Andrea bussò forte alla porta dello scantinato.
«Sofia? Hai finito?» gridò, poggiando la mano sulla maniglia.
Sentì il rumore di qualcosa che s'infrangeva contro il suolo e alzò gli occhi al cielo, spalancando la porta. Sofia lo guardò con un sorriso imbarazzato, i lunghi ricci legati in una coda di cavallo, le ali dello stesso verde dei suoi occhi. Ai suoi piedi vi era un altro dei suoi poveri vasi che, nonostante Sofia ne avesse già fracassati a decine, Andrea continuava a voler tenere caparbiamente nel posto dove sua figlia si allenava. Spostò tutto il peso su un fianco e picchiettò il piede a un ritmo immaginario, in attesa di spiegazioni.
«Mmh... già, il vaso è... caduto da solo.» azzardò Sofia, ritirando le ali.
Andrea non riuscì a trattenere un sorriso. Si avvicinò alla figlia e le diede scherzosamente un pugno in testa. «Sei sempre la solita.»
«E' che è uno spazio troppo ristretto per allenarmi, oltretutto pieno di gingilli e cosine varie»
Andrea non potè darle torto; lo spazio era effettivamente poco, e considerando l'apertura alare di Sofia e i relativi movimenti...
«Il problema è che non hai altro posto per allenarti, tesoro.» disse dopo averle dato un bacio sulla testa. «Sai meglio di me che non puoi esporti.»
Sofia prese un respiro profondo, poi si sciolse i capelli, che le ricaddero sulle spalle in tutto il loro color zucca. Una caratteristica che aveva ereditato dalla madre, così come il colore degli occhi.
Il solo pensiero di Beatrice gli provocò un improvviso nodo alla gola. 
Erano passati ben tredici anni, ma lui non era ancora riuscito a dimenticarla, nonostante ci provasse con tutto se stesso. La odiava, la disprezzava per averlo lasciato da solo a crescere una bambina, ma restava comunque l'amore della sua vita. Continuava a ripetersi che doveva ricominciare, il che sarebbe andato a vantaggio anche di Sofia, ma ogni volta che provava a uscire con una donna i suoi piani fallivano miseramente. Un pò per sua moglie – o meglio, ex moglie-, un pò perchè Sofia godeva di tutta la sua attenzione tra la scuola, gli allenamenti e tutto il resto.
La sua voce lo riscosse mentalmente dai suoi pensieri. 
«Papà? Stai bene?»
«Preparati.» le disse, sforzandosi di sforgiare un sorriso a trentadue denti. 
Sofia lo guardò con uno punto interrogativo stampato in faccia.
«Stasera circo!» annunciò battendo le mani.
Sua figlia roteò gli occhi, ma scoppiò a ridere. 
Andrea assunse un espressione confusa. «Che ho fatto, adesso?»
«D'accordo, vada per il circo.»
Salve Draconiani!
Beh, non so da dove mi sia saltata in mente questa storia, ma... eccola qui!
Spero davvero vi piaccia e che mi lascerete una recensione, anche critiche, le accetto di buon grado.
Siccome nei libri non c'è alcuna descrizione fisica di Andrea (o, almeno, io non la ricordo)
designerò il personaggio a modo mio. Il carattere dettato dalla Trosi sarà però lo stesso.
Detto questo, 
bacioni e spero alla prossima!
N13