Occhi. Pelle. Capelli.
Cielo. Luna. Sole.
Lei,bambola.
Spaventata. Fragile. Sola.
Abbandonata a se stessa. Rinnegata. Giace in attesa che qualcuno la raccolga.

“A cosa pensi…?”
La mia voce risuona fra le pareti di cristallo per poi svanire in un eco vacuo e distorto. Ed è di nuovo silenzio.
La guardo, mentre seduta nel centro della stanza,fissa il pavimento trasparente,immobile,proprio come una bambola. Se non fosse per l’impercettibile movimento del suo petto,sembrerebbe che il tempo si fosse fermato. Sciocca,patetica,triste bambola.
Quella sua espressione malinconica che le dipinge sempre il volto è disgustosa. La odio. Le bambole non sono tristi. Le bambole sorridono sempre! E se io voglio che lei sorrida,lo farà!

Perchè è mia,è la mia bambola.

Qualsiasi sciocca speranza o mera illusione verrà spazzata via. Qua dentro non esiste nient’altro al di fuori della realtà.

E ‘ la sua prigione. E’ il suo incubo. E’ la sua casa.

Io la ho trovata. Ed ora è mia.

Mi avvicino lentamente con un sorriso ammiccante stampato sul volto,mentre lei rimane là ferma,in attesa della sua condanna. In attesa che io giochi con lei. Mi chino alla sua destra: la punta del mio naso sfiora la sua pelle diafana. Riesco a percepire un leggero tremore. Le afferro una ciocca di capelli e avvicino le labbra al suo orecchio.

Poche,inesorabili,parole. Un sussurro appena udibile,ma chiaro nel suo significato.


“Vuoi… giocare con me?”



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.....due parole. CHE. SCHIFO. La ho scritta a cavolo di cane. Ovviamente non mi aspetto nessuna recensione >_>