tony, la ragazza si chiede se starà bene. Arrivati, Pan chiede ad Andrew di rimanere giù. Il portone è aperto, lei sale le scale. Ad ogni passo la sua ansia sale fino ad arrivare di fronte alla porta di casa. Bussa una, due, tre e alla quarta le va ad aprire un Tony con due occhiaie enormi.
"Tony stai bene?" lui non risponde ma scuote la testa, ha gli occhi lucidi. "Avete litigato ieri?" lui annuisce, adesso Pan capisce perché Luke era per strada ieri sera.
"Allora voglio che mi racconti cosa è successo brevemente." gli dice Pan con un tono che non ammette repliche.
"Elis gli ha chiesto di ribaciarla, quando me l'ha detto ho provato gelosia e gli ho detto di andarsene." dice piangendo, la ragazza mossa dalla tenerezza lo abbraccia.
"Quello che sto per dirti non è rassicurante.". Lui scioglie l'abbraccio per guardarla negli occhi, così Pan inizia a raccontare cosa è successo nelle ultime ore.
"No!" urla sull'orlo di una crisi. La ragazza cerca di tranquillizzarlo. "Tony calmati se vuoi andiamo in ospedale."
Lui la guarda ed annuisce. Chiude la porta e scendono le scale andando da Andrew.  
"Non possiamo andare a tre sul motorino." dice Pan preoccupata.
"Tu non preoccuparti." dice Andrew. La situazione faceva ridere, avevano fatta sedere Pan fra di loro e Andrew era partito per l'ospedale, per fortuna non incontrarono la polizia. Arrivati all'ospedale si dirigono nella stanza di Luke, dove ad aspettarli c'era Emanuelle.
 "Tony ti lasciamo solo." dice Pan portando tutti fuori.  
"Dimmi cosa è successo." dice Emanuelle curiosa.
 "Hanno litigato. Tony si è ingelosito perché Elis aveva chiesto a Luke di ribaciarla, così l'ha cacciato. Ecco perché ieri notte si trovava per strada."
Emanuelle alza un sopracciglio interrogativa facendo ridere l'altra, "È stata la mia stessa reazione." dice Pan facendo ridere Emanuelle.  
 
Rimasto solo nella stanza, Tony si avvicina al lettino dove era disteso Luke, attaccato ad una macchina che emetteva un fastidioso bip. Anthony sentiva la colpa scavargli dentro, se non lo avesse cacciato ora sarebbe stato in buone condizioni. Si sarebbero svegliati, avrebbero fatto colazione ridendo e scherzando. Invece Luke è steso su un letto d'ospedale per colpa della sua gelosia. Tony gli si avvicina, gli tocca la mano e una lacrima gli riga il volto scendendo sotto il mento e andando a morire sulla mano di Luke.  
"Mi dispiace." Tony pronuncia a fatica quelle due parole, piene di dolore, di colpa.
La porta si apre e da dietro spunta la testolina di Pan, "Tony l'orario di visite è finito, di là stanno decidendo chi deve fare il turno di notte." a quella rivelazione Tony smise di piangere e con enfasi disse, "Io, lo faccio io il turno di notte!”.
Escono dalla stanza raggiungendo i genitori di Luke. "Posso fare io il turno di notte, infondo ci sono le vacanze di natale non dobbiamo andare a scuola" ripete Tony. I due adulti si guardarono ed annuirono, avevano intuito la determinazione e la voglia di stare accanto al loro figlio, che Tony provava.
"Potete venire da me" propone Tony alle due ragazze, che accettano. Tutti se ne vanno, eccetto i genitori di Lucas.  
 
Tony e le due ragazze prendono un taxi e arrivano a casa sua. Entrano
"È colpa mia se lui adesso è su quel letto attaccato ad una macchina che gli controlla i battiti del cuore!" Tony ruppe il silenzio,urlando tutto il suo dolore e la sua colpa piangendo.
 "Ehi, calmati!” esclama Emanuelle avvicinandosi a lui e dandogli uno schiaffo “piangendo e urlando non risolvi niente. Sei proprio tu che ripeti sempre: 'Andrà tutto bene, si aggiusterà tutto' adesso caccia gli attributi ed espia il tuo peccato". Da dietro il tavolo parte un applauso da parte di Pan ed Emanuelle inizia a fare inchini per alleggerire l’atmosfera. Tutto mentre Tony si massaggia ancora la guancia dove poco prima la ragazza lo aveva colpito. Dopo qualche secondo sente due paia di braccia stringersi a lui e, istintivamente, ricambia.
Arrivata la sera, Tony è in ospedale, nella stanza di Luke, è seduto su quella sedia di plastica da più o meno un'ora a fissarlo con la speranza che si svegli, ma non accadde. Così, mentre il bip della macchina continua, si addormenta tenendo stretta la mano del ragazzo.
Il mattino seguente la madre di Luke entra nella stanza del figlio e vede Tony ancora addormentato. Quasi le si stringe il cuore a doverlo svegliare, ma doveva farlo.
"Anthony, svegliati." la donna lo scuote piano per farlo svegliare.
Tony apre gradualmente gli occhi e la prima cosa che vede è il  caffè che la madre di Luke gli porgeva. Volentieri, accetta.
"Anthony se vuoi puoi tornare a casa. Se si sveglia ti chiamo, promesso." gli disse la donna sorridendo.
Annuisce, allora, in silenzio. Si alzò e, prima di andarsene, da’ un'ultima occhiata a Luke.
 
 **** Buio. Buio, è tutto ciò che vede Luke. Il panico sta per prendere il sopravvento quando delle urla che chiedono aiuto lo distraggono. Corre verso quelle urla.  Cerca di riconoscere la voce, ma ci riesce solo dopo un po’. Tony, quella voce è di Tony. Inizia a correre più veloce fino ad arrivare di fronte al corpo del ragazzo pieno di sangue. Qualcosa inizia a graffiargli dentro e a salirgli in gola, le lacrime iniziano a rigargli il viso poi urla, urla tutto il suo dolore, la consapevolezza che non vedrà mai più quel ragazzo, lo faceva sentire vuoto. Apre gli occhi urlando e piangendo ma guardandosi intorno non vide più il corpo di Tony a terra ma, solo pareti bianche e lui attaccato ad una macchina ospedaliera. Si guarda intorno con aria spaesata. La porta si apre lasciando entrare sua madre seguita da Helen ed Emanuelle. Vede sua madre bloccarsi e spalancare gli occhi. Corre verso di lui, corre ad abbracciare suo figlio mentre le ragazze escono fuori in corridoio a chiamare un dottore. Arrivato, il dottore si accerta che stia bene.
"Sta bene, lo teniamo un'altra notte sotto controllo poi domani mattina può tornare a casa e stare a riposo." dice il dottore uscendo poi dalla stanza.
"Ragazze vado a prendere un caffè voi volete qualcosa?"
"No, la ringrazio." rispondono quasi in coro. La donna esce, lasciando i tre da soli. Luke guarda Emanuelle. Vuole sapere cosa è successo dopo che lui è svenuto.
"Helen mi sa che ho dimenticato il celullare in macchina, vai a prendermelo ti prego".
"Va bene" dice lei sbuffando e borbottando qualcosa mentre se ne va.  
"Si sente in colpa, Pan lo sta controllando" lo informa Emanuelle.
 "Cosa? Ma è assurdo!"
"Infatti, ha passato la notte qui. Comunque penso sia meglio avvisarli che tu ti sia svegliato." dice la ragazza. Dopo qualche minuto Helen torna, "In macchina non c'è controlla bene nel giubbotto."
Emanuelle mette una mano nella tasca ed estrae l'oggetto "Perdonami, era qui" dice Emanuelle, abbracciando Helen per poi uscire. "Perdonatemi, devo fare una telefonata."  
 
"Pan?"
"No, sono Tony."
"Tony? Perchè hai risposto tu?"
"Pan è andata in bagno, se vuoi puoi dire a me."
"No, devo parlare con Pan."
"Va bene calmati, eccola è uscita" Emanuelle sente qualche rumore poi la voce di Pan.
"Hey, dimmi."
"Pan mica ha messo il vivavoce?" domanda facendo diventare seria Pan.
"No, non preoccuparti è andato in cucina" la rassicura.
"Si è svegliato."
"Davvero, è una bella notizia devo dirla a Tony." dice sorridendo.
"Pan, con me c'è anche Helen" dice Emanuelle con aria seria, facendo sospirare Pan.
"Allora...io adesso lo dico a Tony quindi io e lui verremo lì e con una scusa io e te prendiamo Helen e ce ne andiamo. È un ottimo piano!" sorride Pan fiera di se stessa.
"Va bene ti aspetto. Nel frattempo penso alla scusa."
"Va bene ci vediamo dopo." dice staccando la chiamata.  
"Che ti ha detto Emanuelle?" chiede Tony tornando nella stanza.
"Una bellissima notizia, Luke si è svegliato!" lo informa Pan.
Tony rimane immobile, con gli occhi sgranati, per qualche minuto poi inizia a correre seguito dalla ragazza che lo prega di fermarsi. Proprio nell’instante in cui i due ragazzi arrivano alla fermata, l'autobus che porta nelle vicinanze dell'ospedale si ferma davanti a loro. I due salgono e riprendono fiato.
 
Arrivati a destinazione Tony riprende a correre ma, arrivato di fronte alla porta di Luke, si blocca e la sua testa si riempie di dubbi.
"Perché ti sei fermato?" gli chiede Pan ancora affannata per la corsa.
"Se fosse in collera con me? Infondo l'ho cacciato da casa mia quella notte." domanda Tony tormentato.
"Ma cosa dici? La corsa ti ha dato alla testa?"
"No, io torno a casa." dice Tony facendo per tornare indietro ma Pan presa da uno scatto d'ira lo prende per il braccio, apre la porta e lo spinge dentro notando che Luke è solo e li guarda con sguardo confuso.
"Mi hai fatto correre fin qui, adesso ci parli!" urla uscendo e sbattendo la porta. Vi appoggia poi l'orecchio, cercando di origliare ma viene distratta quasi subito dal suo celullare che l'avvisa dell'arrivo di un messaggio di Emanuelle.
'Ho portato Helen nel giardino dell'ospedale, tu dove sei?' così Pan sospirando si incammina per il giardino.
 
Il silenzio è sovrano in quella stanza, nessuno dei due ha il coraggio di parlare, neanche si guardano.
"Non è colpa tua." Il primo a parlare è Luke.
Tony fissa i suoi occhi in quelli dell'altro, "Si, invece. Se non fosse stato per la mia gelo..." Tony si blocca a metà frase rendendosi conto di ciò che sta per dire, Luke aggrotta le sopracciglia curioso.
"Se non fosse stato per la tua…?"
"No, niente, io non ho detto nulla." tenta di sviare il discorso, senza successo.
"Tony ti prego dimmelo" dice con tono supplicante Luke e Tony lo guarda. Gli sembra triste. Vorrebbe dirgli cosa prova ma ha paura, nonostante Pan gli abbia ripeto mille volte che sarebbe andato tutto bene. Proprio quando si è fatto coraggio e sta per parlare, un'infermiera entra nella stanza.
"Mi dispiace, l'orario di visite è finito." dice con aria dispiaciuta.
Si guardano un'ultima volta, Luke e Tony, poi quest’ultimo esce. Non è riuscito a dire quelle due paroline molto importanti, quel 'ti amo' che aveva sulla punta della lingua. All'apparenza sono così semplici ma in realtà nascondono un significato enorme e, per Tony, non sono facili da pronunciare perché rappresentano con le lettere un sentimento troppo grande per lui.  
 
Appena esce dalla stanza si aspetta un interrogatorio da parte di Pan ma della ragazza nemmeno l'ombra. Decide di chiamarla."Pan, dove sei?"
"Nel giardino dell'ospedale, tu hai già fatto quello che dovevi fare Mr. Noia?"
"Ti racconto appena ci vediamo, e smettila di chiamarmi in quel modo."
"Neanche se mi paghi, sei una noia certe volte." dice concludendo la chiamata.
 
Tony sospira e si incammina diretto al giardino. Ricorda la prima che la ragazza lo chiamò 'Mr. Noia'.  
 
 "Dai, dobbiamo finire questa ricerca." Tony continua a lamentarsi con Luke e Pan che invece di svolgere la ricerca con lui stanno giocando con la PS3. Si sono riuniti a casa di Tony per fare la ricerca di gruppo sulla storia dei figli naturali.
"Sei una noia." esclama Luke quando l'altro stacca la spina della televisione. A quelle parole il volto di Pan si illumina e sorride, un sorriso malefico, dopo qualche secondo... "Mr. Noia!" urla la ragazza, Luke scoppia a ridere e Tony inizia a rincorrere la ragazza per tutta la casa.
 
Perso nei ricordi, arriva nel giardino dell'ospedale senza accorgersene. Vede Pan che gli corre incontro mentre Emanuelle e Helen lo guardavano senza muoversi.
"Cosa è successo?" Pan scandisce le parole quasi come se fossero una minaccia.
"Un' infermiera è entrata dicendo che è finito l'orario di visite."
"E nei dieci minuti precedenti, che cosa è successo?" Pan non si lascia prendere in giro.
"Ehm...ecco...io."
"Sei senza speranza, ho capito che hai paura ma diamine, che hai fatto, sei rimasto in silenzio per dieci minuti?" gli domanda esasperata, lui annuisce senza parlare e Pan sospira rassegnata.
 "Va bene, sarà per la prossima volta." dice la ragazza dando una pacca sulla spalla dell'amico. Raggiungono le altre ragazze e tornano ognuno nelle proprie case.  
 
È un pomeriggio soleggiato quando Pan ed Emanuelle passeggiano per il parco.
"Secondo te riusciranno a mettersi insieme?" domanda Pan.
"Lo spero, formano una bella coppia, però mi preoccupa il fatto che per colpa della loro timidezza non si dichiareranno mai." dice preoccupata Emanuelle.
"È per questo sto cercando di realizzare un piano che chiamerò: 'Missione cupido!'." dice gesticolando Pan.  
Cade il silenzio tra le due ragazze, ognuna di loro sta pensando ad un modo per far parlare i due ragazzi. Pan così presa dai pensieri non nota una radice che sbuca dal terreno e cade. I suoi gemiti di dolore fanno ritornare alla realtà l'amica che la guarda stesa a terra per qualche secondo e poi scoppia a ridere. Pan offesa si rialza pulendosi i vestiti ricoperti di terreno, alzando lo sguardo nota una testa nera familiare.
"Deficiente, smettila di ridere. Quello non è Luke?" dice indicando d'avanti a sé ed Emanuelle la segue con lo sguardo
la direzione del dito trattenendo a stento le risate.
"Sembra lui.-dice smettendo di ridere- Ma quella vicino è Elis?" domanda sgranando gli occhi.
"Emanuelle, tu credi alle coincidenze e al karma?"
"Sì, non vedo ragione per non farlo. Perché me lo chiedi?" domanda la ragazza guardando l'amica che sta fissando un punto d'avanti a se. Pan indica un ragazzo seduto alla panchina con un pallone da basket ed Emanuelle segue la traiettoria.
"Tony!" esclama lei e Pan annuisce per poi sorridere.
 "Ho un idea." Emanuelle la guarda sorridendo.
"Ti ascolto."
Dopo aver illustrato il suo piano, le due ragazze si dividono, Pan va da Tony ed Emanuelle da Luke.  
 
"Tony." dice lei, il ragazzo si gira e le sorride a mo' di saluto, "Aspetti qualcuno?"
"In realtà no volevo giocare a basket qui ma sono solo quindi è noioso." dice il ragazzo.
"Posso giocare io con te però sono una frana nel basket." dice lei ridendo, Tony la osserva poi si alza.
"Ti insegno dai, andiamo." dice lui per poi camminare verso il campo da basket del parco  affiancato da Pan, che sorride vittoriosa: la prima parte del suo piano è andata a buon fine, spera solo che sia lo stesso per Emanuelle.
 
Emanuelle si avvicina al ragazzo, "Luke." esclama lei beccandosi un sguardo omicida da Elis.
"Emanuelle, qual buon vento?" dice Elis con una punta di odio.
"Passavo di qui e vi ho visti." risponde guardando Luke.
"Io sono venuto per rilassarmi e poi ho incontrato Elis." spiega Luke.
"Luke ti devo chiedere un favore." dice Emanuelle, cercando di separarlo da Elis ma la ragazza è furba e capisce le sue intenzioni.
 "Luke deve prima fare un favore a me." dice Elis mettendosi di fronte al ragazzo, ma Emanuelle ha tutte le intenzioni di staccare Luke da quell'arpia.
"Lui me l'ha promesso ieri quindi tu vieni dopo." dice con aria di sfida Emanuelle.
Luke avvertendo la tensione fra le due ragazze decide di intervenire. "Calma, non ci sono per nessuno, ciao ragazze."
Non da nemmeno il tempo di protestare che se ne va, Elis gli va dietro mentre Emanuelle prende il celullare.
"Pan, se ne sta andando."
"Maledizione, aspetta mi è venuta un'altra idea." dice per poi riagganciare.
 
 Tony guarda la ragazza con aria confusa, lei lo fissa per poi prendere il pallone dalle mani del ragazzo e iniziare a correre verso l'uscita; Tony la insegue urlando il suo nome. Pan intravedendo Luke.
"Non mi prenderai mai Tony!" urla ridendo, lei vede Luke guardarsi intorno, l'ha sentita, lei sorride compiaciuta.  
 Luke ha sentito la voce di Pan urlare il nome di Tony e si guarda intorno per trovarlo. Quando poi lo trova, vede Pan che corre con un pallone da basket stretto al petto e Tony che le corre dietro cercando di prenderla. Luke rimane immobile. "Ma cosa stanno facendo quei due?" domanda Elis,   Emanuelle vede la maratona improvvisata di Pan e scoppia a ridere.   Pan corre verso Luke e gli si nasconde dietro, Tony vedendo lo scudo umano della ragazza si ferma e lo fissa senza dire una parola.
La prima a parlare tra i quattro è Elis " Ciao Tony e Pan." dice con una sfumatura di fastidio  nella voce.
Tony sembra non sentirla, continua a fissare Luke che intanto fa lo stesso.
 "Luke." lo chiama scuotendolo Pan. Il ragazzo si costringe a guardarla.
"Tony vuole giocare a basket ma io sono una schiappa, puoi giocare tu al posto mio?" gli domanda Pan, Luke torna a fissare Tony.
"Si! Voglio giocare anche io!" si intromette Elis prendendo il pallone dalle mani di Pan e prendendo per il braccio Luke.
 
Pan sgrana gli occhi e l'assale un istinto omicida contro la compagna di classe. Tony le si avvicina e la tira per il braccio. Seguendo gli altri due, la ragazza guarda Emanuelle e le fa cenno di avvicinarsi.  
"Emanuelle anche tu qui?" domanda Tony cercando di controllare il tono di voce. Lei gli sorride, poi guarda Pan. Nessuna parola hanno capito perfettamente cosa fare. Arrivati al campo da basket, Emanuelle si offre per fare da arbitro mentre Pan è in squadra con Tony e, Elis con Luke. Le due giocatrici si guardano con aria di sfida, per loro non è una partita amichevole ma una guerra dove tutto é lecito.
"Via!" esclama l'arbitro e, la partita comincia. Tony prende la palla e corre verso il canestro ma viene bloccato da Luke, Pan gli corre incontro e Tony le passa la palla, la ragazza l'afferra e corre verso il canestro seguita da Elis. Nel frattempo Tony è arrivato sotto il canestro e fa segno alla compagna di passargli la palla, senza pensarci due volte gliela passa e lui riesce a fare punto.
La partita continua tra falli e ginocchia sbucciate, le ragazze si sono dichiarate guerra dall'inizio e ora tornano a casa doloranti.
 
Elis chiama il padre che la viene a prendere e rimangono solo Luke, Tony, Emanuelle e Pan.
"Vi accompagno a casa?" dice Tony quando è arrivato il momento di prendere strade separate.
"No!-dicono all'unisono le due ragazze- non ti preoccupare. Va con lui e cercate di parlare. Ci vediamo domani sera da Nadia." dice Pan facendogli l'occhiolino e, senza dargli il tempo di protestare le due ragazze li salutano e se ne vanno.  
 
Luke e Tony camminano guardando d'avanti, senza aprir bocca; è troppo l'imbarazzo che provano, anche se nessuno dei due crede possibile che l'altro ricambi. Si salutano a malapena quando sono arrivati d'avanti casa di Tony.  
Nessuno dei due riuscì a dormire quella notte. Luke pensa al silenzio in cui cade Tony ogni volta che lo vede, Tony a  come può superare la sua timidezza nei confronti di Luke.  
 
È natale tutti aprono i regali, quella mattina Tony guarda la sua sorellina che sorride contenta e corre per casa felice. "Tesoro stasera cosa fai?" gli domanda la madre.
"Nadia ha invitato tutta la classe a casa sua." la informa sforzando un sorriso.
"Va bene. Ci vai con Lucas?" domanda la madre mentre prepara la colazione, nel sentire quel nome Tony si rattrista e questo non sfuggì alla madre. "Tony cosa hai?" gli domanda avvicinandosi preoccupata,
Tony guarda la madre e cerca di sorridere per non rovinare il giorno di natale ai suoi genitori, "Tutto bene, non ti preoccupare mamma." le dice alzandosi e andando in salotto a vedere cosa offrivano i canali di sky quella mattina.  
 
Analoga è la mattina di Luke, solo che lui non ha una piccola peste che corre per casa. Nella famiglia Luke è lui il più piccolo. Ha una sorella più grande. È ancora nel suo letto: il corpo si rifiuta di lasciare il morbido e caldo materasso per il freddo invernale che aleggiava per i corridoi della casa.
"Luke alzati, vieni ad aprire i ragali." dice la sorella mentre entra e si siede sul letto accanto al fratello.
"Non mi va di alzarmi." dice Luke richiudendo gli occhi sperando che la sorella lo lasciasse solo.
Ma lei non è dello stesso avviso. "Luke cosa hai?" gli domanda preoccupata.
Luke la guarda ed ogni secondo che passa i suoi occhi diventano sempre più lucidi. Una lacrima scappa al già precario controllo e scende lungo la guancia. La sorella, vedendo il fratello in quelle condizioni, lo abbraccia e lo lascia sfogare.
"Ti senti meglio adesso?"
Luke annuisce, in effetti sta meglio ma sente ugualmente quella pesantezza all'altezza del cuore che lo soffoca.
"Non deprimerti qui, vieni di la, guardiamo un film insieme." gli propone sorridendo, ma Luke rifiuta. Non riesce a fingere che vada tutto bene. Preferisce prepararsi psicologicamente per la sera.
La festa a casa di Nadia, lui non voleva andarci, all’inizio. Pan ed Emanuelle gli avevano assicurato che sarebbe andato tutto per il meglio, ciò preoccupa il ragazzo poiché non sa cosa hanno in mente quelle due.  
Pan ed Emanuelle si sono messe d'accordo con Nadia e Alice, loro nuove complici, per mettere in atto le loro idee.
Il piano A comprende il mettere del vischio sulla porta d'ingresso.
Il piano B chiuderli da soli nella stanza di Nadia, così da farli parlare.
Uno dei due doveva pur riuscire.  
 
L'ora della festa è arrivata. Pan è in cima alle scale per assicurarsi che tutto vada bene.
Stanno arrivando quattro ragazzi: sente le voci, due femminili e due maschili. Per prima vede la testa di Tony, non affiancato da Luke ma da Helen, mentre Luke da Elis.
Pan corre verso la porta e cerca di togliere il vischio ma non ci arriva. Veloce, chiede una sedia e Alice l'accontenta subito. Toglie il vischio e lo passa all'amica che lo nasconde appena in tempo.
"Pan cosa fai con una sedia in mano?" le chiede Helen.
"Mi sembra ovvio, ci sono seduta." dice con fare ovvio.
"Si, ma perché qui fuori?" le domanda, trattenendo le risate.
"Sai, io sono una persona originale, quindi vi accolgo seduta fuori." inizia a parlare a raffica per confonderli nella speranza che lascino perdere ed entrino. Così avviene, i quattro entrano salutandola.
Pan prende la sedia ed entra per metterla al suo posto.
 
Arrivano anche tutti gli altri e la serata inizia e continua tra karaoke, tombola e sinco. Le quattro complici notano che c'è tensione e imbarazzo tra Luke e Tony.
"Pan che ne dici di mettere in atto la seconda fase?" domanda Nadia.
"Si, direi che si può fare." dice dando il via ad Emanuelle e Alice di portare Luke nella stanza e chiuderlo. Emanuelle si avvicina a Luke, mentre Alice si nasconde dietro la porta pronta chiuderla.
"Luke puoi venire come me, un attimo." domanda Emanuelle sorridendogli.
Luke si alza e segue la ragazza fino alla stanza di Nadia. Una volta dentro Alice esce dal suo nascondiglio e, con Emanuelle, anche dalla stanza, chiudendo poi a la porta a chiave.
"Ma cos...? Aprite, non scherzate ragazze, aprite." urla Luke dall'altra parte della porta, ma le due ragazze si guardano soddisfatte e raggiungono Pan per dirle che l'operazione è riuscita.  
 
Pan si avvicina a Tony, "Tony ti devo parlare in privato." dice Pan al ragazzo.
"Puoi dirmelo qui." dice Tony non guardandola, ma Pan non è famosa per la sua pazienza. Perde infatti il controllo e trascina Tony fino alla stanza, spingendolo all'interno e chiudendo la porta a chiave.  
"Tony." sussurra Luke, attirando l’attenzione di quest’ultimo. Restano in silenzio a scrutarsi per qualche minuti.
"Tony ti prego completa la frase, quella frase."
lo supplica, Luke, ma Tony rimane in silenzio. Non riesce a dichiararsi, diventa rosso, abbassa lo sguardo.
"Tony ti prego, voglio sapere cosa pensi, perché quella notte mi hai cacciato da casa tua e cosa mi stavi dicendo all'ospedale." dice Luke avvicinandosi, ma Tony arretra.
"Perché?"
Luke deglutisce e decide di uscire allo scoperto. Sente che lo sta perdendo, sente che deve fare qualcosa, dire qualcosa. Così lo ammette. "Perché sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho visto."
Tony sgrana gli occhi e lo fissa. Fissa il volto rosso di Luke, fissa i suoi occhi, anche se questi sfuggono al suo sguardo.
"Quella notte ero geloso di Elis. Mi dispiace non avrei dovuto mandarti via. All'ospedale volevo dirti questo e anche che io..." Tony confessa tutto ma non riesce ancora a dirgli ciò che prova per lui, ma appena Luke lo guarda con occhi speranzosi, si lascia andare, "Io sono innamorato di te!" dice sorridendo. Allora lo abbraccia e Luke che ancora non può credere a ciò che è successo.
Si guardano, osservando a vicenda dagli occhi alle labbra dell'altro. Uniscono poi le loro labbra in un bacio casto, puro che poi degenera in un bacio passionale.
Nessuno dei due vuole staccarsi dall'altro, ma il bisogno d'aria si fa sentire e sono costretti a staccarsi. Si sorridono. Non c'è più tensione, solo gioia, solo amore.
"Usciamo di qui, andiamo dagli altri." propone Tony. Luke annuisce ed entrambi si avvicinano alla porta.
"Pan, Emanuelle potete aprire adesso." La porta si apre e le due ragazze vedendo che i due ragazzi si tengono per mano iniziano a ridere ed a saltare felici per poi fare un abbraccio di gruppo.
"Ragazze." le chiama Luke, le due si girano.
"Grazie." termina Tony.
 Pan finge di asciugarsi una lacrima, "Come crescono in fretta!" dice con lo stesso tono di una madre che vede i suoi figli aumentare d’altezza.
"Un giorno hanno bisogno di te e l'altro ti ringraziano e se ne vanno." continua Emanuelle.
La piccola recita fece ridere tutti.
"Ragazze voi andate noi rimaniamo ancora un po' nella stanza di Nadia." dice Tony, le due ragazze li guardano maliziose.
"Mi raccomando, Nadia ci dorme in quel letto." dice Pan ridendo e facendo l'occhiolino, prende Emanuelle sotto braccio e se ne vanno in salotto. I due ragazzi finalmente soli si raccontano come si sono sentiti in quel periodo e, soprattutto, i piani folli di quelle due pazze.
Questo è l’inizio della storia di un amore sincero. Fu Platone il primo a dire che l'amore più puro è quello tra uomo e uomo o donna e donna, poiché non è finalizzato alla procreazione.
 
  
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