Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: FreddiePie    22/06/2014    6 recensioni
[ Nel terrore che mi abbia già cancellata ti scrivo per raccontarti tutto, tutta la mia vita. Le cose dette e non dette, le cose che i fan fremono per sapere ma che giudicherebbero appena sentite. Le stesse cose che forse tu già sapevi, ma che hai preferito rimanessero nel silenzio o nel dubbio. ]
L'off camera è la fotografia ridotta allo stato puro, è la fotografia senza la fotocamera, è l'immagine creata con le nostre mani in camera oscura.
Chi è veramente questa persona anonima102? Perché continua a far male ai protagonisti solo per gioco?
In una Fanfiction dove predominerà la delusione, il rimpianto, il perdono, l'amore; tuffatevi nella vita del cast di A Tutto Reality a telecamere spente per scoprire finalmente cos'hanno ripreso e cosa si sono lasciati scappare Chris e i cameraman.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent, Un po' tutti | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Parte 1 

 

Dalla cima di quell'unica scogliera dalla forma improbabile, vedevo le rocce incatenarsi sempre più giù dallo strapiombo e terminare in un tuffo di scogli ed acqua. 
Ci stava prendendo in giro vero?
Non riuscivo a capire come una persona si potesse sentire così tranquilla a far lanciare dei ragazzini da una scogliera altra 300 metri. 
Cercavo di calmarmi ripetendomi che non mi sarebbe successo niente, che Chris, essendo una persona adulta non l'avrebbe mai permesso. 
Ad un certo punto però la paura: mi ricordati del suo sorrisetto compiaciuto per la mia delusione e di come gli brillassero gli occhi ogni volta che qualcuno soffriva. 
C
on che genere di mostro eravamo finiti?

A ripensarci ora, quella sfida pare ridicola. Partiti con l'idea del genere sfida "ruba bandiera", arrivati a temere una lenta e triste agonia ogni volta che Chris apre bocca. 

«Allora ragazzi, quella di oggi è una triplice sfida» disse «Il vostro primo compito è di buttarvi nel lago da questa scogliera alta 300 metri!» e si fermò giusto il tempo per assaporare la cattiveria di quelle ultime parole. 
«Se guardate giù vedrete due zone bersaglio: la zona più grande rappresenta la parte di lago che abbiamo rifornito di squali eccitatissimi, i mangiatori di uomini» e non riuscendo più a contenere l'eccitazione si mise a sghignazzare compiaciuto.
«All'interno di quest'area ci sono le acque sicure: quella è la vostra zona bersaglio, nella quale non dovrebbero esserci squali»
«Che cos'ha detto?!» chiese una ragazza di nome Leshawna, togliendomi le parole di bocca.
Come ci aveva già fatto capire in precedenza però, Chris non si curava molto dei nostri commenti o delle nostre lamentele e continuò a spiegarci le regole come se non l'avessimo mai interrotto.

«Per ogni membro della vostra squadra che si tuffa e riesce a sopravvivere, ci sarà una cassa di attrezzi ad attenderlo in basso. All'interno di ogni cassa ci sono gli strumenti che vi serviranno per la seconda parte della prova: costruire una vasca idromassaggio! La squadra che realizzerà la migliore organizzerà un party con idromassaggio incluso! La squadra che perde manderà a casa un suo membro. Vediamo… carpe assassine, cominciate voi!»
Uno ad uno vedevo le carpe buttarsi da quella scogliera e sapevo che presto sarebbe arrivato anche il mio turno. Non ebbi scelta: saltai giù.

Sopravvissuta a quella condanna a morte, Chef aspettava di caricarmi al sicuro (per così dire) sul suo peschereccio malandato e il dubbio se fosse più sicuro restare con gli squali o accettare l'aiuto di Chef attraversò la mia mente. Rischiai con la seconda.

Il resto della sfida procedette bene per le marmotte urlanti; vincemmo facendo lavoro di squadra e non dovemmo mandare nessuno a casa.
Gli altri si sentivano carichi, imbattibili ma non io. Mentre disfacevo i bagli sentivo che nell'ombra Heather e Lindsay stavano progettando qualcosa. Le sentivo bisbigliare e ridacchiare alle spalle di Leshawana e la cosa mi mandò in bestia.

«Qualche problema Gwen?» mi chiese sorridendomi Heather con un tono intimidatorio. 
«Mi sto solo chiedendo come fai a nascondere così bene le tue corna demoniache Belzebù»
La mia provocazione la lasciò spiazzata, non si era certo aspettata una risposta da me. Il suo unico obbiettivo era stato quello di intimidirmi, farmi "restare al mio posto", non quello di farmi ripspondere
Si alzò in piedi e mi guardò sconcertata 
«Scusami?!»
«Sì ti scuso» risposi rassegnata e poco curante del suo sguardo infastidito. 
La mia poca voglia di voler giocare al suo stupido gioco del gatto e il topo mi fece desiderare di essere altrove, lontana da tutto e da tutti.

Cercò di ribattere in qualche modo ma prima che potesse uscire qualcosa dalla sua bocca titubante io ero già sul portico con il diario in mano, diretta verso il bosco.
«Dove vai Gwen?» mi chiese Trent preoccupato.
«Dovunque! Basta che sia lontano da qui!» gli urlai. Non era mia intenzione prendermela anche con lui ma il livello di acidità che mi aveva alzato Heather era diventato inevitabilmente pericoloso per tutti.

Nel buio della notte una debole luce illuminava gli alberi scuri; uno scoppiettante fuoco faceva danzare le ombre delle carpe che ricevevano il loro Marshmallow e mandavano qualcuno a casa. 
​Osservavo il tutto da una collinetta poco distante ed illuminata dal bagliore della luna. Le stelle erano la mia unica compagnia.
Dalla distanza da cui mi trovavo non si riusciva bene a capire cosa stessero dicendo poiché arrivavano solo voci soffocate, ma riuscii a vedere quel tanto che bastava per intrattenermi.
Trascinarono un ragazzo sul molo della vergogna, lo fecero imbarcare e sparì nella notte. 

Cara persona anonima102, quanto tempo è passato dai quei ricordi sbiaditi. Quante lacrime e quanti sospiri sono stati in tuo onore e in tuo ricordo. Su quella collina la mia mente si bloccava per osservare il cielo stellato che dominava sopra la mia testa. Mi sdraiavo sull'erba e respiravo l'aria fresca della notte.
Dimmi… anche se le persone si feriscono più e più volte, amare qualcuno non è mai una colpa vero? Perché ogni volta che il cuore vuole raggiungere la felicità finisce per calpestare tutto e tutti e di conseguenza mi chiedo se esista effettivamente la meta di questa felicità.

Quando mi rialzai per andare a dormire ormai del fuoco era rimasto poco e niente.

Il giorno dopo a Chris non bastarono una maratona di 20 km o una scorpacciata allucinante fino a farci scoppiare; no, lui in serbo per noi aveva qualcosa di molto peggio, aldilà del tuffo mortale: la maratonotte.  

«Tranquilli ragazzi, questa è una prova facile: la squadra il cui componente resta sveglio più a lungo vince la sfida!»
 Fu la prima volta che mi sentii così tanto presa in giro da quell'uomo… la prima di una lunga serie.  
«Come? Ci stai dicendo che la corsa di 20 km e la scorpacciata di tacchino facevano parte del tuo diabolico piano per impedirci di restare svegli? Che volpe…»

«Allora... secondo te quanto ci vorrà prima che svengano tutti?» mi chiese Trent turbato.
«Un'oretta più o meno…» ma dovetti immediatamente ricredermi dopo aver visto le condizioni in cui si trovava Owen, che si trascinava a fatica sotto il suo peso con la bava alla bocca «… forse meno»

Man mano che passavano le ore accettai il fatto che le mie palpebre avrebbero lottato con tutte le loro forze per farmi dormire; ogni secondo di più si appesantivano e sono sicura che se non ci fosse stato lui sicuramente avrei ceduto. 
Fu proprio durante questa sfida che mi resi conto di provare un certo interesse per Trent. Le sue continue attenzioni, il suo sguardo dolce che mi sorrideva e il suo semplice contatto fisico sconvolgeva il mio presente.
Restammo per tutta la durata della maratonotte insieme, incoraggiandoci a vicenda a restare svegli. La sua voce che veleggiava nell'aria era come la luce per una falena: mi aggrappavo a quel suono dolce e tutto il resto scompariva. C'eravamo solo io e lui. 

«Passatempo preferito?»
«Mi piace comporre musica e se non posso farlo… per me non esiste alcun futuro»
«E' così importante per te la musica?»
«Una canzone ha il potere di farsi leggere da ognuno in modo diverso, come se vedessi dentro una parte di me che altri non possono vedere. Comporre musica è il mio modo di tramutare in parole quello che provo..» 
Si fermò un attimo e poi iniziò a canticchiare 
«piani di ciò che ci riserva il futuro, qui in questa sera sembra che siamo così invincibili. Non sei sola quindi lasciami cadere con te»

Al suono di quelle parole così dolci rimasi sospesa, lo sguardo fisso nel suo. In quel momento capii che un solo sguardo non mi sarebbe bastato; volevo tutto di lui. Volevo toccarlo, baciarlo, sentirmi parte di lui.. tutto.

 

 

 

 

 

Parte 2

 

Cara persona anonima102, secondo te un ragazzo di appena 16 anni cosa poteva voler di più dalla vita?
Avevo tutto: salute, amore, serenità… poi per lei ho perso tutto. Avevo perso il suo amore, l'ispirazione per nuove canzoni, ero tormentato da sveglio e nei sogni… ogni particella del mio corpo la desiderava ma il mio cervello lottava per rinnegarla. 

"Mi sento al sicuro tra le tue braccia" bugiarda… "credo di provare qualcosa per Duncan" traditrice...

Ora sto un po' meglio, mi sono ripreso.

Amore: uno tra i misteri più grandi che io abbia mai avuto il piacere di trovare sul mio cammino. 
Tu lo conosci bene giusto? Conosci il vero significato di sofferenza, pazienza, tolleranza… E' assurdo come in una sola parola ce ne siano così tante.

Amore è gioia e tristezza. Amore è colpa e perdono. 

Ma se è sia bene che male perché gli associamo solo il bene? Perché vediamo l'amore come qualcosa di bello e puro se poi è doloroso e sporco? 
Vediamo o non vogliamo vedere? Ci soffermiamo solo sul bello e buono perché pensarlo come qualcosa di buio che fa male è troppo difficile.

Sì, chiudete pure gli occhi se volete ma io intendo vederci chiaro e bene, non vivrò mai più nell'ignoranza.

Appena sceso dalla barca fu lei la prima cosa che notai. Mi incuriosiva il suo sguardo, il suo look, la sua postura… e mi incuriosì ancora di più la sua espressione imbarazzata dopo un mio breve sorriso.
La cercavo di avvicinare in tutti i modi possibili ma più io mi avvicinavo più lei sembrava si allontanasse.

«Dove vai Gwen?»  
«Dovunque! Basta che sia lontano da qui!»  

Diedi la colpa alle mie troppe pressioni. La cercavo continuamente con lo sguardo, volevo capirla, aiutarla, starle accanto e ogni volta che ne avevo la possibilità le parlavo, di qualsiasi cosa, perché quando lo facevo mi sentivo un passo più vicino a lei e la cosa mi piaceva...

La maratonotte fu il punto di partenza per noi.
Fu durante quella sfida che mi resi conto di provare qualcosa per lei. Il perché lei ancora non lo so, ma è proprio quando non puoi rispondere a questa domanda che ti accorgi di essere rimasto fregato dall'amore.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: FreddiePie