Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Phoenix_619    22/06/2014    3 recensioni
Quindi sei italiana di seconda generazione eh? E quanto hai vissuto in Italia?
- I primi quindici anni della mia vita, poi ho cominciato a lavorare come domestica per conto di alcuni borghesi.
- Sei molto giovane Razael. Quanti anni hai?
- Signor Claus, non si chiede l'età a una signora! - disse la governante sorridendo mestamente. Claus proruppe in una risata grassa.
- Santo cielo conte, se avessi saputo che mi sarei divertito così tanto avrei messo degli abiti più larghi! Per il ridere mi stanno cedendo i bottoni!
- Razael, rispondi alla domanda del nostro ospite.
- Ho ventidue anni.
- Quindi in età da marito...
- Sono già sposata, signor Claus. - Il nobile strabuzzò gli occhi guardando Ciel sorpreso.
- Non dirmi che... tuo marito, Razael... -
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Agni, Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 21










Improvvisamente avvertì un brivido lungo la schiena, che la mise immediatamente in guardia. Deglutì, rilassando i muscoli contratti per l'improvviso brivido e si concentrò. Cercò eventuali presenze demoniache, ovvero le uniche che potessero metterla in tale agitazione, ma nè i suoi sensi nè i suoi occhi riuscirono ad avvertire qualcosa di anomalo. Eppure quella sensazione di pericolo non l'abbandonò nonostante sul suo volto fosse dipinto un sorriso provocante. I suoi occhi, più potenti di quelli di un falco, distinsero nelle tenebre una massa compatta che si muoveva. Indossavano giubbotti neri, e sulla mano di uno di questi distinse il disegno di una carpa, inconfondibilmente nipponico. Erano loro, ed era arrivato il momento di entrare in azione. Si avvicinò a Giselle.
- Quelli mi sembrano dei buoni clienti...
- Eh, hai ragione! Quelli sono davvero buoni clienti... sei proprio fortunata, la prima sera di lavoro e già i grossi calibri! Fai parlare me però, l'intuito non ti manca ma non sei capace di trattare.- disse con un sorrisetto complice. - Yuuuuhuuuuuu!!!! Ma guarda chi si rivede! - urlò con fare civettuolo agitando il suo scialle. Sentì delle risate provenire dal gruppo, e gli uomini si avvicinarono.
- Giselle cara! é da un po' di tempo che dobbiamo vederci...
- Lo so miei cari, lo so! Siete i nostri migliori clienti, Madam cominciava a pensare che non gradiste più le nostre belle ragazze - disse fingendosi molto triste.
- Aaaah Giselle, ma che dici? Le sue ragazze sono le migliori! - disse l'uomo con il tatuaggio della carpa stringendo Giselle per la vita. - Dicci un po', ci sono delle new entry? Sai, a John piace la carne fresca... - Immediatamente dal gruppo di uomini partirono delle grasse risate che invasero tutta la strada, scatenando l'invidia delle donne che non lavoravano per Butterfly, le quali osservavano con fare truce quelle ragazze meglio vestite di loro.
- Mio carissimo signor John, so bene che amate le belle ragazze giovani... Proprio oggi ha cominciato a lavorare Sarah. è lei, quella con gli occhi verdi e l'abito azzurro - Razael si avvicinò su invito di Giselle, e sorrise educatamente. L'uomo con il tatuaggio della carpa fischiò.
- Allora John, che te ne pare? è un gran bel bocconcino! - Se la donna non avesse dovuto recitare un copione avrebbe volentieri preso una corda e impiccato quel bavoso su di un lampione. Lasciò che il sorriso che le si dipinse in volto al solo pensiero fosse interpretato come un sorriso lusingato.
- Eh già, proprio bella - Razael immediatamente raggelò. Un'uomo alto uscì dal gruppo. Indossava un giubbotto nero, lasciato slacciato nonostante il freddo. La camicia bianca risplendeva nel buio, e la pelle nivea rivaleggiava per candore con la stoffa del capo. I capelli erano neri con riflessi blu, la barbetta curata incorniciava un volto ben disegnato. I suoi occhi erano azzurri come il ghiaccio, e le labbra erano contratte in un sorriso sornione.
- Ma buonasera, mia governante - disse sorridendo John O'Brien. Immediatamente Giselle guardò Razael sorpresa.
- Governante...? - Razael soppesò le sue possibilità. O ucciderli tutti mandando però all'aria il piano, o cercare di mantenere la copertura.
- Sì, ho lavorato come governante e ho incontrato il signor John nella villa dove lavoravo. Ma il mio padrone è davvero terribile, non lo sopportavo, perciò mi sono licenziata, non trovando lavoro ho sentito parlare di Madam Butterfly... ed ora eccomi qui - disse con un sorriso innocente.
- Beh non hai fatto male, è un peccato sprecare tanta bellezza in una cucina buia no? - disse lui avvicinandosi e guardandola dritto negli occhi, costringendola a mantenere il contatto visivo alzandole il mento con la mano elegante.
- Che palle John, rimedi sempre quelle più gnocche! Giselle, hai altre ragazze belle vero?
- Oh! Senti questa! Io non sarei bella, signor Aaron??!- John e Razael non ascoltarono minimamente il resto del discorso. Si guardavano negli occhi, l'uno con un sorriso malizioso, l'altra con il terrore nascosto in fondo al cuore. Senza dire una parola si liberò gentilmente dalla mano dell'uomo, e vide molte altre ragazze accalcarsi sul posto sperando di sedurre qualche cliente. Si girò verso il vetro della casa davanti alla quale si erano appostate, e vide che gli occhi di John erano fissi sulla sua figura quasi con morbosità. Si sentì prendere dal panico, anche perchè sapeva che stavolta Sebastian non sarebbe potuto accorrere in suo soccorso in caso di pericolo.  Prese un profondo respiro. Sia lei che l'uomo stavano recitando. Sapeva perfettamente quale fosse il suo fine ultimo, e non era certo andare a prostitute. Si girò sorridendo verso John.
- Dunque, dove vi dirigete di solito con le vostre compagnie? - disse con fare seducente per non destare sospetti agli uomini che la guardavano invidiosi. John sorrise.
- Andiamo tutti alla Town House sul Tamigi del nostro capo, che una volta al mese ci permette di fare una bellissima festa con le piacenti ragazze di Madam - disse indicando con un lungo dito la direzione verso la quale si sarebbero incamminati. Razael sorrise.
- Ci sono tante belle ragazze che non lavorano per lei (o lui...), perchè non scegliete...
- Perchè  -disse lui avvicinando pericolosamente il viso a quello della donna - Sapevo che prima o poi ti avrei incontrata di nuovo, dolcezza. - Le scostò una ciocca di capelli dal volto, e avvertì la tensione della donna.
- Ti ucciderò - mormorò lei mentre John le sfiorava le labbra con le sue. John si fermò un'attimo prima di approfondire il contatto, sgranando leggermente gli occhi. Le sue labbra si contrassero in un semplice sorrisetto malizioso, ma la donna riusciva a scorgere la cattiveria dell'uomo sotto quella falsa allegria.
- Vedremo - disse ridacchiando allontanandosi da lei. - Ragazzi insomma, mica vorrete fare un festino qua in mezzo alla strada?! - urlò rivolto ad un paio di compagni che avevano cominciato ad amoreggiare con alcune donne. Ricevette risposte non altrettanto posate, e tutti insieme in gruppo  finalmente s'incamminarono. Razael era stranamente tranquilla, nonostante la presenza di John. Erano in fondo al gruppo, e rimanevano in silenzio, camminando vicini. Non rabbrividì nemmeno quando lui la prese per mano, facendola camminare spalla a spalla; era troppo concentrata nello studiare i suoi punti deboli. Possibilmente quelli dove era possibile affondarci una lama ben affilata. Studiò attentamente la strada che stavano facendo, ricordando le strade attraversate. John continuava a tenerla per mano, probabilmente per strapparle il braccio se avesse provato a scappare, pensò la donna. Arrivarono a una bellissima villa in centro, con le finestre iluminate. Quando entrarono nell'elegante androne videro molti servi accorrere. Il maggiordomo di casa si fece avanti. Razael lo riconobbe. Si strinse al petto di John, affondandoci il viso per non farsi riconoscere a sua volta.
- Da chi ti nascondi piccola? - sussurrò lui al suo orecchio.
- Da una compagnia indesiderata. Se vuoi allungarti la vita, di poco certo, aiutami a mantenere la copertura.
- Come vuoi - disse John facendo spallucce e stringendola a sè. Razael sentì la voce del maggiordomo parlare.
- Benvenuti signori. Prego, le stanze sono pronte. I servitori vi accompagneranno.
- Efficente come sempre Phil! - esclamò l'uomo di Giselle dandogli una pacca sulla spalla.
- Dovere, Lord Aaron - disse lui inchinandosi. - Prego, permettetemi di farvi strada. - Una cameriera si avvicinò a Razael e John, invitandoli a seguirla. Quando Phil gli diede le spalle Razael si staccò con evidente sollievo da John. Arrivarono davanti a una stanza, e la cameriera aprì la porta. Quando i due entrarono si congedò con un'inchino, chiudendo la porta. John si avvicinò alla finestra, guardando il Tamigi illuminato dalla luna.
- é un peccato che tu sia così scontrosa - disse abbassando lo sguardo sul tavolino sotto la finestra e adocchiando una bottiglia di whiskey. L'aprì con un movimento sciolto e versò il liquido in due bicchieri.
- Come potrei non essere scontrosa? - disse lei togliendosi lo scialle e girando per la stanza. John si avvicinò a lei, offrendole un bicchiere. Lei guardò il liquido paglierino ondeggiare nel bicchiere.
- Reggo bene l'alcool. Ci vorrà ben altro.
- Come? Un fiorellino come te che regge whiskey a quaranta gradi? Beh, vuol dire che la notte durerà ancora a lungo, my love - disse brindando e bagnandosi le labbra con l'alcolico. Razael lo imitò, gustando quell'ottimo whiskey d'importazione.
- Il tuo padrone deve davvero essere molto facoltoso per permettersi una villa come questa, personale efficiente e alcolici pregiati solo per i suoi sottoposti - disse lei constatando che era molto che doveva bere alcolici e non ci era più abituata. O almeno la sua gola in fiamme pareva pensarla così.
- Eh già, è molto ricco.
- Tanto da comprarsi un maggiordomo sotto contratto? - disse mentre continuava a studiare la stanza. John rise.
- Intendi Phil, vero?
- Il suo padrone non è lo stesso che possiede questa villa - disse lei osservando i magnifici intagli della mensola del caminetto.
- Ti sbagli, honey. Il padrone della villa è anche il padrone del maggiordomo.
- Mi stai dicendo che Vladimir Druitt...
- E ora questo Vladimir chi è? - disse lui inclinando la testa di lato con un sopracciglio alzato. Razael lo squadrò.
- è un piccolo maniaco che ha dato una festa, e il suo maggiordomo era quel demone che governa questa villa.
- Aaaah, parli del piccolo Vlad... bah, che anima insipida! - disse sprezzante mandando giù tutto d'un fiato il bicchiere. - Ci credo che Phil l'ha lasciato perdere.
- Ha mandato all'aria il contratto? - John annuì, girando il volto guardando dalla finestra. I suoi profondi occhi blu si persero nel contemplare il fuligginoso cielo.
- Esattamente. Sono stato io a convincerlo. Non è male, è abbastanza potente. Un potenziale cagnolino fedele da tenere comodamente ai miei ordini, non trovi?
- Ma non è al tuo servizio mi sembra - mormorò lei posando il bicchiere sulla mensola, senza guardare l'uomo e preferendo concentrarsi sul bel tappeto vermiglio.
- Sono un lupo solitario. E lui è troppo abituato a stare in mezzo ai piedi del suo padrone, non volevo fastidi simili - borbottò infastidito avvicinando il bicchiere alle labbra, bagnandole appena.- Lui invece, accecato dalla possibilità di mettere le mani su qualche piatto più goloso l'ha ferito a morte davanti a me e l'ha abbandonato moribondo nella sua stanza. Io mi son detto "beh via, sarà un'anima buona per essere stata scelta da un demone", e invece... L'ho lasciato in vita tanto mi faceva schifo, la morte sarebbe un'atto di pietà. E poi, l'unica cosa che voglio al momento sei tu - disse sorridendo sensualmente e riempiendo una seconda volta il bicchiere.
- Quindi ha abbandonato un'anima eh...?
- Eh già, secondo il suo contratto sarebbe dovuto stare al fianco del padrone fino a quando non l'avesse aiutato a portare a termine un certo affare, ma una volta finito si è reso conto di che razza di anima di poco pregio avesse fra le mani. Ne ha trovata una che gli faceva più gola, e ha lasciato perdere il piccolo schifoso Vlad - Razael non aveva mai pensato ad un'eventualità simile. Non che per lei Vladimir avesse un'anima degna di essere salvata da un demone. E poi a quanto pare i Druitt avevano la pelle dura. - Mh, honey, perchè sembri tanto interessata a lui? - Chiese improvvisamente l'uomo.
- Oh, nulla di che. Voglio solo ucciderlo.
- Ma quanto sei sanguinaria - disse sorridendo. - E poi, l'anima di un demone è molto appetitosa per uno di noi... Mica vuoi diventare così potente da uccidere anche me?
- Hai ucciso tutti gli altri! - esclamò lei in un'improvviso impeto di rabbia. John la guardava impassibile. - Perchè lo hai fatto? Non ha senso!
- Molte cose non hanno senso. Tu ad esempio non ne hai - disse lui facendo ruotare l'alcol nel bicchiere prima di prenderne un sorso, sempre guardandola.
- Io non avrei senso...?
- No. Ad esempio non ha senso che tu ti sia messa a lavorare per un'anima già sotto contratto. Non ha senso che continui a giocare con i sentimenti delle persone per una promessa inesistente. E non ha senso nemmeno quel vestito orrendo che hai addosso.
- E il fatto che Lui mi protegga? Quello immagino abbia molto senso per te - disse lei rincuorata dal ricordo delle parole di Vincent Ross, sentendosi improvvisamente al sicuro. John guardò il whiskey nel bicchiere, poi fece spallucce.
- No. Nemmeno quello ha senso. Perchè io sono più forte di lui. - disse tracannando il secondo bicchiere. Razael lo guardò per un'attimo allibita, poi scoppiò a ridere.
- Non prendermi in giro.
- Non oserei mai, my love. Prendere sottogamba la tua intelligenza sarebbe un grosso errore.
- Non puoi essere più potente di lui! Lui è superiore...
- Ma non ti stanca questa storia del "superiore"? - disse John con un'improvviso scintillio negli occhi. Lei vide lo stesso riflesso oro che molte volte languiva nelle sue iridi quando si arrabbiava. Immediatamente avvertì una tensione nell'aria, mentre lui abbandonava il bicchiere sul tavolino innalzandosi in tutta la sua imponente stazza. - Superiore, superiore... dobbiamo sempre sottostare al loro volere...! Eppure anche tu non è che stai proprio ai suoi ordini, no? Non hai eseguito il suo volere nemmeno una volta! - John le si avvicinò, gli occhi oro scintillanti nella penombra della stanza. - Ti sembra tanto strano che io mi sia ribellato? Hanno distrutto il nostro potere, ci hanno reclusi qui sul mondo umano come immondizia...! Possibile che tu continui a mostrare fedeltà per quelli là? - Vide Razael distogliere lo sguardo, abbassando il volto come se si sentisse improvvisamente colpevole. - Oooh. Ma allora anche tu non sei una santarellina.
- Mi hanno tolto la possibilità di scegliere - mormorò a denti stretti.
- Scegliere, dici? - Razael digrignò i denti, e alzò nuovamente il viso. I suoi occhi erano d'oro, un'oro più chiaro di quello degli occhi di John, ma altrettanto crudele.
- Scegliere di rompere il contratto che stipulai con mio marito.

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John non riuscì a non contenere una grassa risata.
- Ahahahaha! Honey, mi deludi! Un contratto con un misero umano... Noi non siamo demoni, forse a forza di stare a contatto con loro ti sei dimenticata della tua vera natura.
- Non l'ho dimenticata, te l'assicuro - disse con voce metallica. John aveva un sorriso che faceva invidia allo Stregatto.
- Sei ancora legata a lui da questo contratto, nonostante sia morto. Allora quelle storielle sulla promessa non erano aria fritta!
- Stà zitto! Mi hanno costretta a stringere un patto con lui, io non volevo! Ecco perchè ora mi sono messa a lavorare per Phantomhive.
- Ti sei intromessa in un contratto demoniaco quindi? ...Aaaahhh, ora capisco perchè lavori per quel mocciosetto... Non sarebbe male strapparlo a Sebastian.
- Ora come ora è troppo presto per tentare una purificazione del contratto con quel demone - disse lei monocorde. - Non sono venuta qui per chiacchierare con te, ma per avere delle informazioni. Sono sicura che sarai tanto gentile da rispondere ai miei quesiti - disse Razael sorridendo.
- Aaah my love, perchè non lasci stare questo guscio e assumi la tua vera forma? Sei così bella quando sorridi con quegli occhi dorati...
- Zitto - sibilò lei avvicinandosi al caminetto. Osservò le fiamme danzare sui mattoni. - Ti ricordi di quella cosa divertente, vero John?
- Oh, non so non leggo il giornale - disse lui osservando i suoi movimenti con la bottiglia di whiskey in mano.
- Non so se sul Times si possano trovare notizie simili, ma... Se la memoria non m'inganna - disse accarezzando l'impugnatura dell'attizzatoio - Noi avevamo un simpatico potere... che ci permetteva di trasformare temporaneamente qualunque oggetto in una Death Shite. Ora ricordi?
- Mai dimenticato - Dopo un'attimo di tesissimo silenzio John ruppe la bottiglia sul davanzale, mentre Razael estraeva l'attizzatoio dal porta attrezzi, partendo entrambi alla carica. Con un movimento sciolto la donna evitò la bottiglia aguzza, e affondò l'attizzatoio nella spalla destra dell'uomo, che trattenne un'urlo di dolore. Contrasse il volto in una smorfia sofferente, ma senza perdersi d'animo frantumò la bottiglia che aveva in mano sulla testa della donna, che lasciò stordita la presa sull'arma. John ne approfittò per buttarla a terra con uno sgambetto, poi estrasse l'attizzatoio dalla carne viva.
- Honey, hai già trasformato questo in una Falce della Morte... sei molto migliorata, complimenti cara. Ora...
*Toc toc*. I due s'immobilizzarono. Qualcuno bussò nuovamente alla porta.
- Non so te my love, ma io devo ancora mantenere questa copertura. Anche se sono forte quanto "Vincent" non ho voglia al momento di scontrarmi con lui. - Disse l'uomo sussurrando e prendendola per le spalle. La prese in braccio e la poggiò sul letto, poi si sdraiò al suo fianco.
- Avanti.
- Chiedo perdono Mr O'Brien - disse un'uomo entrando nella stanza. Razael fece finta di sistemarsi le calze, senza guardarlo. John si era coperto la spalla ferita con la coperta, facendo finta di essere appena entrato nel letto.
- Che vuoi? Sono impegnato.
- I-il capo vi augura una buona serata...
- E sei venuto a disturbarmi per questo? - Disse John girandosi a guardare con evidente piacere Razael che si toglieva il reggicalze, per poi tornare a guardare l'uomo.
- è stato un'ordine... Non potevo dire di no...
- Capisco capisco, ora però togliti di torno. - L'uomo fece un piccolo inchino e chiuse la porta. John si tolse la coperta dalla spalla e fece per girarsi verso la donna, quando questa gli piombò addosso schiacciandolo sotto di sè. Gli avvolse il reggicalze attorno al collo niveo, stringendo furiosamente. John boccheggiò e afferrò le mani della donna, tentando di liberarsi. Lei continuava a stringere quel laccio mortale attorno al collo, vedendo gli occhi dell'uomo annebbiarsi. Non fu mossa da pietà o altro; voleva solo vederlo morto. John raccolse le sue ultime forze e sferrò un pugno allo stomaco della donna, che si piegò dal dolore, ma non lasciò la presa nemmeno per un momento. Le afferrò i capelli strattonando violentemente, strappando ciocche intere, ma lei si limitò ad urlare quando sentì i capelli strapparsi e continuò la sua opera di assassinio. John strinse gli occhi, scoprendo i denti in un ringhio. In un'unico, disperato gesto dettato dall'istinto di sopravvivenza afferrò il volto della donna e tirandosi su la colpì in pieno con la fronte. Lei allentò per un'attimo la presa, e non appena l'uomo sentì l'aria entrargli nelle narici tornò immediatamente lucido, scaraventando la donna contro il muro e facendola cadere dal letto. Le ci volle qualche attimo per riprendersi, mentre John si portò una mano alla gola annaspando. Entrambi si presero un minuto per tornare in carreggiata. Razael sentì del sangue macchiarle le tempie, probabilmente si era tagliata quando aveva sbattuto contro il muro. John scese dal letto, il collo inciso da un segno rosso. Prese Razael per la gola e la sollevò.
- Honey, non sai quanto mi ecciti quando fai la cattiva - disse leccandosi le labbra secche. Razael gorgogliò quando sentì le dita dell'uomo stringerle la gola. Si dimenò con tutte le sue forze, facendo scivolare a terra l'uomo che però non lasciò la presa. Se lo ritrovò sopra, gli occhi dorati socchiusi da un sorriso vittorioso. Girando appena la testa vide con la coda dell'occhio l'attizzatoio a pochi centimetri dal suo fianco. Cercò disperatamente di raggiungerlo, ma la stretta sul suo collo era sempre più forte al punto che vedeva solamente un bianco accecante... non appena sentì il freddo metallo sotto le dita lo strinse decisa e con un veloce movimento lo abbattè sulla testa di John, che lasciò la presa prendendosi la testa fra le mani. Razael si rialzò in fretta, con il petto che si alzava e si abbassava affannoso. John rimase per qualche attimo piegato, poi rialzò il viso, intriso di sangue.
- Che bambina cattiva. Hai vinto la tua serata di libertà honey - disse alzandosi e sdraiandosi sul letto. Razael rimase per qualche attimo confusa, poi si rialzò. L'uomo la guardò annoiato.
- Non hai capito? Vuol dire che per stasera sei libera. Non m'intrometterò nei tuoi affari. Su, vai!
- Prima devi rispondere alle mie domande - disse lei minacciandolo con l'attizzatoio. John sbuffò accendendosi una sigaretta.
- Fai pure.
- Perchè non uccidete le prostitute che lavorano per Madam Butterfly?
- Perchè sono le più efficienti.
- Smettila con queste idiozie! - sibilò puntandolo con l'arma.
- Honey, dovresti andare a parlare con il mio capo, che tanto premurosamente manda i suoi servi ad assicurarsi che i sottoposti apprezzino l'intrattenimento... - Razael abbassò l'arma, deglutendo, le sopracciglia appena aggrottate sugli occhi dorati.
- Il tuo capo non è umano, dico bene?
- Ma brava!
- Vai al diavolo - mormorò uscendo dalla stanza. Sentì il gelo del corrodoio pungerla fino alle ossa, e cercò di ignorarlo. Nascose l'attizzatoio nel vestito, e si asciugò il sangue che le macchiava il volto. Se qualcuno l'avesse fermata l'avrebbe ucciso. Ora doveva solamente trovare questo "capo" per collegare i tasselli.






Angolo Autrice:
Come promesso, ecco il nuovo capitolo a distanza di non tantissimo tempo!
Chiedo perdono se è corto, ma il prossimo sarà molto più corposo!
Dunque!
Vi ringrazio ancora infinitamissimamentesuper per tutto il sostegno e la passione con la quale seguirete la mia storia....
FIn da subito annuncio che sarà una serie lunga, perciò potrete leggere ancora per molto le avventure della nostra governante!
John torna in carreggiata! Un misterioso "capo" e una casa di piaceri, una notte di sangue sul Tamigi e loschi intrighi.
Chi si cela dietro l'omocidio di prostitute? Cosa ne sarà di Razael? Riuscirà a portare a termine la sua missione?
Questo e altro nel prossimo capitolo!
Alla prossima!
Phoenix 

Vi lascio con la sensualissima Ain't no Sunshine
di Bill Whiters, buon ascolto!
   
 
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